Penso
che non sia vero che mi stia accadendo questa cosa meravigliosa. Sto
vivendo giorni incredibili che ormai, credevo, per me non fossero più
possibili. E invece eccomi qua. E tutto sembra una favola! Voi non
mi conoscete, anche se ormai sono adulto. Credo che fino ad oggi ben
poche persone mi abbiano visto, salvo quelle due o tre che
saltuariamente capitavano nel luogo in cui stavo da tanti anni
ormai….un posto buio, freddo, in compagnia di altri che come me
erano stati relegati nel dimenticatoio.
Non
mi sono ancora presentato e mi sembra che sia arrivato il momento di
farlo. Io sono un albero di Natale. Ma non sono un albero di Natale
in aghi e ossa, io sono stato forgiato col ferro….e che ferro! Un
tondino del numero 8….almeno credo. Sono stato fatto anche bene,
almeno mi sembra così, tant’è che non sono invecchiato neanche un
po’ dal giorno in cui sono nato. Ricordo ancora quel giorno,
quando mi ritrovai appoggiato sul mio pedone.....Non altissimo, ma
robusto, pronto per andare incontro alla vita, pieno di entusiasmo e
di progetti! Ero lì, pieno di aspettativa, di sogni ...nessuno dei
quali mi sembrava tropo bello. Chissà! Forse sarei andato ad
abbellire il salotto di una ricca villa, o forse sarei stato esposto
nella Banca più importante del paese, o magari avrei vinto il
concorso e sarei stato assunto in Comune, o più semplicemente sarei
rimasto in quella bella casa dove mi avevano portato........solo che
mentre facevo tutti questi bei pensieri il Natale della mia nascita
arrivò e poi passò e i miei rami pronti ad accogliere i colori
delle decorazioni, le scintillanti palle di vetro piene di lustrini,
gli angioletti e le belle e festose lucine, rimasero vuoti……e
mentre pensavo tutte queste rosee possibilità mi guardai un po’
intorno e vidi un altro albero pieno di quelle meraviglie che avevo
sognato e che avrei voluto anch’io….e compresi che l’avevano
preferito a me. Non capivo il perché! E’ vero, io ero diverso, ero
un albero di Natale come non si era mai visto……..ma anch’io
avrei avuto tante cose da dare, anch’io avrei avuto cose che gli
altri non avevano. Invece venni relegato al buio, in una rimessa,
oggetto inutile e non più desiderato. Quanti anni tristi ho passato
lì dentro in compagnia di tubi, scope, scarpe vecchie, pentole usate
e ammaccate, mobili zoppicanti! Ogni tanto qualcuno raccontava la sua
storia, ma almeno loro una storia ce l'avevano avuta, prima di finire
nel “Dimenticatoio” che è il nome della prigione che non è
proprio una prigione, ma una specie di terra di nessuno, in cui sono
stato........io non avevo proprio niente da raccontare di me che
potesse avere interesse per qualcuno e mi limitavo a dire: “Ma se
un giorno uscirò.....” e tutti mi guardavano con una sorta di
tenerezza mista a commiserazione, perché tutto si può augurare a un
altro fuorché il non vivere! Specialmente a uno come me, che era
innocente....che era stato condannato per colpe che non aveva
commesso. Alla fine persi il conto del tempo che passava e l'unica
cosa che sapevo è che non ero più tanto giovane anche perché il
tempo per noi alberi di Natale passa in maniera diversa e anche se il
materiale di cui ero fatto mi salvaguardava dall'usura , il mio cuore
non era più quello di un giovincello e dentro di me lo sentivo.
Qualche
volta arrivavano anche le novità del mondo nella nostra terra di
confine e così seppi che ora gli alberi di Natale erano fatti di un
materiale molto più leggero, tanto dovevano servire per due o tre
anni al massimo....poi sarebbero stati cambiati. “Usa e getta” mi
pare che fosse il nuovo motto che accompagnava la loro
vendita........qualche volte era capitato anche qualche albero di
Natale vero, tutto spelacchiato, in attesa di diventare legna per il
camino. Se ne stava senza forze nell'angolo in cui era stato gettato
e da lì raccontava la sua triste storia e poi in silenzio aspettava
il suo destino, che si faceva attendere sempre poco.
La
mia disperazione era così tanta che arrivai a sperare che la ruggine
si impadronisse di me e mi consumasse a tal punto da essere dato a un
ferrovecchio per andare in fonderia...................Ma non si deve
mai disperare nella vita e proprio la vita stessa me l’ha
insegnato!
Poi,
pochi giorni fa la porta della prigione si è aperta ed è entrata
una giovane donna. Il suo viso era sorridente, i suoi occhi allegri.
L’ho guardata incantato e sono quasi arrossito, anche se noi
alberi di Natale di ferro non possiamo arrossire se non messi sul
fuoco...e che fuoco!! Anche lei mi ha guardato e io mi sono sentito
tutto scombussolato. Da quanto tempo, troppo tempo ormai nessuno mi
guardava più!! Il mio cuore andava a cento all'ora solo per quello,
ma quando ho sentito le sue parole ho pensato veramente di svenire e
di cadere ai suoi piedi.
“E'
proprio quello che fa al caso mio!” ha detto la giovane donna
rivolta a un uomo giovane come lei che arrivava in quel momento
tenendo per mano una bambina che mi ha guardato con i suoi grandi
occhi colmi di meraviglia e già pieni di affetto per me.“E' forte,
robusto.....e poi sono sicura che così non ce l'avrà nessuno!”Ma
parlavano proprio di me? Anche gli altri, le scope, le padelle, i
mobili, i fiaschi del vino erano ammutoliti e tutti stavano in
trepidazione per me, sperando che quelle parole che anche loro
avevano udito fossero proprio vere.
Ed erano vere! La mattina dopo mi hanno caricato in un
furgone e mi hanno fatto fare un viaggio verso un paese che sta sulla
collina. La mia gioia non può essere decritta. Finalmente ero vivo e
fremevo in tutto il mio ferro e mi dicevo che alla fine anche a me la
vita aveva regalato qualcosa di buono.
Ora
sono in una grande vetrina di un bar e ai mie rami sono state
intrecciate centinaia di piccole luci....dai mie gancetti pendono
tazzine civettuole di vari dimensioni, tutte bianche come la neve
e.....dimenticavo la cosa più importante...... mi hanno messo come
cappello una bellissima stella rossa. Da lì guardo il mondo che mi
scorre davanti e la grande, silenziosa chiesa dove tra non molto si
rinnoverà un evento che nasce nella notte dei tempi e torna ogni
anno tra noi per parlarci di pace e di amore.
Sono
felice? Sono molto più che felice, sono vivo, e ogni volta che sento
entrare qualcuno e vedo che mi guardano e poi sorridono, sono
orgoglioso di me e quando poi sento dire: “Come è carino! Che
bell'idea che hai avuto Debby!” ringrazio quelle persone, anche se
loro non possono sentirmi, perché noi alberi di Natale parliamo un
linguaggio strano, che non si sente ma si spande nell'aria e crea
un'atmosfera particolare, che parla di affetto, di sentimenti buoni,
di calore e un pò anche di amore.......eh! Sì! Perché un pochino
mi sono davvero innamorato della mia nuova famiglia che un giorno ha
capito che anch'io potevo avere qualcosa di bello, o perlomeno di
diverso da dare agli altri. Cosa posso dire di più se non augurare a
tutti Buon Natale?
Nessun commento:
Posta un commento