San Silvestro, o come in molti l'hanno chiamato 'l'uomo di Costantino', nel senso che che fu sovrastato dalla personalità decisionale di quest'ultimo, è stato un Papa, che è vissuto appunto nel periodo di Costantino, in un passaggio epocale dalla civiltà pagana a quella cristiana.
Un pò come il passaggio epocale che stiamo passando noi in questo momento in cui per gli astronomi si transita dall'era dei pesci a quella dell'acquario, per la new age da un periodo di disordine a un lungo momento di pace e di valori ritrovati, per l'Europa da uno spread destabilizzante a uno spread vigilante, per l'Italia da una situazione socio-politica vergognosa a.................? C'è qualcuno che riesce già a immaginarlo?
Oggi è San Silvestro e per tutti questo santo ha perso il suo significato originario per diventare molto più semplicemente la fine dell'anno. Non credo che ci sia santo altrettanto festeggiato e altrettanto sconosciuto. In nome suo ci si riunisce, si fanno cene e brindisi, fuochi d'artificio, pronostici, oroscopi. Ci si raduna nelle piazze più importanti del mondo per aspettare un passaggio annuale, un passaggio che interessa il globo intero e che scandisce il nostro andare, numerando la nostra esistenza e il nostro passaggio temporale su questa terra.
Il mio oroscopo di oggi dice: "Non limitarti a vivere l'ultimo giorno
dell'anno come un giorno qualsiasi. Approfittane per trasformalo in
un'occasione di crescita e di espansione, per cambiare quello che ora
non ti sta più bene. E ricorda che per tramutare una banale occasione in
una fortunata opportunità è importante saper cogliere l'attimo. Auguri".
Le cose che non mi stanno bene sono diverse. Per alcune non posso proprio fare niente e me le devo tenere come sono, questo lo so già, e lo so da molto tempo,...............ma ce ne sono tante altre perbacco, che posso tentare di cambiare e se proprio non mi riesce, gettare dalla finestra, come facevamo una volta con gli oggetti che non servivano più.
Il ritorno all'essenziale per me è come un ritorno a casa, a quella mia, quella vera, di quando ero bambina, dove erano poche le cose che contavano veramente, ma quelle poche cose erano vissute intensamente e con partecipazione assoluta.
Essenziale per me significa anche espansione. Non espansione materiale e voluttuaria, ma espansione della mente, della capacità di vedere la vita, di darle un senso che permetta di andare oltre noi stessi verso qualcosa di più grande. Cosa sia il 'più grande' ciascuno lo deve vedere da sé. Non etichettiamo, come siamo sempre soliti fare, che cos'è il 'più grande'. E' solo nella libertà individuale che riusciamo a percepirlo e a desiderarlo.
Il mio augurio è che quest'anno ormai trascorso non sia quello che sta per lasciarci, ma quello che noi stiamo per lasciare, per andare verso un altro anno dove noi, tutti noi, siamo i protagonisti, i nocchieri della nostra nave della vita che va..........................
lunedì 31 dicembre 2012
domenica 30 dicembre 2012
Omaggio a Rita Levi Montalcini
Ciao Rita Levi Montalcini, grande Signora dei giorni di ieri e dei giorni nostri....la tua Mente ora può volare
A cento anni ho perso un po' la vista, molto l'udito.
Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene.
Ma penso più
adesso di quando avevo vent'anni.
Il corpo faccia quello che vuole.
Io
non sono il corpo:
io sono la mente.
Rita Levi Montalcini
Io,....Babette
Potenza di un libro!
Prologo:
Pochi giorni fa ho visto il film "Il pranzo di Babette", e mi è piaciuto a tal punto che senza pensarci due volte sono andata a comprare il libro da cui il film è stato tratto. Ero sicura di che non sarei rimasta delusa dalla sua lettura perché l'autrice del libro è Karen Blixen..... e così è stato, ma non mi sarei mai aspettata che un film bello come quello che avevo appena visto, fosse stato tratto da un racconto di pochissime pagine.Il pranzo di Babette è un film del 1987, sceneggiato e diretto da Gabriel Axel, tratto dall'omonimo racconto di Karen Blixen, vincitore dell'Oscar al miglior film straniero.
Per chi non conosce né il film né il libro dirò solo che la storia si svolge tutta intorno a un pranzo raffinatissimo che ha luogo in un piccolo paese della Danimarca alla fine dell'ottocento..............
Racconto:
Ieri. Sono in cucina. La mia cucina è ampia, luminosa......strana. L'ho personalizzata giorno dopo giorno con piccoli accorgimenti che le hanno dato colore e vita. Nata come cucina 'all'americana', piano piano è diventata qualcosa di non ben definito, ma mio, piena di cesti di paglia, di quadri, di piccole librerie, di soprammobili inutili, ma che hanno una storia da raccontare. di sgabelli vecchi di legno sui quali fanno mostra di sé pentole altrettanto vecchie e inutilizzabili che andando in pensione sono diventate portafiori.
In genere lavoro volentieri nella mia cucina, .....ma ieri no! Ieri non sapevo da che parte farmi per venire a capo di tutto ciò che dovevo preparare e che nell'ordine consisteva in :
Il pranzo per ieri
Una cena per quindici persone sempre per ieri
Il pranzo per oggi (da lasciare pronto all'uso perché oggi non ci sarei stata)
Il pranzo di Capodanno al quale darò un ritocchino per dare nuova freschezza, mache il primo dell'anno non avrei potuto preparare sempre perché ho altre cose da fare.
Guardavo costernata il ripiano di marmo sul quale preparo tutti i miei manicaretti e mi dicevo che non ce l'avrei mai fatta a fare tutte quelle cose nel giro di cinque ore. Sul marmo avevo già versato la farina, e le avevo disposto le uova intorno........insomma il campo di battaglia era pronto, ma non avevo ancora trovato la tattica giusta per sconfiggere il nemico e stavo lì, davanti al monticello di farina senza neanche vederla con la testa persa nel nulla, girovagando in un mondo di colori che si drappeggiavano in magnifici arabeschi sempre diversi, davanti ai miei occhi.
Poi improvvisamente mi è tornata in mente Babette e la sua cucina e dopo è stato tutto un gioco da ragazzi, perché mi sono talmente immedesimata nella parte che alla fine credevo anche di avere il suo grande grembiule bianco. Le mie mani sono corse, agili, veloci su tutti gli ingredienti e quasi per magia sono venuti fuorri antipasti, paste al forno, arrosti, brasati, sformati, dolci di tanti tipi e tanto altro ancora e ho scoperto una volta di più, se ce ne fosse stato bisogno, che la fantasia è un sostegno formidabile alla difficoltà che molte volte riscontriamo nell'adempimento delle cose pratiche.
Alla fine con un pò di fatica, sono rientrata nella vita di tutti i giorni, un pò frastornata, un pò dispiaciuta di lasciare il mio mondo onirico, ma molto contenta del risultato. Non è la prima volta che vivo uno stato d'animo simile e la volta più eclatante fu a un Campo Estivo, dove per una settimana avevamo vissuto nell'ambientazione del Mago di Oz . Fu difficilissimo allora, tornare nella realtà di tutti i giorni, anche perché la trasposizione nel mondo della favola era stata un'esperienza collettiva, nel senso che nessuno di noi era riuscito a mantenere i piedi nella realtà ed eravamo diventati davvero i personaggi che interpretavamo. Il risultato di allora fu la gioia dei bambini che erano riusciti a vivere veramente una favola; quello di ieri tanto lavoro fatto in serenità e, cosa più incredibile....con poca fatica.
Prologo:
Pochi giorni fa ho visto il film "Il pranzo di Babette", e mi è piaciuto a tal punto che senza pensarci due volte sono andata a comprare il libro da cui il film è stato tratto. Ero sicura di che non sarei rimasta delusa dalla sua lettura perché l'autrice del libro è Karen Blixen..... e così è stato, ma non mi sarei mai aspettata che un film bello come quello che avevo appena visto, fosse stato tratto da un racconto di pochissime pagine.Il pranzo di Babette è un film del 1987, sceneggiato e diretto da Gabriel Axel, tratto dall'omonimo racconto di Karen Blixen, vincitore dell'Oscar al miglior film straniero.
Per chi non conosce né il film né il libro dirò solo che la storia si svolge tutta intorno a un pranzo raffinatissimo che ha luogo in un piccolo paese della Danimarca alla fine dell'ottocento..............
Racconto:
Ieri. Sono in cucina. La mia cucina è ampia, luminosa......strana. L'ho personalizzata giorno dopo giorno con piccoli accorgimenti che le hanno dato colore e vita. Nata come cucina 'all'americana', piano piano è diventata qualcosa di non ben definito, ma mio, piena di cesti di paglia, di quadri, di piccole librerie, di soprammobili inutili, ma che hanno una storia da raccontare. di sgabelli vecchi di legno sui quali fanno mostra di sé pentole altrettanto vecchie e inutilizzabili che andando in pensione sono diventate portafiori.
