Ieri ho passato tutto il pomeriggio a sistemare il garage e così facendo mi sono ritrovata tra le mani i ricordi della mia vita, quelle piccole cose che non valgono niente, ma contano tantissimo nel mio vissuto. Mi sono passati tra le mani disegni, fotografie, pensierini dei miei bambini, piccoli oggetti fatti dalle loro mani o riportati dalle gite scolastiche, prime avventure dell'università e del servizio militare......... Sembra impossibile che queste piccole cose dalle quali non riesco a separarmi prendano tanto spazio.....ma è proprio così! Ma quanta dolcezza dentro il cuore. Il tempo è passato così piacevolmente in questa attività, che non mi sono quasi resa conto che era già ora di cena e più che altro non mi sono resa conto che pioveva e che quindi la sfilata storica e la corsa delle botti che oggi segnava uno degli eventi annuali più importanti per il mio paese, sicuramente era stata rovinata e rimandata alla settimana successiva. Mi dispice per chi ha lavorato tanto.............
Quando sono andata ad apparecchiare la tavola, parlando con la mia mamma le ho detto di questo mio riandare indietro nel tempo mentre sistemavo il garage e lei con la saggezza dei suoi ormai tanti anni mi ha risposto:"Quanta roba inutile si tiene! perché non hai buttato via tutto?" l'ho guardata, pensando che scherzasse, ma no, diceva sul serio e dentro di me mi sono ritrovata in completo disaccordo con lei. Chissà, forse devo ancora crescere un altro pò e magari quando avrò la sua età, anch'io dirò ai miei figli che mi parleranno dei loro ricordi: "Ma perché non buttate via tutto?" ........ma non credo! Io sono come uno di quegli animali della mia fattoria........che ci posso fare?
Io non credo che un movimento così imponente sia una gita turistica. Quando si spostano masse così grandi di persone....di giovani poi, che hanno il sangue in ebollizione è sempre per qualcosa di importante! - disse Appi
Quando sono andata ad apparecchiare la tavola, parlando con la mia mamma le ho detto di questo mio riandare indietro nel tempo mentre sistemavo il garage e lei con la saggezza dei suoi ormai tanti anni mi ha risposto:"Quanta roba inutile si tiene! perché non hai buttato via tutto?" l'ho guardata, pensando che scherzasse, ma no, diceva sul serio e dentro di me mi sono ritrovata in completo disaccordo con lei. Chissà, forse devo ancora crescere un altro pò e magari quando avrò la sua età, anch'io dirò ai miei figli che mi parleranno dei loro ricordi: "Ma perché non buttate via tutto?" ........ma non credo! Io sono come uno di quegli animali della mia fattoria........che ci posso fare?
Io non credo che un movimento così imponente sia una gita turistica. Quando si spostano masse così grandi di persone....di giovani poi, che hanno il sangue in ebollizione è sempre per qualcosa di importante! - disse Appi
Ragazzi statemi a sentire –
intervenne Moab – abbiamo avuto modo di vedere, in tutto questo
tempo, quanto il mondo sia in preda di sentimenti che
definirei....non proprio buoni. Abbiamo lottato contro l'invidia,
contro l'orgoglio, contro l'egoismo. Abbiamo visto quanta sete di
potere alberghi nei cuori degli uomini.....e quindi prepariamoci al
peggio.
Ma che cosa possiamo fare
noi, se veramente il mondo si preparasse a quello che temiamo?
Interloquì Gina -In fin dei conti siamo solo un gruppo di poveri
animali.
Noi faremo la nostra parte –
e Moab si alzò in tuta la sua maestosità – noi faremo la nostra
parte come meglio potremo e in modo che nessuno possa dire in cuor
suo: non ho fatto tutto quello che stava in me! -
E allora dicci che cosa
dobbiamo fare. Noi ci fidiamo della tua perspicacia e verremo dove
vuoi tu! - disse Ghertrud.
Bene!Sapevo di poter contare
su di voi come sempre. Ascoltatemi! Non abbiamo mai lasciato tutti
insieme la nostra montagna, ma è venuta l'ora di farlo. Laggiù
forse ci sarà bisogno di ognuno di noi e ciascuno dovrà fare la sua
parte per fare in modo che il bene trionfi sempre sulla malvagità.
Quindi....partiremo tutti e sono sicuro che torneremo al nostro
monte, alla nostra fattoria, alla nostra vita di sempre – terminò
Moab con la voce un pò roca.
Una grande emozione si era
impadronita di tutti gli animali riuniti in assemblea. Era un momento
grave e tutti, anche quelli che non sono mai stati menzionati in
questo libro, dal più piccolo al più grande, sapevano che
sarebbero partiti...........ma sarebbero mai più tornati in quel
posto meraviglioso che ognuno di loro desiderava non dover lasciare?
