venerdì 30 novembre 2012

L’Angelo con le scarpe verdi

 
Nel cielo che si prepara al Natale, da qualche anno si è accesa una nuova, piccola, lucente stella.
A Senny, la piccola stella che brilla per noi che le abbiamo voluto bene,  è stato dedicato questo racconto. 


La vetrina luminosa della pasticceria, rimanda un’immagine annoiata. La mia.
Possibile – mi sono detta con stupore – neanche tutte queste leccornìe ti interessano più? Una volta avresti fatto i salti mortali per avere quelle stupende pastine,sì, proprio quelle che sono là su quel tavolo, appena preparate. Oggi guardi tutte queste cascate di cioccolatini, di dolciumi, colorati e profumati…e l’unica cosa che riesci a veder è il tuo brutto muso che ti guarda dalla vetrina?! Ma guarda te o qualcosa oltre te …o il nulla?”.
Ho alzato le spalle infastidita da me stessa. Possibile che neanche qui, oggi, in città, dove sono venuta apposta per riempirmi gli occhi degli addobbi del Natale e ritrovare quell’aria di magìa che mi manca tanto, da troppo tempo ormai, non possa fare a meno di trovare qualcosa da ridire di me stessa e di ciò che mi circonda? Oggi sono qui per ritornare bambina, per vivere ancora l’attesa di qualcosa di misterioso e di appagante. Sto cercando quel calore che una volta sentivo scorrermi dentro, quando vedevo un po’ di lucine colorate e udivo il suono delle zampogne, triste e scordato, ma così dolce, così dolce! Ho bisogno di provare ancora quelle sensazioni, già così sfumate nel ricordo; il ricordo del mio albero pieno di palline colorate, ciascuna con la sua storia e il suo vissuto, il ricordo dei miei pastorelli di terracotta un po’ sbocconcellati ma così pieni di poesia. Li ho tirati fuori dalla scatola ieri i miei pastori, dopo un sonno che è durato un anno, ma come mi sono sembrati tristi, lontani da me! Mi è bastato un attimo per capire che non loro, ma io ero lontana, lontana da tutto e da tutti e improvvisamente mi sono ricordata della gioia che provavo quando preparavo i miei presepi, sempre con le stesse statuine che allora avevano volti sorridenti e colori smaglianti.
Ed è per questo che oggi ho preso il treno e sono venuta in città, perché ho sentito un’acuta nostalgia di tutti i miei presepi e dei miei alberi passati e in un servizio che hanno fatto di recente al telegiornale sulle più belle strade addobbate in occasione del Natale, mi è sembrato di rivedere e di ritrovare quel calore che mi manca così tanto! Ed eccomi qua.
Mi sono lasciata alle spalle la vetrina tutta illuminata e ho continuato la mia solitaria passeggiata tra luci festanti e alberi scintillanti di luci. Sento che il mio passo perde la baldanza che aveva poco prima. Il mio esperimento non funziona. Non funziona neanche un po’!
Ma che credevi? Pensavi di venire qui tra tutto questo sfarzo e ritrovare per incanto la gioia? Possibile che non vuoi rassegnarti a capire che la gioia non esiste più? Per lo meno non per te. Finché continuerai ad aspettarti che la vita ti ripaghi del dolore che ti ha dato, cara bella, vedrai che di gioia ne proverai ben poca……..Non c’è controparte nella vita, non c’è tanto di questo e tanto di quello in parte uguali, non c’è la legge del compenso. La vita va avanti con una sua logica che non riesci a capire e ad accettare,con disegni che quando credi di aver compreso, ti sfuggono in un attimo, lasciandoti frastornata, ma non c’è niente da fare, se vuoi la felicità devi darti da fare….Sei te che la devi trovare dentro te stessa, e non nelle effimere cose che vai cercando, non nei castelli in aria di trionfi e di rivalse, non nella rabbia che hai accumulato nel corso degli anni, ma nella capanna della tua vita quotidiana…possibile che non vuoi capirlo?”.
Ma mi vuoi lasciare in pace? – ho detto a quell’altra me stessa che non vuole saperne di non infastidirmi – che vuoi da me, si può sapere? Io la gioia e quindi la felicità la cerco dove mi pare e piace, se ti va bene è così, se non ti va bene è così lo stesso….hai capitoo?” dico con enfasi, un po’ troppa davvero, almeno a giudicare dalla faccia perplessa di alcuni passanti e in quel momento realizzo che mi sono risposta ad alta voce.
Perdindirindina, non mi ero accorta di parlare ad alta voce. Ci mancava anche questa!
Ora sì che sono demoralizzata, mortificata, …..e triste come non mai.
Mi volto repentinamente verso la prima cosa che vedo, per nascondermi agli altri e il mio sguardo si posa su un angioletto che pende da un ramo del bell’abete che fa mostra di sé nella vetrina di un gioielliere. Cerco di darmi un contegno e mi metto ad osservare meglio il bell’oggettino che rappresenta un angelo di fattura squisita. I lunghi capelli neri gli scendono sulle spalle, lisci, setosi, brillanti e incorniciano un visetto grazioso, un po’ sbarazzino, un po’ dolce, dagli occhi lievemente obliqui e il sorriso affascinante. Intorno al suo collo è drappeggiata una veste bianca e lunga, che ogni tanto lascia passare qualche bagliore, ma la cosa più carina di tutte sono due scarpette verdi piene di strass (o saranno brillanti veri?) che si intravedono dal lungo orlo della veste e che danno al tutto un che di accattivante,di estremamente giovanile. E’ davvero un angelo particolare, mi dico affascinata mio malgrado, un angelo diverso da tutti gli angeli biondi e con gli occhi azzurri come in genere siamo abituati a vedere……..un angelo che mi ricorda qualcuno…ma chi?
Non ricordo. Un’immagine si presenta e scompare con la stessa velocità dalla mia mente e non riesco a catturarne i tratti, ma rimango lì, quasi mio malgrado, davanti a una vetrina piena di oro e d’argento che non mi interessa per nulla, solo per continuare a guardare quell’angelo che in qualche modo sento , sta per entrare nella mia vita.
Chi sei?” dico al mio muto interlocutore “mi ricordi qualcuno, ma non so chi sia, ma già questo fatto mi fa stare meglio!”.
Da qualche minuto una voce sta cantando una canzone dolce e lenta, accompagnandosi con una chitarra. Sento solo una voce gentile, modulata, di giovane donna, portata dal vento leggero e freddo che tira intorno a me, mi solleva i capelli, mi accarezza le guance, mi fa luccicare gli occhi e arrossare il naso. Bello il vento! E’ la tramontana e parla di inverno, parla di neve che arriverà a breve, parla di fuoco acceso nei caminetti, parla di casa, di tepore, di figli ora grandi, una volta piccoli con gli occhi pieni di scintille dorate di trepida attesa, parla di volti cari e sfumati nelle curve del tempo che scorre,…. parla….parla…parla…il vento! Quante cose vengono portate sulle ali del vento in una giornata come tutte le altre, passata in città alla ricerca del tempo perduto e della perduta felicità.
Eppure mi bastava così poco per essere contenta una volta…perché ora mi sembra tutto così grigio, così monotono, così scontato e poco vero? In tutte le cose vedo sempre e solo il lato peggiore, non ho più fiducia negli altri e tanto meno in me stessa. Possibile che l’uomo, crescendo in conoscenza, perda la gioia invece di trovarla?” dico piano piano questa volta al piccolo angelo che mi guarda dalla vetrina.
L’angioletto non risponde, ma la voce leggera che canta non molto lontano, sembra diventare più incisiva più forte e dolcissima e alla fine capisco chiaramente le parole,che ora mi arrivano facendomi correre un lungo brivido lungo la schiena. Ora so di chi è quella voce, ora so chi è quell’angelo e so che quello che sta cantando è un messaggio per me, una poesia della vita, perché la vita è poesia anche nei momenti in cui ci sentiamo tristi, una poesia che spinge a credere nelle favole, perché molte volte le favole si avverano e i principi e le principesse che le popolano non sono altro che persone vere che hanno creduto in lei e nelle sue regole.
Com’è….com’è…..com’è, che si credeva ancora nelle favole…Roma era tutta candida…”. La nevicata del ’56!! Una canzone stupenda, splendidamente interpretata da Mia Martini e ora da questa voce così diversa ma così ugualmente bella. L’ho riconosciuta subito e un immagine di me col mio babbo in un Natale sulla neve mi appare come un flash seguito immediatamente da un’altra immagine di me con i miei figli in un altro Natale sulla neve…e un’altra ancora con i volti di tanti ragazzi. Visi ridenti, guance rosse, occhi luccicanti……e improvvisamente mi trovo a sorridere e poi a ridere perché mi accorgo che il mio angelo col suo canto è arrivato alla parte più vera di me e che spesso la vita riesce a nascondere anche a me stessa: quella che crede ancora nelle favole e mi ha fatto capire che la vita la devo considerare come la favola più bella perché la scrivo io.
Guardo il piccolo angioletto e sento tanta riconoscenza verso di lui. Come vorrei portarlo con me! Ma un’occhiata alla vetrina mi fa subito desistere dalla cosa. Non è roba per le mie tasche. Alzo una volta di più le spalle, ma stavolta non per scrollarmi un peso, ma perché non importa avere quel piccolo oggetto, quando vicino a me ho l’angelo vero che mi ha fatto inequivocabilmente capire che segue me e tante altre persone alle quali ha voluto bene e continua a voler bene, nella lunga, meravigliosa avventura della vita.
Lo guardo con occhi emozionati, mentre mi appresto a riprendere il mio cammino.
Buon Natale anche a te piccolo caro amico!”




