martedì 31 luglio 2012

Flic & Floc




Questo è un raccontino abbastanza demenziale, ma sotto sotto, a guardar bene, per chi sa guardare, molto ricco di poesia, almeno così mi è sembrato quando l'ho scritto.
 Bisogna vedere se sono stata buona di trasmetterla agli altri la poesia di Flic & Floc, in certi momenti anche abbastanza amara, o se mi è rimasta sulla punta della penna, nel qual caso i poveri Flic & Floc avranno solo l'aspetto di due poveri imbecilli!





Flic e Floc non erano nient’altro che il dito indice e pollice di una mano che non riusciva a stare ferma. Flic e Floc giocavano sempre insieme e si divertivano a darsi gli scapaccioni, battendo uno sull’altro, ma il loro era un gioco monotono e pieno di solitudine.
Un giorno la mano, improvvisamente si accorse di non essere sola. Di fronte a lei un’altra mano si agitava senza sosta e, meraviglia delle meraviglie aveva un altro Flic e un altro Floc che cercavano di ingannare l’attesa di non si sa che cosa dando capocciate alterne sopra un tavolo. Ma anche questo era un divertimento monotono.
Il fatto è che tutti i Flic e Floc hanno una personalità fantasiosa, che ha voglia di spaziare, di scoprire orizzonti, di fare qualcosa che possa riempire le loro aspettative. Questo sentimento accomuna tutti i Flic e tutti i Floc del mondo!
Appena scoprirono l’esistenza di altri Flic Floc, immediatamente ebbero voglia di conoscersi per poter scambiare quattro chiacchiere e senza perdere tempo, si misero di fronte e i due Floc si presentarono dicendo”Salve mi chiamo Floc!” “Piacere, anch’io mi chiamo Floc”.
La stessa cosa fecero i due Flic.
Ma passato il primo momento di entusiasmo si resero conto che la cosa era abbastanza statica. Che gusto c’era a parlare con uno che era proprio uguale a te?
“Voglio andare a fare la conoscenza di Flic di questa nuova mano” disse serio serio Floc e senza indugio si allungò verso il Flic dell’altra mano, che , guarda caso aveva avuto la stessa idea. I due si trovarono subito simpatici e invitarono gli altri Flic e Floc a conoscersi, cosa che fu fatta immediatamente. Nacque così il gioco del Flic Floc e quante cose fecero con questo gioco! Era un movimento continuo, stimolante e rilassante allo stesso tempo, e così giocando si scambiavano le loro idee e facevano pazzi progetti, che poi si affrettavano a mettere in pratica, senza fermarsi a pensare se erano fattibili o no. Erano pieni di entusiasmo i Flic Floc e insieme scalarono montagne altissime, specialmente le montagne che erano nei sogni, dove tutto sembra possibile e realizzabile.
Vissero momenti indimenticabili di grandi ideali e aspettative.
Quand’è che cambiò la cosa? Chissà! Venne così, un giorno che Floc pensò che poteva andare a cercare anche nuovi stimoli e lasciando Flic da solo si avventurò a cercare altre emozioni. Conobbe Flac il medio, e poi Flec l’anulare e infine Fluc il mignolo. Ma il gioco era diverso, l’armonia non era più la stessa, era una danza che non aveva più bellezza. Flic stava a guardare in silenzio il gioco dell’amico, quel gioco che aveva diviso con lui per tanto tempo e dal quale ormai era escluso.
Stette pensoso per tanto tempo, non sapendo cosa fare visto che il suo amico ormai non lo cercava più. Passarono i mesi e passarono gli anni. Floc continuava la sua danza senza sosta e Flic lo stava a guardare, chiedendosi se per lui ci sarebbe stato ancora un momento felice.
Un giorno, di chissà quale mese, di chissà quale anno, improvvisamente si alzò il vento e portò sulle sue ali le note di una musica nuova, mai sentita prima. Flic si riscosse dal suo torpore si tese in tutta la sua lunghezza e muovendosi sulle note che improvvisamente riempivano l’aria, si accorse di stare danzando una danza solitaria e bellissima, come se stesse dirigendo un’orchestra. E sentì che quella era la sua nuova vita, il nuovo gioco che l’avrebbe portato verso altezze che non aveva mai visto.
Entrò in quella musica.

Nessun commento:

Posta un commento