In genere lavoro volentieri nella mia cucina, .....ma ieri no! Ieri non sapevo da che parte farmi per venire a capo di tutto ciò che dovevo preparare e che nell'ordine consisteva in :
Il pranzo per ieri
Una cena per quindici persone sempre per ieri
Il pranzo per oggi (da lasciare pronto all'uso perché oggi non ci sarei stata)
Il pranzo di Capodanno al quale darò un ritocchino per dare nuova freschezza, mache il primo dell'anno non avrei potuto preparare sempre perché ho altre cose da fare.
Guardavo costernata il ripiano di marmo sul quale preparo tutti i miei manicaretti e mi dicevo che non ce l'avrei mai fatta a fare tutte quelle cose nel giro di cinque ore. Sul marmo avevo già versato la farina, e le avevo disposto le uova intorno........insomma il campo di battaglia era pronto, ma non avevo ancora trovato la tattica giusta per sconfiggere il nemico e stavo lì, davanti al monticello di farina senza neanche vederla con la testa persa nel nulla, girovagando in un mondo di colori che si drappeggiavano in magnifici arabeschi sempre diversi, davanti ai miei occhi.
Poi improvvisamente mi è tornata in mente Babette e la sua cucina e dopo è stato tutto un gioco da ragazzi, perché mi sono talmente immedesimata nella parte che alla fine credevo anche di avere il suo grande grembiule bianco. Le mie mani sono corse, agili, veloci su tutti gli ingredienti e quasi per magia sono venuti fuorri antipasti, paste al forno, arrosti, brasati, sformati, dolci di tanti tipi e tanto altro ancora e ho scoperto una volta di più, se ce ne fosse stato bisogno, che la fantasia è un sostegno formidabile alla difficoltà che molte volte riscontriamo nell'adempimento delle cose pratiche.
Alla fine con un pò di fatica, sono rientrata nella vita di tutti i giorni, un pò frastornata, un pò dispiaciuta di lasciare il mio mondo onirico, ma molto contenta del risultato. Non è la prima volta che vivo uno stato d'animo simile e la volta più eclatante fu a un Campo Estivo, dove per una settimana avevamo vissuto nell'ambientazione del Mago di Oz . Fu difficilissimo allora, tornare nella realtà di tutti i giorni, anche perché la trasposizione nel mondo della favola era stata un'esperienza collettiva, nel senso che nessuno di noi era riuscito a mantenere i piedi nella realtà ed eravamo diventati davvero i personaggi che interpretavamo. Il risultato di allora fu la gioia dei bambini che erano riusciti a vivere veramente una favola; quello di ieri tanto lavoro fatto in serenità e, cosa più incredibile....con poca fatica.
sabato 29 dicembre 2012
Il lato positivo della Crisi
Ieri finalmente ho trovato un motivo per dire che la Crisi che stiamo vivendo ha i suoi risvolti positivi e questo motivo ha richiamato una serie impensata di richiami che mi hanno spinto a dire che tutto sommato questa crisi offre delle occasioni insperate a chi vuole giustificare una carenza qualsiasi.
Per prima cosa il motivo: panni da stirare.
Ieri guardavo con grande sconforto la pila di panni che avevo accumulato in queste feste. Si ergeva maestosa nel piccolo ripostiglio dove l'avevo confinata proprio per non vederla. Ma una certa pendenza che ho giudicato pericolosa mi ha spinto a prendere l'eroica decisione di stirare. Ho sempre detestato stirare! Poi si è accesa la lampadina. Perché stirare? Perché consumare tanta energia elettrica, che tutti cerchiamo di risparmiare? C'è la crisi e la crisi mi dice che devo risparmiare per poter pagare le tasse e le bollette che sono sempre più care. Bene, i panni non li stiro.....li piego. Ho portato il tutto in salotto, mi sono seduta sul divano dove, ho cominciato a mettere in fila i miei panni, rigorosamente stirati con le mani, mentre mi guardavo un film. Su quelli che avevano più bisogno di stendersi, mi ci sono seduta sopra, continuando a guardare il film naturalmente. Il risultato è stato eccellente e nel cesto sono rimasti solo alcuni capi, che hanno proprio bisogno del ferro da stiro, ma che essendo solo due o tre ho valutato non valesse la pena farlo al momento.Andando avanti dovrò portare delle piccole correzioni al mio nuovo modo di stirare, ma crisi o non crisi, sicuramente da ora in poi le cose andranno avanti così.
I richiami: per ora sono solo due o tre, ma sicuramente se ci sto attenta ne verranno fuori chissà quanti!
Il primo fattore di richiamo è stato quello dei vestiti.
Non mi è interessato mai molto di come sono vestita. per me la cosa importante è sempre stata essere comoda negli abiti che indosso e portandomi dietro il mio retaggio sessantottino, ho sempre privilegiato i camicioni e i maglioni grandi, lunghi che fanno quasi da vestito. Non è una questione di moda, perché non sono mai andata in deroga al mio modo di essere neanche quando la moda era superattillata, quasi da lasciare senza fiato, ma proprio di sentirmi a mio agio. Questi miei vestiti, proprio perché demodè, li ho sempre trovati in quella che io chiamo la mia boutique personale, un banco del mercato nel quale scegli da te, paghi (poco), porti a casa e se non ti piace, il giovedì successivo riporti e cambi. Improvvisamente la mia boutique è diventata un richiamo irresistibile per una quantità sempre crescente di persone che parlano di "vintage" e io mi sento, come dire......la stilista in questione, alla quale pensate un pò, vengono chiesti anche consigli!
Il secondo fattore di richiamo è stato quello dei capelli.
Sono venute terribilmente di moda le zazzere a diverse lunghezze o come le chiamo io, multilivellate e io in quelle sono maestra da sempre. Basta mettersi davanti allo specchio con un paio di forbici in mano e cercando di non infilarsi la punta in un occhio, dare una sforbiciata dietro all'altra. Il risultato è garantito e sembra anche attuale, visto che da diversi mesi a questa parte vedo che questo tipo di zazzera è in costante aumento.
La dieta dissociata unita al rifiuto della carne che fa male alla salute è il terzo fattore di richiamo e si commenta quasi da solo. Un piatto di pasta a pranzo e a cena qualcosa di sfizioso come un uovo, una scatoletta di tonno, perché "sa signora ....la carne mi sono proprio accorta che mi fa stare male non la posso proprio più sopportare!"
Il quarto fattore di richiamo, e qui mi inchino riverente, è la previdenza e la lungimiranza che ha avuto il mio Comune quando ha fatto la nuova illuminazione pubblica. Infatti la nostra illuminazione cittadina è rigorosamenta a luce gialla, che fa bene ai monumenti e agli occhi dei passanti ed è talmente bassa che a malapena si possono vedere i nostri piedi e fortunatamente ci salva dalle persone che di notte non vogliamo salutare, proprio perché. a meno di essere sotto un lampione, non le riconosciamo.. Tanto di cappello a una simile lungimiranza. Il mio Comune venti anni fa sapeva che oggi ci sarebbe stata la crisi ed è stato previdente!
E quanti altri fattori di richiamo mi vengono in mente! Ne farò uno studio, perché già in quelli che ho descritto ci sono grossi risvolti psicologici, degni di essere approfonditi, ma mica per gli altri, per me, proprio per me, per il mio modo di essere che è rimasto tale nella buona e nella cattiva sorte e del quale sono debitrice in toto a mio padre che avendo sperimentato la guerra e la prigionia mi ha tirato su nell'ottca che "ad abituarsi da strar male a star bene ci vuole un attimo, ma il contrario, se uno non ha da sempre avuto una sana disciplina da seguire, è quasi impossibile".
Per prima cosa il motivo: panni da stirare.
Ieri guardavo con grande sconforto la pila di panni che avevo accumulato in queste feste. Si ergeva maestosa nel piccolo ripostiglio dove l'avevo confinata proprio per non vederla. Ma una certa pendenza che ho giudicato pericolosa mi ha spinto a prendere l'eroica decisione di stirare. Ho sempre detestato stirare! Poi si è accesa la lampadina. Perché stirare? Perché consumare tanta energia elettrica, che tutti cerchiamo di risparmiare? C'è la crisi e la crisi mi dice che devo risparmiare per poter pagare le tasse e le bollette che sono sempre più care. Bene, i panni non li stiro.....li piego. Ho portato il tutto in salotto, mi sono seduta sul divano dove, ho cominciato a mettere in fila i miei panni, rigorosamente stirati con le mani, mentre mi guardavo un film. Su quelli che avevano più bisogno di stendersi, mi ci sono seduta sopra, continuando a guardare il film naturalmente. Il risultato è stato eccellente e nel cesto sono rimasti solo alcuni capi, che hanno proprio bisogno del ferro da stiro, ma che essendo solo due o tre ho valutato non valesse la pena farlo al momento.Andando avanti dovrò portare delle piccole correzioni al mio nuovo modo di stirare, ma crisi o non crisi, sicuramente da ora in poi le cose andranno avanti così.
