lunedì 17 dicembre 2012

O Holy Night!

E' strano e bellissimo come molte volte la fantasia si intrecci alla realtà, talmente strano,...... che anche per me che ho scritto questo racconto non è più possibile scindere il reale dall'immaginario ed è così che anche un racconto è  diventato parte viva del mio andare e mi ha aiutato a ritrovare qualcosa di me che credevo  di avere irrimediabilmente perduto



Ugo non è un uomo come tutti gli altri, perché lui è un cercatore di stelle e forse è per questo che è mio amico, perché anch’io sono una cercatrice di stelle, ma mentre io mi limito a guardarle per catturarne la poesia, lui invece oltre a questo fa della buona filosofia e andando oltre, delle ottime osservazioni scientifiche, perché da astronomo molto più che dilettante quale è, ha inviato le sue osservazioni ad alcune riviste specializzate, ricevendone in cambio ringraziamenti e incoraggiamenti ad approfondire certe sue ricerche.

Detto questo sarà molto più facile capire tutto il resto, perché i cercatori di stelle, sono un po’ diversi da tutti gli altri e quindi anche i loro comportamenti e i loro sentimenti seguono vie diverse da quelle usuali

O Holy Night, il bellissimo canto di Natale è stato trovato da Ugo in una di queste vie, una notte di Natale di qualche anno fa………….Un giorno, non ricordo più quando, ma eravamo vicino al dieci di agosto, stavamo proprio parlando di stelle e del fatto che sarebbe stato bello poter organizzare un incontro , per guardare la volta celeste proprio in occasione di San Lorenzo. Fu solo un caso e solo un attimo, ma all’improvviso dalla sua camicia fece capolino una medaglietta d’oro che mostrava incise solo poche parole in corsivo, che però riuscii a leggere: O Holy Night!.

Che vuol dire? gli domandai additando la medaglietta e non riuscendo a trattenere la curiosità. Vuol dire O Notte Santa! Mi rispose tranquillamente lui. Questo lo so anch’io, quello che volevo dire è perché ce l’hai scritto su una medaglietta?! Ugo mi guardò, poi sorrise e mi disse Ora te lo spiego e cominciò a parlare lentamente, inizialmente un tantino a disagio come chi sa di stare mettendo a nudo i suoi sentimenti più reconditi e sicuramente come se stesse rivivendo quel momento che andava a raccontarmi…….

“……Tre anni fa non era proprio un bel periodo per me, anzi ero decisamente a terra per i motivi che conosci assai bene e che quindi non è il caso di ricordare. Non so perché, ma via via che vedevo tutti i preparativi del Natale, tutti gli addobbi, le vetrine colorate, tutto quel parlare di festa insomma, mi sentivo sempre più triste, sempre più desideroso di sparire, sempre più solo. Tu sai quanto è importante per me il Natale e che cosa abbia sempre rappresentato nella mia vita, …ma quella volta no! Mi dava noia, lo sentivo falso, pesante, opprimente. La notte di Natale decisi che sarei stato solo, non avevo voglia di vedere nessuno e così mi preparai a passarla sul terrazzo insieme al mio cannocchiale. Ma non riuscivo a vedere niente. Vedevo solo il buio della notte che incombeva sulle stelle, le avvolgeva, le catturava,…. lo stesso buio che aveva catturato la mia anima!.....Neanche ciò che mi piaceva tanto riusciva più a interessarmi! Mi sentii veramente solo nell’universo.

Non mi accorsi subito della musica,o se anche me ne resi conto, la considerai solo qualcosa che veniva a disturbare il vuoto che avevo cercato di fare intorno, ma poi lentamente questa si insinuò dentro di me e nonostante me stesso mi costrinse ad ascoltare. La melodia arrivava chiara, non così le parole e chi l’ascoltava nella casa dalla quale proveniva, la faceva ricominciare non appena terminava e anche se non sapevo che cosa dicessero le parole che non riuscivo a sentire, a un certo punto mi accorsi che non mi interessava, perché erano quelle note, solo quelle note che erano entrate nel mio cuore, dentro l’anima, che l’avevano dilatata permettendo alle emozioni di riprendere il giusto posto. Hai presente i maestri del colore che con le loro pennellate danno vita a qualcosa di inanimato? Per me fu così, e mentre quella musica mi inondava, era come se un pennello dipingesse di luce tutto quello che avevo intorno, le case, gli alberi, le colline che vedevo lontane, fino ad arrivare al cielo…. e più su più su! E mi ritrovai a dare io parole a quella musica. Sentivo me stesso che diceva silenziosamente ‘O notte santa, grazie che sei venuta a riportarmi quella luce che credevo di non essere più capace di vedere. Grazie di aver riportato la luce nel mondo del quale io sono parte vivente, cuore pulsante, mente vigilante. Grazie per me e per tutti quelli che cercano la luce e che la trovano nel momento in cui si arrendono a qualcosa di più grande che li cattura, li guida verso nuove sponde’. ………Ecco! Tutto qui! Sicuramente le parole non rendono giustizia al caldo sentimento di appartenenza all’Essere, che provai in quel momento e che da allora perdura in me, ma da allora sentii che volevo trattenere quel momento vicino a me…che mi ricordasse sempre ciò che avevo vissuto………”

Ugo tacque e per un lungo momento l’emozione che era scorsa tra noi rimase tangibile nell’aria in cui l’aspra canicola di agosto per un attimo si ammorbidì nella bianca tenerezza del Natale….poi il tempo ricominciò a scorrere.

Io e Ugo non abbiamo più parlato di questa cosa, ma da allora O Holy Night è diventato anche per me qualcosa di molto importante, una musica interiore che mi accompagna nelle mie lunghe passeggiate in cui il pensiero sale in alto a cercare forza per affrontare le prove della vita,una musica che mi accompagnerà nella notte di Natale, una musica alla quale anch’io ho cominciato a dare parole mie, diverse di volta in volta, ma che parlano sempre di Luce.


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