Stamani mi sono ritrovata a pensare al mio Natale appena trascorso .....e più che altro al fatto di aver trascorso dieci intensi minuti, nei quali per un attimo ho ritrovato il significato del Natale. Come è strana la vita! Riappropriarsi di un sentimento così grande nel momento i cui ho sentito il bisogno di andare a trovare Bali, il mio cane per amico! Insieme a lui ho salutato anche Brik, che è lì vicino a lui, un altro cane al quale ho voluto bene e che ha fatto parte della mia vita. E' strano, molto strano, che insieme a queste due presenze che sono nel mio cuore, ma non più fisicamente vicine a me, io abbia ritrovato quel momento che non so mai descrivere a parole, ma che una volta, quando era bambina mi era naturale e poi crescendo, si è disperso.......strano che io lo abbia ritrovato nel ricordo del grande cuore di due cani e non nel cuore degli uomini, delle persone che pure erano vicine a me..........................
Improvvisamente ho avuto bisogno di essere sola e ho lasciato la
piccola folla di parenti e di amici che dopo la Messa di mezzanotte,
si preparavano a farsi gli auguri di Natale e a scambiarsi i regali.
Ho bisogno di un attimo per me…solo un attimo.
In principio |
Un attimo, una vita, chissà!
Un attimo in cui tutto intorno a me è sparito e sono diventata parte
di quel cielo che guardavo ormai da svariati minuti. Mi sono persa in
quel nero trapunto di stelle, accarezzata dal gelido vento di
dicembre, avvolta nel silenzio primordiale che non si stanca di
parlare all’uomo. Ha tempo a sua disposizione quel silenzio così
gravido degli eventi trascorsi dell’umanità! Ha il tempo di
attendere che l’uomo capisca qualcosa di sé, prima di rivelare il
suo mistero. Tutto scorre più lento su, in quel cielo, vicino a
quelle stelle, che fanno parte del nostro orizzonte visibile, ma che
non comprendiamo. Guardo le stelle e loro mi guardano in un muto
dialogo senza parole. Eppure io sento che qualcosa scorre tra me e
questo grande universo che mi sovrasta, qualcosa che entrambi
conosciamo, qualcosa che viene da molto lontano e ha fissato i nostri
ruoli, anche se non riesco a capire che cosa possiamo avere in comune
io e il firmamento che vedo sopra di me, intorno a me. Non ho più la
chiave di lettura, se pure l’uomo un giorno ce l’ha mai avuta;
sento solo in maniera ancestrale che proveniamo dallo stesso luogo e
che ciò che ha dato vita a me e al mio genere è lo stesso soffio
vitale che ha creato le stelle, i pianeti, le comete, l’universo
tutto, l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo, la
musica delle sfere e il guizzo infuocato del pensiero.
Un attimo di eternità, forse!
Quello che sto vivendo è forse veramente un attimo di eternità, in
cui mi sento tutt’uno con il creato, un attimo in cui non c’è né
gioia, né tristezza, ma solo una forte consapevolezza dell’Essere
e di essere.
Ma chi sono? Come sono? Che mi viene chiesto di fare? Dove mi viene
detto di andare? Di che ho bisogno in questo mio stato di
appartenenza che sento così totale? Non lo so, non posso saperlo.
Sono troppo piccola per riuscire anche solo a immaginarlo e la storia
dell’uomo è ancora troppo recente per poter aver conseguito
consapevolezze certe, dalle proprie esperienze. Il tempo non ha
fretta! Il tempo scorre sulla nostra vita e la plasma, la modella, la
fa come lui ci vuole, la porta a lidi sconosciuti eppure sempre
sperati, le fa oltrepassare le soglie della nostra pochezza,
lentamente, come la brava madre che insegna al bambino la difficile
arte della sopravvivenza.
Al di fuori della mia volontà cerco di spingere il mio sguardo
ancora più lontano, verso il principio, l’incipit del quale tutti
parliamo nella nostra vita, senza mai riuscire a trovarlo. La mia
mente non ci può arrivare. Tutt’al più la mia intelligenza mi può
dire cogito ergo sum, penso quindi esisto, ma non mi sa dire il
motivo vero della mia esistenza. Ancora l’uomo non ha le ali per
poter volare e avvicinarsi al principio del tutto.
Dentro di me, da un po’ di tempo ormai, mentre mi perdo nello
spazio siderale alla ricerca di me stessa urgono delle parole
sentite e lette tante volte, che stanotte acquistano una valenza
tutta particolare:
In principio era il Verbo.........................
E dimorò fra noi in tutta semplicità, come uno di noi, per
conoscerci e capire l’eterno conflitto che agita i nostri cuori,
per aiutarci a crescere e a trovare il nostro posto nella sua
creazione, per insegnarci a sperare e soprattutto a credere che
questo nostro mondo meraviglioso non è frutto del caso ma di un
disegno preciso, esatto, divino.
E’ Natale stanotte, nelle case, nelle chiese, nelle strade,
nell’angolo silenzioso che ho scelto per guardare il cielo e
sentirmi in sintonia con questo Dio sconosciuto che si è fatto uomo
per noi, nell’angolo finalmente silenzioso del mio cuore. E in
questa notte di Natale così uguale alle altre eppure così diversa,
dove tutto mi dice di tornare bambina e guardare con gli occhi della
semplicità e della meraviglia tutto ciò che mi circonda, per trarre
da esso solo gioia, fiducia e speranza, non posso fare a meno di
gettare un ultimo sguardo nella profondità dell’ignoto, prima di
tornare ai miei affetti, alle mie certezze, agli sguardi di chi si
sarà interrogato sulla mia assenza, e sussurrare quella che può
essere l’inizio di una preghiera: in principio!.
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