giovedì 20 settembre 2012

Io, Robot

Ieri pomeriggio al telegiornale delle cinque hanno fatto un servizio su un robot. 
Per l'appunto ieri avevo avuto una giornatina di lavoro niente male. Dalla mattina che mi ero alzata, mi ero seduta solo in quel momento per bere in santa pace una tazza di the.
La signorina in questione (non so perché ma la vedo femmina anche se i suoi caratteri sono squsitamente androgini) si pavoneggiava davanti alle telecamere facendo vedere le sue prodezze con una pallina............. e tutti a dire.... eccezionale, meraviglioso, stupefacente....non mi viene nient'altro ma se avete da aggiungere qualche altro encomio strabiliante mettetecelo pure, perché se lo merita davvero.
La cosa strana è che sembrava quasi che la ragazza in questione sentisse tutte queste lodi e ne godesse anche perché nel suo muso tondo mi è sembrato di vedere un fuggevole lampo di malizioso sfottò.
Io sono quella in fondo
" E' donna! E' donna! -  mi sono detta mentre continuavo a bere il mio the - Un uomo non avrebbe mai avuto quell'espressione!
Espressione? Dico Giuly, ma ti sei rimbecillita (veramente ho usato un altro termine, che da noi si usa fin dai primi vagiti, perché l'abbiamo succhiato col latte materno, e che rende molto ma molto di più l'idea....ma isomma non divaghiamo)?!! No, no! Proprio espressione....del resto chi stava spiegando le meraviglie di questa androide, diceva proprio che era dotata di una certa intelligenza che le avrebbe permesso di prendere anche piccole decisioni autonome. Un gioiello insomma! A qusto punto e con tutte le sdolcinature che avevano detto la piccola meritava un nome, e per restare in tono la chiamerò Mabel. che sa di miele, marmellata, mele cotogne ecc.....
".........perché Mabel, lava, stira, spolvera, spazza......insomma può diventare un aiuto indispensabile e insostituibile e bla bla bla bla............" ha continato il cronista mentre io a quel punto saltavo sulla seggiola, tanto che non ho sentito neanche il seguito e il seguito era detto anche da Veronesi e quindi doveva essere qualcosa di importante legato alla medicina, ma in quel momento non mi interessava, perché tutto in me si era ribellato. Ma l'ho detto prima.....avevo avuto una giornata niente male.........
" Eh no! Ma porca la miseria - ho battuto il pugno sul tavolo - perché io fino ad ora che ho fatto forse? - Non ho forse lavato, stirato, spazzato, spolverato? E non ho forse preparato il pranzo? E poi sono andata a fare un altro lavoro?................E chi me lo dice brava a me?" 
E' un'ingiustizia....diceva una volta Calimero e io mi associo a lui. Anch'io vogli andare in televisione a giocare con una pallina e farmi sentire dire che sono brava! Anch'io sono un robot, o credete che non me ne sia mai accorta? E come è possibile non essere robot nella nostra odierna società, col modo di vivere che ci siamo e ci è stato costruito intorno? Si corre, si corre, si corre, e sempre a testa bassa, perché non c'è tempo, non c'è tempo, più che altro non c'è tempo di pensare e tutto ciò che facciamo è forza di abitudine e movimenti meccanici. Anche noi, tutti noi, mica solo io, anche chi crede di essere arrivato chissà dove,  siamo solo aiutanti e neanche più insostituibili, perché ora c'è Mabel e tutte le Mabel come lei che scriveranno al computer, diventeranno infermiere, giardiniere, portinaie, dirigenti, menager,  ....................sarà davvero così? O riusciremo a stabilire il confine con l'essere umano? Mi torna in mente il film con Alberto Sordi  "Io e Caterina" e più che altro mi torna in mente l'espressione dei suoi occhi mentre il film finisce con una scena di tranquillo, pianificato menage familiare! Espressione da brivido!
Sapete che vi dico? Io da oggi comincio a scioperare! No! no! Mica contro i robot! Che hanno fatto di male loro? E poi se usati nella maniera giusta possono essere veramente utili e sono una proiezione bellissima della fantascienza che sta diventando realtà. No! Sciopero contro noi robot, contro l'uomo robot, che nel suo lavoro, qualunque esso sia , deve invece ritrovare la forza e la capacità di metterci del suo per rendere il 'suo' lavoro insostituibile, e quella dose di creatività che dobbiamo a noi stessi e che fa di ciascuno di noi un essere unico e irripetibile.

Il the non l'ho finito perché ormai era freddo!!


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