I richiami: per ora sono solo due o tre, ma sicuramente se ci sto attenta ne verranno fuori chissà quanti!
Il primo fattore di richiamo è stato quello dei vestiti.
Non mi è interessato mai molto di come sono vestita. per me la cosa importante è sempre stata essere comoda negli abiti che indosso e portandomi dietro il mio retaggio sessantottino, ho sempre privilegiato i camicioni e i maglioni grandi, lunghi che fanno quasi da vestito. Non è una questione di moda, perché non sono mai andata in deroga al mio modo di essere neanche quando la moda era superattillata, quasi da lasciare senza fiato, ma proprio di sentirmi a mio agio. Questi miei vestiti, proprio perché demodè, li ho sempre trovati in quella che io chiamo la mia boutique personale, un banco del mercato nel quale scegli da te, paghi (poco), porti a casa e se non ti piace, il giovedì successivo riporti e cambi. Improvvisamente la mia boutique è diventata un richiamo irresistibile per una quantità sempre crescente di persone che parlano di "vintage" e io mi sento, come dire......la stilista in questione, alla quale pensate un pò, vengono chiesti anche consigli!
Il secondo fattore di richiamo è stato quello dei capelli.
Sono venute terribilmente di moda le zazzere a diverse lunghezze o come le chiamo io, multilivellate e io in quelle sono maestra da sempre. Basta mettersi davanti allo specchio con un paio di forbici in mano e cercando di non infilarsi la punta in un occhio, dare una sforbiciata dietro all'altra. Il risultato è garantito e sembra anche attuale, visto che da diversi mesi a questa parte vedo che questo tipo di zazzera è in costante aumento.
La dieta dissociata unita al rifiuto della carne che fa male alla salute è il terzo fattore di richiamo e si commenta quasi da solo. Un piatto di pasta a pranzo e a cena qualcosa di sfizioso come un uovo, una scatoletta di tonno, perché "sa signora ....la carne mi sono proprio accorta che mi fa stare male non la posso proprio più sopportare!"
Il quarto fattore di richiamo, e qui mi inchino riverente, è la previdenza e la lungimiranza che ha avuto il mio Comune quando ha fatto la nuova illuminazione pubblica. Infatti la nostra illuminazione cittadina è rigorosamenta a luce gialla, che fa bene ai monumenti e agli occhi dei passanti ed è talmente bassa che a malapena si possono vedere i nostri piedi e fortunatamente ci salva dalle persone che di notte non vogliamo salutare, proprio perché. a meno di essere sotto un lampione, non le riconosciamo.. Tanto di cappello a una simile lungimiranza. Il mio Comune venti anni fa sapeva che oggi ci sarebbe stata la crisi ed è stato previdente!
E quanti altri fattori di richiamo mi vengono in mente! Ne farò uno studio, perché già in quelli che ho descritto ci sono grossi risvolti psicologici, degni di essere approfonditi, ma mica per gli altri, per me, proprio per me, per il mio modo di essere che è rimasto tale nella buona e nella cattiva sorte e del quale sono debitrice in toto a mio padre che avendo sperimentato la guerra e la prigionia mi ha tirato su nell'ottca che "ad abituarsi da strar male a star bene ci vuole un attimo, ma il contrario, se uno non ha da sempre avuto una sana disciplina da seguire, è quasi impossibile".
venerdì 28 dicembre 2012
non sono una marziana
Fortunatamente per me, quella specie di atarassia che ha caratterizzato la mia giornata appena trascorsa, è già finita.Mi da sempre un gran fastridio quando vivo questi giorni eppure ogni tanto ci sono anche momenti di difesa della mente, che ha bisogno ogni tanto di riposarsi in una specie di grigio piattume dell'esistenza , nel quale non c'è né gioia né dolore. Ma non ci sto! A me piacciono i sentimenti forti, le cose che fanno ridero o piangere, forse perché per tanto tempo ho provato che cosa vuol dire l'indifferenza.....che è talmente orribile da farmi preferire anche di soffrire piuttosto che viverla anche per un altro solo attimo. Ma più che altro al di là della gioia che è così difficile da provare e del dolore che invece arriva in abbondanza ed è gratis, quello che mi interessa di più è pensare. Pensare per me non significa necessariamente essere intelligenti, o forse sì, non voglio essere modesta, ma sicuramente non significa essere furbi e questo lo so con sicurezza perché io non sono affatto furba. Io mi fido! E' un difetto di fabbricazione il mio, e non riesco a togliermelo. Io ho fiducia in tutti coloro che mi circondano e questo è un gran guaio, che il più delle volte va proprio a discapito dell'intelligenza. E forse è per questo che ho costruito un mondo mio, nel quale cerco di stare il più a lungo possibile, e dove il mio pensiero vola e spazia attraverso la poesia , la pittura, la scienza, le cose futili, le questioni esistenziali. In questo mio mondo elaboro anche teorie interessantissime, almeno per me, ....poi la pratica me le distrugge irrimediabilmente.
Alla fine, dopo anni e anni, in cui ho cercato di essere come tutti gli altri senza riuscirci, ho cominciato a pensare a me stessa con sincerità, tanto - mi sono detta - che cosa hai da perdere? Ormai sei in una fase della tua vita in cui non devi più dimostrare niente a nessuno............Eh no! cara mia - mi sono risposta subito - vorresti che fosse così, ma non lo è! Ti sei appena scordata che anche se la tua età prevede la pensione tra pochi anni, tu non sarai tra questi prescelti. Tu dovrai continuare a lavorare, a essere come gli altri ti vogliono, o almeno a far finta di esserlo. Per quanto tempo ancora non si sa, ma preparati ............
Peccato! Peccato, perché invece comincio veramente a piacermi, ad accettarmi, ad essere contenta di me stessa e dei superamenti che sono riuscita a fare sulle passioni umane, che tolgono così tanto alla gioia di vivere!
Intanto mi devo accontentare di scoprire ogni giorno qualcosa di me che non conoscevo o che non volevo vedere fino ad oggi, contentandomi di dire a spiegazione del mio modo di essere una frase che coniò per me il mio babbo tantissimi anni fa: Giuly cammina a tre passi da terra. Che è un altro modo di dire che ho la testa tra le nuvole. Ma mica sarò sola, no!? Chissà quanti altri come me sono su questa terra, sotto mentite spoglie!
Qualcuno già l'ho trovato, che uscendo timidamente un pò allo scoperto mi ha fatto capire di non essere ciò che appare...per .poi rientrare precipitosamente nel suo guscio. Mi è venuto da sorridere, perché sono tattiche che conosco molto bene e comunque forse sono segreti di pulcinella, specialmente per le persone care che ci vivono accanto........e parlando solo di me,anche se la vita per lunghissimi anni mi ha messo davanti a una sfida che potevo risolvere solo col senso pratico che non ho, è stato proprio il mio mondo immaginario, che venendo sempre in soccorso alla mia scarsa praticità, al mio limitato acume nel fiutare le fregature, alla mia ignoranza di tutto ciò che è diritto e dovere del lavoratore, mi ha aiutato a superare tutto, facendomi creare rapporti e legami con le persone con le quali interagivo e interagisco. E non parlo di legami e rapporti di lavoro, ma di stima, di amicizia e di affetto.Il resto per me è tutto contorno, se c'è bene, sennò mangio lo stesso. La politica? Ne parlo, ma senza grande cognizione di causa. L'economia?Faccio finta di capirla ma non ci capisco niente. I miei diritti? Meno male che c'è stato Benigni che mi ha fatto venire voglia di leggere la Costituzione.
Ergo! Ho scoperto che non sono una marziana ma sono io, proprio io, e sono contenta di esserlo ma me lo tengo per me! Penso che l'abbiano capito fino in fondo anche i miei figli che a Natale mi hanno regalato buoni per tanti cappuccini e tanti bomboloni e altri buoni per acquistare libri, libri, libri....che sono la mia passione!
Alla fine, dopo anni e anni, in cui ho cercato di essere come tutti gli altri senza riuscirci, ho cominciato a pensare a me stessa con sincerità, tanto - mi sono detta - che cosa hai da perdere? Ormai sei in una fase della tua vita in cui non devi più dimostrare niente a nessuno............Eh no! cara mia - mi sono risposta subito - vorresti che fosse così, ma non lo è! Ti sei appena scordata che anche se la tua età prevede la pensione tra pochi anni, tu non sarai tra questi prescelti. Tu dovrai continuare a lavorare, a essere come gli altri ti vogliono, o almeno a far finta di esserlo. Per quanto tempo ancora non si sa, ma preparati ............
Peccato! Peccato, perché invece comincio veramente a piacermi, ad accettarmi, ad essere contenta di me stessa e dei superamenti che sono riuscita a fare sulle passioni umane, che tolgono così tanto alla gioia di vivere!
