martedì 18 giugno 2013

Caro diario.....

Da quando ho cominciato a scrivere, ho sempre avuto un diario. I miei primi diari mi furono regalati dalla mia mamma ed erano quadernini frufrù, pieni di di disegni e di decorazioni , sui quali con la mia calligrafia ancora incerta scrivevo le mie prime impressioni sulla vita, del tipo "Oggi la mamma mi ha dato uno sculaccione, ma io non avevo fatto niente di male....o almeno non credo" e imparavo a capire che annotavo con più diligenza gli episodi negativi e dolorosi, piuttosto che quelli belli, che invece hanno costellato la mia infanzia....quelli mi limitavo a viverli con tutta me stessa. Purtroppo quei diari, tutti muniti della loro chiavetta non li ho più, ma la mania di tenere il diario mi è rimasta e per anni e anni ho scritto su grossi quadereni scolastici la mia vita che scorreva e se quando ho cominciato il primo avevo diciannove anni, l' annotazione  più recente che ho fatto nell'ultimo quaderno risale a pochi mesi fa...........dopo di che ho chiuso il quaderno e ho giurato che non ci avrei scritto mai più niente...e per esserne più sicura li ho incartati e infiocchettati e sigillati  e mi sono minacciata di terribili reprimende, se solo proverò a manomettere il sigillo.Non solo non voglio più  scriverci ma neanche leggere quello che ho scritto nell'arco di tanti anni, anche se è la storia molto semplice di una ragazza che poi diventa donna e poi mamma e poi.............Il problema è che una volta mi sono messa a rileggerli e ho visto quanto affetto e quanta fiducia c'era tra quelle righe, ma anche quanto dolore ..............e quando il dolore è diventato esponenzialmente molto di più di tutto il resto sommato insieme, ho capito che continuare a scriverci sarebbe stato come quello che gode a darsi le martellate sui piedi. E così i miei diari sono in un angolo buio di un armadio e siccome ogni tanto, a dispetto di me stessa, mi vengono in mente, medito di distruggerli, di fare un bel falò, di farli a striscioline e disperderli al vento, di mangiarmeli..........purché spariscano dalla mia vista e più che altro dalla mia vita. In effetti che ci vuole a distruggerli? Basta perderci un pò di tempo e zac....non esistono più.........ma così facendo è come se volessi distruggere ciò che ho vissuto e ancora non sono pronta a farlo, anche se so che un giorno lo farò. Ma ci vuole il giorno giusto, il giorno  che abbia le condizioni necessarie per  farmelo vivere solo come una cosa liberatoria e che non mi dia l'occasione di voltarmi indietro. Ancora quel giorno non è arrivato.
Dentro di me c'è sempre la voglia di scrivere comunque e di raccontarmi e fortunatamente per me questa cosa la posso fare con il blog, nel quale non c'è giorno che non pubblichi qualcosa, ma con i dovuti paletti che impone la discrezione, per cui alla fine riesco a scaricare  questa necessità con leggerezza, e con un pò di ironia, che fa bene alla salute e mi predispone al meglio a ogni nuovo giorno che comincio a vivere.

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