giovedì 29 novembre 2012

Ricordi


La vita è fatta di tanti momenti, alcuni dei quali fortunatamente bellissimi. E sono proprio quei momenti che hanno lasciato dentro di me una grande dolcezza, e tanta voglia di tenerezza da dare e da ricevere, che diventano l'antidoto per quelli più brutti che di tanto in tanto si riaffacciano alla memoria e cercano di offuscare anche il presente della vita. I momenti belli della mia vita, il più delle volte sono un lampo, ma sono anche diversi e molto più importanti di quei brevi lampi di felicità di cui ho scritto altre volte, perché quelli sono cose piacevoli  che raffiorano di tanto in tanto alla mente, e per un attimo mi danno gioia, ma non mi hanno fatto diventare ciò che sono oggi....... I momenti belli, invece, quelli di coinvolgimento emotivo, affettivo, psicologico, sono diventati e continuano a diventare la struttura portante del mio essere, del mio andare,  quelli che mi fanno accettare la vita anche nei giorni di sconforto o di fatica, quelli che poi si trasformano in quei ricordi,che a volte si ripresentano da soli, altre volte sono evocati da me per ritrovare un momento vissuto che mi ha riempito di gioia  quasi sempre fatto di piccole cose. 


RICORDI

Oggi il tempo
si è fermato dentro i miei occhi
e li ha colmati di cari ricordi.
Volti ridenti e sguardi sereni,
mani paffute e lievi carezze
son riaffiorate quasi per magia...
e giorni di sole e grida argentine.
Ed io giovane donna
il viso al vento che danza tra i capelli
allargo le braccia e li stringo a me.
Tramonti di fuoco e stella polare
e noi che guardiamo stupiti
incantati dalla vita....
le loro mani nelle mie,
caldo, scambievole conforto
per i giorni che si preparavano
gonfi di pioggia e di nuvole nere.

mercoledì 28 novembre 2012

Stamani

Stamani stanamente il mio primo pensiero non è stato per me, dove per me intendo tutto ciò che fa parte della mia vita affettiva..........non lo è stato perché non riesco a non pensare a quei 5000 operai dell'ILVA di Taranto che sono senza lavoro. Un intero paese, se pensiamo che dietro ciascuno di loro c'è comunque una famiglia. E pensando a loro mi vengono in mente anche tutte le altre persone che in questo anno disgraziato hanno perso la loro sicurezza materiale, anche se in maniera meno ridondante e quindi di minor impatto mediatico. Sono come ombre, che provengono da tutte le parti e lentamente si uniscono a questo gruppo e lo fanno diventare un piccolo mondo di diseredati. 
Il mio pensiero va a loro e lì si ferma....senza mai raggiungerli, come se ci fosse una barriera che mi impedisce di andare oltre. E' questo grande numero che fa impressione, perché per i casi singoli, esiste ancora la solidarietà, e forse mi illudo, ma spero che ogni persona che è vicina, che conosce, che magari è amica, si farebbe avanti per aiutare un'altra che è rimasta senza lavoro. Ma questo........è un esercito che ha perso una battaglia...speriamo non la guerra!
Penso a loro, soffro per loro, e poi continuo la mia vita, con le cose banali di tutti i giorni, che improvvisamente mi sono divenute care, perché già prendere un caffè, fare colazione, avere la 'testa' per sedermi davanti al computer e scrivere sul blog, sentire il tepore che i termosifoni cominciano a diffondere per la casa,  non sono così sicura che  in questo momento sia altrettanto scontato per molti di loro, che già da stamani si trovano a fare i conti  su che mangeranno. E sono costretta a sentirmi fortunata, perlomeno ancora fortunata, perché nessuno sa  come andrà a finire questa parte della storia d'Italia che non è più recessione, ma disastro.
Mentre scrivo penso e mi dico: "Ma cosa possiamo fare per loro?" E mi ritrovo impotente a guardare la tastiera, perché effettivamente cosa posso fare? Cosa possiamo fare? L'abbiamo visto bene in tutte le calamità naturali che ci sono state, che fine hanno fatto  i nostri aiuti . Persi in vie che non hanno nome, forse di tutto ciò che è stato raccolto è arrivato un decimo? Non lo so. Fatto sta che non crediamo più in questo tipo di partecipazione, che va ad aiutare solo chi ne fa accaparramento improprio. Poi al solito mi viene in mente e in aiuto che abbiamo comunque un Governo ed è lui che ci deve pensare  anche se ormai siamo abituati a vedere che pensare non vuol dire risolvere.......e mi ritrovo supinamete a delegare, quasi scrollandomi da dosso, un problema che non mi appartiene.  E così, come già altre volte,  mi sono data una risposta. E' questa la legge della sopravvivenza? Parrebbe proprio di sì! Ma la domanda stavolta non se ne vuole andare.... : "Cosa possiamo fare?" La solidarietà mentale e la simpatia, da sole non sfamano................................

martedì 27 novembre 2012

Domani

Sono entrata davvero nell'atmosfera di Natale....l'ho sentito chiaramente ierisera mentre tornavo a casa dopo la mia passeggiata notturna. Tutto era come sempre, la strada libera dal traffico, i cipressi che guardavano il cielo stellato..... ma  dentro di me era nata per incanto la dolce musica di 'O holy Night!" che mi ha accompagnato nel mio cammino.
Non ci posso fare niente. .......quando arriva....arriva!!