Intanto mi devo accontentare di scoprire ogni giorno qualcosa di me che non conoscevo o che non volevo vedere fino ad oggi, contentandomi di dire a spiegazione del mio modo di essere una frase che coniò per me il mio babbo tantissimi anni fa: Giuly cammina a tre passi da terra. Che è un altro modo di dire che ho la testa tra le nuvole. Ma mica sarò sola, no!? Chissà quanti altri come me sono su questa terra, sotto mentite spoglie!
Qualcuno già l'ho trovato, che uscendo timidamente un pò allo scoperto mi ha fatto capire di non essere ciò che appare...per .poi rientrare precipitosamente nel suo guscio. Mi è venuto da sorridere, perché sono tattiche che conosco molto bene e comunque forse sono segreti di pulcinella, specialmente per le persone care che ci vivono accanto........e parlando solo di me,anche se la vita per lunghissimi anni mi ha messo davanti a una sfida che potevo risolvere solo col senso pratico che non ho, è stato proprio il mio mondo immaginario, che venendo sempre in soccorso alla mia scarsa praticità, al mio limitato acume nel fiutare le fregature, alla mia ignoranza di tutto ciò che è diritto e dovere del lavoratore, mi ha aiutato a superare tutto, facendomi creare rapporti e legami con le persone con le quali interagivo e interagisco. E non parlo di legami e rapporti di lavoro, ma di stima, di amicizia e di affetto.Il resto per me è tutto contorno, se c'è bene, sennò mangio lo stesso. La politica? Ne parlo, ma senza grande cognizione di causa. L'economia?Faccio finta di capirla ma non ci capisco niente. I miei diritti? Meno male che c'è stato Benigni che mi ha fatto venire voglia di leggere la Costituzione.
Ergo! Ho scoperto che non sono una marziana ma sono io, proprio io, e sono contenta di esserlo ma me lo tengo per me! Penso che l'abbiano capito fino in fondo anche i miei figli che a Natale mi hanno regalato buoni per tanti cappuccini e tanti bomboloni e altri buoni per acquistare libri, libri, libri....che sono la mia passione!
giovedì 27 dicembre 2012
L'ascolto
<<Quando non abbiamo niente da dire è più saggio mettersi in ascolto che tirare fuori inutili parole>>
(da - Piccoli >Pensieri di Kind Butterfly)
mercoledì 26 dicembre 2012
In Principio........
Stamani mi sono ritrovata a pensare al mio Natale appena trascorso .....e più che altro al fatto di aver trascorso dieci intensi minuti, nei quali per un attimo ho ritrovato il significato del Natale. Come è strana la vita! Riappropriarsi di un sentimento così grande nel momento i cui ho sentito il bisogno di andare a trovare Bali, il mio cane per amico! Insieme a lui ho salutato anche Brik, che è lì vicino a lui, un altro cane al quale ho voluto bene e che ha fatto parte della mia vita. E' strano, molto strano, che insieme a queste due presenze che sono nel mio cuore, ma non più fisicamente vicine a me, io abbia ritrovato quel momento che non so mai descrivere a parole, ma che una volta, quando era bambina mi era naturale e poi crescendo, si è disperso.......strano che io lo abbia ritrovato nel ricordo del grande cuore di due cani e non nel cuore degli uomini, delle persone che pure erano vicine a me..........................
Improvvisamente ho avuto bisogno di essere sola e ho lasciato la
piccola folla di parenti e di amici che dopo la Messa di mezzanotte,
si preparavano a farsi gli auguri di Natale e a scambiarsi i regali.
Ho bisogno di un attimo per me…solo un attimo.
In principio |
Un attimo, una vita, chissà!
Un attimo in cui tutto intorno a me è sparito e sono diventata parte
di quel cielo che guardavo ormai da svariati minuti. Mi sono persa in
quel nero trapunto di stelle, accarezzata dal gelido vento di
dicembre, avvolta nel silenzio primordiale che non si stanca di
parlare all’uomo. Ha tempo a sua disposizione quel silenzio così
gravido degli eventi trascorsi dell’umanità! Ha il tempo di
attendere che l’uomo capisca qualcosa di sé, prima di rivelare il
suo mistero. Tutto scorre più lento su, in quel cielo, vicino a
quelle stelle, che fanno parte del nostro orizzonte visibile, ma che
non comprendiamo. Guardo le stelle e loro mi guardano in un muto
dialogo senza parole. Eppure io sento che qualcosa scorre tra me e
questo grande universo che mi sovrasta, qualcosa che entrambi
conosciamo, qualcosa che viene da molto lontano e ha fissato i nostri
ruoli, anche se non riesco a capire che cosa possiamo avere in comune
io e il firmamento che vedo sopra di me, intorno a me. Non ho più la
chiave di lettura, se pure l’uomo un giorno ce l’ha mai avuta;
sento solo in maniera ancestrale che proveniamo dallo stesso luogo e
che ciò che ha dato vita a me e al mio genere è lo stesso soffio
vitale che ha creato le stelle, i pianeti, le comete, l’universo
tutto, l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo, la
musica delle sfere e il guizzo infuocato del pensiero.
Un attimo di eternità, forse!
Quello che sto vivendo è forse veramente un attimo di eternità, in
cui mi sento tutt’uno con il creato, un attimo in cui non c’è né
gioia, né tristezza, ma solo una forte consapevolezza dell’Essere
e di essere.
Ma chi sono? Come sono? Che mi viene chiesto di fare? Dove mi viene
detto di andare? Di che ho bisogno in questo mio stato di
appartenenza che sento così totale? Non lo so, non posso saperlo.
Sono troppo piccola per riuscire anche solo a immaginarlo e la storia
dell’uomo è ancora troppo recente per poter aver conseguito
consapevolezze certe, dalle proprie esperienze. Il tempo non ha
fretta! Il tempo scorre sulla nostra vita e la plasma, la modella, la
fa come lui ci vuole, la porta a lidi sconosciuti eppure sempre
sperati, le fa oltrepassare le soglie della nostra pochezza,
lentamente, come la brava madre che insegna al bambino la difficile
arte della sopravvivenza.
Al di fuori della mia volontà cerco di spingere il mio sguardo
ancora più lontano, verso il principio, l’incipit del quale tutti
parliamo nella nostra vita, senza mai riuscire a trovarlo. La mia
mente non ci può arrivare. Tutt’al più la mia intelligenza mi può
dire cogito ergo sum, penso quindi esisto, ma non mi sa dire il
motivo vero della mia esistenza. Ancora l’uomo non ha le ali per
poter volare e avvicinarsi al principio del tutto.
Dentro di me, da un po’ di tempo ormai, mentre mi perdo nello
spazio siderale alla ricerca di me stessa urgono delle parole
sentite e lette tante volte, che stanotte acquistano una valenza
tutta particolare:
In principio era il Verbo.........................
E dimorò fra noi in tutta semplicità, come uno di noi, per
conoscerci e capire l’eterno conflitto che agita i nostri cuori,
per aiutarci a crescere e a trovare il nostro posto nella sua
creazione, per insegnarci a sperare e soprattutto a credere che
questo nostro mondo meraviglioso non è frutto del caso ma di un
disegno preciso, esatto, divino.
E’ Natale stanotte, nelle case, nelle chiese, nelle strade,
nell’angolo silenzioso che ho scelto per guardare il cielo e
sentirmi in sintonia con questo Dio sconosciuto che si è fatto uomo
per noi, nell’angolo finalmente silenzioso del mio cuore. E in
questa notte di Natale così uguale alle altre eppure così diversa,
dove tutto mi dice di tornare bambina e guardare con gli occhi della
semplicità e della meraviglia tutto ciò che mi circonda, per trarre
da esso solo gioia, fiducia e speranza, non posso fare a meno di
gettare un ultimo sguardo nella profondità dell’ignoto, prima di
tornare ai miei affetti, alle mie certezze, agli sguardi di chi si
sarà interrogato sulla mia assenza, e sussurrare quella che può
essere l’inizio di una preghiera: in principio!.
martedì 25 dicembre 2012
Il Natale invisibile
Siamo di nuovo a Natale. Il
tempo è volato, o forse si è arrestato su quei fili di lampadine
luccicanti che ancora addobbano certe vetrine del Corso. Ma forse
quelle luminarie non sono lì per il Natale.
Stranamente non so come
cominciare a parlare del Natale. Ho le idee molto confuse, o forse,
meglio ancora, non ho idee.
L'unica cosa che posso dire
con assoluta certezza è che il Natale passato così, come ormai
succede da molti anni, non mi piace più, non mi dice più niente,
non mi parla al cuore, non mi spinge alla riflessione, non mi lascia
niente di niente....non è più Natale.
"Forse è una questione
di età!" mi sono detta. "Forse il trascorrere degli anni
mi ha inaridito..." ma non riesco neanche a terminare il
pensiero, perché so che non è vero. Io che ancora mi emoziono
davanti a una stella cadente, io che credo ancora che le favole
possano essere vere,...io, sarei inaridita davanti al prodigio del
Natale? Ma via! Non scherziamo.
