domenica 22 luglio 2012

Il 3 è davvero il numero perfetto?


Ovvia! Oggi  che è domenica, mi prendo la libertà di fermarmi un attimo a parlare delle cose che più mi affascinano: i Numeri e il Tempo!


Detta così sembra quasi che io sia un'esperta in materia o che abbia una grande cultura e non c'è niente di meno vero, perché se ho un pò di cultura, la devo solo alla mia grande curiosità di sapere e non a titoli accademici e  perché io e la matematica non siamo mai andate d'accordo, o per lo meno non ci siamo mai andate finchè sono andata a scuola, perché la consideravo una cosa arida e non avevo capito che invece i numeri sono la strada infinita della filosofia, della musica, della poesia. 
Poi un giorno, a Roma, in attesa di partire per gli Stati Uniti, mi capitò, insieme con mia figlia, di entrare alla Feltrinelli per scegliere qualcosa da leggere che ci accompagnasse durante il viaggio. 
Entrare in una libreria per me è sempre stato qualcosa che accarezza i miei sensi e mi mette in uno stato d'animo oserei dire quasi idilliaco. Ma quella volta, gira e rigira, non riuscivo a trovare qualcosa che mi interessasse davvero.
Poi improvvisamente lo vidi. Era quasi nascosto in un piccolo scaffale, in prossimità della cassa. Non riuscivo neanche a leggere il titolo per intero, ma mi attrasse irresistibilmete, non so perché, ma so che ho sempre dato ascolto al mio istinto.
"Prendo questo!" dissi un pò a me stessa che mi ascoltavo molto stupita, un pò a mia figlia che mi guardava veramente stupita mentre mi stringevo al petto il mio nuovo libro, quasi avessi trovato un tesoro.
Il suo titolo è "L'enigma dei numeri primi" di Marcus Du Sautoy.
Da allora non so quanti altri libri ho letto e ogni volta mi accorgo di scoprire cose nuove che richiamano altre cose ugualmente affascinanti, misteriose e semplicissime allo stesso tempo, purché ci si ponga davanti a loro con la meravigliosa semplicità dei bambini, per i quali niente è impossibile.
Il mio rapporto con la matematica ora è molto diverso da prima e allo stesso tempo sempre uguale, nel senso che mentre con la fantasia riesco a seguire i teoremi più arditi che sono stati fatti e non mi scompongo neanche davanti all'  'ipotesi diRiemann', in pratica per fare addizioni e moltiplicazioni ho ancora bisogno delle mani che contano sulla punta del mio naso, ma la cosa che mi fa più piacere è quella di essere riuscita  ad appassionarmi a una disciplina che prima consideravo estremamente antipatica.
Ora mi ritrovo spesso a gingillarmi con i numeri e a filosofeggiare sul loro significato, come ad esempio sul numero 3.

Il 3 è davvero il numero perfetto?




Sembrerebbe proprio di sì, a cominciare dalle lettere con cui è scritto, quando diventa parola. Tre, per l'appunto. Somma delle prime due cifre della sequenza di Fibonacci, il tre sembra riassumerle: omne trinum perfectum (tutto ciò che è trino è perfetto).
Leggevo pochi giorni fa un articolo che parlava proprio di questo numero e della sua simbologia, riferita allo spazio che si distende nelle tre dimensioni della lunghezza, dell'altezza e della profondità alla simbologia di alcune religioni: la Trimurti indù Brahma-Shiva-Vishnu) la triade capitolina (Giove, Giunone, Minerva), la Trinità cristiana (Padre-Figlio-Spitito Santo) Questo solo per fare un esempio, perché l'elenco continuerebbe riempiendo diverse pagine e ciò a dimostrare quanto questo numero sia stato e sia importante nella vita dell'uomo.
Non mi fermerò a parlare del triangolo, con il quale molte volte si rappresenta questo numero, se non per dire che questo simbolo rimanda a tante forme archetipiche dell'immaginario umano. Il numero 3 rinvia alla fondamentale ripartizione dei regni cosmici (cielo, terra e sottoterra, rispettivamente dimora degli dei, , degli uomini, dei morti); alle età degli esseri viventi ( infanzia, maturità, vecchiaia) alle tre dimensioni del tempo (passato, presente, futuro).....e qui mi sono fermata, perché qualcosa improvvisamente mi ha stonato, senza che io sappia dirmi perché e purtroppo senza trovare una risposta.
Tutto ciò che posso dire è che il tempo mi ha sempre affascinato, proprio perché la sua interpretazione ci sfugge, come l'acqua da una mano. Credi di averlo catturato in tre dimensioni e invece non è così....non può essere così, almeno non per me. Mi è già difficile pensare di rinchiudere lo spazio in tre dimensioni, figuriamoci il tempo! Qualcuno, tanto per non fare nomi, Einstein, ha detto che il tempo è la quarta dimensione dello spazio, mentre oggi un fisico ancora non molto conosciuto ma destinato a far parlare di sé, Garret Lisi, sostiene che le particelle che formano l'universo sono strutturate secondo l'Algebra di Lie E8. Anche il tempo è una particella? Un insieme di particelle? E come può il tempo essere imbrigliato dentro rigidi schemi se l'unico suo punto fermo è il passato, perché il presente non sussiste che per un'infinitesimale porzione di attimo, per diventare subito passato e il futuro non lo viviamo mai, proprio perché non riusciamo a reppresentare nient'altro che l'attimo fuggente del presente? Il futuro per noi uomini è immaginazione e noi diamo a questa bellissima dote mentale ua connotazione di realtà, forti dei ricordi che abbiamo vissuto e che ci sono stati tramandati dal cammino che hanno scritto i tanti uomini che ci hanno preceduto, per cui prevediamo che il domani sarà in una determinata maniera, senza avere la minima certezza di ciò, e più che altro non tenendo conto, che siamo dovuti ritornare tanto spesso su quei passi, per superarli, per andare oltre, per dirci ogni volta che "la meraviglia dell'ignoranza è figlia e madre del saper".
Non mi vergogno della mia ignoranza e sono contenta della mia curiosità che scaturisce nel momento stesso in cui qualcosa non mi convince. Mi piacerebbe che qualcuno più ferrato di me in materia mi sapesse dire" Guarda non è così come pensi tu! Anche il tempo non è libero come credi. Ha un passato che si perde nella notte, che arriva là dove tutto ebbe inizio, un presente stressato perché corre troppo e un futuro che nasce continuamente, ma come ogni neonato non ricorda di essere nato". Almeno questo tempo me lo sentirei amico, un pò come me, sempre in cerca di qualcosa....ed imperfetto. Ma so che non è così, o meglio sento che non è così.
Ma per tornare alla perfezione del numero 3, non posso fare a meno di pensare al povero pi greco, che vale 3,14. Chissà quante volte avrà pensato a quel ,14 che lo limita, che lo declassa dai numeri perfetti. Chissà quante volte avrà cercato di limarlo, di eliminarlo...senza mai riuscirci; proprio come noi uomini che volendo essere dei, cerchiamo di eliminare tutti i nostri,14 non solo senza riuscirci, ma più che altro con la consapevolezza che mai ci riusciremo.

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