martedì 11 dicembre 2012

Il picchio magico

  Ora!........... Che ho molta immaginazione, questo è un dato appurato, ma che io riesca a vivere nel mondo delle favole alla mia età, mi fa pensare......... Io ho tre nipotini, che, per mia fortuna ancora sono troppo piccoli per capire con che razza di nonna avranno a che fare, e questo è un bene perché neanche io ho capito molto bene chi è la persona con la quale convivo dal primo momento che ho fatto uèèèèèè. Però devo dire che tutto sommato è una persona che mi piace non poco, e che non sono mai riuscita ad adattare negli schemi del vivere comune. La mia amica Cristina, che mi conosce molto bene, non ha mai esitato a dirmi che 'sono di fuori come pochi' che poi è la maniera amabile per dire a un altro che è perlomeno 'strano'. Così, stamani, pensando ai miei nipoti, ho capito che devo mettermi davanti a me stessa e con molta sincerità, perché una donna della mia età che si sveglia al mattino  e la prima cosa che dice è: "E ora usciamo dalla pancia della balena!", mi da un pò da pensare. Però è così che io vivo Pinocchio, quando gioco insieme a mio nipote e vedo che lui si immedesima nel personaggio,......il problema è che mi ci immedesimo anch'io e gioco il mio ruolo di Geppetto con convinzione tale, che mi viene naturale trasaformare una stanza nella pancia della balena, per cui non mi stupirò per niente se un giorno a un ospite in visita dirò: "Prego si accomodi nella pancia della balena!" invece di dire in salotto. E sempre pensando ai miei pargoli, mi torna in mente che quando nacque la mia prima nipotina non mi sentii per niente strana quando le fabbricai una bacchetta magica con una matita e una stellina rossa e gliela spedii oltreoceano. Per me lei era, è, e sempre sarà una fatina, ma non così tanto per dire, ma proprio una fatina vera che è venuta a rallegrarci l'esistenza.L'altra nipotina, nuova di zecca, è una trottolina strepitosa e risacchiona.
Eppure non dovrei essere stupita più di tanto di me stessa perché ricordo ancora tutte le ambientazioni dei campi estivi che ho fatto con gli scout...........................





Forse le vacanze di Branco a S. Babila in Mugello, non sono state le più belle. Sicuramente ce ne sono state altre più emozionanti e anche organizzate meglio, ma sicuramente sono state particolari e coinvolgenti.
Tema del Campo: Pinocchio.
Ci piacque subito, appena arrivammo, il contesto in cui si sarebbe svolta la nostra ambientazione. Anche se noi eravamo un po’ accampati, eravamo comunque nella canonica di una chiesa romanica molto bella, che aveva intorno a sé un vasto campo, in quel periodo pieno di fiori bianchi.
Ma la cosa più entusiasmante era un puledrino bianco, che si aggirava indisturbato in mezzo a quei fiori, e un coniglietto altrettanto bianco, che per niente impaurito della nostra presenza ci tenne compagnia per tutto la durata delle nostre vacanze. In certe ore del giorno poi, si sentiva un toc-toc insistente, che alla fine fece rizzare le orecchie dei bambini che domandarono a noi capi: “Che cos’è questo rumore?”
“Ma è un picchio bambini….non sentite come batte il becco sulla corteccia dell’albero?”. E così anche il picchio divenne parte della nostra ambientazione. La mattina si svegliava prima di noi e il suo toc-toc ci preparava al nuovo giorno. Il pomeriggio, quasi a farlo a posta scandiva l’orario della merenda e se qualche volta ci attardavamo in qualche gioco un po’ più lungo, richiamava i cambusieri al loro dovere del pane e nutella quotidiani… “Francois andiamo- diceva Maria Pia – il picchio ha già chiamato!”. (Francois e Maria Pia che ci hanno seguito come cambusieri) La sera si sentiva ancora prima dell’imbrunire e ci dava la buona notte.
Una mattina all’ora dell’ambientazione, io, debitamente vestita da fata turchina, con un lunghissimo velo di tulle turchino, per l’appunto, mi trovavo come al solito in mezzo al campo alla ricerca del mio coniglietto, mentre il puledrino brucava tranquillamente l’erba un po’ più lontano. Improvvisamente si alzò il vento e si insinuò birichino tra le pieghe del mio velo, facendolo volare in lunghe onde che non riuscii a trattenere. Il cavallino bianco che fino allora era stato buonissimo, si imbizzarrì e cominciando a scalpitare, si slanciò verso di me a passo di carica. Io coraggiosamente me la detti a gambe con tutto il fiato che avevo in gola, e , tra le risate di tutti, feci il giro del campo inseguita da un cucciolo forse più spaventato di me, e derisa anche dal toc-toc che quasi per magia sembrava diventato beffardo e dispettoso.
L’ultimo giorno, arrivarono i genitori a riprendere i lupetti. Noi avevamo pensato di preparare un bel piatto di pastasciutta per tutti, per finire in bellezza un Campo che era stato bello, pieno di allegria e di tanti personaggi, che una volta al giorno si animavano prendendo le sembianze di Geppetto, di Pinocchio, di Lucignolo, del grillo Parlante. Insomma essendo contenti ci sentimmo generosi per cui volendo contentare tutti, dovetti andare a cercare una pentola un po’ più grande per cuocere la pasta, perché le nostre non bastavano.
“Andrò a sentire a quel podere. Non credo che si rifiuteranno di prestarcela” dissi agli altri Capi….e mi avviai.
Ero giunta quasi in prossimità della casa, quando “Toc-toc….toc-toc….toc-toc”. Mi fermai e mi misi in ascolto. Forse ere vicina al nido del nostro picchio. Intanto il suo becchettare continuava, incurante dei miei piedi che con molta cautela, ma con poca perizia, avevano ricominciato a camminare. Anche se cercavo di fare poco rumore, ero sicura che lui mi sentiva, ma sembrava incurante di ciò e il toc-toc diventava sempre più forte e più vicino. Alla fine individuai l’albero dal quale proveniva tutto quel rumore……mi avvicinai e con la schiena radente al tronco, cominciai a girare intorno lentamente per non spaventarlo! Ecco…… un attimo e l’avrei visto…..allungai il capo e….rimasi di sasso. Quello che tutti avevamo creduto il nostro picchio non era nient’altro che una comune sistola dell’acqua, che facendo girare la valvola posta in cima provocava quel rumore.
Andai a prendere la pentola e tornai al Campo. Nessuno dei bambini seppe mai che il picchio era solo una fantasia, e continuò ad essere una realtà che salutammo insieme al coniglietto e al cavallino compagni indimenticabili di un bel Campo Estivo.



Analisi spassionata di me stessa, a parte, so già che mentre fustigo la mia fantasia,  nel mio albero di Natale, che farò tra due giorni, ci sarà un picchio magico, eppoi via, tuttosommato non è poi così deleterio rimanere un pò bambini, almeno capirò sempre le crisi che attraverseranno i miei nipoti e ricordandomi delle mie, cercherò di fargliele vivere un pò meglio di come le ho vissute io, facendo diventare l'immaginazione uno strumento didattico efficace. Uno per giustificare il suo modo di essere, qualche scusa se la deve pure trovare, non  è vero?

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