Ma allora che cos'è questo
senso di incompiutezza, questa sensazione strana, che mi fa pensare a
una specie di assolvimento di un dovere, che la notte di Natale mi
spinge ad andare alla Messa, e poi a scartare i regali e a fare il
pranzo più ricco del solito? Tutto secondo copione, anno dopo anno,
tra panettoni e spumante che cominciano a girare nei nostri incontri,
per brindare con gli amici che poi non vedremo a Natale, perché
magari saranno in montagna o in qualche altro posto raggiunto con i
voli low cost;o per festeggiare con i colleghi di lavoro in un
ristorante inghirlandato, dove tra una portata e l'altra si parla di
tutto fuorché dell'evento e dell'attesa per cui in fin dei conti
sono lì. Non sentite anche voi queste cose? Questo senso di perdita
di qualcosa di molto più semplice, ma più vero, che però scaldava
il cuore e portava la mente ad aspettare la Pace nel mondo?
E la solidarietà! Sì!
Perché il Natale non era solamente una patetica rappresentazione di
buonismo, ma era anche ragionamento, lo stesso ragionamento che per
dirla con "Piccole Donne" che portarono il loro pranzo di
Natale a una famiglia più bisognosa di loro, nasceva dalla
consapevolezza di necessità materiali oltre che dal desiderio di
luci e di lustrini...e di panettoni e spumante. Era il calore che
avvicinava un uomo a un altro uomo, il desiderio di far felice
qualcun altro, oltre ai propri cari (perché questo è troppo facile
ovviamente), la gioia di infilare una manina dentro il buco del
camino e fare la scoperta della prima statuina del presepio ed essere
felici, sì, felici di questo, e stringersela al petto come un tesoro
prezioso, nell'attesa di un tesoro ancora più prezioso che tra poco
giungerà nella notte; era la condivisione del tuo pranzo con un
carcerato, solo con la sua pena e i suoi rimorsi e sentire che è una
cosa buona per l'altro, ma anche uno scrigno di brillanti per te; era
un momento passato sotto il vento sferzante a consolare qualcuno che
piange, perché per lui Natale non è più fonte di gioia, ma solo di
ricordi e di ribellione e sentire che la sua mano gelida che ora è
tra le tue, ti scalda come un termosifone, perché hai dato qualcosa
di tuo, che magari non sapevi neanche di avere, e come regalo hai
ricevuto la sua rabbia che ora si scioglie come neve al sole
scoprendo un cuore che ha solo bisogno di essere rassicurato, capito,
amato; era anche molto semplicemente uno sguardo che si posa su di
te, tanti sguardi che si posano su di te, con affetto, con attesa con
fiducia, sguardi che una volta avevano l'espressione dei bimbi e ora
sono diventati adulti e consapevoli........
Ora
Sono qui quegli sguardi, li
sento su di me, mentre accendo la candela che Natale dopo Natale, ha
illuminato la preghiera più intima del mio cuore. Non importa che mi
volti! Loro sono lì, tutti quanti e uno dopo l'altro si
materializzano dietro di me, intorno a me, primi tra tutti i miei
figli e poi tutti gli altri, le persone che mi vogliono bene e alle
quali voglio bene e anche quelle che fanno e hanno fatto parte della
mia vita. Un numero di persone vere, improvvisamente pastori, che
alla luce della mia candela accesa davanti al bambinello celebrano in
silenzio il Natale, in quel silenzio dove ogni parola sarebbe di
troppo e non riuscirebbe a spiegare la luce e il calore improvvisi
che in quel momento avvolge il mio presepio fatto solo di vita.
E' bello vedere quegli
sguardi e leggere le espressioni dei loro occhi. Mi riempiono il
cuore di dolcezza e fanno rivivere alla mia mente episodi che credevo
di aver dimenticato. Mi parlano di altri Natali quegli sguardi, di
piccoli e di grandi gesti, di momenti unici, che diventano le stelle
del cielo del mio presepio. Mi riportano a notti gelate e risate che
nascendo dal cuore scaldavano l'aria intorno....e l'anima; mi parlano
di fiocchi di neve, di fuoco, di fatica, di canti improvvisati, di
voglia di esserci;.....mi dicono anche di pene e sofferenze di chi
vuole per suo figlio un domani migliore e della ricerca della
speranza e di una luce che non si spenga, ma continui a brillare più
forte, più forte, più forte........e di tanto, tanto ancora.
"Eccomi qui, davanti a
te, anche quest'anno, piccolo bimbo indifeso, eccomi qui con la mia
tremula luce a dirti ancora una volta la mia fede in te. Non so se
questo mio presepio sarà di tuo gradimento! Sicuramente ce ne
saranno altri molto più belli, ma i miei pastori sono questi e sono
qui con me, anche se loro non lo sanno, e io non li cambierei con
nessun altro.
E' un Natale diverso questo,
lo sento! Lontano dai fronzoli, dalle apparenze e forse dalle cose
ovvie. Non aspetto grandi cose da me stessa. Spero solo di ritrovare
quella gioia semplice che vivevo da bambina, nelle piccole cose che
riuscirò a scorgere intorno a me".
lunedì 24 dicembre 2012
Viaggio surreale
Stamani l'oroscopo mi dice che in questa giornata farò un viaggio surreale. Di quale viaggio si parla non riesco nemmeno a immaginarlo, visto che la mia giornata oggi trascorrerà quasi tutta in cucina a scucchiaiare le prelibatezze del Natale e anche quelle della Vigilia.
Farò un viaggio tra le terre del caviale? O nel mare del salmone? Andrò per i boschi in cerca di tartufi e di funghi? O forse scalerò il Monte Bianco, mentre preparo l'omonimo dolce? Magari invece farò una scampagnata nei vigneti del Brunello e del Nobile di Montepulciano.........e se invec si trattasse solo di andare al funerale di quel bel cappone che tra poco finirà in pentola?
No! No! Niente tristezze oggi..........chissà forse magari mi potrebbe capitare di andare davvero fino a Siena e fare il mio viaggio surreale dal Nannini, dove mi potrei rimpinzare di pastine alla nocciola, che mi piacciono tanto, ma tanto!
Ma forse, il mio viaggio potrebbe essere sulle Alpi, perché per stanotte a mezzanotte preparerò il vin brulé e quando ne bevo un bicchierino, altro che viaggio surreale ragazzi..............................
Ancora non mando a nessuno i miei auguri, perché lo farò stanotte, dopo il vin brulé e quando la vigilia è passata e il Natale mi riempie con la sua gioia e anche con la sua malinconia, due sentimenti che si fondono e che ogni anno mi fanno provare una strana dolcezza che nessun altro giorno mi sa dare.
Farò un viaggio tra le terre del caviale? O nel mare del salmone? Andrò per i boschi in cerca di tartufi e di funghi? O forse scalerò il Monte Bianco, mentre preparo l'omonimo dolce? Magari invece farò una scampagnata nei vigneti del Brunello e del Nobile di Montepulciano.........e se invec si trattasse solo di andare al funerale di quel bel cappone che tra poco finirà in pentola?
No! No! Niente tristezze oggi..........chissà forse magari mi potrebbe capitare di andare davvero fino a Siena e fare il mio viaggio surreale dal Nannini, dove mi potrei rimpinzare di pastine alla nocciola, che mi piacciono tanto, ma tanto!
Ma forse, il mio viaggio potrebbe essere sulle Alpi, perché per stanotte a mezzanotte preparerò il vin brulé e quando ne bevo un bicchierino, altro che viaggio surreale ragazzi..............................
