lunedì 2 settembre 2013

La metafora della botte

Ieri finlmente il 'Bravìo delle botti', la corsa che si fa nel nostro paese spingendo le botti lungo tutto il corso della città, che è molto in salita e qualche volta in rovinosa discesa, è stato corso.
Io ormai da svariati anni non vado più a vederlo, perché alla fine la sfilata in costume è sempre quella, i costumi anche, il paese pure e dagli e ridagli,  preferisco passare la mia domenica in altro modo. Però ammiro la costanza di chi ci si dedica, sono contenta che questa bella tradizione trovi sempre gente disposta a farla continauare e penso che per il turista che lo vede per la prima volta sia uno spettacolo degno di nota, vuoi per i colori, vuoi proprio per l'aria che si respira.
Io mi sono limitata a guardare in streaming la corsa delle botti, che dura al massimo sette o otto minuti......e ierisera, mentre guardavo le botti rotolare sul lastricato della strada, spinte da braccia possenti in una corsa in cui le gambe muscolose e allenate degli spingitori danno il meglio di se stesse, mi è venuto spontaneo paragonare la corsa a una metafora della vita, dove la strada è la vita , noi siamo le botti e gli spingitori sono gli eventi, gli entusiasmi, i desideri  che le fanno andare avanti. Qualcuno di loro ierisera è arrivato al traguardo senza alcuna fatica apparente, qualcun altro ha sbandato e poi si è raddrizzato, altri ancora hanno colliso, qualcuno ha mostrato segni di cedimento e di grande fatica. Tutti comunque, chi in un modo, chi in un altro, sono giunti al traguardo. Così è per la vita. La fatica accompagna il nosro andare in ogni caso, anche quando ci sembra di non sentirla..............ma quando si sente e ogni passo diventa una sofferenza credo che sia terribile e solo la volontà alla fine è quella che fa tagliare il traguardo. Quelli sono i veri vincitori del Bravìo e della Vita.

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