lunedì 26 agosto 2013

C'era una volta********

Ieri ho passato tutto il pomeriggio a sistemare il garage e così facendo mi sono ritrovata tra le mani i ricordi della mia vita, quelle piccole cose che non valgono niente, ma contano tantissimo nel mio vissuto. Mi sono passati  tra le mani disegni, fotografie, pensierini dei miei bambini, piccoli oggetti fatti dalle loro mani o riportati dalle gite scolastiche, prime avventure dell'università e del servizio militare......... Sembra impossibile che queste piccole cose dalle quali non riesco a separarmi prendano tanto spazio.....ma è proprio così! Ma quanta dolcezza dentro il cuore. Il tempo è passato così  piacevolmente in questa attività, che non mi sono quasi resa conto che era già ora di cena e più che altro non mi sono resa conto che pioveva e che quindi la sfilata storica e la corsa delle botti che oggi segnava uno degli eventi annuali più importanti per il mio paese, sicuramente era stata rovinata e rimandata alla settimana successiva. Mi dispice per chi ha lavorato tanto.............
Quando sono andata ad apparecchiare la tavola, parlando con la mia mamma le ho detto di questo mio riandare indietro nel tempo mentre sistemavo il garage e lei con la saggezza dei suoi ormai tanti anni mi ha risposto:"Quanta roba inutile si tiene! perché non hai buttato via tutto?" l'ho guardata, pensando che scherzasse, ma no, diceva sul serio e dentro di me mi sono ritrovata in completo disaccordo con lei. Chissà, forse devo ancora crescere un altro pò e magari quando avrò la sua età, anch'io dirò ai miei figli che mi parleranno dei loro ricordi: "Ma perché non buttate via tutto?" ........ma non credo! Io sono come uno di quegli animali della mia fattoria........che ci posso fare?