Ancora non mando a nessuno i miei auguri, perché lo farò stanotte, dopo il vin brulé e quando la vigilia è passata e il Natale mi riempie con la sua gioia e anche con la sua malinconia, due sentimenti che si fondono e che ogni anno mi fanno provare una strana dolcezza che nessun altro giorno mi sa dare.
domenica 23 dicembre 2012
Il decalogo dei desideri
Vorrei:
1) Che i giovani ritrovassero la speranza nel domani
2) Che sempre gli stessi giovani che hanno ritrovato la speranza nel domani, trovassero anche dentro di sé più grinta per affrontare le ingiustizie
3) Che sempre gli stessi giovani che hanno ritrovato la speranza del domani e dentro di sé la grinta per affrontare le ingiustizie, si unissero per fare un nuovo progetto di vita
4) Che sempre gli stessi giovani che hanno ritrovato la speranza del domani e dentro di sé la grinta per affrontare le ingiustizie e si sono uniti per fare un nuovo progetto di vita, cominciassero a rimboccarsi le maniche
5) Che sempre gli stessi giovani che hanno ritrovato la speranza del domani e dentro di sé la grinta per affrontare le ingiustizie , si sono uniti per fare un nuovo progetto di vita e si sono rimboccati le maniche, cominciassero a lavorare insieme per costruire il futuro
6) Che sempre gli stessi giovani che hanno ritrovato la speranza del domani e dentro di sé la grinta per affrontare le ingiustizie, si sono uniti per fare un nuovo progetto di vita, si sono rimboccati le maniche, hanno cominciato a lavorare insieme per costruire il futuro, lo facessero non solo per se stessi ma anche pensando alla generazione che verrà
7) Che sempre gli stessi giovani che hanno ritrovato la speranza del domani e dentro di sé la grinta per affrontare le ingiustizie, si sono uniti per fare un nuovo progetto di vita, si sono rimboccati le maniche, hanno cominciato a lavorare insieme per costruire il futuro facendolo non solo per se stessi ma anche pensando alla generazione che verrà, dessero valore a principi diversi da queli attuali
8) Che sempre gli stessi giovani che hanno ritrovato la speranza del domani e dentro di sé la grinta per affrontare le ingiustizie, si sono uniti per fare un nuovo progetto di vita, si sono rimboccati le maniche, hanno cominciato a lavorare insieme per costruire il futuro facendolo non solo per se stessi ma anche pensando alla generazione che verrà, dando valore a principi diversi da quelli attuali, costruissero una società dove la dignità umana è uguale per tutti
9) Che sempre gli stessi giovani che hanno ritrovato la speranza del domani e dentro di sé la grinta per affrontare le ingiustizie, si sono uniti per fare un nuovo progetto di vita, si sono rimboccati le maniche, hanno cominciato a lavorare insieme per costruire il futuro facendolo non solo per se stessi ma anche pensando alla generazione che verrà, dando valore a principi diversi da quelli attuali cominciando a costruire una società dove la dignità umana è uguale per tutti, si aprissero agli altri popoli per parlare un linguaggio nuovo
10) Che sempre gli stessi giovani che hanno ritrovato la speranza del domani e dentro di sé la grinta per affrontare le ingiustizie, si sono uniti per fare un nuovo progetto di vita, si sono rimboccati le maniche, hanno cominciato a lavorare insieme per costruire il futuro facendolo non solo per se stessi ma anche pensando alla generazione che verrà, dando valore a principi diversi da quelli attuali cominciando a costruire una società dove la dignità umana è uguale per tutti e poi si sono aperti agli altri popoli per parlare un linguaggio nuovo, alfine si riposassero e cominciassero a loro volta a sognare.
1) Che i giovani ritrovassero la speranza nel domani
2) Che sempre gli stessi giovani che hanno ritrovato la speranza nel domani, trovassero anche dentro di sé più grinta per affrontare le ingiustizie
3) Che sempre gli stessi giovani che hanno ritrovato la speranza del domani e dentro di sé la grinta per affrontare le ingiustizie, si unissero per fare un nuovo progetto di vita
4) Che sempre gli stessi giovani che hanno ritrovato la speranza del domani e dentro di sé la grinta per affrontare le ingiustizie e si sono uniti per fare un nuovo progetto di vita, cominciassero a rimboccarsi le maniche
5) Che sempre gli stessi giovani che hanno ritrovato la speranza del domani e dentro di sé la grinta per affrontare le ingiustizie , si sono uniti per fare un nuovo progetto di vita e si sono rimboccati le maniche, cominciassero a lavorare insieme per costruire il futuro
6) Che sempre gli stessi giovani che hanno ritrovato la speranza del domani e dentro di sé la grinta per affrontare le ingiustizie, si sono uniti per fare un nuovo progetto di vita, si sono rimboccati le maniche, hanno cominciato a lavorare insieme per costruire il futuro, lo facessero non solo per se stessi ma anche pensando alla generazione che verrà
7) Che sempre gli stessi giovani che hanno ritrovato la speranza del domani e dentro di sé la grinta per affrontare le ingiustizie, si sono uniti per fare un nuovo progetto di vita, si sono rimboccati le maniche, hanno cominciato a lavorare insieme per costruire il futuro facendolo non solo per se stessi ma anche pensando alla generazione che verrà, dessero valore a principi diversi da queli attuali
8) Che sempre gli stessi giovani che hanno ritrovato la speranza del domani e dentro di sé la grinta per affrontare le ingiustizie, si sono uniti per fare un nuovo progetto di vita, si sono rimboccati le maniche, hanno cominciato a lavorare insieme per costruire il futuro facendolo non solo per se stessi ma anche pensando alla generazione che verrà, dando valore a principi diversi da quelli attuali, costruissero una società dove la dignità umana è uguale per tutti
9) Che sempre gli stessi giovani che hanno ritrovato la speranza del domani e dentro di sé la grinta per affrontare le ingiustizie, si sono uniti per fare un nuovo progetto di vita, si sono rimboccati le maniche, hanno cominciato a lavorare insieme per costruire il futuro facendolo non solo per se stessi ma anche pensando alla generazione che verrà, dando valore a principi diversi da quelli attuali cominciando a costruire una società dove la dignità umana è uguale per tutti, si aprissero agli altri popoli per parlare un linguaggio nuovo
10) Che sempre gli stessi giovani che hanno ritrovato la speranza del domani e dentro di sé la grinta per affrontare le ingiustizie, si sono uniti per fare un nuovo progetto di vita, si sono rimboccati le maniche, hanno cominciato a lavorare insieme per costruire il futuro facendolo non solo per se stessi ma anche pensando alla generazione che verrà, dando valore a principi diversi da quelli attuali cominciando a costruire una società dove la dignità umana è uguale per tutti e poi si sono aperti agli altri popoli per parlare un linguaggio nuovo, alfine si riposassero e cominciassero a loro volta a sognare.
sabato 22 dicembre 2012
Stargate
L'immagine sottostante potrebbe essere una 'Porta delle stelle', un passaggio spazio-temporale nell'Infinito.
Poi, magari è solo un'aberrazione dell'obiettivo, ma non importa....almeno non nel mio caso.
Perché? Semplice! Perché io ho bisogno di sognare, ne ho bisogno quasi quanto di bere e di mangiare. I sogni sono il cibo della mia testolina, che non vuole adattarsi alla razionalità della vita.
Per me pensare a uno 'Stargate' e pensarlo come porta che conduce in altre dimensioni è come per Alice nel Paese delle meraviglie, entrare dalla porta piccolissima che vede giù in fondo alla stanza e dalla quale razionalmente sa di non poter passare, ma che con la fantasia riesce a oltrepassare in un attimo. Ebbene, nonostante la mia età, la mia esperienza di vita, appena ho visto quest'immagine, non ho esitato ad attaccarmi all'ombrellino di Mary Poppins e sono volata fino a lei. Lì giunta, ho esitato per un attimo....entro o non entro? Ho alzato le spalle e sono entrata.................e che mondo ho trovato, che colori, che fantastici paesaggi, che città! Peccato che non ve le possa mostrare, perché sono solo dentro la mia immaginazione, in un recondito angolino del mio cervello, che ogni tanto me le proietta gratis davanti agli occhi e mi fa vedere un film di fantascienza completamente inedito e tutto per me.
Molte persone per queste Feste, andranno in montagna, altre faranno brevi viaggi, ........io mi sono contentata di andare oltre la Porta delle Stelle. Non è un viaggio che tutti possono fare.
venerdì 21 dicembre 2012
La fine del mondo
Nibiru......... |
..........e il nostro bel Sole |
Ora siamo al 21 di dicembre, stiamo vivendo questo giorno, che invece si presenta con le solite cose: lavoro per chi ce l'ha, ricerca di lavoro per chi non ce l'ha; bollette da pagare per tutti (valeva la pena che ci fosse la fine del mondo, giusto per non pagare quelle) con le stesse facce lugubri sui telegiornali, facce che di qui in avanti vedremo sempre di più, fino a giungere all'apoteosi del 24 di febbraio, giorno in cui voteremo e ci prepareremo a una nuova fine del mondo. Speriamo che sia la fine di questo mondo nauseante e che ci fa vivere albe grigie e tramonti amari..........ma non credo che cambierà molto visto che le facce sono sempre le stesse.
Ora visto che il piccolo brivido della fine del mondo sta passando, non ci rimane altro che avviarci da bravi pastori sulla strada del Natale animati come sempre dai nostri migliori sentimenti, che parlano di feste, di regali, di luci, di settimane bianche, di centri commerciali, di altre svanziche e pippe varie, perché è quella l'unica strada che conosciamo ormai per arrivare alla capanna dove il bimbo fa la nanna e non ci accorgiamo più che invece lì accanto c'è un'altra strada, vecchia di duemila anni, che è stata solcata da altre persone, diverse da noi, che a quel Bimbo chiedevano Pace, Speranza, Giustizia, Amore.
