venerdì 16 agosto 2013

C'era una volta *

Ieri accennavo al fatto che con le ragazze cominciavamo a divertirci così tanto, fino al punto dipartecipare anche a piccole rappresentazioni teatrali, scritte e interpretate da noi.  Una volta andammo fino a Siena, con un copione che parlava di un ragazzo e una ragazza innamorati, ma che alla fine si erano lasciati perché lui aveva avuto la vocazione.......la cosidetta chiamata.  Alla fine, quando tutti ormai ce ne stavamo andando,  si avvicinò una signora che rivolgendosi alla ragazza che aveva interpretato la parte di quella che era rimasta con le pive nel sacco,   le disse : cerca di non pensarci troppo mia cara. Poi passa te lo assicuro. Il mondo è pieno di bei ragazzi........a me è capitata proprio la stessa cosa!-  
Quanto ridemmo e quanto fummo soddisfatte. Questa manifestazione di solidarietà tutta femminile voleva dire che  eravamo state brave nella nostra performance, che addirittura era stata scambiata per qualcosa di realmente accaduto.





Il Sentiero della fantasia


Arrivarono a Hong-kong dopo due mesi di dure peripezie, seguendo una strada che via via veniva indicata dalla fedele Lucilla e......rimasero a bocca aperta!
Venendo giù dal loro monte si erano aspettati di tutto ma non certo di trovarsi davanti a una foresta così strana!  Alberi drittissimi che sembravano a tratti illuminarsi e spengersi, e fra tutti uno che li sovrastava, alto, massiccio, imponente, di un colore grgio piombo, che pareva toccare il cielo.
Mi fa quasi paura! Disse Ariel con un belato.
Falla finita! - la zittì Leo – qualunque cosa sia, niente può intimorire un elefante.
Cosìè quello strano segno che è in cima a quell'albero?- chiese Strong a Lucilla.
Non è uno strano segno, è una lettera dell'alfabeto degli umani, è una gicantesca P....e quello non è un albero, ma un grattacielo all'interno del quale vivono migliaia di uomini e di animali. E' lì dentro che si stascatenando il pericolo, non solo per noi animali, ma anche per tutti gli uomini e tutto a causa dell'orgoglio smisurato del suo proprietario: Mr. Pride.
Egli ha deciso di gettare nel caos più completo gli uomini, riducendoli a vivere come in una torre di Babele. Ma di questo vi parletrà più dettagliatamente Wolf, l'alano di Mr. Pride.
Quando possiamo vedere questo Wolf? - chiese Carolina.
Oggi stesso, tra pochi minuti,se avrete la pazienza di aspettare – rispose Lucilla.
Non possiamo andare noi a trovarlo? - domandò strong.
No! Non vi farebbero mai entrare in questo luogo. Gli unici animali ammessi sono le scimmie, i topi, le rane e i cani ...e purtroppo fanno tutti una brutta fine. E' meglio che Wolf venga da voi.
Mezz'ora dopo la colomba era di ritorno seguita da un bellissimo alano che teneva in bocca qualcosa.

