domenica 15 luglio 2012

Ai margini del bosco con mio padre


Mi ha aperto la porta e mi ha guardato sorridendomi, col solito sorriso e il solito sguardo di quando una volta, non ritrovando in me la sua ragazza di sempre mi disse: "Io avevo una bella figliola.....ora così imbrigliata e così truccata non la riconosco più". Dopo quelle parole così tranquille ero andata a guardarmi allo specchio e per la prima volta mi ero resa conto di quanto stavo snaturando me stessa, per non apparire diversa dalle persone che frequentavo. Oggi penso che si direbbe allinearsi al branco. 
Lui in due parole mi aveva fatto capire che dovevo essere me stessa!............Oppure come quando diversi mesi dopo , senza che neanche io ancora lo sapessi mi aveva detto: "A me da tanto l'idea che aspetti un bambino!......."

Anche ora mi ha guardato in questo modo, come se lui sapesse cose che io ancora non so.
"Ciao babbo - gli ho detto per niente stupita di trovarlo dentro la casa del mio quadro (del resto lo ritrovo nei posti più impensati e sempre quando ho bisogno di lui) - qual buon vento?"
"Mi hai chiamato tu, non te ne sei neanche accorta? Sono venuto per te, per parlare con te, proprio come tutte le altre volte che senti il bisogno di un consiglio e ti dici:"Chissà babbo che mi direbbe di fare?"
"Vieni, andiamo a sederci ai margini del bosco... sotto quell'albero si sta più freschi e si parla meglio!"

Siamo rimasti lì non so per quanto tempo, e abbiamo parlato di tante cose che non sto a dire perché sono solo cose mie che non interessano nessuno, ma una cosa posso dirla senz'altro ed è che dopo mi sono sentita serena, piena di nuovo vigore, pronta ad andare col solito slancio incontro alla vita.
E la Poesia è tornata con me nella casa di Fuf!






A mio Padre


Come vorrei
che tu fossi  ancora qui
come quelle sere d'inverno
quando dalla tua bocca
uscivano parole di vita,
ed io, incantata,
ascoltavo le tue novelle,
che novelle non furono mai.
Mi parlavi di uomini e armi,
di guerre e distruzioni...
e di speranza.
E io vedevo cavalieri intrepidi
e mitiche città
e popoli nuovi
e ascoltavo le tue gesta
di prode paladino della libertà.
Come vorrei
che tu fossi ancora qui,
come quelle sere d'estate
quando dalla tua bocca
uscivano parole di vita
ed io, incantata,
ascoltavo
le tue esperienze
di giorni, di anni
che furono sempre esperienze vere.
Mi parlavi di uomini e avvenimenti
di sentimenti e pianti
di gioie e dolori
e di gioventù trascorsa
dalla quale attingere insegnamento.
Ed io vedevo un bambino
e poi un ragazzo
e poi un uomo
e poi....
mio padre.
Come vorrei
che tu fossi ancora qui
come quei giorni
in quel letto
quando dalla tua bocca
non uscivano più parole,
ed io, intenerita,
ascoltavo i tuoi occhi
che dicevano parole di vita.
Mi parlavano i tuoi occhi,
con una limpidezza nuova,
ritrovata,
di silenzio e di pace,di riposo,
di un Dio
finalmente conosciuto,
mi parlavano
come due laghi montani,
tranquilli di acque trasparenti,
in fondo ai quali
splendeva l'anima.
Ed io vedevo il dolore,
la lontananza,
l'attesa,
e infine
....l'Eternità.

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