lunedì 11 novembre 2013

Lolita

Non è mica facile parlare delle Lolite, senza che l'amarezza venga fuori a fiumi. Né tantomeno parlarne sentendo dentro di me che parte della responsabilità di ciò che sono diventati oggi ragazzi e ragazze, è anche mia. Oggi da noi non si fa altro che parlare delle due ragazzine che si sono prostituite ai Parioli, se ne parla con orrore, con indignazione, ma tutti sappiamo che una volta passato l'interesse mediatico per questa storia, tutto sarà nuovamente avvolto nello spesso velo dell'indifferenza generale e tutto tornerà come prima e le Lolite continueranno ad esistere mentre noi svolgiamo le nostre attività giornaliere da brave persone e non pensiamo neanche per un attimo che la responsabilità dei giovani che stanno crescendo è anche la nostra, perché il giovane è l'uomo del futuro, è quello che darà l'impronta alla società di domani. Noi, tutti noi, come famiglie, come scuola, come tempo libero, come singoli cittadini, siamo tenuti a tutelare l'infanzia dei nostri ragazzi, siamo tenuti a trasmettere buoni principi, non solo con le parole, ma con i fatti, siamo tenuti a trasmettere il messaggio che ciò che farà di un ragazzo un  adulto interessante non sono vestiti, scarpe, oggetti di lusso, roba alla moda e tutto ciò che tutti hanno e se non hanno oggi vogliono avere, ma la sua mente preparata al domani, anche alle privazioni, anche alle difficoltà, e soprattutto all'onestà e alla gioia che deriva dalle piccole cose conquistate onestamente e che preparano alla vita.
Ora, se io mi provo a entrare nella mentalità di una ragazzina di quattordici anni, che vede mutare il suo corpo tanto velocemente quanto veloce è il turbamento nella sua psiche in quell'età così strana e difficile quale è l'adolescenza, allora mi dico che non è in grado di capire la portata delle sue scelte e le conseguenze che avranno sulla sua vita. Per ogni adolescente è molto più importante l'Avere dell'Essere. Tutti siamo stati adolescenti e ciascuno a suo modo ha attraversato quel periodo in cui pensieri strani attraversano la testa e inducono alla trasgressione. Fortunatamente in questa fase siamo stati sempre ben zavorrati da quella che è l'attenzione della famiglia, l'occhio vigile della madre, la autorevolezza del padre, grossi deterrenti 
da ogni voglia di commettere qualche sciocchezza.  Ma che una madre arrivi a far prostituire la figlia di quattordici anni per poter soddisfare la bramosia di vestiti e cose belle e che 'stimati' uomini, bravi padri di famiglia, mariti irreprensibili, osino solo pensare ad avvicinarsi e profanare il corpo di una bambina, è da considerarsi alla stregua di un delitto e punibile con il massimo che prevede la nostra legge. Questa gente non dovrebbe a parer mio rivedere più la luce del sole! Tanto di cappello all'altra mamma che ha avuto il coraggio di denunciare e più che altro di accorgersi che la figlia era quantomeno 'strana'. E in tutto ciò, i padri dove erano? Non si sente mai parlare del padre, come se la sua funzione oggi fosse completamente delegata alla moglie. Quanta amarezza! E non basta dirsi "Io sono stata fortunata perché i miei figli non hanno fatto così!" Bisogna che ciascuno anche nel suo piccolo faccia qualcosa per cambiare questa società malata, bisogna che ciascuno si interroghi e capisca che vivere di sole cose, di sola apparenza, di soli diritti non solo non è giusto, ma è fortemente deleterio per il domani dei nostri figlioli.

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