venerdì 7 dicembre 2012

Vita di albero

Lo spunto per questo racconto mi è venuto mentre prendevo un caffè al bar dove in genere vado a fare colazione. E' solo un raccontino, ma sicuramente ha fatto felice l'albero che ne è il protagonista.......anche se è solo un albero di ferro......................





Penso che non sia vero che mi stia accadendo questa cosa meravigliosa. Sto vivendo giorni incredibili che ormai, credevo, per me non fossero più possibili. E invece eccomi qua. E tutto sembra una favola! Voi non mi conoscete, anche se ormai sono adulto. Credo che fino ad oggi ben poche persone mi abbiano visto, salvo quelle due o tre che saltuariamente capitavano nel luogo in cui stavo da tanti anni ormai….un posto buio, freddo, in compagnia di altri che come me erano stati relegati nel dimenticatoio.
Non mi sono ancora presentato e mi sembra che sia arrivato il momento di farlo. Io sono un albero di Natale. Ma non sono un albero di Natale in aghi e ossa, io sono stato forgiato col ferro….e che ferro! Un tondino del numero 8….almeno credo. Sono stato fatto anche bene, almeno mi sembra così, tant’è che non sono invecchiato neanche un po’ dal giorno in cui sono nato. Ricordo ancora quel giorno, quando mi ritrovai appoggiato sul mio pedone.....Non altissimo, ma robusto, pronto per andare incontro alla vita, pieno di entusiasmo e di progetti! Ero lì, pieno di aspettativa, di sogni ...nessuno dei quali mi sembrava tropo bello. Chissà! Forse sarei andato ad abbellire il salotto di una ricca villa, o forse sarei stato esposto nella Banca più importante del paese, o magari avrei vinto il concorso e sarei stato assunto in Comune, o più semplicemente sarei rimasto in quella bella casa dove mi avevano portato........solo che mentre facevo tutti questi bei pensieri il Natale della mia nascita arrivò e poi passò e i miei rami pronti ad accogliere i colori delle decorazioni, le scintillanti palle di vetro piene di lustrini, gli angioletti e le belle e festose lucine, rimasero vuoti……e mentre pensavo tutte queste rosee possibilità mi guardai un po’ intorno e vidi un altro albero pieno di quelle meraviglie che avevo sognato e che avrei voluto anch’io….e compresi che l’avevano preferito a me. Non capivo il perché! E’ vero, io ero diverso, ero un albero di Natale come non si era mai visto……..ma anch’io avrei avuto tante cose da dare, anch’io avrei avuto cose che gli altri non avevano. Invece venni relegato al buio, in una rimessa, oggetto inutile e non più desiderato. Quanti anni tristi ho passato lì dentro in compagnia di tubi, scope, scarpe vecchie, pentole usate e ammaccate, mobili zoppicanti! Ogni tanto qualcuno raccontava la sua storia, ma almeno loro una storia ce l'avevano avuta, prima di finire nel “Dimenticatoio” che è il nome della prigione che non è proprio una prigione, ma una specie di terra di nessuno, in cui sono stato........io non avevo proprio niente da raccontare di me che potesse avere interesse per qualcuno e mi limitavo a dire: “Ma se un giorno uscirò.....” e tutti mi guardavano con una sorta di tenerezza mista a commiserazione, perché tutto si può augurare a un altro fuorché il non vivere! Specialmente a uno come me, che era innocente....che era stato condannato per colpe che non aveva commesso. Alla fine persi il conto del tempo che passava e l'unica cosa che sapevo è che non ero più tanto giovane anche perché il tempo per noi alberi di Natale passa in maniera diversa e anche se il materiale di cui ero fatto mi salvaguardava dall'usura , il mio cuore non era più quello di un giovincello e dentro di me lo sentivo.
Qualche volta arrivavano anche le novità del mondo nella nostra terra di confine e così seppi che ora gli alberi di Natale erano fatti di un materiale molto più leggero, tanto dovevano servire per due o tre anni al massimo....poi sarebbero stati cambiati. “Usa e getta” mi pare che fosse il nuovo motto che accompagnava la loro vendita........qualche volte era capitato anche qualche albero di Natale vero, tutto spelacchiato, in attesa di diventare legna per il camino. Se ne stava senza forze nell'angolo in cui era stato gettato e da lì raccontava la sua triste storia e poi in silenzio aspettava il suo destino, che si faceva attendere sempre poco.
La mia disperazione era così tanta che arrivai a sperare che la ruggine si impadronisse di me e mi consumasse a tal punto da essere dato a un ferrovecchio per andare in fonderia...................Ma non si deve mai disperare nella vita e proprio la vita stessa me l’ha insegnato!
Poi, pochi giorni fa la porta della prigione si è aperta ed è entrata una giovane donna. Il suo viso era sorridente, i suoi occhi allegri. L’ho guardata incantato e sono quasi arrossito, anche se noi alberi di Natale di ferro non possiamo arrossire se non messi sul fuoco...e che fuoco!! Anche lei mi ha guardato e io mi sono sentito tutto scombussolato. Da quanto tempo, troppo tempo ormai nessuno mi guardava più!! Il mio cuore andava a cento all'ora solo per quello, ma quando ho sentito le sue parole ho pensato veramente di svenire e di cadere ai suoi piedi.
“E' proprio quello che fa al caso mio!” ha detto la giovane donna rivolta a un uomo giovane come lei che arrivava in quel momento tenendo per mano una bambina che mi ha guardato con i suoi grandi occhi colmi di meraviglia e già pieni di affetto per me.“E' forte, robusto.....e poi sono sicura che così non ce l'avrà nessuno!”Ma parlavano proprio di me? Anche gli altri, le scope, le padelle, i mobili, i fiaschi del vino erano ammutoliti e tutti stavano in trepidazione per me, sperando che quelle parole che anche loro avevano udito fossero proprio vere.
Ed erano vere! La mattina dopo mi hanno caricato in un furgone e mi hanno fatto fare un viaggio verso un paese che sta sulla collina. La mia gioia non può essere decritta. Finalmente ero vivo e fremevo in tutto il mio ferro e mi dicevo che alla fine anche a me la vita aveva regalato qualcosa di buono.
Ora sono in una grande vetrina di un bar e ai mie rami sono state intrecciate centinaia di piccole luci....dai mie gancetti pendono tazzine civettuole di vari dimensioni, tutte bianche come la neve e.....dimenticavo la cosa più importante...... mi hanno messo come cappello una bellissima stella rossa. Da lì guardo il mondo che mi scorre davanti e la grande, silenziosa chiesa dove tra non molto si rinnoverà un evento che nasce nella notte dei tempi e torna ogni anno tra noi per parlarci di pace e di amore.
Sono felice? Sono molto più che felice, sono vivo, e ogni volta che sento entrare qualcuno e vedo che mi guardano e poi sorridono, sono orgoglioso di me e quando poi sento dire: “Come è carino! Che bell'idea che hai avuto Debby!” ringrazio quelle persone, anche se loro non possono sentirmi, perché noi alberi di Natale parliamo un linguaggio strano, che non si sente ma si spande nell'aria e crea un'atmosfera particolare, che parla di affetto, di sentimenti buoni, di calore e un pò anche di amore.......eh! Sì! Perché un pochino mi sono davvero innamorato della mia nuova famiglia che un giorno ha capito che anch'io potevo avere qualcosa di bello, o perlomeno di diverso da dare agli altri. Cosa posso dire di più se non augurare a tutti Buon Natale?

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