mercoledì 12 giugno 2013

Il grande albero

Leggendo questa poesia di Rocco mi è venuto subito in mente un grande albero, che vedo ogni volta che passo sulla strada che porta alla Val d'Orcia. Io amo gli alberi, che sono sempre stati simboli nella mia vita, ma per quell'albero lì ho sempre provato una tenerezza particolare perché è un grande albero secco. 
E' secco è vero, ma continua a fare parte del contesto in cui ha vissuto i suoi giorni, a tal punto, che nessuno lo taglia. Mancherebbe qualcosa su quel poggio, del quale ha preso l'identico colore. E gli uccelli trovano ancora sosta e ristoro alla fatica, sui suoi rami. E così mi sono fatta l'opinione che il grande albero continua a dare e a dare e a dare ancora,  nonostante i suoi rami secchi, un pò come tanti filosofi che dall'antichità sono giunti sino a noi, conservando la freschezza delle loro idee, nonostante la morte. 
E la sera, quando mi capita di passare in prossimità del grande albero, in uno dei nostri incredibili tramonti, volto sempre lo sguardo sul poggio sul quale si delinea la sua lunga ombra e sono contenta di vederlo lì, di  sentire la pace della sua saggezza silenziosa e di quel tramonto e  con lo sguardo l'avvolgo idealmente in un abbraccio infinito.



Il grande albero


Signore
Lo sai
Sono sul monte
A te piacevano
Le colline, le montagne
Essere solo.
Lo sono anch’io.
Intorno a me
Solo una coltre di foglie
Gli alberi spogli
I loro rami toccano quasi terra
Assomigliano alla mia vita
Carica di anni
Di esperienze
E ora di fatica
Di dolore
Di dubbi
Sento che il peso
Mi sta spezzando.
Toccherò anch’io la terra
Mi adagerò ai piedi
Di quel grande albero
In quel bosco
Dai colori fantastici
Di un’eterna primavera


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