Persone illuse quelle! Ma le preferisco a ciò che siamo diventati noi. E' questa la fine del mondo che vorrei, la fine che spero avvenga il prima possibile............vorrei che avesse il suo inizio proprio in qusto giorno, solstizio d'inverno, giorno della luce, fine del lungo computo.....principio di nuovi valori........
giovedì 20 dicembre 2012
Il mio Natale
Quante volte, nel silenzio della notte, durante una passeggiata, vivo questo Natale. E' il mio Natale, il momento in cui ogni volta nasco un pò, nello stupore di trovare in ciò che mi circonda, una parte di me della quale ancora non avevo consapevolezza. Che attimi stupendi sono quelli......sentire che siamo infiniti, poliedrici, diamanti multiformi di un gioiello che non riusciamo a vedere e neanche a immaginare con la più fertile fantasia..........il senso di appartenenza, di mistero, di silenzio totale, nel quale è bello entrare e lasciarsi cullare.....................
Freddo. Ma di neve.
Che notte di gelata trasparenza!
Le mani in tasca, il bavero alzato,
offro il mio viso al vento
che porta profumi di fuoco,
e di feste colorate di ridente allegria.
Come tutto ciò è lontano dalla mente mia!
Il mio sguardo scivola lentamente
sui grigi tetti e gli scuri camini
e si perde laggiù nella valle,
dove centinai di piccole luci
fanno il presepio dell'umanità
che pulsa, che vive, che corre nella notte,
verso il proprio destino.
Momento di silenzio cristallino!
Sotto il manto di stelle
che il novilunio di velluto nero
esalta come splendidi diamanti,
ecco una stella di luce intensa, dorata...
L'ho vista, o l'ho solo sognata?
Da dietro il velo di rugiada,
o di brina, chissà! degli occhi miei,
che l'hanno dilatata e frammentata
in mille raggi, vagabondi nel cielo.
E' il mio Natale!
E' l'attimo infinito che mi dilata il cuore,
dal quale sgorga una parola: pace.
Pace per tutto il mondo.
Pace anche per me.
mercoledì 19 dicembre 2012
Per aspera ad astra
Per quanto mi sforzi di lasciarmi avvolgere dall'atmosferea del Natale, che mi è sempre piaciuta tanto, quest'anno non mi riesce. Ce l'ho messa tutta per credere nei valori che mi porto dietro fin da bambina, ma l'impressione che ho di questo momento storico non è improntata all'ottimismo.
Restando in tema di Natale, mi viene spontaneo pensare all'Italia come a un grande albero, ricco di decorazioni e a prima vista anche molto bello, solo che se mi avvicino per prima cosa noto le palle che sono attaccate ai suoi rami: grandi sfere trasparenti ciascuna delle quali racchiude un uomo, perché sempre di più l'uomo si è rinchiuso nella propria solitudine, cercando di tenersi strette le ultime certezze che ha. Sono palle senza colore e senza luce e dunque per abbellire l'albero ci vogliono anche tanti fili argentati e fortunatamente sono tanti anche loro. Ogni filo è fatto della speranza che ogni uomo ha rivolto a ciò che ha ritenuto opportuno, e che gli da la possibilità di credere in un domani migliore. Sono discreti i fili argentati, brillano di luce tenue e delicata. Sono belli da vedere. Purtroppo sono quasi spenti e sovrastati dallo scintillio delle lucine, profuse in grande quantità, diverse le une dalle altre. Alcune di loro simulano fiammelle di fuoco, altre ancora la luce fredda delle stelle, certe sono fisse, ma le più vanno a intermittenza, ciascuna col suo ritmo, ciascuna con la sua velocità, ciascuna con i suoi colori più evidenziati. Molte di loro sono più forti di altre,con luce più sfacciata, quasi sgradevole da vedere, oserei dire da discoteca. Ma questo è un albero di Natale che è l'Italia, non ve lo scordate signori che dall'alto dei vostri scranni ci state riempiendo di effimere luci inconsistenti! Il tutto avvolto da una dolce musichetta che ci parla di equità! Ma dove è questa equità?
Ai piedi dell'albero ci sono tanti pacchi. Oh! Sono molto belli quei pacchi, incartati con arte e con gusto. Viene voglia di scartarli, di togliere quei fiocchi rossi che parlano di festa. Sono i regali per gli Italiani.......che ci sarà dentro? Qualcosa mi dice che sono uguali a quelli dell'anno precedente, ma incartati meglio, presentati con più stile: tasse, tagli, balzelli, mancanza di lavoro, povertà....fame! Meno male che vicino c'è ancora una grande pergamena aperta. Non è vistosa, non è addobbata, non è neanche bella, ma su di lei è scritta la nostra Costituzione, un argomento quasi sconosciuto ai più. Parla di futuro, di diritti, di speranza e ce l'ha fatta rivivere un grande Benigni, che per due ore ci ha fatto amare l'Italia e ci ha esortato a riconsiderare noi stessi e a non avere paura........a uscire da questo stato di frustrate prostrazione....da questo fate di me ciò che volete...tanto ormai!!! E allora se si rialza la testa e guardiamo ancora il grande albero di Natale Italia, vediamo che in cima brilla una stella azzurra che è nata da poco e che per arrivare a brillare di luce intensa ha bisogno di tempo, di lotta, di dolore, di pazienza, e più che altro di fede nell'avvenire
"Per aspera ad astra" non sono solo belle parole.....sono un progetto, un lavoro, un fine da raggiungere. Come? Cercando di uscire dal guazzabuglio nel quale ci hanno infilato coloro che dovevano guidarci. Sì! Ma io che posso fare?
C'è una frase di Baden Powell che dice "L'impresa riuscirà se ciascuno avrà fatto la sua parte". Ma quando si dice ciascuno...deve essere ciascuno,è chiaro? Sennò l'impresa non riesce! E il ciascuno non può essere solo la grande fetta dell'Italia che ad oggi è stata dissanguata. Ci sono anche gli altri!
Restando in tema di Natale, mi viene spontaneo pensare all'Italia come a un grande albero, ricco di decorazioni e a prima vista anche molto bello, solo che se mi avvicino per prima cosa noto le palle che sono attaccate ai suoi rami: grandi sfere trasparenti ciascuna delle quali racchiude un uomo, perché sempre di più l'uomo si è rinchiuso nella propria solitudine, cercando di tenersi strette le ultime certezze che ha. Sono palle senza colore e senza luce e dunque per abbellire l'albero ci vogliono anche tanti fili argentati e fortunatamente sono tanti anche loro. Ogni filo è fatto della speranza che ogni uomo ha rivolto a ciò che ha ritenuto opportuno, e che gli da la possibilità di credere in un domani migliore. Sono discreti i fili argentati, brillano di luce tenue e delicata. Sono belli da vedere. Purtroppo sono quasi spenti e sovrastati dallo scintillio delle lucine, profuse in grande quantità, diverse le une dalle altre. Alcune di loro simulano fiammelle di fuoco, altre ancora la luce fredda delle stelle, certe sono fisse, ma le più vanno a intermittenza, ciascuna col suo ritmo, ciascuna con la sua velocità, ciascuna con i suoi colori più evidenziati. Molte di loro sono più forti di altre,con luce più sfacciata, quasi sgradevole da vedere, oserei dire da discoteca. Ma questo è un albero di Natale che è l'Italia, non ve lo scordate signori che dall'alto dei vostri scranni ci state riempiendo di effimere luci inconsistenti! Il tutto avvolto da una dolce musichetta che ci parla di equità! Ma dove è questa equità?
Ai piedi dell'albero ci sono tanti pacchi. Oh! Sono molto belli quei pacchi, incartati con arte e con gusto. Viene voglia di scartarli, di togliere quei fiocchi rossi che parlano di festa. Sono i regali per gli Italiani.......che ci sarà dentro? Qualcosa mi dice che sono uguali a quelli dell'anno precedente, ma incartati meglio, presentati con più stile: tasse, tagli, balzelli, mancanza di lavoro, povertà....fame! Meno male che vicino c'è ancora una grande pergamena aperta. Non è vistosa, non è addobbata, non è neanche bella, ma su di lei è scritta la nostra Costituzione, un argomento quasi sconosciuto ai più. Parla di futuro, di diritti, di speranza e ce l'ha fatta rivivere un grande Benigni, che per due ore ci ha fatto amare l'Italia e ci ha esortato a riconsiderare noi stessi e a non avere paura........a uscire da questo stato di frustrate prostrazione....da questo fate di me ciò che volete...tanto ormai!!! E allora se si rialza la testa e guardiamo ancora il grande albero di Natale Italia, vediamo che in cima brilla una stella azzurra che è nata da poco e che per arrivare a brillare di luce intensa ha bisogno di tempo, di lotta, di dolore, di pazienza, e più che altro di fede nell'avvenire
"Per aspera ad astra" non sono solo belle parole.....sono un progetto, un lavoro, un fine da raggiungere. Come? Cercando di uscire dal guazzabuglio nel quale ci hanno infilato coloro che dovevano guidarci. Sì! Ma io che posso fare?