Ragazzi questo è Wolf – e Lucilla presentò i suoi amici.
Piacere gente! Ribatté Wolf – vengo subito al dunque. Questa che vedete èuna fotografia del mio padrone, Mr. Dandie Pride! Ora lo chiamo padrone, ma prima lo chiamavo amico. Facevamo lunghe passeggiate insieme e giocavamo sulla riva del mare. Lui era sempre con la testa un pò sulle nuvole, sempre dietro alle sue ricerche mediche, con le quali, diceva, avrebbe curato tutta l'umanità sofferente. Poi, non so come mai, ma un giorno è cambiato. Ha cominciato a contare migliaia e migliaia di banconote, quei pezzi di carta che rendono tanto felici gli uomini, e ha cominciato a parlare di sonniferi e roba del genere. Intanto arrivavano centinaia e centinaia di topi, rane, scimmie....e tutti venivani chiusi nelle gabbie e dopo un pò non si vedevano più e al loro posto ne arrivavano altri. Mr. Dandie parlava ancora con me ma ora solo per dirmi che avrebbe comprato e questo e quello e che sarebbe diventato potentissimo. Il suo orgoglio è diventato smisurato e sembra che niente ormai possa più trattenerlo.
Scese un grande silenzio. Nessuno riusciva a parlare perché tutti erano esterrefatti da quello che avevano appena udito.
Infine Leo si scosse e guardando gli altri disse: che cosa possiamo fare ragazzi?
Potremmo provare a parlare con questo Mr. Pride e se non va bene dargli quattro zampate sul muso – grugì Strong agitatissimo.
Ma dai Strong! Con la violenza non si ottiene niente – belò Ariel e Strong la fulminò con uno sguardo, ma non reagì.
Io credo...-intervenne Leo – io credo che la cosa migliore sia quella di fare un atto di forza e andare a liberare quei poveri disgraziati...ma (e con la proboscide indicò l'alano) qui ci vuoi tu, Wolf,: ci devi dare una mano.
Disponete pure di me – annuì Wolf – farò del mio meglio per aiutrvi, perché non posso più pensare che ogni volta che mangio la mia zuppa calda e profumata questa sia il frutto di un guadagno disonesto fatto sulla vita di tanti nostri sfortunati fratelli.
Organizziamoci – disse Carolina – da che parte si comincia? Prima di tutto bisogna trovare il modo di entrare dentro senza essere visti.
Questo è facile – replicò Wolf – di notte potete passare dalle porte di servizio. Io vi aprirò e poi vi condurrò ai laboratori dove sono rinchiusi tutti gli animali. Il grosso problema è che non so come aprire la grossa porta che impedisce l'accesso.
Se permetti, a quella ci penso io – disse leo – modestamente la forza non mi manca.....però (e qui diventò rosso) anch'io ho un mio piccolo problema!
E sarebbe?! Chiese Strong
Beh! Lo sapete....i topi....sì.....insomma.....noi elefanti.......
Uffa quante storie.....(Strong era proprio di cattivo umore) Basta che ti giri dall'altra parte. Figurati se i topi avranno voglia di vedere te.
Rimasero d'accordo di trovarsi verso mezzanotte davanti alla porta di servizio.
E così fu.
L'orologio suonava l'ultimo rintocco e si sentì un 'craaaac' lento lento che fece rabbrividire tutti.
Ragazzi – bisbigliò una voce che sembrava più quella di un bassotto che di un alano – da questa parte ....presto!
Non se lo fecero ripetere due volte ed entrarono nel grattacielo. Ora che sarebbe successo? Era immenso!Stanze a non finire e scale a non finire.
Come faremo ad arrivare fino al laboratorio? - chiese Carolina già allarmata
Niente paura, c'è l'ascensore – rispose Wolf
L'ascensore? E che è? - chiese Strong
E' una cosa....sì ....un affare....insomma .....è un aggeggio che serve per andare in su e in giù – rispose Wolf spazientito. Possibile che non si rendesse conto quello Strong che il tempo passava e loro dovevano fare in fretta?
E' vero che Leo faticò non poco per entrare e pareva proprio che si fosse incastrato, ma Ariel lo aiutò come meglio poteva e alla fine ci riuscì dandogli un morso nella coda che lo tolse da tutti gli indugi.
Sfondare la porta del laboratorio non era semplice, ma per Leo fu un giochetto e in due minuti si trovarono dentro uno stanzone pieno di provette, di alambicchi, di boccette e serpentine e di ......gabbie.
C'erano gabbie da tutte le parti e dentro poverei animali dagli sguardi rassegnati e senza speranza. Non si stupirono neanche più di tanto vedendo entrare di tutta forza un elefante.



