lunedì 16 settembre 2013

La signorina Rivola

Ieri pomeriggio mi sono ritrovata in salotto, io spaparazzata sul divano, la mia mamma in bilico in una poltrona (troppo profonda per lei che è veramente piccolina e dalla quale se si fosse appoggiata non sarebbe più riuscita ad alzarsi), in quell'orario strano che va dalle sei  alle sette, in cui ormai è troppo tardi per fare programmi e troppo presto per mettersi a cucinare per la cena, che prevedeva una bella scorpacciata di funghi porcini. Alla fine, andando dietro a un desiderio che ho da tanto tempo e che sarebbe quello di sapere quanto più possibile della nostra famiglia, dei suoi trascorsi, dei suoi componenti antichi, che ho sentito qualche volta nominare, ma che non conosco affatto, ci siamo messe a parlare proprio degli antenati e ho scoperto tante piccole cose interessanti, venendo a conoscenza anche di due o tre fatti piccanti dei quali in famiglia , quando era piccola la mia mamma,........  'non si doveva parlare'.
E così una conversazione cominciata quasi per caso, è diventata invece interessante e coinvolgente e più che altro è stato bello vedere il viso della mia mamma mentre ricordava la sua infanzia e la sua gioventù, un viso ritornato improvvisamente vivo e arguto, specialmente quando la risatina che accompagnava qualche rivelazione un pò 'osé' le arrivava fino agli occhietti facendomi chiaramente intendere che senz'altro lei era molto vetusta, ma di testa c'era tutta.........eccome! E c'era con ironia, con l'esperienza della vita, con i tabù finalmente rotti....................Insomma proprio un pomeriggio piacevole, uno di quei pomeriggi che lasciano dentro tanta dolcezza e tanto affetto.
Ed è proprio parlando di cose vecchie,  a cavallo tra la prima e la seconda guerra mondiale, ma con una puntatina anche a Garibaldi, epoi anche agli anni della mia infanzia  che a un certo punto è venuto fuori il nome della signorina Rivola.
La signorin Rivola, non l'ha mai saputo, né lo saprà mai, perché da tantissimo tempo è 'terra da pipe' come avrebbe detto il mio nonno con poca eleganza ma con molto realismio, ..........ma  ha avuto un ruolo importante  nella mia vita.


Agosto era il mese di  Marradi. Non c'era anno che non andasimo in ferie a Marradi, i miei genitori strafelici perché tornavano al paese natio, io col muso lungo, perché avrei voluto andare al mare ed essere in tutto e per tutto come le altre ragazze che quando tornavano dalle vacanze avevano un sacco di cose nuove da raccontare. Io non mi rendevo conto allora che ne avrei avute da dire molte più di loro,perchè a parte il mare che facevo anch'io, in quanto per una settimana mi portavano sempre sulla riviera romagnola, il resto lo passavo tra torrenti e monti e gente che mi insegnava tante cose che non sapevo.
Il lunedì col babbo e la mamma andavamo sempre a Marradi (la nostra casa invece è fuori dal paese), perché c'era il mercato e mentre la mamma si fermava ai banchi , io e il babbo ci infilavamo nel negozio della signorina Rivola. Aspettavo quel momento con impazienza, perché quel posto suscitava in me un interesse strano, quasi magico, che allora non riuscivo a spiegarmi, ma che mi ha seguito in tutta la mia vita.
Era un negozio piccolo, una cartolibreria e aveva un odore inconfondibile di inchiostro e di carta e di libri appena stampati, di matite colorate, che a me piaceva più di qualsiasi altro profumo avessi sentito e i miei occhi non si stancavano mai di spaziare tra tutte quelle cose, desiderando di possederle.
poi la signorina Rivola, usciva da dietro il bancone e ci diceva : andiamo di dietro........ e ci portava in un'altra spanza, dalla quale lei avrebbe potuto veder se qualcuno entrava in negozio, ma nella quale avrebbe potuto parlare indisturbata dei suoi argomenti preferiti con il babbo, mentre io ascoltavo affascinata,  parole che non capivo, ma che sentivo piene di cultura e di saggezza verso interessi vari. La signorina Rivola, con la sua eterna sigaretta in mano, distribuiva aforismi, cercava frasi nei libri che aveva in quantità sempre sparpagliati sul tavolino, a me offriva biscotti e caramelle, e al babbo caffè o un liquore che non ricordo più.
Qualche volta si aggiungevano altre persone, sempre uomini, e allora la conversazione si faceva molto animata mentre io guardavo il fumo che saliva dalle sigarette e invadeva la stanza. Parlavano di politica o di problemi sociali, dei quali io non capivo niente, ma che mi affascinavano. Nel mio immaginario di bambina mi sembrava che la loro fosse quasi una società segreta, e invece era un piccolo circolo culturale, nel quale ciascuno dava il meglio di sé.
Tutti rispettavano  le opinioni della signorina Rivola, anche quando dissentivano da lei, perché capivano che in quella donna tuttologa, c'era un sacco di  bella cultura, derivata da ore e ore di lettura non sterile, ma partecipata, convinta, costruttiva. E poi la rispettavano anche per come si presentava,col suo portamento disinvolto e signorile,  così esile, alta, distinta, con una proprietà di linguaggio che incantava anche me che allora ero proprio piccola.
E così anno dopo anno la signorina Rivola è entrata dentro di me e mi ha fatto desiderare libri e cultura e propietà di linguaggio, e più che altro mi ha lasciato il desiderio di quel piccolo gruppo di persone con le quali parlare di argomenti nei quali ciascuno possa mettere in movimento la propria intelligenza e arricchirsi l'uno con l'altro. In effetti ho letto tantissimo e credo di avere imparato tanto dalle mie letture.......per quanto riguarda il circoletto, alla fine sono riuscita a fare anche quello,un traballante circoletto che ha un nome strano e bizzarro. Si chiama "Gli amici del Grillo Parlante". Dentro di me sento che è giunto il momento di parlare anche di questo e lo farò nel prossimo post, e di ringraziare la signorina Rivola che inconsapevolmente mi ha regalato tanto.

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