martedì 27 novembre 2012

Domani

Sono entrata davvero nell'atmosfera di Natale....l'ho sentito chiaramente ierisera mentre tornavo a casa dopo la mia passeggiata notturna. Tutto era come sempre, la strada libera dal traffico, i cipressi che guardavano il cielo stellato..... ma  dentro di me era nata per incanto la dolce musica di 'O holy Night!" che mi ha accompagnato nel mio cammino.
Non ci posso fare niente. .......quando arriva....arriva!!







Favola di Natale


Lo puoi immaginare anche nella tua città. E’ uno dei tanti quartieri poveri di qualsiasi città del mondo.


Muri sporchi e devastati da murales senza arte, scurrìli, laidi. Sporcizia di tutti i tipi accanto ai cassonetti e ben oltre, che si riversa sulla strada dove gatti, cani e topi guardinghi, fanno festini furtivi degli avanzi delle mense. Casermoni scuri, dai vetri rotti e gli intonaci a pezzi, lampioni fulminati, sotto i quali continuano ad aggirarsi giovani ragazze dallo sguardo triste, che cercano di mascherare col trucco pesante del rimmel il ricordo di una gioventù diversa e ormai così lontana, anche se solo ieri erano bambine. Vetture posteggiate vicino ai marciapiedi e motorini, tanti motorini, fanno da corona a un’insegna che ha visto tempi migliori. Ogni tanto si ricorda di lampeggiare il suo nome che potrebbe essere qualunque nome: da zì Pippo, o Cafè Mistral, o Wine Room…… nessun nome può modificare lo squallore di ciò che si intravede là dentro, dietro la cortina di un denso fumo che avvolge gli avventori come un mantello. Scorre vino e birra là dentro, come se fosse acqua di ruscello, e non c’è distinzione di espressione tra il vecchio ubriacone che si scola l’ultimo quartino di vino e il giovane tossico che cerca di aiutare la dose che si è fatta, con un po’ di alcool economico. Non c’è più speranza in quegli sguardi, non c’è neanche rassegnazione. C’è solo una vuota indifferenza. Il mondo può andare anche all’inferno per loro.

E’ quello che pensa anche il giovane uomo vestito di scuro, mentre si aggira per quelle strade squallide. Ha lo sguardo pensieroso di chi si sta domandando tante cose e non trova risposte. Non è il suo ambiente quello e si vede bene dal suo aspetto curato, dai suoi vestiti eleganti e sobri, dal suo sguardo,che è lo sguardo di chi non ha bisogno dell’aiuto di nessuno, meno che meno di quei poveri diavoli che vede intorno a sé.
Lui viene dall’altra parte della città, di qualsiasi città, quella che potrebbe essere anche la nostra città e il suo mondo è così diverso, così colmo di benessere materiale, di desideri appagati, di voglie strane e devianti di chi non ha più nulla da chiedere se non di fare esperienze nuove che diano quella scarica di adrenalina che ormai manca da troppo tempo! Ha avuto tutto dalla vita anche il superfluo e il superfluo del superfluo, ma stranamente il suo sguardo non ha niente di diverso da quello di chi invece non ha più sogni nel cassetto.

Cammina lentamente per le strade viscide, in quella sera umida e nebbiosa; attraversa la piccola piazza al centro della quale un debole tentativo di fare di un albero rinsecchito, un albero di natale, è miseramente fallito e le luci spenzolano dai rami, un po’ accese, un po’ fulminate.
Passa davanti alla chiesa triste e desolata anche lei, come tutto lì intorno. A quell’ora è già chiusa. Prova a spingere il portone, inutilmente. Neanche la chiesa è accogliente in quel luogo. Eppure non dovrebbe essere aperta? Specialmente per chi ha bisogno di risposte? Guarda di sfuggita l’orologio. Sono le dieci e mezzo di sera ed è la notte di Natale e lui deve prendere una decisione, che non può più rimandare. Deve decidere della sua vita.

