Il mio pensiero va a loro e lì si ferma....senza mai raggiungerli, come se ci fosse una barriera che mi impedisce di andare oltre. E' questo grande numero che fa impressione, perché per i casi singoli, esiste ancora la solidarietà, e forse mi illudo, ma spero che ogni persona che è vicina, che conosce, che magari è amica, si farebbe avanti per aiutare un'altra che è rimasta senza lavoro. Ma questo........è un esercito che ha perso una battaglia...speriamo non la guerra!
![](http://www.ilmessaggero.it/ArchivioNews/20120819_ilva_taranto_2.jpg)
Mentre scrivo penso e mi dico: "Ma cosa possiamo fare per loro?" E mi ritrovo impotente a guardare la tastiera, perché effettivamente cosa posso fare? Cosa possiamo fare? L'abbiamo visto bene in tutte le calamità naturali che ci sono state, che fine hanno fatto i nostri aiuti . Persi in vie che non hanno nome, forse di tutto ciò che è stato raccolto è arrivato un decimo? Non lo so. Fatto sta che non crediamo più in questo tipo di partecipazione, che va ad aiutare solo chi ne fa accaparramento improprio. Poi al solito mi viene in mente e in aiuto che abbiamo comunque un Governo ed è lui che ci deve pensare anche se ormai siamo abituati a vedere che pensare non vuol dire risolvere.......e mi ritrovo supinamete a delegare, quasi scrollandomi da dosso, un problema che non mi appartiene. E così, come già altre volte, mi sono data una risposta. E' questa la legge della sopravvivenza? Parrebbe proprio di sì! Ma la domanda stavolta non se ne vuole andare.... : "Cosa possiamo fare?" La solidarietà mentale e la simpatia, da sole non sfamano................................
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