Potenza di un libro!
Prologo:
Pochi giorni fa ho visto il film "Il pranzo di Babette", e mi è piaciuto a tal punto che senza pensarci due volte sono andata a comprare il libro da cui il film è stato tratto. Ero sicura di che non sarei rimasta delusa dalla sua lettura perché l'autrice del libro è Karen Blixen..... e così è stato, ma non mi sarei mai aspettata che un film bello come quello che avevo appena visto, fosse stato tratto da un racconto di pochissime pagine.Il pranzo di Babette è un film del 1987, sceneggiato e diretto da
Gabriel Axel, tratto dall'omonimo racconto di Karen Blixen, vincitore
dell'Oscar al miglior film straniero.
Per chi non conosce né il film né il libro dirò solo che la storia si svolge tutta intorno a un pranzo raffinatissimo che ha luogo in un piccolo paese della Danimarca alla fine dell'ottocento..............
Racconto:
Ieri. Sono in cucina. La mia cucina è ampia, luminosa......strana. L'ho personalizzata giorno dopo giorno con piccoli accorgimenti che le hanno dato colore e vita. Nata come cucina 'all'americana', piano piano è diventata qualcosa di non ben definito, ma mio, piena di cesti di paglia, di quadri, di piccole librerie, di soprammobili inutili, ma che hanno una storia da raccontare. di sgabelli vecchi di legno sui quali fanno mostra di sé pentole altrettanto vecchie e inutilizzabili che andando in pensione sono diventate portafiori.
In genere lavoro volentieri nella mia cucina, .....ma ieri no! Ieri non sapevo da che parte farmi per venire a capo di tutto ciò che dovevo preparare e che nell'ordine consisteva in :
Il pranzo per ieri
Una cena per quindici persone sempre per ieri
Il pranzo per oggi (da lasciare pronto all'uso perché oggi non ci sarei stata)
Il pranzo di Capodanno al quale darò un ritocchino per dare nuova freschezza, mache il primo dell'anno non avrei potuto preparare sempre perché ho altre cose da fare.
Guardavo costernata il ripiano di marmo sul quale preparo tutti i miei manicaretti e mi dicevo che non ce l'avrei mai fatta a fare tutte quelle cose nel giro di cinque ore. Sul marmo avevo già versato la farina, e le avevo disposto le uova intorno........insomma il campo di battaglia era pronto, ma non avevo ancora trovato la tattica giusta per sconfiggere il nemico e stavo lì, davanti al monticello di farina senza neanche vederla con la testa persa nel nulla, girovagando in un mondo di colori che si drappeggiavano in magnifici arabeschi sempre diversi, davanti ai miei occhi.
Poi improvvisamente mi è tornata in mente Babette e la sua cucina e dopo è stato tutto un gioco da ragazzi, perché mi sono talmente immedesimata nella parte che alla fine credevo anche di avere il suo grande grembiule bianco. Le mie mani sono corse, agili, veloci su tutti gli ingredienti e quasi per magia sono venuti fuorri antipasti, paste al forno, arrosti, brasati, sformati, dolci di tanti tipi e tanto altro ancora e ho scoperto una volta di più, se ce ne fosse stato bisogno, che la fantasia è un sostegno formidabile alla difficoltà che molte volte riscontriamo nell'adempimento delle cose pratiche.
Alla fine con un pò di fatica, sono rientrata nella vita di tutti i giorni, un pò frastornata, un pò dispiaciuta di lasciare il mio mondo onirico, ma molto contenta del risultato. Non è la prima volta che vivo uno stato d'animo simile e la volta più eclatante fu a un Campo Estivo, dove per una settimana avevamo vissuto nell'ambientazione del Mago di Oz . Fu difficilissimo allora, tornare nella realtà di tutti i giorni, anche perché la trasposizione nel mondo della favola era stata un'esperienza collettiva, nel senso che nessuno di noi era riuscito a mantenere i piedi nella realtà ed eravamo diventati davvero i personaggi che interpretavamo. Il risultato di allora fu la gioia dei bambini che erano riusciti a vivere veramente una favola; quello di ieri tanto lavoro fatto in serenità e, cosa più incredibile....con poca fatica.
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