venerdì 8 febbraio 2013

Una rosa

Ieri sono capitata quasi per sbaglio in quello che pomposamente chiamo il mio orto, che poi non è nient'altro che un fazzoletto di terra dove d'estate ci sono tanti fiori, qualche pomodoro e un pò di insalata. E' triste in questo periodo quel pezzetto di terra, dove si vedono solo i rami nudi delle ortensie e le erbacce che hanno resistito al gelo. Ieri poi era tutto parzialmente ricoperto di neve che si scioglieva.......poi guardandomi intorno alla fine ho visto qualcosa di rosso che faceva capolino da un cappuccio di neve. Era una rosa, una piccola rosa che provava a sbocciare in un ramo dal quale anche l'ultima foglia se ne era andata. 
Mi ha fatto tenerezza quella rosa, che ha deciso di nascere nel momento sbagliato, in solitudine, che non riuscirà mai a vedere il tripudio della primavera e appassirà nel gelido, sbiadito inverno. 
Ma come per ogni vita, neanche la sua è stata invano, se è riuscita a regalare una nota di colore agli occhi di chi ha potuto accarezzare i suoi petali vellutati.
Questa rosa mi ha fatto tornare in mente una poesia che scrissi un pò di tempo fa e che era scaturita solo da
una visione della mia fantasia. Mi ero sempre chiesta il perché avessi scritto quelle parole, ora involontariamente e per un caso del tutto fortuito anche quelle parole hanno trovato il loro senso.


 
Stamani è sbocciata una rosa,
una rosa rossa è sbocciata
e si è aperta al profumo della vita.
Piano piano ha disteso i suoi petali
Come ali di farfalle vellutate,
quasi pronte a prendere il volo.
Voleva dare di sé agli altri,
voleva che il suo profumo
non restasse imprigionato
nelle spire dei suoi petali,
ma andasse nell’aria
verso altre esistenze.
Non ha potuto volare!
Il suo stelo l’ha tenuta
Inesorabilmente
Implacabilmente
E lei ha potuto lasciare
La sua vita
Solo a una lacrima di rugiada
Che il vento gentile
Ha fatto scivolare
Su un filo d’erba.
Poi è rimasta lì, statica
Nell’attesa.
Di che non lo sa.

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