Eppure non dovrei essere stupita più di tanto di me stessa perché ricordo ancora tutte le ambientazioni dei campi estivi che ho fatto con gli scout...........................
Forse
le vacanze di Branco a S. Babila in Mugello, non sono state le più
belle. Sicuramente ce ne sono state altre più emozionanti e anche
organizzate meglio, ma sicuramente sono state particolari e
coinvolgenti.
Tema
del Campo: Pinocchio.
Ci
piacque subito, appena arrivammo, il contesto in cui si sarebbe
svolta la nostra ambientazione. Anche se noi eravamo un po’
accampati, eravamo comunque nella canonica di una chiesa romanica
molto bella, che aveva intorno a sé un vasto campo, in quel periodo
pieno di fiori bianchi.
Ma
la cosa più entusiasmante era un puledrino bianco, che si aggirava
indisturbato in mezzo a quei fiori, e un coniglietto altrettanto
bianco, che per niente impaurito della nostra presenza ci tenne
compagnia per tutto la durata delle nostre vacanze. In certe ore del
giorno poi, si sentiva un toc-toc insistente, che alla fine fece
rizzare le orecchie dei bambini che domandarono a noi capi: “Che
cos’è questo rumore?”
“Ma
è un picchio bambini….non sentite come batte il becco sulla
corteccia dell’albero?”. E così anche il picchio divenne parte
della nostra ambientazione. La mattina si svegliava prima di noi e il
suo toc-toc ci preparava al nuovo giorno. Il pomeriggio, quasi a
farlo a posta scandiva l’orario della merenda e se qualche volta ci
attardavamo in qualche gioco un po’ più lungo, richiamava i
cambusieri al loro dovere del pane e nutella quotidiani… “Francois
andiamo- diceva Maria Pia – il picchio ha già chiamato!”.
(Francois e Maria Pia che ci hanno seguito come
cambusieri) La sera si sentiva ancora prima dell’imbrunire e ci
dava la buona notte.
Una
mattina all’ora dell’ambientazione, io, debitamente vestita da
fata turchina, con un lunghissimo velo di tulle turchino, per
l’appunto, mi trovavo come al solito in mezzo al campo alla ricerca
del mio coniglietto, mentre il puledrino brucava tranquillamente
l’erba un po’ più lontano. Improvvisamente si alzò il vento e
si insinuò birichino tra le pieghe del mio velo, facendolo volare in
lunghe onde che non riuscii a trattenere. Il cavallino bianco che
fino allora era stato buonissimo, si imbizzarrì e cominciando a
scalpitare, si slanciò verso di me a passo di carica. Io
coraggiosamente me la detti a gambe con tutto il fiato che avevo in
gola, e , tra le risate di tutti, feci il giro del campo inseguita da
un cucciolo forse più spaventato di me, e derisa anche dal toc-toc
che quasi per magia sembrava diventato beffardo e dispettoso.
L’ultimo
giorno, arrivarono i genitori a riprendere i lupetti. Noi avevamo
pensato di preparare un bel piatto di pastasciutta per tutti, per
finire in bellezza un Campo che era stato bello, pieno di allegria e
di tanti personaggi, che una volta al giorno si animavano prendendo
le sembianze di Geppetto, di Pinocchio, di Lucignolo, del grillo
Parlante. Insomma essendo contenti ci sentimmo generosi per cui
volendo contentare tutti, dovetti andare a cercare una pentola un po’
più grande per cuocere la pasta, perché le nostre non bastavano.
“Andrò
a sentire a quel podere. Non credo che si rifiuteranno di
prestarcela” dissi agli altri Capi….e mi avviai.
Ero
giunta quasi in prossimità della casa, quando
“Toc-toc….toc-toc….toc-toc”. Mi fermai e mi misi in ascolto.
Forse ere vicina al nido del nostro picchio. Intanto il suo
becchettare continuava, incurante dei miei piedi che con molta
cautela, ma con poca perizia, avevano ricominciato a camminare. Anche
se cercavo di fare poco rumore, ero sicura che lui mi sentiva, ma
sembrava incurante di ciò e il toc-toc diventava sempre più forte e
più vicino. Alla fine individuai l’albero dal quale proveniva
tutto quel rumore……mi avvicinai e con la schiena radente al
tronco, cominciai a girare intorno lentamente per non spaventarlo!
Ecco…… un attimo e l’avrei visto…..allungai il capo e….rimasi
di sasso. Quello che tutti avevamo creduto il nostro picchio non era
nient’altro che una comune sistola dell’acqua, che facendo girare
la valvola posta in cima provocava quel rumore.
Andai
a prendere la pentola e tornai al Campo. Nessuno dei bambini seppe
mai che il picchio era solo una fantasia, e continuò ad essere una
realtà che salutammo insieme al coniglietto e al cavallino compagni
indimenticabili di un bel Campo Estivo.
Analisi spassionata di me stessa, a parte, so già che mentre fustigo la mia fantasia, nel mio albero di Natale, che farò tra due giorni, ci sarà un picchio magico, eppoi via, tuttosommato non è poi così deleterio rimanere un pò bambini, almeno capirò sempre le crisi che attraverseranno i miei nipoti e ricordandomi delle mie, cercherò di fargliele vivere un pò meglio di come le ho vissute io, facendo diventare l'immaginazione uno strumento didattico efficace. Uno per giustificare il suo modo di essere, qualche scusa se la deve pure trovare, non è vero?
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