C'è una frase di Baden Powell che dice "L'impresa riuscirà se ciascuno avrà fatto la sua parte". Ma quando si dice ciascuno...deve essere ciascuno,è chiaro? Sennò l'impresa non riesce! E il ciascuno non può essere solo la grande fetta dell'Italia che ad oggi è stata dissanguata. Ci sono anche gli altri!
martedì 18 dicembre 2012
Filastrocca di Natale
Questo
è un regalo di Natale....un pò di parole, poca rima, un pizzico di ironia............e tanto affetto!
Buon Natale! Buon Natale!
Che di giorno non c'è
uguale!
Lo dicevano gioconni
mamme, babbi, zie e nonni.
Quando era non si sa,
certo molto tempo fa!
Ieri c'era il bambinello
oggi c'è ...'Grande
fratello'
Anche il bue se n'è andato
francamente disgustato
del suo stato all'HIV
e al suo posto ha messo un
Suv.
I pastori son scappati
tutti insiem terrorizzati
dalla legge di equità
che di tasse in quantità
han coperto la capanna
mentre l'IMU canta osanna
Il ciuchino invece è lì
per i ciuchi che son qui.
Testa bassa e soma pesa
passo lento, zampa tesa
per non render tutto vano
ciò che venne da lontano
Giuly ciuchina |
una notte senza luna
dove un bimbo nella cuna
venne al mondo infreddolito
non di porpora vestito
ma era re e appena nato
dai pastori fu adorato
poi dai Magi re potenti
precursori degli eventi.
Oggi invece la Novella
che era buona e anche bella
come favola è restata
e da tutti festeggiata
con pacchetti e ricchi doni
non Natal ma Nataloni
fatti solo per la gente
che non crede più a niente.
Oggi vai alla 'Capannina'
col DJ che fa manfrina
con le note che nel ballo
ti conducono allo sballo!
Ma che pena sto Natale!
Cento lire non le vale!
E con l'euro s'è trovato
sopra un banco a far
mercato.
Vende giochi e cotechini
alambicchi e brillantini
tutto a un prezzo che non
vale
...ma nel nome del Natale!
Passerà questa giornata
fatta di allegria forzata
di buonismo falso e gretto
ma va a farti un bel
giretto!
Ma poi viene da lontano
un bisbiglio noto e strano
sono voci di bambini
che son stati a me vicini
"Mentre il sole lemme
lemme
dietro i monti se ne
andava....."
mi riporta alle emozioni
che cancellan le finzioni
di un Natale ormai a
brandelli
pieno sol di tanti orpelli.
Io rivoglio il mio Natale
che di giorni non c'è
uguale
e la luce del mio cero
che lo accendo, prego e
spero
e in un attimo che è eterno
del mio mondo è centro, è
perno.
Io lo guardo mentre brilla
seguo il fumo e la favilla
ed affido a lui i miei cari
che per me son doni rari.
Voglio questo e niente più
e nel nome di Gesù
dico a tutti Buon Natale
e ai miei figli più
speciale.
lunedì 17 dicembre 2012
O Holy Night!
E' strano e bellissimo come molte volte la fantasia si intrecci alla realtà, talmente strano,...... che anche per me che ho scritto questo racconto non è più possibile scindere il reale dall'immaginario ed è così che anche un racconto è diventato parte viva del mio andare e mi ha aiutato a ritrovare qualcosa di me che credevo di avere irrimediabilmente perduto
Ugo non è un uomo
come tutti gli altri, perché lui è un cercatore di stelle e forse è
per questo che è mio amico, perché anch’io sono una cercatrice
di stelle, ma mentre io mi limito a guardarle per catturarne la
poesia, lui invece oltre a questo fa della buona filosofia e andando
oltre, delle ottime osservazioni scientifiche, perché da astronomo
molto più che dilettante quale è, ha inviato le sue osservazioni ad
alcune riviste specializzate, ricevendone in cambio ringraziamenti e
incoraggiamenti ad approfondire certe sue ricerche.
Detto questo sarà
molto più facile capire tutto il resto, perché i cercatori di
stelle, sono un po’ diversi da tutti gli altri e quindi anche i
loro comportamenti e i loro sentimenti seguono vie diverse da quelle
usuali
O Holy Night, il
bellissimo canto di Natale è stato trovato da Ugo in una di queste
vie, una notte di Natale di qualche anno fa………….Un giorno,
non ricordo più quando, ma eravamo vicino al dieci di agosto,
stavamo proprio parlando di stelle e del fatto che sarebbe stato
bello poter organizzare un incontro , per
guardare la volta celeste proprio in occasione di San Lorenzo. Fu
solo un caso e solo un attimo, ma all’improvviso dalla sua camicia
fece capolino una medaglietta d’oro che mostrava incise solo poche
parole in corsivo, che però riuscii a leggere: O Holy Night!.
Che vuol dire? gli
domandai additando la medaglietta e non riuscendo a trattenere la
curiosità. Vuol dire O Notte Santa! Mi rispose tranquillamente
lui. Questo lo so anch’io, quello che volevo dire è perché ce
l’hai scritto su una medaglietta?! Ugo mi guardò, poi sorrise e
mi disse Ora te lo spiego e cominciò a parlare lentamente,
inizialmente un tantino a disagio come chi sa di stare mettendo a
nudo i suoi sentimenti più reconditi e sicuramente come se stesse
rivivendo quel momento che andava a raccontarmi…….
“……Tre anni fa
non era proprio un bel periodo per me, anzi ero decisamente a terra
per i motivi che conosci assai bene e che quindi non è il caso di
ricordare. Non so perché, ma via via che vedevo tutti i preparativi
del Natale, tutti gli addobbi, le vetrine colorate, tutto quel
parlare di festa insomma, mi sentivo sempre più triste, sempre più
desideroso di sparire, sempre più solo. Tu sai quanto è
importante per me il Natale e che cosa abbia sempre rappresentato
nella mia vita, …ma quella volta no! Mi dava noia, lo sentivo
falso, pesante, opprimente. La notte di Natale decisi che sarei stato
solo, non avevo voglia di vedere nessuno e così mi preparai a
passarla sul terrazzo insieme al mio cannocchiale. Ma non riuscivo a
vedere niente. Vedevo solo il buio della notte che incombeva sulle
stelle, le avvolgeva, le catturava,…. lo stesso buio che aveva
catturato la mia anima!.....Neanche ciò che mi piaceva tanto
riusciva più a interessarmi! Mi sentii veramente solo nell’universo.
Non mi accorsi
subito della musica,o se anche me ne resi conto, la considerai solo
qualcosa che veniva a disturbare il vuoto che avevo cercato di fare
intorno, ma poi lentamente questa si insinuò dentro di me e
nonostante me stesso mi costrinse ad ascoltare. La melodia arrivava
chiara, non così le parole e chi l’ascoltava nella casa dalla
quale proveniva, la faceva ricominciare non appena terminava e anche
se non sapevo che cosa dicessero le parole che non riuscivo a
sentire, a un certo punto mi accorsi che non mi interessava, perché
erano quelle note, solo quelle note che erano entrate nel mio cuore,
dentro l’anima, che l’avevano dilatata permettendo alle emozioni
di riprendere il giusto posto. Hai presente i maestri del colore che
con le loro pennellate danno vita a qualcosa di inanimato? Per me fu
così, e mentre quella musica mi inondava, era come se un pennello
dipingesse di luce tutto quello che avevo intorno, le case, gli
alberi, le colline che vedevo lontane, fino ad arrivare al cielo….
e più su più su! E mi ritrovai a dare io parole a quella musica.
Sentivo me stesso che diceva silenziosamente ‘O notte santa, grazie
che sei venuta a riportarmi quella luce che credevo di non essere più
capace di vedere. Grazie di aver riportato la luce nel mondo del
quale io sono parte vivente, cuore pulsante, mente vigilante. Grazie
per me e per tutti quelli che cercano la luce e che la trovano nel
momento in cui si arrendono a qualcosa di più grande che li cattura,
li guida verso nuove sponde’. ………Ecco! Tutto qui!
Sicuramente le parole non rendono giustizia al caldo sentimento di
appartenenza all’Essere, che provai in quel momento e che da allora
perdura in me, ma da allora sentii che volevo trattenere quel
momento vicino a me…che mi ricordasse sempre ciò che avevo
vissuto………”
Ugo tacque e per un
lungo momento l’emozione che era scorsa tra noi rimase tangibile
nell’aria in cui l’aspra canicola di agosto per un attimo si
ammorbidì nella bianca tenerezza del Natale….poi il tempo
ricominciò a scorrere.
Io e Ugo non abbiamo
più parlato di questa cosa, ma da allora O Holy Night è diventato
anche per me qualcosa di molto importante, una musica interiore che
mi accompagna nelle mie lunghe passeggiate in cui il pensiero sale in
alto a cercare forza per affrontare le prove della vita,una musica che mi
accompagnerà nella notte di Natale, una musica alla quale anch’io
ho cominciato a dare parole mie, diverse di volta in volta, ma che
parlano sempre di Luce.
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