Favola di Natale


Lo puoi immaginare anche nella tua città. E’ uno dei tanti quartieri poveri di qualsiasi città del mondo.


Muri sporchi e devastati da murales senza arte, scurrìli, laidi. Sporcizia di tutti i tipi accanto ai cassonetti e ben oltre, che si riversa sulla strada dove gatti, cani e topi guardinghi, fanno festini furtivi degli avanzi delle mense. Casermoni scuri, dai vetri rotti e gli intonaci a pezzi, lampioni fulminati, sotto i quali continuano ad aggirarsi giovani ragazze dallo sguardo triste, che cercano di mascherare col trucco pesante del rimmel il ricordo di una gioventù diversa e ormai così lontana, anche se solo ieri erano bambine. Vetture posteggiate vicino ai marciapiedi e motorini, tanti motorini, fanno da corona a un’insegna che ha visto tempi migliori. Ogni tanto si ricorda di lampeggiare il suo nome che potrebbe essere qualunque nome: da zì Pippo, o Cafè Mistral, o Wine Room…… nessun nome può modificare lo squallore di ciò che si intravede là dentro, dietro la cortina di un denso fumo che avvolge gli avventori come un mantello. Scorre vino e birra là dentro, come se fosse acqua di ruscello, e non c’è distinzione di espressione tra il vecchio ubriacone che si scola l’ultimo quartino di vino e il giovane tossico che cerca di aiutare la dose che si è fatta, con un po’ di alcool economico. Non c’è più speranza in quegli sguardi, non c’è neanche rassegnazione. C’è solo una vuota indifferenza. Il mondo può andare anche all’inferno per loro.

E’ quello che pensa anche il giovane uomo vestito di scuro, mentre si aggira per quelle strade squallide. Ha lo sguardo pensieroso di chi si sta domandando tante cose e non trova risposte. Non è il suo ambiente quello e si vede bene dal suo aspetto curato, dai suoi vestiti eleganti e sobri, dal suo sguardo,che è lo sguardo di chi non ha bisogno dell’aiuto di nessuno, meno che meno di quei poveri diavoli che vede intorno a sé.
Lui viene dall’altra parte della città, di qualsiasi città, quella che potrebbe essere anche la nostra città e il suo mondo è così diverso, così colmo di benessere materiale, di desideri appagati, di voglie strane e devianti di chi non ha più nulla da chiedere se non di fare esperienze nuove che diano quella scarica di adrenalina che ormai manca da troppo tempo! Ha avuto tutto dalla vita anche il superfluo e il superfluo del superfluo, ma stranamente il suo sguardo non ha niente di diverso da quello di chi invece non ha più sogni nel cassetto.

Cammina lentamente per le strade viscide, in quella sera umida e nebbiosa; attraversa la piccola piazza al centro della quale un debole tentativo di fare di un albero rinsecchito, un albero di natale, è miseramente fallito e le luci spenzolano dai rami, un po’ accese, un po’ fulminate.
Passa davanti alla chiesa triste e desolata anche lei, come tutto lì intorno. A quell’ora è già chiusa. Prova a spingere il portone, inutilmente. Neanche la chiesa è accogliente in quel luogo. Eppure non dovrebbe essere aperta? Specialmente per chi ha bisogno di risposte? Guarda di sfuggita l’orologio. Sono le dieci e mezzo di sera ed è la notte di Natale e lui deve prendere una decisione, che non può più rimandare. Deve decidere della sua vita.

Forse farebbe meglio ad andare via, a tornarsene a casa, nella sua casa ben riscaldata dove un bellissimo abete fa bella mostra di sé, carico di mille palline colorate e di fantastiche lucine che lo rendono magico. Distrattamente ricorda di avere visto sotto le fronde del verde albero, molti pacchi colorati, in attesa di essere aperti durante il cenone, con decine di amici, che come lui, per l’occasione hanno riscoperto la tradizione del Natale e del presepio vivente, al quale si recheranno subito dopo cena per ritrovare un momento di emozione ormai dimenticata da troppo tempo. Cosa l’ha spinto a venire in un posto così, proprio la vigilia di Natale? Non sa rispondersi.

Non si è accorto che il tempo è passato, ma uno scalpiccio di passi lo fa improvvisamente trasalire e riappropriarsi della propria dimensione.
Alcuni giovani, ragazzi e ragazze, stanno venendo nella sua direzione e anche dal bar, decine di persone sono uscite e lentamente, qualcuna ridendo, qualcuna traballando un po’, si incamminano verso di lui.
Si volta rapidamente e rimane stupito. Non vengono verso di lui quegli sconosciuti, ma verso una luce che improvvisamente è apparsa alle sue spalle. La porta della piccola chiesa si è aperta ed è lì che vanno tutti, giovani e vecchi. Tutti lo guardano mentre lo oltrepassano, ma nessuno dice una parola. Entrano e improvvisamente la chiesina è piena e non ha più niente di triste e desolato.

Anche l’uomo entra, e rimane giù in fondo, cercando di abituare lo sguardo a quella luce ovattata, mentre la celebrazione ha inizio. Non c’è presepio in quella chiesa, o almeno lui non lo scorge, ma non ce n’ è bisogno, perché nel giro di pochi minuti l’atmosfera è cambiata e quei poveri diavoli non sono più tali, ma solo uomini in attesa di una speranza, ………come lui del resto.
Sono dette con semplicità estrema le parole che il vecchio sacerdote sembra fare uscire dal suo cuore: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”, ma improvvisamente quella chiesa è diventata la grotta della natività, e loro, lì dentro sono gli stessi pastori stupiti di duemila anni prima. Ed eccolo quel senso di caldo appagamento, così desiderato, così cercato, e mai trovato. E l’ha trovato lì, in quel quartiere dimenticato da Dio, in quel quartiere del quale lui ha sempre sentito parlare con spregio e del quale non si è mai minimamente curato. E la sua decisione è presa, netta, irrevocabile.

