mercoledì 5 settembre 2012

La città invisibile


In virtù del 'silenzio assenso'.................................................



....................Ma mi rimane dentro la luce di quel sorriso, la complicità di quello sguardo rivolto verso altre prospettive, verso città invisibili delle quali tu sei il castellamo. Una notte, decine di anni fa, feci un sogno che  è rimasto per sempre impresso nella mia mente e nella retina dei miei occhi. 
la città invisibile
Camminavo in un sotterraneo, che poi nella realtà non era nient'altro che una parte della caserma dei carabinieri, dove abitavo allora. Intorno a me cumuli  di macerie e di terra, sovrastati da archi incompiuti. Poi all'improviso un buco nel muro faceva filtrare un raggio di sole denso di pulviscolo, di vita. Mi affacciavo a quel pertugio e...........sotto di me si stendeva una città, della quale vedevo colonne e templi. C'era tanta gente, vestita con abiti lunghi, gente che camminava, rideva , parlava.  Una giornata come tutte le altre trasportata in chissà quale momento della storia. Una scena vivida comunque, densa di particolari visivi, di colori, di profumi, di tepore; ma non era quella la cosa importante.  La cosa stupenda era che quella visione mi dava un senso di pace incredibile, che non ho mai più sperimentato. Ero solo spettatrice di quel sogno, non lo vivevo come protagonista, ma ricordo ancora che il mio risveglio fu accompagnato da un momento di gioia profonda e di grandissima tranquillità interiore.  Non dimenticherò mai quella sensazione. 
Forse anche nei miei sogni ti sono venuta a cercare e lì ti sei fatto trovare perché io non avevo le bende sugli occhi. Tutto era molto semplice, come semplice dovrebbe essere la nostra vita. Invece nel nostro modo di vivere che è tutto fuorché semplice, anch'io come tanti altri ho perso quella capacità che avevo quando ero molto pccola, di vedere col cuore. 
Ho acuito gli occhi della mente e con quelli mi sono avventurata nel micro e macro cosmo, cercando di risolvere razionalmente il principio dell'esistenza, ma ho perso la visione di te, se pure l'ho mai avuta totalmente: forse quando ero in grembo a mia madre!. Più verosimilmente, per il mio modo di pensare, come un diamante perfetto, hai mostrato all'umanità solo una delle tue tante facce per non incenerirci col tuo splendore. Non so perché ti immagino splendido! Magari sei in tutt'altro modo, magari sei anche il dio degli eserciti che leggo nei salmi, oltre che il padre misericordioso che ci strombazzano da tutte le parti, sei il monolito di 2001, dal quale l'uomo primordiale ha tratto la scintilla dell'intelligenza,  o un ammasso di energia sconosciuta che mette in movimento lo spazio siderale.  Ma sei! Io so che sei! Non so chi sei, non so se sei quello che mi hanno insegnato a venerare e a temere, o sei quest'uomo che ora è difronte a me con aspetto dimesso e mi chiede da mangiare. Ma dimmi! Sei lui e vuoi vedere le mie reazioni? Vuoi renderti conto se sono veramente al punto che in ogni uomo, bello, brutto, cattivo, bugiardo, delinquente, vedo te?  E' qui, proprio ora, in questo momento , non tra dieci minuti, non tra un gorno......che devo trovarti? Ma com'è difficile fare questo, e perché lo chiedi? Perché vuoi renderci semplici, umili, trasparenti, buoni, fiduciosi, perché in definitiva vuoi farci tornare come bambini? Forse per quello sguardo che hanno i bambini? Forse perché solo così potremo arrivare a te........o hai paura di noi?
Qualche volta ho l'impressione che mentre l'uomo ti cerca anche tu stai cercando l'uomo, ma come se qualcosa non avesse funzionato nella giusta maniera, le nostre reciproche ricerche sono su lunghezze d'onda diverse che per brevi attimi si incrociano per poi allontanarsi nuovamente.  E' una scelta voluta da te che stai aspettando pazientemente che l'uomo corregga la sua rotta per capire la strada che porta a casa tua?
Ma tu capisci i nostri stati d'animo? Sai in che tribolazioni ci mettiamo quando ti veniamo acercare? Sai che dobbiamo fare delle scelte, che per te magari saranno ovvie, ma per noi difficilissime? E ti importa di questo? Lo fai apposta? Mi sto accorgendo che la strada per arrivare a te è lunga e impervia e più mi addentro in essa, più mi accorgo che le mie forze sono esigue. 
A volte il mondo è grigio! Di un grigiore che non solo mi avvolge, ma mi entra dentro il cuore e mi lascia il freddo della solitudine. Allora anche tutto ciò in cui prima ho provato a cercarti è come se mi diventasse ostile, come se non volesse più rivelarsi come specchio della tua immagine. Ecco, sperimento un altro tipo di deserto: il deserto del nulla! Dove non ho punti di riferimento, dove non c'è più nemmeno un orizzonte lontano,  dove non esiste cielo, dove la terra è solo un'arida superficie fredda come la steppa del nord. Ho solamente una cortina di grigio che mi avvolge e......me stessa. E' il deserto più temibile perché non c'è nemmeno un serpente che strisciando viene a dirmi che io posso essere come Dio. Sono sola, senza punti di riferimento, tranne il cuore e il pensiero. So che se voglio posso allungare un braccio e riappropriarmi di tutto ciò che può darmi la parvenza della felicità. Vivere prendendo tutto e subito, cercando di appagare la sete di affetto, di gratificazione, di vanità. Ma so anche che sarebbe  come aver fatto tanta strada e ritrovarsi al punto di partenza. . L'unica cosa che posso fare è fidarmi di te! Io devo fidarmi di te! E' concepibile tutto questo? Io che devo fidarmi di te!? Forse che si è ribaltata la storia?  Però questo concetto rimane. Io devo fidarmi di te! Lo voglio vedere come il gesto di un amico e tu vuoi la mia amicizia o mi sbaglio? Lo voglio pensare come un invito, come un prendermi per mano, lì, nel mio deserto del nulla, per aiutarmi a uscirne. 
Quante volte mi hai già preso per mano?

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