Stamani ho ripreso in mano un vecchio racconto. Sono passati tanti anni da quando l'ho scritto ed è stato più che altro uno sfogo fissato sulla carta. Sono affezionata alle sue parole e "Fiore di cappero" questo è il suo titolo, resterà sempre qualcosa di me , con me, per me...........................
Penso che il Natale faccia parte della mia vita, più di
ogni altra festa o ricorrenza. Sono cresciuta nello spirito del
Natale, e alla stessa maniera ho cresciuto i miei figli. Per me è
sempre stato un momento particolare in cui il calore domestico si
rinfocola e si irraggia a tutti gli altri. La bontà del Natale per
me non è ipocrisia, è sempre stata occasione di far vedere il bene
che volevo alle altre persone. Il Natale in casa nostra è sempre
cominciato il giorno di s. Lucia, non so perché. In quel giorno
l’albero e il presepio devono essere addobbati, le letterine
spedite a Babbo Natale, la casa adornata di fiocchi, di luci, di
candeline. Ho passato molti Natali splendidi quando ero bambina,
oserei dire quasi magici.
Ricordo che per me Babbo Natale scendeva
dal camino della cucina e solo dopo molti anni ho saputo che i
carabinieri salivano sul tetto e calavano una corda alla quale
avevano appeso il sacco con i miei regali. Quando ebbi una casa mia
feci in modo che il Natale trovasse il suo giusto spazio all’interno
delle sue mura e dei nostri cuori e devo dire di essere sempre
riuscita a ricreare un’ aria festosa durante i giorni che
precedevano l’arrivo di Gesù.
Sacro e profano si sono sempre
mescolati allegramente nel mio modo di intendere il Natale. Mi
piacevano i regali e i pacchettini colorati, è vero, mi piacevano le
luci e le palle di vetro appese all’albero, è vero, ma è
altrettanto vero che ho sempre sentito il mistero della venuta di
Cristo sulla terra in mezzo a noi uomini ed è proprio al Gesù
bambino del mio presepio che mi raccomandai la notte di Natale in cui
attendevo l’arrivo del mio primo figlio. Gesù era nato, ma lui aveva
rischiato di non nascere più e io in quella notte feci il voto di
accendere una candela, quella stessa candela che ancora è con me, ad ogni Natale che avrei passato su questa
terra e mi sentii tranquilla. E così è stato! Il Natale erano
anche le letterine che i miei bambini scrivevano sulla mensola
annerita del camino, letterine che poi bruciavamo per mandarle a
Babbo Natale “Correte a vedere in giardino il fumo che esce dal
camino, quello arriva direttamente a Babbo Natale, senza bisogno del postino.” dicevo a loro, che scappavano a guardare
il filo bianco che nella notte si innalzava verso la luna e le
stelle. Momenti magici! E la mattina di Natale, lunghe cacce al
tesoro e indovinelli ritardavano l’arrivo dei regali tanto
sospirati! Ma quante risate e quanto divertimento, e quanta gioia per
me vedere la felicità sul volto dei miei ragazzi. Poi consegnavo il
mio regalo a mio marito e il mio Natale finiva così, perché per me non
c’è mai stato niente, nemmeno un fiore, fino al giorno in cui i miei ragazzi non sono stati abbastanza grandi per capire...................e da allora non è mai mancato un pensierino per quella bambina che era rimasta la loro mamma il giorno di Natale. Prima di arrivare a quel momento alzavo le spalle e mi
dicevo che non mi importava, ma non era vero,ora lo so! Anzi.......l'ho sempre saputo!
( Tratto da "Fiore di Cappero")
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