Ma come rimasero gli animali della fattoria nel vedere la scena che si presentò ai loro occhi! Erano abituati agli ampi spazi e alla luce, al suono del vento e al calore del sole sulla pelle. Vedere quegli infelici che li guardavano in silenzio smosse dentro di loro qualcosa di molto simile alla furia e senza perdere tempo, senza neanche consultarsi con gli altri, Leo con la sua possente proboscide cominciò ad aprire le gabbie, mentre gli altri si precipitarono a liberare quelle povere bestiole pedr aiutarle a riconquistare la libertà. Solo una rimase in gabbia: una piccola scimmia che non aveva più la forza di alzarsi.
Coraggio piccolina – disse Ariel – ora ti aiutiamo noi, non aver paura.
Leo con la sua proboscide, che fino a poco prima era stata uno strumento di distruzione, prese la piccola scimmia con una delicatezza infinita e la strinse a sé.
Ecco ora possiamo andare - disse Wolf guardingo – mi raccomando facciamo piano.
In quel momento la porta si aprì con fragore e Mr. Pride si stagliò sulla soglia. Wolf si fermò impaurito e tutti gli altri fecero altrettanto.
Wolf, brutta bestiaccia, cos'hai combinato? - ringhiò l'uomo – ti credevo un cane fedele e invece sei solo un venduto-.
Non mi fai più paura padrone! E qui Wolf si fermò stupito e pensò: Ma io sto parlando con un uomo e so che lui capisce quello che gli dico. Com'è possibile?-Ma subito riprese: Non mi fai più paura e ora so che ti devo combattere, so che devo combattere iltuo orgoglio smisurato che ha portato al sacrificio tante piccole creature innocenti......Credimi, prima di fare loro altro male dovrai passare sopra il mio cadavere!- e si mise ben piazzato sulle quattro zampe, pronto a combattere.
Mr. Pride si fermò allibito. Aveva sentito distintamente il suo cane parlare, ma c'era di peggio: ora gli stava parlando anche quel grosso maiale che vedeva lì accanto.
Mr. Pride non ci costringa a usare la forza. Noi siamo pacifici e vogliamo solo che la pace e il rispetto per tutte le creature torni in questo posto-. Strong ad un tratto era molto tranquillo, non sapeva neanche lui erché.
Caro Mr. Pride – aggiunse Carolina – lei non ha le allucinazioni. Lei ci sente veramente parlare è ciò è un dono che noi abbiamo per la nostra semplicità e per il nostro desiderio di fare del bene e di vivere in pace con tutti. Wolf non ha potuto farlo per tanto tempo ma ora può perché che ha capito e si è reso conto che l'unica maniera giusta di vivere è quella di rispettare gli altri, perché tutti siamo fratelli in questa terra. Ecco ora se vuole può parlare anche lei la lingua universale dell'amore. Del resto questa non è una rarità. Ha mai sentito parlare di un tale Francesco che parlava con gli animali? Comunque ora si sposti e ci lasci uscire di qui. Questa scimmietta ha immediato bisogno di cure e noi dobbiamo dargliele. Guardi.....questo è il risultato dell'opera sua.
Mentre loro parlavano Mr. Pride li guardava sbigottito, poi attonito, poi....centomila sentimenti passarono dentro i suoi occhi che infine si riempirono di lacrime.
Dio mio che cosa ho fatto? Possibile che non mi sia reso conto del male he facevo? E come fare per rimediare a ciò che il mio smisurato orgoglio mi ha indotto a fare?
Ci lasci passare e ci lasci andare via – disse Ariel che fino a quel momento era stata zitta.
E dove andrete? - chiese Mr. Pride
Alla Fattoria degli Animali....naturalmente. Lì tutte queste creature ritroveranno la gioia di vivere.
E non potrei venire anch'io con tutti voi? Non lasciatemi solo, vi prego! - disse Mr. Pride
Lei potrà venire quando vorrà, ma un compito più importante l'aspetta qui-
E sarebbe? Che compito posso avere io che ho fatto tanto del male?
Proprio per questo lei deve rimanere, per impedire ad altri che facciano lo stesso errore-.
E sarò in grado di poterlo fare? - domandò Mr. Pride
Sì, se farà della semplicità il suo motto di vita – rispose Carolina.
Allora rimarrò completamente solo! L'onnipotente Mr. Pride in quel momento si sentiva debole come un bambino. Una grande tristezza scese in lui.
Anche tu Wolf te ne andrai, immagino? - disse rivolto al suo cane.
Una volta Mr. Pride la consideravo un amico....spero di poterlo fare ancora. Io resterò con lei- rispose il cane.
Bravo Wolf, sei un cane veramente in gamba – disse sSrong – sarò fiero se vorrai considerarmi un amico.
E anche noi- dissero gli altri.
Ebbene, amici miei, vi saluto e vi ringrazio del vostro aiuto. Senza di voi non ce l'avrei mai fatta. Tornate alla vostra fattoria e appena potremo io e Mr. Pride vi raggiungeremo. Addio-.
No Wolf non addio! I veri amici non si dicono mai addio, perché non possono perdersi e ovunque noi saremo ci sarai anche tu e viceversa. Diciamoci solo ciao.


segue domani.............

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