Però sapevano anche che
dovevano andare, che poteva anche servire il loro sacrificio per il
bene del mondo.
Quando partirono nessuno di
loro disse una parola. Si incamminarono per il sentiero che portava a
valle, cercando di apparire sereni, ma tutti avevano il magone.
Qualcuno una volta aveva
scritto in un libro di cui non ricordavano il titolo: Addio
Monti.......e quelle parole le sentivano veramente adatte a loro..
Comunque andavano, spinti da una forza più grande di loro, alla
quale non sapevano dare un nome, ma che sentivano giusta.
La strada fu lunga, davvero
lunga! Venivano scambiate poche parole, più che altro nei momenti in
cui trovavano gruppetti di giovani lungo la strada, ai quali non
osavano fare domande, forse per paura di avere le risposte. Soltanto
una volta Camilla si era avvicinata a un cane che aveva un
fazzolettone al collo e gli aveva domandato: ma dove andate? -
Andiamo a Roma – abbiamo
appuntamento fra tre giorni.
Alla fin anche loro giunsero
nella Città Eterna, bella tra le belle. Si respirava la Storia ad
ogni passo che facevi e ogni monumento, ogni colonna, parlava di
imperatori, di Re, di Dittatori, di conquiste, di potere. Non si
poteva fare a meno di pensare che lì si erano giocate le sorti di
tanti popoli, di tanti uomini dei quali non rimaneva più traccia se
non nelle stupende vestigia, nelle strade imponenti, negli
avveniristici acquedotti.
Quando girarono intorno al
Colosseo, Moab si fermò un attimo e rivolto agli altri disse: mi
vergogno solo a pensare a quello che è successo qui, dove tanti
leoni si sono prestati al gioco crudele degli uomini. Speriamo che
una cosa così non accada mai più.
Intanto stavano arrivando
giovani da tutte le parti: chiassosi, sumorosi, allegri come solo la
gioventù sa essere. Avevano chitarre e zaini sulle spalle, e per
quanto potevano vedere e sapere loro, neanche l'ombra di un'arma. Uno
di loro però si era messo a cantare: c'era un ragazzo che come me
amava i Beatles e i Rolling Stones.......e insieme evocavano la
guerra nel Vietnam. Guerra....sempre guerra!
Quella che all'inizio era
cominciata come una passeggiata, via via che i gruppi si incontravano
diventava quasi una marcia ed assumeva un tono di trionfo.
I nostri, che si tenevano un
pò in disparte, ma comunque sempre pronti a intervenire, si accorsero
con stuporeche si stavano lasciando Roma alle spalle. Il corteo
cresceva sempre di più, diventava un fiume e si stava dirigendo in
aperta campagna, in quella dolce, fragrante campagna romana favorita
da un clima particolare, che a loro era molto più congeniale di
quello della città.
Ad un certo punto, dopo una
curva, uno spettacolo abbacinante si presentò ai loro occh. Un prato
verde immenso, si stendeva davanti a loro e terninava in un poggio.
Una moltitudine incredibile di giovani era già lì, chi ridendo, chi
mangiando, chi cantando. E tanti continuavano ad arrivare da tutte le
parti..
Dove ti giravi vedevi volti
giovani, occhi giovani.....il futuro dell'umanità.
Gli Animali della Fattoria
erano allibiti e oltre a questo una strana emozione si stava
impadronendo di loro. Non riuscivano ancora a capire quello che
sarebbe successo, ma da tutti i preparativi che vedevano, microfoni,
luci, maxischermi, sapevano che quei ragazzi stavano aspettando
qualcuno. Ricordi ancestrali si presentavano ai loro cuori e alle
loro menti. Un altro luogo, un'altra moltitudine.....e una figura
vestita di bianco
E anche ora, dal loro posto
di osservazione, senza osare muoversi né fiatare, videro arrivare
sul poggio una figura vestita di bianco, accolta da un applauso
talmente fragoroso e talmente lungo che riempì l'aria circostante di
grande gioia.
Poi la figura vestita di
bianco parlò.
Pace fu la parola chiave di
quell'incontro e gli Animali della Fattoria si guardarono emozionati
e ancora non osavano parlare. Fortunatamente avevano fatto quel
viaggio inutilmente. Ma no, avevano capito che bisognava ancora avere
fiducia nell'uomo, fiducia in quei ragazzi che avevano nei loro occhi
voglia di Pace. Come avevano fatto a non accorgersene prima?
Andiamo ragazzi – disse
Moab – qui non c'è più bisogno di noi.
E mentre si incamminavano
sulla via del ritorno scortati da Lucilla, che volteggiava sopra di
loro , tra il frastuono delle voci dei giovani colsero un'altra voce
portata sulle ali del vento: Beati i miti!
Gran bella cosa ripartire
col cuore così leggero e una nuova parola da condividere: fiducia.
consegue.........sono diventata brva quando è quasi finito
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