Questo è un raccontino abbastanza demenziale, ma sotto sotto, a guardar bene, per chi sa guardare, molto ricco di poesia, almeno così mi è sembrato quando l'ho scritto.
Bisogna vedere se sono stata buona di trasmetterla agli altri la poesia di Flic & Floc, in certi momenti anche abbastanza amara, o se mi è rimasta sulla punta della penna, nel qual caso i poveri Flic & Floc avranno solo l'aspetto di due poveri imbecilli!
Flic e Floc non erano nient’altro
che il dito indice e pollice di una mano che non riusciva a stare
ferma. Flic e Floc giocavano sempre insieme e si divertivano a darsi
gli scapaccioni, battendo uno sull’altro, ma il loro era un gioco
monotono e pieno di solitudine.
Un giorno la mano, improvvisamente si
accorse di non essere sola. Di fronte a lei un’altra mano si
agitava senza sosta e, meraviglia delle meraviglie aveva un altro
Flic e un altro Floc che cercavano di ingannare l’attesa di non si
sa che cosa dando capocciate alterne sopra un tavolo. Ma anche
questo era un divertimento monotono.
Il fatto è che tutti i Flic e Floc
hanno una personalità fantasiosa, che ha voglia di spaziare, di
scoprire orizzonti, di fare qualcosa che possa riempire le loro
aspettative. Questo sentimento accomuna tutti i Flic e tutti i Floc
del mondo!
Appena scoprirono l’esistenza di
altri Flic Floc, immediatamente ebbero voglia di conoscersi per poter
scambiare quattro chiacchiere e senza perdere tempo, si misero di
fronte e i due Floc si presentarono dicendo”Salve mi chiamo Floc!”
“Piacere, anch’io mi chiamo Floc”.
La stessa cosa fecero i due Flic.
Ma passato il primo momento di
entusiasmo si resero conto che la cosa era abbastanza statica. Che
gusto c’era a parlare con uno che era proprio uguale a te?
“Voglio andare a fare la conoscenza
di Flic di questa nuova mano” disse serio serio Floc e senza
indugio si allungò verso il Flic dell’altra mano, che , guarda
caso aveva avuto la stessa idea. I due si trovarono subito simpatici
e invitarono gli altri Flic e Floc a conoscersi, cosa che fu fatta
immediatamente. Nacque così il gioco del Flic Floc e quante cose
fecero con questo gioco! Era un movimento continuo, stimolante e
rilassante allo stesso tempo, e così giocando si scambiavano le loro
idee e facevano pazzi progetti, che poi si affrettavano a mettere in
pratica, senza fermarsi a pensare se erano fattibili o no. Erano
pieni di entusiasmo i Flic Floc e insieme scalarono montagne
altissime, specialmente le montagne che erano nei sogni, dove tutto
sembra possibile e realizzabile.
Vissero momenti indimenticabili di
grandi ideali e aspettative.
Quand’è che cambiò la cosa? Chissà!
Venne così, un giorno che Floc pensò che poteva andare a cercare
anche nuovi stimoli e lasciando Flic da solo si avventurò a cercare
altre emozioni. Conobbe Flac il medio, e poi Flec l’anulare e
infine Fluc il mignolo. Ma il gioco era diverso, l’armonia non era
più la stessa, era una danza che non aveva più bellezza. Flic stava
a guardare in silenzio il gioco dell’amico, quel gioco che aveva
diviso con lui per tanto tempo e dal quale ormai era escluso.
Stette pensoso per tanto tempo, non
sapendo cosa fare visto che il suo amico ormai non lo cercava più.
Passarono i mesi e passarono gli anni. Floc continuava la sua danza
senza sosta e Flic lo stava a guardare, chiedendosi se per lui ci
sarebbe stato ancora un momento felice.
Un giorno, di chissà quale mese, di
chissà quale anno, improvvisamente si alzò il vento e portò sulle
sue ali le note di una musica nuova, mai sentita prima. Flic si
riscosse dal suo torpore si tese in tutta la sua lunghezza e
muovendosi sulle note che improvvisamente riempivano l’aria, si
accorse di stare danzando una danza solitaria e bellissima, come se
stesse dirigendo un’orchestra. E sentì che quella era la sua nuova
vita, il nuovo gioco che l’avrebbe portato verso altezze che non
aveva mai visto.
Entrò in quella musica.
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