mercoledì 26 dicembre 2012

In Principio........

Stamani mi sono ritrovata a pensare al mio Natale appena trascorso .....e più che altro al fatto di aver trascorso dieci intensi minuti, nei quali  per un attimo ho ritrovato il significato del Natale. Come è strana la vita! Riappropriarsi di un sentimento così grande  nel momento i cui ho sentito il bisogno di andare a trovare Bali, il mio cane per amico! Insieme a lui ho salutato anche Brik, che è lì vicino a lui,  un altro cane al quale ho voluto bene e che ha fatto parte della mia vita. E'  strano, molto strano, che insieme a queste due presenze che sono nel mio cuore, ma non più fisicamente vicine a me, io abbia ritrovato quel momento che non so mai descrivere a parole, ma che una volta, quando era bambina mi era naturale e poi crescendo, si è disperso.......strano che io lo abbia ritrovato nel ricordo del grande cuore di due cani e non nel cuore degli uomini, delle persone che pure erano vicine a me..........................
Improvvisamente ho avuto bisogno di essere sola e ho lasciato la piccola folla di parenti e di amici che dopo la Messa di mezzanotte, si preparavano a farsi gli auguri di Natale e a scambiarsi i regali. Ho bisogno di un attimo per me…solo un attimo.
In principio
Un attimo, una vita, chissà!
Un attimo in cui tutto intorno a me è sparito e sono diventata parte di quel cielo che guardavo ormai da svariati minuti. Mi sono persa in quel nero trapunto di stelle, accarezzata dal gelido vento di dicembre, avvolta nel silenzio primordiale che non si stanca di parlare all’uomo. Ha tempo a sua disposizione quel silenzio così gravido degli eventi trascorsi dell’umanità! Ha il tempo di attendere che l’uomo capisca qualcosa di sé, prima di rivelare il suo mistero. Tutto scorre più lento su, in quel cielo, vicino a quelle stelle, che fanno parte del nostro orizzonte visibile, ma che non comprendiamo. Guardo le stelle e loro mi guardano in un muto dialogo senza parole. Eppure io sento che qualcosa scorre tra me e questo grande universo che mi sovrasta, qualcosa che entrambi conosciamo, qualcosa che viene da molto lontano e ha fissato i nostri ruoli, anche se non riesco a capire che cosa possiamo avere in comune io e il firmamento che vedo sopra di me, intorno a me. Non ho più la chiave di lettura, se pure l’uomo un giorno ce l’ha mai avuta; sento solo in maniera ancestrale che proveniamo dallo stesso luogo e che ciò che ha dato vita a me e al mio genere è lo stesso soffio vitale che ha creato le stelle, i pianeti, le comete, l’universo tutto, l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo, la musica delle sfere e il guizzo infuocato del pensiero.
Un attimo di eternità, forse!
Quello che sto vivendo è forse veramente un attimo di eternità, in cui mi sento tutt’uno con il creato, un attimo in cui non c’è né gioia, né tristezza, ma solo una forte consapevolezza dell’Essere e di essere.
Ma chi sono? Come sono? Che mi viene chiesto di fare? Dove mi viene detto di andare? Di che ho bisogno in questo mio stato di appartenenza che sento così totale? Non lo so, non posso saperlo. Sono troppo piccola per riuscire anche solo a immaginarlo e la storia dell’uomo è ancora troppo recente per poter aver conseguito consapevolezze certe, dalle proprie esperienze. Il tempo non ha fretta! Il tempo scorre sulla nostra vita e la plasma, la modella, la fa come lui ci vuole, la porta a lidi sconosciuti eppure sempre sperati, le fa oltrepassare le soglie della nostra pochezza, lentamente, come la brava madre che insegna al bambino la difficile arte della sopravvivenza.
Al di fuori della mia volontà cerco di spingere il mio sguardo ancora più lontano, verso il principio, l’incipit del quale tutti parliamo nella nostra vita, senza mai riuscire a trovarlo. La mia mente non ci può arrivare. Tutt’al più la mia intelligenza mi può dire cogito ergo sum, penso quindi esisto, ma non mi sa dire il motivo vero della mia esistenza. Ancora l’uomo non ha le ali per poter volare e avvicinarsi al principio del tutto.
Dentro di me, da un po’ di tempo ormai, mentre mi perdo nello spazio siderale alla ricerca di me stessa urgono delle parole sentite e lette tante volte, che stanotte acquistano una valenza tutta particolare:
In principio era il Verbo.........................
E dimorò fra noi in tutta semplicità, come uno di noi, per conoscerci e capire l’eterno conflitto che agita i nostri cuori, per aiutarci a crescere e a trovare il nostro posto nella sua creazione, per insegnarci a sperare e soprattutto a credere che questo nostro mondo meraviglioso non è frutto del caso ma di un disegno preciso, esatto, divino.
E’ Natale stanotte, nelle case, nelle chiese, nelle strade, nell’angolo silenzioso che ho scelto per guardare il cielo e sentirmi in sintonia con questo Dio sconosciuto che si è fatto uomo per noi, nell’angolo finalmente silenzioso del mio cuore. E in questa notte di Natale così uguale alle altre eppure così diversa, dove tutto mi dice di tornare bambina e guardare con gli occhi della semplicità e della meraviglia tutto ciò che mi circonda, per trarre da esso solo gioia, fiducia e speranza, non posso fare a meno di gettare un ultimo sguardo nella profondità dell’ignoto, prima di tornare ai miei affetti, alle mie certezze, agli sguardi di chi si sarà interrogato sulla mia assenza, e sussurrare quella che può essere l’inizio di una preghiera: in principio!.







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