lunedì 2 giugno 2014

Il Grande Gioco

Non ci volevo proprio andare.Dove? Alla cena di chiusura delle attività dell'anno scout. Troppi ricordi, troppe cose belle, di quando ero dall'altra parte della barricata insieme ai ragazzi a preparare la cena di autofinanziamento, per potermela godere ora, seduta a un tavolino insieme a nonni e genitori, a cercare affannosamente qualcosa da dire per non fare la figura di quella che è capitata lì per caso. Invece alle otto ero lì, puntuale come un orologio svizzero, e meno male perché invece il mio di orologi si è fermato ieri alle tre e venti e ancora sono qui a meditare se ricomprare la pila, o gestire da me il tempo con il ritmo circadiano del sole. Temo fortemente che questo stallo durerà qualche giorno, il tempo che ci vuole per riacquistare l'uso della ragione e capire che un orologio oggi è troppo importante per credere di poterne fare a meno. Anche se l'orologio è un limite alla nostra libertà che ci portiamo volontatriamente addosso.
Dunque dicevo che non ci volevo andare einvece ci sono andata e questo riflete molto della mia personalità. Io sono un pò come il secondo figlio di quell'uomo che disse di no al padre che lo chiamava a lavorare la vigna......e poi invece ci andò. E non me ne sono pentita, no davvero! Anche perché seduta a quel tavolo con i giovani genitori dei lupetti, ho dato il meglio di me. "Salve, io sono Giuly e sono uno scout!" ho esordito per rompere il ghiaccio, specialmente quello che c'era dentro di me.....e il ghiaccio si è rotto, a voglia che si è rotto.... addirittura fino a diventare un torrente di acque canterine....alimentato non solo da me, ma anche da quei genitori che non si sono stancati per tutta la cena di informarsi sulle mie passate esperienze con i ragazzi. Quante risate abbiamo fatto! E come è stato bello per me ritrovarmi ancora una volta capace di catalizzare l'attenzione su quello che è il mio argomento preferito: vivere la vita, tutta la vita giocando. Non a caso infatti la Vita è Il Grande Gioco e volenti o nolenti tutti siamo chiamati a parteciparvi. Dipende solo da noi trovare lo spirito di partecipazione giusto, quello che facendoci dire con curiosità: "E ora che succederà?" ci spinge ad andare avanti, a impegnarci, a saltare gli ostacoli, per farci arrivare al traguardo.
Io mi faccio questa domanda tutte le mattine e proprio mentre me la faccio so di cominciare a giocare.

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