Il suo domani è cominciato da pochi minuti e già avverte dentro di sé una forza nuova, una voglia improvvisa di rimboccarsi le maniche per lavorare, per condividere con altri ciò che la vita e la fortuna gli hanno donato e che, solo ora lo comprende, servirà per dare un' opportunità agli altri e a se stesso…. “………e pace in terra agli uomini di buona volontà”. Sì! Risente le parole dell’anziano prete che si rivolgono agli uomini di buona volontà. Improvvisamente sorride perché ha appena capito che quel quartiere dimenticato da Dio, come lui l’ha definito, è proprio il posto dove Dio ha voluto che lui venisse a vivere il Natale, per capire che la vita di un uomo non deve essere vissuta solo per se stesso, ma anche per gli altri, perché abbia veramente il senso che fa chiudere il cerchio e la rende completa.

Domani! Domani si apre una nuova prospettiva. Ci sarà da lottare, si sentirà dire cose di tutti i colori, che non è un uomo d’affari, che è solo un sognatore, che la gente che aiuterà non gliene sarà grata, ma anzi! Domani! Tutto questo domani, anche se domani è già oggi!Ora no! Non in questa notte prodigiosa. Stanotte c’è soltanto la risposta alla domanda fatta tante volte in cuor suo: cosa devo fare per essere un uomo vero? Cosa devo fare per seguirti?


Narra un’antica leggenda che i re magi non erano tre, ma quattro. Tutti partirono per portare i loro doni al Re dei Re, ma uno di loro non arrivò mai, perché durante il suo viaggio si fermò per aiutare chi aveva bisogno di lui.

lunedì 26 novembre 2012

Occhi di gatto

Ebbene sì! In certi momenti della mia vita vorrei essere Ugo il mio bel gatto rosso. Per come lo vedo io non ha un problema al mondo quando è qui in casa con noi. Ha molta fantasia proprio come me, perché sceglie i posti in cui andare a fare le sue lunghissime dormite, e diserta quasi sempre la sua cuccetta. Ha una vera passione per le scatole e quando ne vede una ci si infila dentro, tant'è che ora che comincia il periodo natalizio gli lasciamo sempre a portata di zampe la scatola del panettone, nella quale riesce a entrare anche se è notevolmente ingrossato. Ogni tanto cerca le coccole, ma quando decide che bastano non guarda in faccia nessuno e se ne va per i fatti suoi. Spesso ha bisogno di isolarsi e allora sale in cima a un armadio in salotto e da lì guarda con i suoi occhi indecifrabili noi poveri esseri umani che ci affanniamo nelle nostre paturnie giornaliere. Sono convinta che quando è lassù senta l'onnipotenza del dittatore che guarda il suo popolo, o meglio le sue bestie da soma.........Come faccio a dirlo? Ma dal suo atteggiamento, che diventa imponente, distante, ....oserei dire quasi irridente!
Qualcuno a questo punto potrebbe dirmi: "E tu vorresti somigliare a un essere simile? Che passa la sua vita a bere e mangiare sulle spalle degli altri, verso i quali non solo non ha riconoscenza, ma che butta via quando non gli servono?"
Ebbene sì! Qualche volta sì mi piacerebbe! Mi piacerebbe che anche in me venisse fuori un pò di quel sano egoismo che dice di pensare un pò anche a se stessi, di volersi bene, almeno un pò di bene, invece di far venire gli altri sempre al primo posto. E non mi riesce. Mi piacerebbe non preoccuparmi per il futuro, contentandomi di vivere il presente della mia vita, proprio come fanno gli animali per i quali lo scorrere del tempo non esiste, perché il tempo nasce con la nostra capacità di pensare e di complicarci la vita. E non mi riesce. Mi piacerebbe fare quelle lunghe dormite rigeneranti e svegliarmi con un grosso sbadiglio e lunghi stiracchiamenti rilassanti. Ma non mi riesce. Ma più di tutto mi piacerebbe avere lo sguardo impenetrabile di un gatto, quello sguardo che non fa mai capire a chi ti sta difronte quali pensieri possono essere dietro quei cristalli......uno sguardo che mi permetterebbe di mandare giornalmente al diavolo quelle due o tre persone che proprio mi stanno sullo stomaco...........così con quello sguardo fisso proprio del gatto che magari a chi ti sta difronte in quel momento  fa dire :"Ma guarda che idiota!".........ma lui non sa che......" passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo buongustaio -George Courteline".
Ancora non mi riesce. Ma sono sulla buona strada.

domenica 25 novembre 2012

Continuiamo a camminare

Che mi piace leggere ormai penso lo sappiano anche i sassi. Nella mia vita ho letto di tutto, ma sicuramente l'archeologia è uno degli argomenti che mi ha appassionato di più e dell'archeologia ho privilegiato le civiltà dell'Egitto, dei Maia, degli Atzechi, degli Incas, con un pò di passione in più per l'Egitto. Ho letto anche molta archeologia che parla di teorie extraterrestri, o comunque di civiltà, (anche quella dei popoli Egizi e Maia) che avevano conoscenze ben superiori a quelle che abbiamo attribuito loro fino a oggi. Ed è stato bello per me vedere che alcune cose che prima venivano ritenute assurde, oggi vengono accettate come cose sicure, anche se ancora non codificate nell'archeologia tradizionale, come per esempoi l'esistenza di Atlantide. Queste letture sono state e sono tuttora uno stimolo fortissimo per la mia fantasia, che dopo l'approccio con questi argomenti, vola in maniera incredibile e mi fa fare congetture, ipotesi stravaganti, nessuna delle quali per me è assurda, e se ne fossi capace, credo che ci potrei fare anche un libro di fantascienza. Anche le previsioni catastrofiche del calendario Maya, che secondo alcuni parla della fine del mondo, sono state letture esaltanti che mi hanno fatto sognare e più che altro pensare al modo di poter sopravvivere.........tanto è forte in me l'amore per la vita e tanto è il mio coinvolgimento nelle cose che leggo....in tutte! Quando lessi di Carter che scopre la tomba di Tuthankamon, non c'era solo Carter in quel luogo, ma c'ero anch'io, sudata come lui, eccitata come lui, .........e così in ogni libro che leggo, ne divento la protagonista, come mi successe leggendo 'Il cimitero degli animali' di King.........quando alla fine del libro, per me paurosissimo, sentìì tangibilmente mettermi una mano sulla spalla dalla protagonista, che guarda caso era morta.......e lì capii che forse era il caso di dedicarmi ad altre letture. Cosa che ho fatto! E siccome una volta tanto, ho riconosciuto i miei limiti, cioè il non riuscire a rimanere distaccata da ciò che leggo, ho pensato che se mi fossi dedicata alla lettura della matematica e della fisica, materie nelle quali non sono mai stata una cima, le avrei sicuramente guardate con il distacco che meritavano, almeno nei miei ricordi di studentessa.
Ho comprato prima testi abbastanza semplici, ma non ha funzionato, perché tra quelli ho avuto la fortuna di imbattermi nel libro "A Beautiful Mind" che racconta la storia e la vita di John Nash, che per me è diventato nuovamente un pilastro delle mie letture, per cui da allora in poi mi sono avventurata in testi sempre più difficili e avvincenti, nella lettura dei quali la considerazione di me stessa è cresciuta notevolmente perché.......li capisco! Li capisco davvero, anche se non saprei spiegarli a un improbabile interlocutore....ma dentro di me ci sono, ci sono e ho scoperto che niente come i numeri esalta la mia fantasia, che a questo punto non solo vola, ma fa strane acrobazie, perché con i numeri, questi freddi numeri, niente è impossibile e tutto è infinito.  In questo momento sto leggendo  "Godel, Escher, Bach: un'eterna ghirlanda brillante" che dimostra come matematica, arte e musica siano 'piselli nello stesso baccello' come dicevano Stanlio e Ollio......e "Il cucchiaino scomparso" nel quale la rigida Tavola di Mendel si umanizza con i sentimenti degli scopritori dei vari elementi. Due libri tosti, che devo assimilare con calma, ma che non hanno minimamente ridotto la mia capacità di sognare.....anzi! Per riuscire a capirli ho proprio dovuto usare l'immaginazione e proiettare davanti a me l'immagine di ciò che leggevo....un pò come faceva Tom Hanks nel film "Il Codice da Vinci"..............................
A questo punto mi sono detta: "Andiamoci a rileggere il Vangelo!" e così ho fatto, ma non ha funzionato,.......o meglio ha funzionato anche troppo! E infatti ogni sera me ne vado 'a spasso con Gesù'  per le strade della Galilea, o lungo i bordi del lago.......io e lui da soli.....e quanto parliamo! Io gli racconto tutto, ma proprio tutto, anche questa mia passione per gli extraterrestri, sapendo che in questo caso se non mi capisce lui...chi altri? e poi lui mi risponde e non sempre mi trova d'accordo su quello che mi dice, almeno non subito, prima ho quasi sempre bisogno che mi chiarisca alcune cosette e quando alla fine si arrabbia con me, e gli capita spesso, allora l'unica arma in mano che ho verso di lui è quella di dirgli:" Beh! tu parti avvantaggiato! Sei il figlio di Dio.......io sono solo figlia di mio padre che, figurati, era un maresciallo dei carabinieri!" E allora lui mi sorride e continuiamo a camminare.........qualche volta anche sulle acque!

