Quanto ridemmo e quanto fummo soddisfatte. Questa manifestazione di solidarietà tutta femminile voleva dire che eravamo state brave nella nostra performance, che addirittura era stata scambiata per qualcosa di realmente accaduto.
Il Sentiero della fantasia
Arrivarono a Hong-kong dopo
due mesi di dure peripezie, seguendo una strada che via via veniva
indicata dalla fedele Lucilla e......rimasero a bocca aperta!
Venendo giù dal loro monte si erano aspettati di tutto ma non certo di trovarsi davanti a una foresta così strana! Alberi drittissimi che sembravano a tratti
illuminarsi e spengersi, e fra tutti uno che li sovrastava, alto,
massiccio, imponente, di un colore grgio piombo, che pareva toccare
il cielo.
Mi fa quasi paura! Disse
Ariel con un belato.
Falla finita! - la zittì
Leo – qualunque cosa sia, niente può intimorire un elefante.
Cosìè quello strano segno
che è in cima a quell'albero?- chiese Strong a Lucilla.
Non è uno strano segno, è
una lettera dell'alfabeto degli umani, è una gicantesca P....e
quello non è un albero, ma un grattacielo all'interno del quale
vivono migliaia di uomini e di animali. E' lì dentro che si
stascatenando il pericolo, non solo per noi animali, ma anche per
tutti gli uomini e tutto a causa dell'orgoglio smisurato del suo
proprietario: Mr. Pride.
Egli ha deciso di gettare
nel caos più completo gli uomini, riducendoli a vivere come in una
torre di Babele. Ma di questo vi parletrà più dettagliatamente
Wolf, l'alano di Mr. Pride.
Quando possiamo vedere
questo Wolf? - chiese Carolina.
Oggi stesso, tra pochi
minuti,se avrete la pazienza di aspettare – rispose Lucilla.
Non possiamo andare noi a
trovarlo? - domandò strong.
No! Non vi farebbero mai
entrare in questo luogo. Gli unici animali ammessi sono le scimmie,
i topi, le rane e i cani ...e purtroppo fanno tutti una brutta fine.
E' meglio che Wolf venga da voi.
Mezz'ora dopo la colomba era
di ritorno seguita da un bellissimo alano che teneva in bocca
qualcosa.
Ragazzi questo è Wolf – e
Lucilla presentò i suoi amici.
Piacere gente! Ribatté Wolf
– vengo subito al dunque. Questa che vedete èuna fotografia del
mio padrone, Mr. Dandie Pride! Ora lo chiamo padrone, ma prima lo
chiamavo amico. Facevamo lunghe passeggiate insieme e giocavamo sulla
riva del mare. Lui era sempre con la testa un pò sulle nuvole,
sempre dietro alle sue ricerche mediche, con le quali, diceva,
avrebbe curato tutta l'umanità sofferente. Poi, non so come mai, ma
un giorno è cambiato. Ha cominciato a contare migliaia e migliaia di
banconote, quei pezzi di carta che rendono tanto felici gli uomini, e
ha cominciato a parlare di sonniferi e roba del genere. Intanto
arrivavano centinaia e centinaia di topi, rane, scimmie....e tutti
venivani chiusi nelle gabbie e dopo un pò non si vedevano più e al
loro posto ne arrivavano altri. Mr. Dandie parlava ancora con me ma
ora solo per dirmi che avrebbe comprato e questo e quello e che
sarebbe diventato potentissimo. Il suo orgoglio è diventato
smisurato e sembra che niente ormai possa più trattenerlo.
Scese un grande silenzio.
Nessuno riusciva a parlare perché tutti erano esterrefatti da quello
che avevano appena udito.
Infine Leo si scosse e
guardando gli altri disse: che cosa possiamo fare ragazzi?
Potremmo provare a parlare
con questo Mr. Pride e se non va bene dargli quattro zampate sul muso
– grugì Strong agitatissimo.
Ma dai Strong! Con la
violenza non si ottiene niente – belò Ariel e Strong la fulminò
con uno sguardo, ma non reagì.
Io credo...-intervenne Leo –
io credo che la cosa migliore sia quella di fare un atto di forza e
andare a liberare quei poveri disgraziati...ma (e con la proboscide
indicò l'alano) qui ci vuoi tu, Wolf,: ci devi dare una mano.