Io non credo che un movimento così imponente sia una gita turistica. Quando si spostano masse così grandi di persone....di giovani poi, che hanno il sangue in ebollizione è sempre per qualcosa di importante! - disse Appi
Ragazzi statemi a sentire – intervenne Moab – abbiamo avuto modo di vedere, in tutto questo tempo, quanto il mondo sia in preda di sentimenti che definirei....non proprio buoni. Abbiamo lottato contro l'invidia, contro l'orgoglio, contro l'egoismo. Abbiamo visto quanta sete di potere alberghi nei cuori degli uomini.....e quindi prepariamoci al peggio.
Ma che cosa possiamo fare noi, se veramente il mondo si preparasse a quello che temiamo? Interloquì Gina -In fin dei conti siamo solo un gruppo di poveri animali.
Noi faremo la nostra parte – e Moab si alzò in tuta la sua maestosità – noi faremo la nostra parte come meglio potremo e in modo che nessuno possa dire in cuor suo: non ho fatto tutto quello che stava in me! -
E allora dicci che cosa dobbiamo fare. Noi ci fidiamo della tua perspicacia e verremo dove vuoi tu! - disse Ghertrud.
Bene!Sapevo di poter contare su di voi come sempre. Ascoltatemi! Non abbiamo mai lasciato tutti insieme la nostra montagna, ma è venuta l'ora di farlo. Laggiù forse ci sarà bisogno di ognuno di noi e ciascuno dovrà fare la sua parte per fare in modo che il bene trionfi sempre sulla malvagità. Quindi....partiremo tutti e sono sicuro che torneremo al nostro monte, alla nostra fattoria, alla nostra vita di sempre – terminò Moab con la voce un pò roca.
Una grande emozione si era impadronita di tutti gli animali riuniti in assemblea. Era un momento grave e tutti, anche quelli che non sono mai stati menzionati in questo libro, dal più piccolo al più grande, sapevano che sarebbero partiti...........ma sarebbero mai più tornati in quel posto meraviglioso che ognuno di loro desiderava non dover lasciare?
Però sapevano anche che dovevano andare, che poteva anche servire il loro sacrificio per il bene del mondo.
Quando partirono nessuno di loro disse una parola. Si incamminarono per il sentiero che portava a valle, cercando di apparire sereni, ma tutti avevano il magone.
Qualcuno una volta aveva scritto in un libro di cui non ricordavano il titolo: Addio Monti.......e quelle parole le sentivano veramente adatte a loro.. Comunque andavano, spinti da una forza più grande di loro, alla quale non sapevano dare un nome, ma che sentivano giusta.
La strada fu lunga, davvero lunga! Venivano scambiate poche parole, più che altro nei momenti in cui trovavano gruppetti di giovani lungo la strada, ai quali non osavano fare domande, forse per paura di avere le risposte. Soltanto una volta Camilla si era avvicinata a un cane che aveva un fazzolettone al collo e gli aveva domandato: ma dove andate? -
Andiamo a Roma – abbiamo appuntamento fra tre giorni.
Alla fin anche loro giunsero nella Città Eterna, bella tra le belle. Si respirava la Storia ad ogni passo che facevi e ogni monumento, ogni colonna, parlava di imperatori, di Re, di Dittatori, di conquiste, di potere. Non si poteva fare a meno di pensare che lì si erano giocate le sorti di tanti popoli, di tanti uomini dei quali non rimaneva più traccia se non nelle stupende vestigia, nelle strade imponenti, negli avveniristici acquedotti.
Quando girarono intorno al Colosseo, Moab si fermò un attimo e rivolto agli altri disse: mi vergogno solo a pensare a quello che è successo qui, dove tanti leoni si sono prestati al gioco crudele degli uomini. Speriamo che una cosa così non accada mai più.
Intanto stavano arrivando giovani da tutte le parti: chiassosi, sumorosi, allegri come solo la gioventù sa essere. Avevano chitarre e zaini sulle spalle, e per quanto potevano vedere e sapere loro, neanche l'ombra di un'arma. Uno di loro però si era messo a cantare: c'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones.......e insieme evocavano la guerra nel Vietnam. Guerra....sempre guerra!
Quella che all'inizio era cominciata come una passeggiata, via via che i gruppi si incontravano diventava quasi una marcia ed assumeva un tono di trionfo.
I nostri, che si tenevano un pò in disparte, ma comunque sempre pronti a intervenire, si accorsero con stuporeche si stavano lasciando Roma alle spalle. Il corteo cresceva sempre di più, diventava un fiume e si stava dirigendo in aperta campagna, in quella dolce, fragrante campagna romana favorita da un clima particolare, che a loro era molto più congeniale di quello della città.
Ad un certo punto, dopo una curva, uno spettacolo abbacinante si presentò ai loro occh. Un prato verde immenso, si stendeva davanti a loro e terninava in un poggio. Una moltitudine incredibile di giovani era già lì, chi ridendo, chi mangiando, chi cantando. E tanti continuavano ad arrivare da tutte le parti..
Dove ti giravi vedevi volti giovani, occhi giovani.....il futuro dell'umanità.
Gli Animali della Fattoria erano allibiti e oltre a questo una strana emozione si stava impadronendo di loro. Non riuscivano ancora a capire quello che sarebbe successo, ma da tutti i preparativi che vedevano, microfoni, luci, maxischermi, sapevano che quei ragazzi stavano aspettando qualcuno. Ricordi ancestrali si presentavano ai loro cuori e alle loro menti. Un altro luogo, un'altra moltitudine.....e una figura vestita di bianco
E anche ora, dal loro posto di osservazione, senza osare muoversi né fiatare, videro arrivare sul poggio una figura vestita di bianco, accolta da un applauso talmente fragoroso e talmente lungo che riempì l'aria circostante di grande gioia.
Poi la figura vestita di bianco parlò.
Pace fu la parola chiave di quell'incontro e gli Animali della Fattoria si guardarono emozionati e ancora non osavano parlare. Fortunatamente avevano fatto quel viaggio inutilmente. Ma no, avevano capito che bisognava ancora avere fiducia nell'uomo, fiducia in quei ragazzi che avevano nei loro occhi voglia di Pace. Come avevano fatto a non accorgersene prima?
Andiamo ragazzi – disse Moab – qui non c'è più bisogno di noi.
E mentre si incamminavano sulla via del ritorno scortati da Lucilla, che volteggiava sopra di loro , tra il frastuono delle voci dei giovani colsero un'altra voce portata sulle ali del vento: Beati i miti!
Gran bella cosa ripartire col cuore così leggero e una nuova parola da condividere: fiducia.
consegue.........sono diventata brva quando è quasi finito


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