sabato 24 novembre 2012

La strada


Ieri sono andata a fare due passi in una strada di campagna, che inizia proprio dietro l'angolo di casa mia. Quante cose ci sono da vedere in una strada di campagna! Quante cose ci sono da vedere in tutte le strade...........se abbiamo occhi per vederle. Quante cose è la strada! E' vita, è percorso, è sentimento, è speranza. La strada è sudore, fatica, ma quel senso di nuovo che ci accompagna mentre si cammina e si lascia indietro il passato per andare incontro a ciò che troveremo un pò più in là, dietro una curva, sopra un poggio, alla fine di una lunga discesa, ......vale tutto il sudore e la fatica...........e alla fine ti lascia dentro una poesia come questa di Rocco.
 




IN UN TARDO POMERIGGIO DI PRIMAVERA

Signore,
passando per una vecchia strada,
ho colto la tua presenza
nel giallo vivo di giovani piante ondeggianti al vento.
Ho sentito il leggero chiacchierio di voci
che rincorrevano ricordi e stagioni vissute,
ho gustato l’acre sapore di polvere
sollevata al passaggio di giovani che andavano...
la strada...
Quante strade ho vissuto nella mia vita,
quante mani lungo il cammino
tese in un impercettibile gesto d’attesa,
quanti occhi velati da nubi che chiedevano sole,
e tanti su cammini diversi...
Signore,
ho preso le mie mani
e ho stretto quelle della gente del Sud.
Signore,
ho preso i miei piedi
e ho accompagnato la gente dell’Est.
Signore,
ho preso i miei occhi
e hanno seguito la gente dell’Ovest.
Signore,
ho preso il mio corpo
e ha percorso le strade con la gente del Nord.
Signore,
mi è rimasto il cuore
quello ha seguito Te nei sentieri della Stella Polare
e lì, meraviglia, ho ritrovato tutta la gente,
lì ho ritrovato il biondeggiare di prati gialli
in un tardo pomeriggio di primavera


Ieri! ....Non era un tardo pomeriggio di primavera, ma la strada era sempre lì, libro aperto sul quale si scrivono camminando, le esperienze della nostra vita.

venerdì 23 novembre 2012

La filosofia del rubinetto

"Sono  giunta alla stupefacente conclusione che IO sono il Tempo e che quindi quando perdo tempo non faccio altro che perdere me stessa"
(da piccoli pensieri di Kind Butterfly) 


Ahahahaha!!! Ho avuto questo flash, ieri sera, mentre mi lavavo i denti prima di andare a dormire.
Neanche Martin Heidegger con il suo aforisma "Invece di chiederci che cos'è il tempo,forse faremmo meglio a domandarci chi è il tempo!" ......o giù di lì, aveva acceso la lampadina.
Dunque! Ieri sera mi spazzolavo i denti, pensando ai fatti miei, mentre l'acqua scorreva indisturbata dal rubinetto (fortunatamente non tanta, perché sono abbastanza parsimoniosa).
A un certo punto il mio sguardo è stato catturato da quel pisciolino e mi sono detta:
"Ma tutta quest'acqua che se ne va, mentre sto facendo altre cose, la sto proprio buttando via inutilmente!!.................."

L'associazione è stata immediata. L'acqua era la mia vita che continuava a scorrere mentre io ero persa dietro le mie paturnie.......l'acqua era il tempo allo stesso modo in cui lo era la mia vita. Ho chiuso immediatamente il rubinetto.

rubinetto filosofo
L'aforisma che ho appena scritto non avrà sicuramente importanza filosofica, ma pratica senz'altro. Da qui in avanti, va da sé che quando mi lavo i denti, il rubinetto sarà chiuso, fino al momento di risciaquarli.  

giovedì 22 novembre 2012

Oggi

Oggi mi sento proprio come questa poesia!!
Anzi! Molto di più! Sono questa poesia.....la mia poesia!