Disponete pure di me –
annuì Wolf – farò del mio meglio per aiutrvi, perché non posso
più pensare che ogni volta che mangio la mia zuppa calda e profumata
questa sia il frutto di un guadagno disonesto fatto sulla vita di
tanti nostri sfortunati fratelli.
Organizziamoci – disse
Carolina – da che parte si comincia? Prima di tutto bisogna trovare
il modo di entrare dentro senza essere visti.
Questo è facile –
replicò Wolf – di notte potete passare dalle porte di servizio.
Io vi aprirò e poi vi condurrò ai laboratori dove sono rinchiusi
tutti gli animali. Il grosso problema è che non so come aprire la
grossa porta che impedisce l'accesso.
Se permetti, a quella ci
penso io – disse leo – modestamente la forza non mi
manca.....però (e qui diventò rosso) anch'io ho un mio piccolo
problema!
E sarebbe?! Chiese Strong
Beh! Lo sapete....i
topi....sì.....insomma.....noi elefanti.......
Uffa quante
storie.....(Strong era proprio di cattivo umore) Basta che ti giri
dall'altra parte. Figurati se i topi avranno voglia di vedere te.
Rimasero d'accordo di
trovarsi verso mezzanotte davanti alla porta di servizio.
E così fu.
L'orologio suonava l'ultimo
rintocco e si sentì un 'craaaac' lento lento che fece rabbrividire
tutti.
Ragazzi – bisbigliò una
voce che sembrava più quella di un bassotto che di un alano – da
questa parte ....presto!
Non se lo fecero ripetere
due volte ed entrarono nel grattacielo. Ora che sarebbe successo? Era
immenso!Stanze a non finire e scale a non finire.
Come faremo ad arrivare fino
al laboratorio? - chiese Carolina già allarmata
Niente paura, c'è
l'ascensore – rispose Wolf
L'ascensore? E che è? -
chiese Strong
E' una cosa....sì ....un
affare....insomma .....è un aggeggio che serve per andare in su e in
giù – rispose Wolf spazientito. Possibile che non si rendesse
conto quello Strong che il tempo passava e loro dovevano fare in
fretta?
E' vero che Leo faticò non
poco per entrare e pareva proprio che si fosse incastrato, ma Ariel
lo aiutò come meglio poteva e alla fine ci riuscì dandogli un morso
nella coda che lo tolse da tutti gli indugi.
Sfondare la porta del
laboratorio non era semplice, ma per Leo fu un giochetto e in due
minuti si trovarono dentro uno stanzone pieno di provette, di
alambicchi, di boccette e serpentine e di ......gabbie.
C'erano gabbie da tutte le
parti e dentro poverei animali dagli sguardi rassegnati e senza
speranza. Non si stupirono neanche più di tanto vedendo entrare di
tutta forza un elefante.
Ma come rimasero gli animali
della fattoria nel vedere la scena che si presentò ai loro occhi!
Erano abituati agli ampi spazi e alla luce, al suono del vento e al
calore del sole sulla pelle. Vedere quegli infelici che li guardavano
in silenzio smosse dentro di loro qualcosa di molto simile alla furia
e senza perdere tempo, senza neanche consultarsi con gli altri, Leo
con la sua possente proboscide cominciò ad aprire le gabbie, mentre
gli altri si precipitarono a liberare quelle povere bestiole pedr
aiutarle a riconquistare la libertà. Solo una rimase in gabbia: una
piccola scimmia che non aveva più la forza di alzarsi.
Coraggio piccolina – disse
Ariel – ora ti aiutiamo noi, non aver paura.
Leo con la sua proboscide,
che fino a poco prima era stata uno strumento di distruzione, prese
la piccola scimmia con una delicatezza infinita e la strinse a sé.
Ecco ora possiamo andare -
disse Wolf guardingo – mi raccomando facciamo piano.
In quel momento la porta si
aprì con fragore e Mr. Pride si stagliò sulla soglia. Wolf si fermò
impaurito e tutti gli altri fecero altrettanto.
