Per quanto mi sforzi di lasciarmi avvolgere dall'atmosferea del Natale, che mi è sempre piaciuta tanto, quest'anno non mi riesce. Ce l'ho messa tutta per credere nei valori che mi porto dietro fin da bambina, ma l'impressione che ho di questo momento storico non è improntata all'ottimismo.
Restando in tema di Natale, mi viene spontaneo pensare all'Italia come a un grande albero, ricco di decorazioni e a prima vista anche molto bello, solo che se mi avvicino per prima cosa noto le palle che sono attaccate ai suoi rami: grandi sfere trasparenti ciascuna delle quali racchiude un uomo, perché sempre di più l'uomo si è rinchiuso nella propria solitudine, cercando di tenersi strette le ultime certezze che ha. Sono palle senza colore e senza luce e dunque per abbellire l'albero ci vogliono anche tanti fili argentati e fortunatamente sono tanti anche loro. Ogni filo è fatto della speranza che ogni uomo ha rivolto a ciò che ha ritenuto opportuno, e che gli da la possibilità di credere in un domani migliore. Sono discreti i fili argentati, brillano di luce tenue e delicata. Sono belli da vedere. Purtroppo sono quasi spenti e sovrastati dallo scintillio delle lucine, profuse in grande quantità, diverse le une dalle altre. Alcune di loro simulano fiammelle di fuoco, altre ancora la luce fredda delle stelle, certe sono fisse, ma le più vanno a intermittenza, ciascuna col suo ritmo, ciascuna con la sua velocità, ciascuna con i suoi colori più evidenziati. Molte di loro sono più forti di altre,con luce più sfacciata, quasi sgradevole da vedere, oserei dire da discoteca. Ma questo è un albero di Natale che è l'Italia, non ve lo scordate signori che dall'alto dei vostri scranni ci state riempiendo di effimere luci inconsistenti! Il tutto avvolto da una dolce musichetta che ci parla di equità! Ma dove è questa equità?
Ai piedi dell'albero ci sono tanti pacchi. Oh! Sono molto belli quei pacchi, incartati con arte e con gusto. Viene voglia di scartarli, di togliere quei fiocchi rossi che parlano di festa. Sono i regali per gli Italiani.......che ci sarà dentro? Qualcosa mi dice che sono uguali a quelli dell'anno precedente, ma incartati meglio, presentati con più stile: tasse, tagli, balzelli, mancanza di lavoro, povertà....fame! Meno male che vicino c'è ancora una grande pergamena aperta. Non è vistosa, non è addobbata, non è neanche bella, ma su di lei è scritta la nostra Costituzione, un argomento quasi sconosciuto ai più. Parla di futuro, di diritti, di speranza e ce l'ha fatta rivivere un grande Benigni, che per due ore ci ha fatto amare l'Italia e ci ha esortato a riconsiderare noi stessi e a non avere paura........a uscire da questo stato di frustrate prostrazione....da questo fate di me ciò che volete...tanto ormai!!! E allora se si rialza la testa e guardiamo ancora il grande albero di Natale Italia, vediamo che in cima brilla una stella azzurra che è nata da poco e che per arrivare a brillare di luce intensa ha bisogno di tempo, di lotta, di dolore, di pazienza, e più che altro di fede nell'avvenire
"Per aspera ad astra" non sono solo belle parole.....sono un progetto, un lavoro, un fine da raggiungere. Come? Cercando di uscire dal guazzabuglio nel quale ci hanno infilato coloro che dovevano guidarci. Sì! Ma io che posso fare?
C'è una frase di Baden Powell che dice "L'impresa riuscirà se ciascuno avrà fatto la sua parte". Ma quando si dice ciascuno...deve essere ciascuno,è chiaro? Sennò l'impresa non riesce! E il ciascuno non può essere solo la grande fetta dell'Italia che ad oggi è stata dissanguata. Ci sono anche gli altri!
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