E' strano e bellissimo come molte volte la fantasia si intrecci alla realtà, talmente strano,...... che anche per me che ho scritto questo racconto non è più possibile scindere il reale dall'immaginario ed è così che anche un racconto è diventato parte viva del mio andare e mi ha aiutato a ritrovare qualcosa di me che credevo di avere irrimediabilmente perduto
Ugo non è un uomo
come tutti gli altri, perché lui è un cercatore di stelle e forse è
per questo che è mio amico, perché anch’io sono una cercatrice
di stelle, ma mentre io mi limito a guardarle per catturarne la
poesia, lui invece oltre a questo fa della buona filosofia e andando
oltre, delle ottime osservazioni scientifiche, perché da astronomo
molto più che dilettante quale è, ha inviato le sue osservazioni ad
alcune riviste specializzate, ricevendone in cambio ringraziamenti e
incoraggiamenti ad approfondire certe sue ricerche.
Detto questo sarà
molto più facile capire tutto il resto, perché i cercatori di
stelle, sono un po’ diversi da tutti gli altri e quindi anche i
loro comportamenti e i loro sentimenti seguono vie diverse da quelle
usuali
O Holy Night, il
bellissimo canto di Natale è stato trovato da Ugo in una di queste
vie, una notte di Natale di qualche anno fa………….Un giorno,
non ricordo più quando, ma eravamo vicino al dieci di agosto,
stavamo proprio parlando di stelle e del fatto che sarebbe stato
bello poter organizzare un incontro , per
guardare la volta celeste proprio in occasione di San Lorenzo. Fu
solo un caso e solo un attimo, ma all’improvviso dalla sua camicia
fece capolino una medaglietta d’oro che mostrava incise solo poche
parole in corsivo, che però riuscii a leggere: O Holy Night!.
Che vuol dire? gli
domandai additando la medaglietta e non riuscendo a trattenere la
curiosità. Vuol dire O Notte Santa! Mi rispose tranquillamente
lui. Questo lo so anch’io, quello che volevo dire è perché ce
l’hai scritto su una medaglietta?! Ugo mi guardò, poi sorrise e
mi disse Ora te lo spiego e cominciò a parlare lentamente,
inizialmente un tantino a disagio come chi sa di stare mettendo a
nudo i suoi sentimenti più reconditi e sicuramente come se stesse
rivivendo quel momento che andava a raccontarmi…….
“……Tre anni fa
non era proprio un bel periodo per me, anzi ero decisamente a terra
per i motivi che conosci assai bene e che quindi non è il caso di
ricordare. Non so perché, ma via via che vedevo tutti i preparativi
del Natale, tutti gli addobbi, le vetrine colorate, tutto quel
parlare di festa insomma, mi sentivo sempre più triste, sempre più
desideroso di sparire, sempre più solo. Tu sai quanto è
importante per me il Natale e che cosa abbia sempre rappresentato
nella mia vita, …ma quella volta no! Mi dava noia, lo sentivo
falso, pesante, opprimente. La notte di Natale decisi che sarei stato
solo, non avevo voglia di vedere nessuno e così mi preparai a
passarla sul terrazzo insieme al mio cannocchiale. Ma non riuscivo a
vedere niente. Vedevo solo il buio della notte che incombeva sulle
stelle, le avvolgeva, le catturava,…. lo stesso buio che aveva
catturato la mia anima!.....Neanche ciò che mi piaceva tanto
riusciva più a interessarmi! Mi sentii veramente solo nell’universo.
Non mi accorsi
subito della musica,o se anche me ne resi conto, la considerai solo
qualcosa che veniva a disturbare il vuoto che avevo cercato di fare
intorno, ma poi lentamente questa si insinuò dentro di me e
nonostante me stesso mi costrinse ad ascoltare. La melodia arrivava
chiara, non così le parole e chi l’ascoltava nella casa dalla
quale proveniva, la faceva ricominciare non appena terminava e anche
se non sapevo che cosa dicessero le parole che non riuscivo a
sentire, a un certo punto mi accorsi che non mi interessava, perché
erano quelle note, solo quelle note che erano entrate nel mio cuore,
dentro l’anima, che l’avevano dilatata permettendo alle emozioni
di riprendere il giusto posto. Hai presente i maestri del colore che
con le loro pennellate danno vita a qualcosa di inanimato? Per me fu
così, e mentre quella musica mi inondava, era come se un pennello
dipingesse di luce tutto quello che avevo intorno, le case, gli
alberi, le colline che vedevo lontane, fino ad arrivare al cielo….
e più su più su! E mi ritrovai a dare io parole a quella musica.
Sentivo me stesso che diceva silenziosamente ‘O notte santa, grazie
che sei venuta a riportarmi quella luce che credevo di non essere più
capace di vedere. Grazie di aver riportato la luce nel mondo del
quale io sono parte vivente, cuore pulsante, mente vigilante. Grazie
per me e per tutti quelli che cercano la luce e che la trovano nel
momento in cui si arrendono a qualcosa di più grande che li cattura,
li guida verso nuove sponde’. ………Ecco! Tutto qui!
Sicuramente le parole non rendono giustizia al caldo sentimento di
appartenenza all’Essere, che provai in quel momento e che da allora
perdura in me, ma da allora sentii che volevo trattenere quel
momento vicino a me…che mi ricordasse sempre ciò che avevo
vissuto………”
Ugo tacque e per un
lungo momento l’emozione che era scorsa tra noi rimase tangibile
nell’aria in cui l’aspra canicola di agosto per un attimo si
ammorbidì nella bianca tenerezza del Natale….poi il tempo
ricominciò a scorrere.
Io e Ugo non abbiamo
più parlato di questa cosa, ma da allora O Holy Night è diventato
anche per me qualcosa di molto importante, una musica interiore che
mi accompagna nelle mie lunghe passeggiate in cui il pensiero sale in
alto a cercare forza per affrontare le prove della vita,una musica che mi
accompagnerà nella notte di Natale, una musica alla quale anch’io
ho cominciato a dare parole mie, diverse di volta in volta, ma che
parlano sempre di Luce.
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