Ovvia! Oggi che è domenica, mi prendo la libertà di fermarmi un attimo a parlare delle cose che più mi affascinano: i Numeri e il Tempo!
Detta così sembra quasi che io sia un'esperta in materia o che abbia una grande cultura e non c'è niente di meno vero, perché se ho un pò di cultura, la devo solo alla mia grande curiosità di sapere e non a titoli accademici e perché io e la matematica non siamo mai andate d'accordo, o per lo meno non ci siamo mai andate finchè sono andata a scuola, perché la consideravo una cosa arida e non avevo capito che invece i numeri sono la strada infinita della filosofia, della musica, della poesia.
Poi un giorno, a Roma, in attesa di partire per gli Stati Uniti, mi capitò, insieme con mia figlia, di entrare alla Feltrinelli per scegliere qualcosa da leggere che ci accompagnasse durante il viaggio.
Entrare in una libreria per me è sempre stato qualcosa che accarezza i miei sensi e mi mette in uno stato d'animo oserei dire quasi idilliaco. Ma quella volta, gira e rigira, non riuscivo a trovare qualcosa che mi interessasse davvero.
Poi improvvisamente lo vidi. Era quasi nascosto in un piccolo scaffale, in prossimità della cassa. Non riuscivo neanche a leggere il titolo per intero, ma mi attrasse irresistibilmete, non so perché, ma so che ho sempre dato ascolto al mio istinto.
"Prendo questo!" dissi un pò a me stessa che mi ascoltavo molto stupita, un pò a mia figlia che mi guardava veramente stupita mentre mi stringevo al petto il mio nuovo libro, quasi avessi trovato un tesoro.
Il suo titolo è "L'enigma dei numeri primi" di Marcus Du Sautoy.
Da allora non so quanti altri libri ho letto e ogni volta mi accorgo di scoprire cose nuove che richiamano altre cose ugualmente affascinanti, misteriose e semplicissime allo stesso tempo, purché ci si ponga davanti a loro con la meravigliosa semplicità dei bambini, per i quali niente è impossibile.
Il mio rapporto con la matematica ora è molto diverso da prima e allo stesso tempo sempre uguale, nel senso che mentre con la fantasia riesco a seguire i teoremi più arditi che sono stati fatti e non mi scompongo neanche davanti all' 'ipotesi diRiemann', in pratica per fare addizioni e moltiplicazioni ho ancora bisogno delle mani che contano sulla punta del mio naso, ma la cosa che mi fa più piacere è quella di essere riuscita ad appassionarmi a una disciplina che prima consideravo estremamente antipatica.
Ora mi ritrovo spesso a gingillarmi con i numeri e a filosofeggiare sul loro significato, come ad esempio sul numero 3.
Il 3 è davvero il numero perfetto?
Sembrerebbe proprio di sì, a
cominciare dalle lettere con cui è scritto, quando diventa parola.
Tre, per l'appunto. Somma delle prime due cifre della sequenza di
Fibonacci, il tre sembra riassumerle: omne trinum perfectum (tutto
ciò che è trino è perfetto).
Leggevo pochi giorni fa un articolo che
parlava proprio di questo numero e della sua simbologia, riferita
allo spazio che si distende nelle tre dimensioni della lunghezza,
dell'altezza e della profondità alla simbologia di alcune religioni:
la Trimurti indù Brahma-Shiva-Vishnu) la triade capitolina (Giove,
Giunone, Minerva), la Trinità cristiana (Padre-Figlio-Spitito Santo)
Questo solo per fare un esempio, perché l'elenco continuerebbe
riempiendo diverse pagine e ciò a dimostrare quanto questo numero
sia stato e sia importante nella vita dell'uomo.
Non mi fermerò a parlare del
triangolo, con il quale molte volte si rappresenta questo numero, se
non per dire che questo simbolo rimanda a tante forme archetipiche
dell'immaginario umano. Il numero 3 rinvia alla fondamentale
ripartizione dei regni cosmici (cielo, terra e sottoterra,
rispettivamente dimora degli dei, , degli uomini, dei morti); alle
età degli esseri viventi ( infanzia, maturità, vecchiaia) alle tre
dimensioni del tempo (passato, presente, futuro).....e qui mi sono
fermata, perché qualcosa improvvisamente mi ha stonato, senza che io
sappia dirmi perché e purtroppo senza trovare una risposta.
Tutto ciò che posso dire è che il
tempo mi ha sempre affascinato, proprio perché la sua
interpretazione ci sfugge, come l'acqua da una mano. Credi di averlo
catturato in tre dimensioni e invece non è così....non può essere
così, almeno non per me. Mi è già difficile pensare di
rinchiudere lo spazio in tre dimensioni, figuriamoci il tempo!
Qualcuno, tanto per non fare nomi, Einstein, ha detto che il tempo è
la quarta dimensione dello spazio, mentre oggi un fisico ancora non
molto conosciuto ma destinato a far parlare di sé, Garret Lisi,
sostiene che le particelle che formano l'universo sono strutturate
secondo l'Algebra di Lie E8. Anche il tempo è una particella? Un
insieme di particelle? E come può il tempo essere imbrigliato dentro
rigidi schemi se l'unico suo punto fermo è il passato, perché il
presente non sussiste che per un'infinitesimale porzione di attimo,
per diventare subito passato e il futuro non lo viviamo mai, proprio
perché non riusciamo a reppresentare nient'altro che l'attimo
fuggente del presente? Il futuro per noi uomini è immaginazione e
noi diamo a questa bellissima dote mentale ua connotazione di realtà,
forti dei ricordi che abbiamo vissuto e che ci sono stati tramandati
dal cammino che hanno scritto i tanti uomini che ci hanno preceduto,
per cui prevediamo che il domani sarà in una determinata maniera,
senza avere la minima certezza di ciò, e più che altro non tenendo
conto, che siamo dovuti ritornare tanto spesso su quei passi, per
superarli, per andare oltre, per dirci ogni volta che "la
meraviglia dell'ignoranza è figlia e madre del saper".
Non mi vergogno della mia ignoranza e
sono contenta della mia curiosità che scaturisce nel momento stesso
in cui qualcosa non mi convince. Mi piacerebbe che qualcuno più
ferrato di me in materia mi sapesse dire" Guarda non è così
come pensi tu! Anche il tempo non è libero come credi. Ha un passato
che si perde nella notte, che arriva là dove tutto ebbe inizio, un
presente stressato perché corre troppo e un futuro che nasce
continuamente, ma come ogni neonato non ricorda di essere nato".
Almeno questo tempo me lo sentirei amico, un pò come me, sempre in
cerca di qualcosa....ed imperfetto. Ma so che non è così, o meglio
sento che non è così.
Ma per tornare alla perfezione del
numero 3, non posso fare a meno di pensare al povero pi greco, che
vale 3,14. Chissà quante volte avrà pensato a quel ,14 che lo
limita, che lo declassa dai numeri perfetti. Chissà quante volte
avrà cercato di limarlo, di eliminarlo...senza mai riuscirci;
proprio come noi uomini che volendo essere dei, cerchiamo di
eliminare tutti i nostri,14 non solo senza riuscirci, ma più che
altro con la consapevolezza che mai ci riusciremo.
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