Wolf, brutta bestiaccia,
cos'hai combinato? - ringhiò l'uomo – ti credevo un cane fedele e
invece sei solo un venduto-.
Non mi fai più paura
padrone! E qui Wolf si fermò stupito e pensò: Ma io sto parlando
con un uomo e so che lui capisce quello che gli dico. Com'è
possibile?-Ma subito riprese: Non mi fai più paura e ora so che ti
devo combattere, so che devo combattere iltuo orgoglio smisurato che
ha portato al sacrificio tante piccole creature
innocenti......Credimi, prima di fare loro altro male dovrai passare
sopra il mio cadavere!- e si mise ben piazzato sulle quattro zampe,
pronto a combattere.
Mr. Pride si fermò
allibito. Aveva sentito distintamente il suo cane parlare, ma c'era
di peggio: ora gli stava parlando anche quel grosso maiale che vedeva
lì accanto.
Mr. Pride non ci costringa a
usare la forza. Noi siamo pacifici e vogliamo solo che la pace e il
rispetto per tutte le creature torni in questo posto-. Strong ad un
tratto era molto tranquillo, non sapeva neanche lui erché.
Caro Mr. Pride – aggiunse
Carolina – lei non ha le allucinazioni. Lei ci sente veramente
parlare è ciò è un dono che noi abbiamo per la nostra semplicità
e per il nostro desiderio di fare del bene e di vivere in pace con
tutti. Wolf non ha potuto farlo per tanto tempo ma ora può perché
che ha capito e si è reso conto che l'unica maniera giusta di
vivere è quella di rispettare gli altri, perché tutti siamo
fratelli in questa terra. Ecco ora se vuole può parlare anche lei
la lingua universale dell'amore. Del resto questa non è una rarità.
Ha mai sentito parlare di un tale Francesco che parlava con gli
animali? Comunque ora si sposti e ci lasci uscire di qui. Questa
scimmietta ha immediato bisogno di cure e noi dobbiamo dargliele.
Guardi.....questo è il risultato dell'opera sua.
Mentre loro parlavano Mr.
Pride li guardava sbigottito, poi attonito, poi....centomila
sentimenti passarono dentro i suoi occhi che infine si riempirono di
lacrime.
Dio mio che cosa ho fatto?
Possibile che non mi sia reso conto del male he facevo? E come fare
per rimediare a ciò che il mio smisurato orgoglio mi ha indotto a
fare?
Ci lasci passare e ci lasci
andare via – disse Ariel che fino a quel momento era stata zitta.
E dove andrete? - chiese Mr.
Pride
Alla Fattoria degli
Animali....naturalmente. Lì tutte queste creature ritroveranno la
gioia di vivere.
E non potrei venire anch'io
con tutti voi? Non lasciatemi solo, vi prego! - disse Mr. Pride
Lei potrà venire quando
vorrà, ma un compito più importante l'aspetta qui-
E sarebbe? Che compito posso
avere io che ho fatto tanto del male?
Proprio per questo lei deve
rimanere, per impedire ad altri che facciano lo stesso errore-.
E sarò in grado di poterlo
fare? - domandò Mr. Pride
Sì, se farà della
semplicità il suo motto di vita – rispose Carolina.
Allora rimarrò
completamente solo! L'onnipotente Mr. Pride in quel momento si
sentiva debole come un bambino. Una grande tristezza scese in lui.
Anche tu Wolf te ne andrai,
immagino? - disse rivolto al suo cane.
Una volta Mr. Pride la
consideravo un amico....spero di poterlo fare ancora. Io resterò con
lei- rispose il cane.
Bravo Wolf, sei un cane
veramente in gamba – disse sSrong – sarò fiero se vorrai
considerarmi un amico.
E anche noi- dissero gli
altri.
Ebbene, amici miei, vi
saluto e vi ringrazio del vostro aiuto. Senza di voi non ce l'avrei
mai fatta. Tornate alla vostra fattoria e appena potremo io e Mr.
Pride vi raggiungeremo. Addio-.
No Wolf non addio! I veri
amici non si dicono mai addio, perché non possono perdersi e ovunque
noi saremo ci sarai anche tu e viceversa. Diciamoci solo ciao.
segue domani.............
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