Sono nati così, uno di conseguenza dell'altro, come un arcobalendo dopo un temporale.
Stamani per prima cosa ho letto questo aforisma:
Il cielo lasciatelo ai passeri. Noi restiamo con i piedi per terra.
Vasco Rossi
Mi è piaciuto. Inutile negarlo. Ma contrasta in maniera totale con altre parole che sono sempre state di vitale importanza nella mia vita
Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre........
Gesù di Nazareth
Allora? Sono la negazione l'uno dell'altro? Possibile che questi due pensieri siano totalmente in antitesi? E se è possibile come faccio a trovarli entrambi così interessanti ? Vuol dire che non sono coerente? Che mi lascio trasportare dalle sensazioni del momento, che non ho un mio pensiero stabile e profondo?
I venti aumentano di intensità, si avvolgono su se stessi e tra di loro, raccolgono parole lontane, insegnamenti, messaggi nuovi, frammenti di vita, esperienze passate, sogni futuri e tutto gira in un carosello che sembra senza senso.
Poi improvvisamente in questo caos scombinato arriva, incredibile a dirsi,....... un proverbio molto popolare che viene dalla saggezza dei nostri vecchi: Aiutati, che Dio ti aiuta.
E il vento nella mia testa si ferma e tutti i pensieri cadono l'uno sull'altro, per farmi trovare il bandolo della matassa, che questo proverbio mi dice che c'è, è qui, dentro di me ed è molto più visibile e semplice di quanto io pensi e che riassumo in due parole.
L'uomo creato libero da Dio, è l'artefice del proprio destino e per costruire la propria vita ha bisogno di stabilità e di contare sulle proprie forze, ma sa anche che nel momento del bisogno potrà sempre contare sull'aiuto di chi l'ha creato, rivolgendosi a lui con la fiducia del figlio verso il babbo.
Ora che ho trovato il bandolo, bisogna che dipani la matassa, ma un'occhiata all'orologio mi dice che non ho tempo e anche se non voglio un'immagine mi si forma davanti agli occhi.
Dio, nella sua infinita pazienza con noialtri uomini, regge la matassa, dando modo a Vasco Rossi, di liberare le parti intrecciate e fare il gomitolo, naturalmente con i piedi ben piantati per terra. E con questa immagine negli occhi vado a lavorare serena, non senza prima aver salutato. "Buon lavoro ragazzi!" sapendo che l'eterno scontro e dialogo dell'uomo con Dio continua anche oggi attraverso quel filo che si dipana veso di noi e che noi continuiamo ad aggomitolare.
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