Novembre


Amo le tue dolci malinconie
e i tuoi profumi
di terra bagnata e di muschio.
Amo la pioggia lenta
e il vento che stacca le foglie
degli alberi e li aiuta a dormire.
Amo l'odore del fumo
che acre si leva sui tetti
ormai vuoti di rondini.
Amo le pallide nebbie
tra le quali mesto si spande
il rintocco della campana
che saluta coloro
passati alla vita vera.
Amo tutto di te
Novembre brumoso
che dopo il sole dell'estate
e il caldo colore dell'autunno
mi avvolgi di grigio
e mi chiami a pensare.

mercoledì 21 novembre 2012

Il "Mionatale"

Non molti mesi fa, sulla scia del film "Alice nel paese delle meraviglie", anch'io ho inventato il "Noncompleanno".
Ricordate la canzoncina "Un buon noncompleanno? A chi? A te?" Ecco! più o meno in quella maniera. Lo sperimentai con i miei figli e fu molto gradito. Mi ero stancata della solita formula "Tanti auguri per il tuo compleanno", perché era diventata una cosa ovvia, scontata e anche un pò annoiata. Invece li colsi di sorpresa, tutti e tre insieme....e chi è che non vorrebbe avere una bella sorpresa una volta ogni tanto,quando ti prepari a vivere una giornata come tutte le altre e invece ti ritrovi improvvisamente una torta e un regalo? Poi l'ho testato anche su alcuni amici e la cosa ha funzionato a meraviglia, non solo su di loro, ma anche su di me, perché mi sono divertita.
Forte di qusta esperienza, qualche giorno fa ho fatto un  altro esperimento e ho inventato il "Mionatale". Le cavie sono state sempre i miei figlioli e il risultato è stato ugualmente buono. Stavolta però non ho copiato nessuno ed è stata tutta farina del mio sacco.
Perché il "Mionatale"? Beh! Più o meno per i soliti motivi del "Noncompleanno" e l'ho spiegato chiaramente anche ai diretti interessati.
Per me Natale è un momento particolare che va vissuto in un'atmosfera particolare, che non deve essere necessariamente bella e festosa, ma deve arrivare a lasciarti quel qualcosa, che poi ti fa dire "Ecco!In questo momento so che cosa vuol dire Natale!". Io, nei tempi passati, sentivo sempre questa vocina, magari anche solo per un attimo in tutto il periodo natalizio, ma la sentivo  e questo sentire mi riempiva di una dolcezza infinita, poi i casi della vita, il consumismo, la farsa che è diventata oggi questo giorno, mi hanno tolto quella beata aspettativa che era propria dei bambini, dico era, peché oggi neanche loro ce l'hanno più, e che invece a me aveva accompagnato anche in età adulta.
Io la voglio ritrovare e voglio vivere il Natale di quest'anno, tra le piccole cose, nel silenzio dell'attesa, e più che altro lontana dalla corsa frenretica dell'acquisto di regali, regalini, regaloni. E zac! Il "Mionatale" è nato così, su due piedi, seguendo al solito un istinto e quindi avrà bisogno di essere perfezionato! Prima o poi dovrò fare anche una canzoncina celebrativa, ma insomma per stavolta mi sono contentata La parte consumistica è già stata fatta, così non ci penso più e mi posso preparare a vivere il Natale con uno spirito, spero diverso e spero insieme ai miei cari, ai quali ho spiegato tutto, e che si sono dichhiarato d'accordo con me, anche perché non potevano farne a meno, visto che sono anni e anni che mi dicono che il Natale non dice più niente e che è diventato un giorno come un altro. Ora sarà sicuramente diverso! Che Natale sarà? Mah! Senz'altro è tutta una sorpresa e le sorprese , specialmente quelle belle si accettano tutti volentieri.

martedì 20 novembre 2012

Ma poi arriva Natale





Se vado a ritroso nel tempo, mi accorgo che la donna di oggi e la bambina di ieri sono ancora la stessa persona, curiosa e piena di fantasia. Lo vedo più che altro nell’espressione degli occhi, che spero sia anche quella dell’anima, visto che lo sguardo ne è lo specchio.
Inutile negarlo, non posso fare a meno di interrogarmi e di pormi mille quesiti. Sono una caparbia sostenitrice di quella massima che dice “La meraviglia dell’ignoranza è figlia e madre del saper”. Ogni giorno mi porta ancora qualcosa capace di farmi stupire e quindi di innescare quel meccanismo di ricerca interiore, che spero mi accompagni per tutta la vita. Quindi anche tante domande su Dio, sull'esistenza di Dio, sulla negazione di Dio. Ma chi è veramente Dio e dov’è? Oggi si scrive tanta letteratura su questi argomenti, letteratura buona e più spesso letteratura nociva, capace di insinuare dubbi, senza dare risposte,capace di porre interrogativi nuovi e quindi di alienare certezze vecchie che erroneamente pensavamo consolidate. Ho letto di tutto e tanto, ho letto a tal punto da averne gli occhi stanchi e lo spirito più stanco ancora. Tanta è la mia curiosità e la mia voglia di sapere! Ho letto e a volte mi sono sentita anche turbata da affermazioni che non avevo mai preso in considerazione, nonostante la mia età e la mia esperienza di vita. Fiumi di inchiostro sono scorsi per parlare di Dio, e fiumi di inchiostro scorreranno nei secoli a venire e a questi fiumi andranno ad attingere le persone che come me non si contentano di ciò che sanno, ma vogliono andare oltre. Molte volte queste letture mi hanno fatto entrare in crisi, specialmente quando la mia fede è ballerina, altre, mi arrichiscono e mi fanno provare un bisogno maggiore della presenza di Dio nella mia vita. E’ pur sempre però una presenza tenuta sotto controllo, magari rinvigorita dalle letture , dalle quali via via estrapolo pensieri forti, per avere forti conferme, che questo Dio che continuiamo sempre a cercare è proprio qui con noi. E mi rendo conto che i miei convincimenti galvanizzati più o meno dai vari momenti della vita , derivano da un ragionamento che girando nei meandri del cervello, ha cercato di trovare conferma nella propria esigenza immanente. E purtroppo mi rendo anche conto che il cuore ha ha ben poca parte in tutta la mia ricerca e ciò mi rattrista non poco.
Ma poi arriva Natale e..............................................................................



............................................e Giuly ritorna davvero bambina e tutto ciò che ha letto, svanisce come nebbia al sole.
I contrasti della Filosofia e della Teologia vanno a farsi benedire, perché il lei torna prepotente il ricordo delle sue esperienze di bambina, della celebrazione di un prodigio che ha vissuto per tanti anni come se fosse la favola bella della sua vita, e come ogni anno, da oggi in poi tutto le parlerà di Natale, quando andrà a fare una passeggiata, quando sarà nell'intimità della sua stanza, quando guarderà il cielo e sentirà il freddo, quando guarderà le vetrine che cominciano ad addobbarsi e le strade che vestono a festa. Perché questo è il suo retaggio. Non ricorda più perché proprio dal 20 di novembre per lei comincia l'aria del Natale, ma sa che è così e che non c'è bisogno che nessuno glielo ricordi, allo stesso modo in cui sa che l'albero di Natale e il presepio li preparerà il 13 di dicembre, e l'albero non sarà un albero comune, ma qualcosa che attraverserà la sua strada al momento opportuno e che lei farà suo e resterà nei suoi ricordi come qualcosa di unico.............Un lungo momento speciale che lei si è costruita nell'arco della sua vita per cercare quel calore e quelle piccole gioie che qualche volta nascono anche dal fare di un ramo secco o di una scopa,di quelle che usano gli spazzini, trovata abbandonata nel bordo della strada, uno splendido albero che con le sue lucine accoglie l'arrivo di un bambino al quale affiderà come sempre tutte le sue speranze.
E Giuly si ritroverà a scrivere poesie e racconti che in qualche modo parleranno dei suoi stati d'animo e che, una volta ritornata la persona sempre con mille dubbi e poche certezze, rileggerà stupita dicendosi:"Ma li ho scritti proprio io?"


