E così anche questo racconto, come tutti i racconti è giunto al termine.
Quando il libretto che avevamo stampato diversi anni fa mi è tornato tra le mani, ho provato un sottile, malinconico piacere e sono stata contenta di far vivere ancora una volta i miei Animali della Fattoria per presentarli ad altre persone. A me, mentre scrivevo di loro, hanno insegnato diverse cosette e anche ora in questo revival, mi hanno lasciato belle sensazioni......voglia di aria pulita, di essenzialità.
Inutile dire che per me non sono mai stati solo personaggi immaginari, ma amici che conosco molto bene e che mi danno buoni suggerimenti, come fanno in genere i veri amici......suggerimenti che molte volte non ascolto, proprio come facciamo con gli amici in carne ed ossa........ma questa è la vita e tanto so che se avessi bisogno di loro, loro ci saranno sempre, mi basterà chiamare Lucilla e lei mi condurrà alla Fattoria sulla montagna, luogo di pace e di serenità.
Capitolo settimo
Come fu diversoil viaggio di
ritorno! Erano tutti allegri e contenti e anche Moab, lasciando una
volta tanto da parte la sua austera dignità, si divertì insieme a
loro e arrivò al punto di indossare una maglietta che portava la
scritta ROMA CAPUT MUNDI.
Quanto risero e quanto
scherzarono per la strada. Stavano tornando a casa a quella casa
dalla quale erano partiti con tanta nostalgia e con tanti pensieri
nel cuore.
Le favole sono scritte con le candide piume delle colombe che catturano i nostri sogni sulle nuvole |
Lucilla svolazzava con loro
e sembrava chele sue piume fossero tutte nuove da quanto erano candide
e soffici.Ripensava a tutte le vicende vissute. Le tornavano in
mente i Cartoni animati, i topolini, Peter pan e la sua Ombra e i
personaggi strani delle favole. Le tornavano in mente anche gli
animali che non vivevano come loro, in un posto felice come la loro
montagna, ma svolgevano la loro opera vicino agli uomini, con fedeltà
e abnegazione. Le tornavano in mente anche gli uomini che aveva
incontrato: uomini inizialmente orgogliosi come Mr. Pride e gentili
come l'Acchiappafantasmi. Ma più che altro le tornavano in mente gli
occhi dei ragazzi e la loro voglia di amicizia, di pace, di vita.
Con queste riflessioni
arrivarono all'inizio del sentiero che portava a casa. Con'era dolce
quella strada stretta e in salita che pensavano di non rivedere mai
più.
Eccola lì!
E tutti si fermarono un
attimo e si guardarono. Poi Moab fece chiaramente intendere che
voleva parlare e tutti si apprestarono ad ascoltarlo col dovuto
rispetto.
Allora ragazzi....si torna a
casa e siamo tutti e tutti insieme come sempre........e sapete che vi
dico? .......chi arriva per ultimo è un pollo!" - e il saggio
Re, con una grande risata, si slanciò su per il sentiero.
Gli altri risero con lui e
Sharthy, lo struzzo, si dimenticò persino di nascondere il capo
sotto terra. Trudy , l'Orso bruno si dette una grattatina alla pancia
e via di corsa anche lui, dietro agli altri,dicendo: arriverò
distrutto, ma che importa? -
Il cingliale e il castoro,
cioè Gnocco e Arturo, si dettero di gomito e Arturo disse: Dai
Gnocco fatti sotto!
Ok. Arturo dopo di te –
rispose gnocco
Io vorrei proprio sapere
perché gli ultimi che arrivano sono polli! - disse un pollo, ma
svolazzando si incamminò anche lui. Da un pò di tempo era molto
rinfrancato circa la sua identità e precisamente da quando aveva
letto la Storia di un'Aquila che si crede un Pollo. E mentre volava
in qua e in là si guardava le ali e gli pareva che cominciassero a
cambiare forma.
E così arrivarono alla
Fattoria abbarbicata ai fianchi di una montagna piena di nuvole, a
quella fattoria che c'era una volta, tanto ma tanto tempo fa.
E gli Animali della fattoria
cosa fecero dopo?
A meno che non siano loro a
volercelo dire, nessuno lo saprà mai....perché i popoli felici non
hanno storia.
Fine
Fine
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