Forse farebbe meglio ad andare via, a tornarsene a casa, nella sua casa ben riscaldata dove un bellissimo abete fa bella mostra di sé, carico di mille palline colorate e di fantastiche lucine che lo rendono magico. Distrattamente ricorda di avere visto sotto le fronde del verde albero, molti pacchi colorati, in attesa di essere aperti durante il cenone, con decine di amici, che come lui, per l’occasione hanno riscoperto la tradizione del Natale e del presepio vivente, al quale si recheranno subito dopo cena per ritrovare un momento di emozione ormai dimenticata da troppo tempo. Cosa l’ha spinto a venire in un posto così, proprio la vigilia di Natale? Non sa rispondersi.

Non si è accorto che il tempo è passato, ma uno scalpiccio di passi lo fa improvvisamente trasalire e riappropriarsi della propria dimensione.
Alcuni giovani, ragazzi e ragazze, stanno venendo nella sua direzione e anche dal bar, decine di persone sono uscite e lentamente, qualcuna ridendo, qualcuna traballando un po’, si incamminano verso di lui.
Si volta rapidamente e rimane stupito. Non vengono verso di lui quegli sconosciuti, ma verso una luce che improvvisamente è apparsa alle sue spalle. La porta della piccola chiesa si è aperta ed è lì che vanno tutti, giovani e vecchi. Tutti lo guardano mentre lo oltrepassano, ma nessuno dice una parola. Entrano e improvvisamente la chiesina è piena e non ha più niente di triste e desolato.

Anche l’uomo entra, e rimane giù in fondo, cercando di abituare lo sguardo a quella luce ovattata, mentre la celebrazione ha inizio. Non c’è presepio in quella chiesa, o almeno lui non lo scorge, ma non ce n’ è bisogno, perché nel giro di pochi minuti l’atmosfera è cambiata e quei poveri diavoli non sono più tali, ma solo uomini in attesa di una speranza, ………come lui del resto.
Sono dette con semplicità estrema le parole che il vecchio sacerdote sembra fare uscire dal suo cuore: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”, ma improvvisamente quella chiesa è diventata la grotta della natività, e loro, lì dentro sono gli stessi pastori stupiti di duemila anni prima. Ed eccolo quel senso di caldo appagamento, così desiderato, così cercato, e mai trovato. E l’ha trovato lì, in quel quartiere dimenticato da Dio, in quel quartiere del quale lui ha sempre sentito parlare con spregio e del quale non si è mai minimamente curato. E la sua decisione è presa, netta, irrevocabile.

Il suo domani è cominciato da pochi minuti e già avverte dentro di sé una forza nuova, una voglia improvvisa di rimboccarsi le maniche per lavorare, per condividere con altri ciò che la vita e la fortuna gli hanno donato e che, solo ora lo comprende, servirà per dare un' opportunità agli altri e a se stesso…. “………e pace in terra agli uomini di buona volontà”. Sì! Risente le parole dell’anziano prete che si rivolgono agli uomini di buona volontà. Improvvisamente sorride perché ha appena capito che quel quartiere dimenticato da Dio, come lui l’ha definito, è proprio il posto dove Dio ha voluto che lui venisse a vivere il Natale, per capire che la vita di un uomo non deve essere vissuta solo per se stesso, ma anche per gli altri, perché abbia veramente il senso che fa chiudere il cerchio e la rende completa.

Domani! Domani si apre una nuova prospettiva. Ci sarà da lottare, si sentirà dire cose di tutti i colori, che non è un uomo d’affari, che è solo un sognatore, che la gente che aiuterà non gliene sarà grata, ma anzi! Domani! Tutto questo domani, anche se domani è già oggi!Ora no! Non in questa notte prodigiosa. Stanotte c’è soltanto la risposta alla domanda fatta tante volte in cuor suo: cosa devo fare per essere un uomo vero? Cosa devo fare per seguirti?


Narra un’antica leggenda che i re magi non erano tre, ma quattro. Tutti partirono per portare i loro doni al Re dei Re, ma uno di loro non arrivò mai, perché durante il suo viaggio si fermò per aiutare chi aveva bisogno di lui.

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