E avendo voglia di condividerli con altre persone, li scriverà su questo blog.


lunedì 19 novembre 2012

Ridere

?

Oggi che sarà?

!
Meglio pensare a domani......perché domani è un altro giorno!



"Mentre vivi il presente, volgi la tua mente sempre al futuro, perché solo il futuro è la sede dei tuoi desideri".
(da piccoli pensieri di Kind Butterfly)



Oggi piove, è tutto grigio e pare che il mondo sia andato in letargo. Ma se penso a domani lo posso immaginare come voglio: pieno di sole, di vento leggero, con una temperatura ideale che spinga tutti a uscire dalle tane, a ritrovarsi  per progettare il dopo domani.
mi scompiscio dalle risate
E già che ci sono voglio che sia anche un bel progetto, fatto con entusiasmo e non con la statica apatia del giorno presente, voglio che parli di nuove possibilità, di nuove idee, di nuova gente e non dei tristi figuri che ancora oggi sono qui. E andando oltre esigo che parli di onestà, di lavoro comune per il bene di tutti e non per il tornaconto personale del giorno presente. E su tutto voglio, sempre voglio e fortissimamente vorrò, che sia ricco di allegria, perché non siamo fatti per vivere tristi, ma per sorridere e ridere,  anche perché è una questione di risparmio energetico personale. Per ridere si mette in moto un numero di muscoli molto inferiore che per piangere e siccome nel giorno presente dobbiamo risparmiare, per pagare ciò che altri ci hanno rubato, sarà bene cominciare a prepararci a ridere già da domani. E se qualcuno trova anche un buon motivo di ridere già da oggi, a parte il classico e scontato "sei vivo, sei qui, sei il padrone della terra, ecc.....". me lo dica per piacere, non aspetto altro che di cominciare!!! 




domenica 18 novembre 2012

Il Missile

Ieri sera sono andata a trovare due persone stupende.
Sono marito e moglie, ed entrambi sono stati insegnanti nelle scuole superiori, quindi abituati a stare con i giovani, nel periodo della loro formazione. Sarebbero persone belle non fosse altro che per questo, perché mentre plasmavano i ragazzi si sono lasciati avvolgere dalla loro gioventù, dalle idee sempre nuove, dai loro sogni, molte volte manifestati, altre volte scoperti dalla loro sensibilità; e questo li ha mantenuti freschi, genuini, ironici con la vita e col tempo che passa. Ma unito a questo pregio ce n'è un altro ancora più bello, perché entrambi scrivono. Lei è scrittrice e fine poetessa, lui scrittore ironico, sagace, pungente. E per me che li ascolto parlare, sono un pozzo di cultura, dal quale attingere sempre. Infatti ogni volta che li saluto per tornare a casa, porto  con me qualcosa di nuovo, che diventa motivo di riflessione. La loro casa è uno spettacolo unico, ricca di premi letterari di tutti i tipi, disseminati in tutte le stanze, Coppe, medaglie, targhe,  che per loro sono come figli, dei quali parlano sempre con affetto. Mai con presunzione. Infatti quello che colpisce maggiormente in loro è la semplicità, quell'approccio con cui danno il loro sapere con la stessa naturalezza con cui offrono un caffé.
Anche ieri sera quando sono arrivata ho detto: "Posso rimanere poco, perché poi devo andare al supermercato!".......e invece sono rimasta più di due ore e quando, mi sono accorta che il tempo era passato così velocemente e che avrei trovato il negozio ormai chiuso, non me ne è importato proprio niente, perché ne era valsa la pena.
Con loro si può parlare di tutto, sono aperti a tutte le idee e ai modi di pensare e di vedere la vita dei loro interlocutori, e quando danno la loro opinione, lo fanno sempre in maniera garbata : "Tu la pensi così? Benissimo...però prova a guardare la stessa cosa anche da un altra angolazione e poi fai le tue valutazioni...."
E spiegano con parole chiare e semplici il loro modo di vedere e di pensare, e io mi accorgo di quante ragioni ci siano sempre nelle loro repliche e come la loro saggezza stemperi l'irruenza e l'impulsività dei miei ragionamenti, che provengono da un'esperienza di vita nella quale ho vissuto la mia primavera quando già per me si doveva parlare di estate inoltrata.
Altre volte invece siamo in perfetta sintonia, proprio come ieri sera, quando parlando della vita oltre la vita, non sapendo come esprimere il concetto che io avevo della possibilità che la vita continuasse anche dopo la fine della nostra fisicità, non ho trovato niente di meglio, per farmi capire che dire:" Io paragono la mia vita a un missile che viene lanciato nello spazio. Al momento del lancio sulla rampa è grande e obsoleto, ma una volta partito, perde tutto ciò che è zavorra, prima un pezzo , poi un altro e alla fine si ritrova a essere  quello che è veramente: il missile, pieno di potenza e di luce!"Mi aspettavo risate da parte di loro e invece lei rivolgendosi prima al marito che a me ha detto:"Ti ricordi quella poesia che ho scritto tempo fa?" e si è alzata per andare a prenderla e me l'ha letta sorridendo, e io ci ho ritrovato tutto quello che avevo detto, espresso in parole bellissime e piene di luce. Uno spettacolo!!
Come sarebbe bello se le persone fossero tutte così. Quanto dolore si risparmierebbe l'umanità!

sabato 17 novembre 2012

Lampi di felicità 5



Qualche volta un lampo di felicità può essere portato anche da un profumo. Qusta volta per me è stato preceduto dal profumo delle caldarroste.
Mi sono immediatamente rivista poco più che bambina, una sera d'inverno sulla strada principale del mio paese, mentre andavo a comprare un cartoccio di caldarroste dall'omino, che tutte le sere,nel tardo pomeriggio, quando ormai era notte, appostato col suo fornellino, vicino all'alta colonna del Marzocco, attendeva che la gente si fermasse a comprare un pò di castagne.  Io non avevo neanche bisogno di sapere quando sarebbero state pronte, perché il loro profumo mi arrivava direttamente in casa, visto che abitavo proprio a due passi dalla colonna. Allora con una mano, spannavo i vetri della finestra e sbirciavo se ci fosse già il mucchietto delle castagne cotte che faceva il monticello avvolto da una balla di iuta, e poi uscivo a comprarle, di corsa, i lunghi capelli al vento, la gioia nel cuore.
Sì! Sembrerà strano, ma io ero felice anche con due castagne, felice di sentirmi scaldare le mani da quel cono di carta gialla nel quale i dolci frutti mantenevano tutto il loro calore. Ma la castagna per me non era un frutto, era quasi un simbolo, qualcosa che delimitava un periodo dell'anno che ho sempre amato e sempre atteso. Qualcosa che cominciava a parlarmi di Natale, della sua aria, della musica degli zampognari,che allora cominciavano a passare molto presto sulle vie del mio paese, e portavano con le loro note dolci e malinconiche un'atmosfera di serena aspettativa. Due chiacchiere con gli altri ragazzi, che come me erano corsi a comprare un cartoccino di caldarroste, per fare prima dei grandi, che arrivavano sempre più lentamente......un pò di risate.......uno sguardo diverso al ragazzino che mi piaceva allora...... e poi via , stavolta solo camminando, a naso in su, guardando il cielo pieno di stelle che mi è sempre piaciuto tanto, per tornare a casa a finire i compiti.
Sono solo piccole cose, ma anche ora, mentre scrivo, provo un senso di calore e di dolcezza , come se quelle castagne invece che tanti anni fa, le avessi comprate ieri sera.

venerdì 16 novembre 2012

Quant'è bella giovinezza......

