lunedì 18 febbraio 2013

A gambe levate

Ho di nuovo il mio angolo personale, la mia 'capannettì' e, cosa molto più importante la mia finestra sul mondo! e......Pinco! Ma non era defunto? Così pareva e invece proprio come nella canzone scout 'Il falco'.....'ma non era morto, era solo ferito.....e allora ea ea ea......' anche Pinco è qui che canta allora ea ea ea!.....Naturalmente in questo momento mi mette un pò di soggezione, e mi viene quasi voglia di dargli del 'lei' o di chiamarlo Lazzaro, perché insomma via, uno che è stato nell'aldilà e che ne ha fatto ritorno, non si può guardare con gli occhi di prima e ti aspetti che prima o poi ti racconti qualcosa di strano.......ahahahah!
Del resto una persona che ha fatto una simile esperienza io l'ho proprio conosciuta, ma l'ho conosciuta solo dopo che era ritornata, per cui non so dire come fosse prima, ma dopo era abbastanza strana. Pinco invece lo conoscevo anche prima e mi sembra che sia uguale a sempre.

...........................Era un uomo, grande e grosso e anche molto scuro di pelle e di capelli. Ogni tanto veniva a trovare la sua mamma che abitava vicino a noi, una donna semplice, buona, molto sola, che è stata tanto carina con i miei figli quando erano piccoli. Quando lo vedevo lo salutavo e in cambio né ricevevo una specie di grugnito. Non l'ho mai vsto ridere. Ma qualcun altro invece l'avrà visto nel pieno delle sue effusioni, ed evidentemente ha anche pensato che era un uomo vicno al quale avrebbe voluto passare la sua vita, perché un giorno lo sposò e gli regalò anche una figlia. Lui continuò a non ridere mai. E ci credo! Con quello che gli era capitato anni prima, c'era poco da ridere mi sa! Un giorno, in un giorno qualsiasi della sua vita, gli capitò di morire, un pò come dice oggi Cristicchi nella sua canzone, e di morire per bene, tant'è che l'avevano già messo nella bara, dove, meraviglie delle meraviglie, e per sua fortuna,  si risvegliò prima del funerale, con grande gioia e sconcerto di chi gli stava intorno e mi immagino con un grande sospiro di sollievo da parte sua. Insomma il tutto durò un pò di ore, così almeno mi è stato detto, perché allora io non lo conoscevo.
Il dopo è stata una vita normale, anche se si è portato sempre dietro questa esperienza, che magari lui avrebbe voluto dimenticare, ma che gli altri non gli hanno mai permesso di fare. Bastava il modo in cui lo guardavano.
Poi, tanti anni dopo, sua figlia era già  una bella ragazza, gli è capitato di morire per la seconda volta, e quella è sembrata la volta giusta, perché non è capitata così in un giorno qualsiasi della sua vita, ma all'ospedale e dopo lunga malattia. Fu così, che più per l'affetto che mi legava a sua madre, ormai una tranquilla vecchietta sempre sorridente, che per lui, decisi di andare all'obitorio per fargli l'ultima visita.
Andai di sera all'imbrunire e mi accorsi subito di aver fatto la scelta sbagliata perché quando entrai, non c'era nessuno. Infatti a quell'ora la gente perbene è con le gambe stese sotto il tavolino, davanti alla cena......altro che all'obitorio. Quel silenzio e quella solitudine non mi piacquero per niente, ma ormai c'ero, non avevo intenzione di tornarci, per cui, mi feci coraggio e varcai la soglia. Mi fermai in fondo per ambientarmi alla luce non troppo forte e infine lo guardai. Era nero come sempre, l'unica cosa chiara erano le suole di un paio di scarpe nuove che gli avevano messo ai piedi per l'occasione. Provai a dire una preghiera, ma mi accorsi che non riuscivo a pregare per un paio di scarpe, che era l'unica cosa che vedevo, per cui con un sospiro mi avvicinai......e fu allora che vidi!
Grosse lacrime scendavano dagli occhi dell'uomo e gli scorrevano per il volto. Piangeva, e piangeva copiosamente. In quell'attimo mi tornò in mente tutto, e ancor prima che la ragione mi parlasse e mi dicesse che una volta può capitare di risorgere, ma che la seconda, via,..... non è possibile, mi ritrovai coraggiosamente a darmela a gambe con tutta la velocità che riuscii a trovare. Appena fuori mi imbattei nella moglie che stava rientrando in quel momento e che dal mio viso, evidentemente capì la paura che mi ero presa e  sorridendo mi disse che era stata anche la sua paura, quando si era accorta di quello strano fenomeno, che poi tanto strano non è...... e che anche lei, anche se non con la mia velocità (una moglie deve sempre avere un contegno) era dovuta uscire, per riprendersi dall'impressione che ne aveva ricevuta............................
La salutai e mentre me ne andavo mi voltai a guardarla. Vidi che si attardava lì fuori, a fumare una sigaretta, forse aspettando che qualcun altro venisse a ridarle il coraggio di rientrare in quella stanza. Non si sa mai!

Ma te guarda, che mi ritrovo a raccontare!


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