Stamani , chissà perché, mi è tornata in mente una poesia che scrissi quando ero veramente molto giovane. Sono andata a ricercarla nella mia scatola magica, quella dove tengo le cose vecchie alle quali sono molto affezionata......e non l'ho trovata e non ho il tempo di andare a guardare in tutte le altre scatole magiche che conservo gelosamente in una mensola del garage........però me ne è capitata tra le mani un'altra scritta anche quella  più o meno nello stesso periodo. Allora avrò avuto sì e no diciassette anni, ma quando l' ho riletta  mi sono accorta con stupore che molte delle parole che ho detto le riscriverei anche oggi, anche se oggi non sono certo  più  una cavallina pazza, come lo si può essere solo a diciassette anni.......Ho provato tenerezza per quella poesia, per i miei sogni, e per quella cavallina che corre sul grande prato della vita. Poi mi è venuto in mente che anche Rocco tra le sue poesie ne ha due o tre che mi ha detto aver scritto quando era poco più di un ragazzo e allora mi sono chiesta: "Chissà come era Rocco da ragazzo?" Io non lo conoscevo quando era giovane e la persona che è oggi, abbastanza criptica e molto riservata, almeno questa è l'impressione che da a me, forse da ragazzo era del tutto diversa.......Mi sono incuriosita e sono andata a rileggerle e ho scoperto che anche in lui, come in me,come  in tutti i giovani del resto,  c'era la stessa capacità di sognare, di immaginare, di essere sensibili. Poi la vita ci cattura e stende una patina su tutto e appanna i colori scintillanti dei sentimenti giovanili, che si riscoprono con sorpresa e del tutto inaspettatamente una mattina, frugando dentro una scatola magica, mentre si cerca  senza trovare,  una poesia che invece parlava di guerra.....argomento così poco tipico per una ragazzina di diciassette anni!!!


I TUOI OCCHI IN UN GRANELLO DI SABBIA

Scintillio tra le dune sparse di sabbia
il fresco carezzio dell’acqua salata
una passeggiata al bivio tra infinito e dolore
in riva al mare dei miei sogni

e se lasciassimo per un attimo il sospiro al vento
farlo trasportare, lontano oltre ciò
che lega la parola di oggi ai ricordi di ieri

il sole ammantato di caldi veli
si appoggia tra una stella e la luna
ogni granello di sabbia mi parla di storia

quale sentimento può varcare la soglia del dolore
e renderlo a tratti piacevole
se non quel pensiero che è... l’amore?!

io vedo i tuoi occhi tra i granelli di sabbia
occhi di mille amori sciolti tra mille vite
ma... mai persi.



CAVALLINA PAZZA

Corre sui prati verdi
Tra i fili d’erba
Mossi dal vento bizzarro
Che spinge le nuvole bianche
Verso nuovi orizzonti.
Corre la cavallina pazza
Che è dentro il mio cuore
Insegue la libertà
Che vede là, dietro gli alberi.
Insegue un sogno gentile!
Una casetta l’aspetta laggiù nella valle
E si specchia nelle acque tranquille
Di un vecchio laghetto dai verdi
Bordi coperti di muschio.
Corre verso il suo sogno
E scalpita per superare gli ostacoli,
agita la criniera,
scuote la testa imbizzarrita.
Fermati cavallina pazza!
Non sai che nessuno
Può rubare il tuo sogno?
Non sai che la libertà non è fuori
Ma è dentro il tuo cuore?
Non sai che l’amore vive anche in un sogno?
E allora sogna cavallina pazza!
Sogna la casa e il laghetto
E il tuo cavaliere che ti aspetta
Sul bordo dell’acqua trasparente.
Sogna!

A tutti quei giovani di ieri, che hanno fissato le loro emozioni su fogli di carta ormai ingialliti dal tempo, oggi va il mio buongiorno..........."Quant'è bella giovinezza, che sì fugge tuttavia.........."


giovedì 15 novembre 2012

I Bravi

La Natura si ribella, l'Uomo si ribella!  Stiamo vivendo giorni strani, in cui si vede una natura, in genere amica, che si ribella al trattamento che ha subito nel corso di tanti anni di degrado ambientale. Fiumi che esondano, montagne che franano, temporali che non sono più tali, ma piccoli uragani o grandi uragani, tempeste perfette, terremoti che si rincorrono per tutto il mondo con forza distruttiva..... Milioni di danni! Gente senza tetto,  lacrime, disperazione. Anche l'Uomo si ribella al proprio destino, l'uomo vero, quello semplice, di tutti i giorni, quello che non è ai vertici del potere e della ricchezza, quello che deve fare i conti con la pagnotta, quello che deve costruire la sua vita e al quale è stato tolto anche il domani. Si ribellano i giovani che sono  i piccoli e i grandi uragani del nostro futuro.Stanchi di lottare contro i mulini a vento, mentre vedono arrivare la tempesta che vanifica il loro futuro, diventano tempesta essi stessi, una tempesta che dilaga in tutta l'Europa, e si ribellano a un  sistema di vita che non ha funzionato, non funziona e non funzionerà mai, dove ci sono pochi privilegiati e milioni di persone già in ginocchio se non addirittura schiacciate da una povertà che ormai non fa sconto a nessuno, se non alle solite Caste che dai loro sogli dorati assistono indifferenti a questa recessione che sembra non avere mai fine. Escono fiumi di parole dalle Caste, parole di buonismo solluccheroso e inutile, che si riversano sui poveri, in attesa di diritti che non arrivano, di provvidenza che è lontana, escono come fiumi in piena, per coprire, disperdere, rimandare, quei diritti, quella provvidenza..................escono nelle televisioni, dove ogni tanto si vede la soluzione di un caso pietoso, grazie alla bontà di quelli che contano e che fanno vedere in diretta quanto sono  bravi. Ma i Bravi non erano una volta anche gli scagnozzi dei potenti? Quelli succubi del potente e violenti col debole? Qualcuno diceva che non c'erano più....ma ci sono, ci sono!!
Vorrei poter finire questo sfogo con qualche parola migliore, vorrei poter dire che anch'io, che non conto niente, e non so niente di economia, ma che devo fare tutti i giorni i conti per il giorno dopo,  vedo quella luce in fondo al tunnel, come l'ha vista qualcuno dei nostri politici, ma non posso, perché se è vero che per leggere ho bisogno degli occhiali, per guardare lontano la mia vista è quella di un aquila e io di luce in fondo al tunnel non ne ho vista nemmeno l'ombra.