Ierisera sono andata con Donatella all'inaugurazione del "saloncino di bellezza" che Sonia, una nostra collega dei tempi delle Terme, ha ricavato nell'annesso di casa sua. Ritrovarci ieri è stato fare un tuffo nel passato, un passato che il più delle volte voglio dimenticare, ma che ieri mi è piaciuto ricordare insieme alle mie amiche di allora...............................
Lavoro
Mi colpì prima di tutto
l’ambiente. Luminoso, discreto, elegante! Al quale la
filodiffusione dava un tono decisamente raffinato. Non c’era rumore
in quel luogo. Tutto era soft. Qua e là si aggiravano donne vestite
di bianco, con aria decisamente professionale, che mi intimidirono
non poco. Poi vidi Cristina! Paolucci, il capo del Personale, che mi
faceva fare un giro di ambientazione, mi presentò.
“Questa
è Cristina, lavorerà con lei”. La guardai come avevo fatto con le
altre, ma qualcosa mi trattenne di più sulla sua figura, per cui
anche oggi ricordo perfettamente come era quel giorno. Capelli
lunghi, scuri, legati in uno chignon basso, che le davano un’aria
elegante e austera, occhi molto belli, nascosti da occhiali da vista
con una spessa montatura nera. Sembrava una dottoressa e si comportò
come tale. Mi salutò con gentilezza e con distacco e io mi sentii
impensierita. Avrei dovuto lavorare con quella lì?! Già ero
terrorizzata, perché non sapevo minimamente ciò che avrei dovuto
fare, figuriamoci poi dover stare tutto il giorno con una persona che
ti guardava dall’alto in basso! Beh! Ormai ero in ballo e dovevo
ballare. Al resto avrei pensato dopo. Se le persone poi erano
antipatiche o simpatiche, questo era roba di secondaria importanza.
Quanto mi sbagliavo! Ma quanto! Non solo nel giro di un mese, avevo
cambiato completamente idea sul conto di Cristina, ma eravamo
diventate amiche, di quell’amicizia spontanea, sincera, così rara
nella vita e così bella che l’accetti come un dono piovuto dal
cielo e ti chiedi cosa puoi aver fatto per meritare una simile
fortuna. Non diventammo come quelle persone appiccicose che non si
separano mai l’una dall’altra. Anzi! Se c’è una cosa bella
nella nostra amicizia è proprio il massimo grado di libertà che
abbiamo l’una verso l’altra. Questo comunque non ci ha impedito
di raccontarci l’una all’altra sapendo di poter contare sempre
sull’aiuto reciproco. Devo molto a Cristina. Mi aiutò tantissimo
nei primi giorni del mio lavoro, quando si accorse che praticamente
anche se il mio corpo era lì, la mia mente era da tutt’altra parte
e faticavo a seguire le persone che domandavano, volevano essere
informate, coccolate, adulate. Ho conosciuto tanti tipi di gente
diversa durante il mio lavoro. Alcuni di loro sono rimasti nel mio
cuore per la loro umanità, altri ho cercato di dimenticarli per via
della loro arroganza. Siamo fatti in tanti modi in questo mondo, ma è
bello proprio perché è così! Non potrei immaginare un mondo in cui
tutte le persone sono uguali, buone, brave, perfette. Non riuscirei
più a capire che cos’è la bontà se non ci fosse nel mondo anche
la cattiveria! Forse il buon Dio ha permesso il dilagare della
cattiveria proprio per farci capire che cos’è la bontà!
Quando ebbi il mio primo
stipendio, mi sentii una signora. I primi soldi guadagnati da me,
sudore della mia fronte, dei quali potevo disporre come meglio
credevo senza dover rendere conto a nessuno! Ero soddisfatta di me
stessa, anche se ben presto mi resi conto che non sarebbe stato uno
scherzo vivere con quello che guadagnavo. Non mi persi d’animo
però. Inspiegabilmente riuscivo a vedere il bicchiere mezzo pieno,
là dove l’avevo trovato sempre mezzo vuoto. Ero in fase di
ottimismo insomma! Nessuno sarebbe riuscito a scoraggiarmi e a farmi
credere più che altro che non esistesse una Provvidenza divina.
Ho sempre creduto al mio sesto
senso e ci credei anche quel giorno in cui, mi ritrovai a leggere
quel passo del Vangelo in cui si parla dei passeri del cielo e dei
gigli dei campi! Sono un’inguaribile romantica? Può darsi! Ma
preferisco essere così piuttosto che vedere tutto nero come invece
mi a accaduto per tanto tempo nella mia vita.
Entrare così tardivamente nel
mondo del lavoro, voleva dire ignorare anche le regole che lo
governano, voleva dire non conoscere i propri doveri, ma non rendersi
conto nemmeno dei propri diritti. Devo molto a tutte le mie colleghe,
che mi hanno messo nella condizione di essere un po’ meno ignorante
da quel punto di vista. Piano piano ho cominciato ad affezionarmi a
tante di loro e a lavorare bene insieme. Donatella, Vincenza, Franca,
Sonia, Paola ed io formiamo ormai da anni un team affiatato che
lavora insieme in armonia. Ma siamo anche persone vere, ognuna delle
quali con il proprio spaccato di vita. Loro mi hanno insegnato tanto
e anch’io mi illudo di aver qualche volta potuto dare qualcosa di
positivo anche a loro.
Mi è sempre piaciuto
scrivere, e ho scritto anche parecchio, specialmente sul giornalino
parrocchiale. Molti hanno definito le mie parole, poesia, io le
chiamo semplicemente stati d’animo.
Ho parlato di tutto in questi
miei sfoghi, senza vergognarmi di esporre i miei stati d’animo più
profondi. Ho parlato dei miei figli e dei miei ragazzi, dell’amore,
dell’indifferenza, della gioventù perduta, di Dio. Non sono mai
riuscita a scrivere qualcosa su noi che lavoriamo alle Terme. Una
volta mi vennero in mente queste parole: “Bianche colombe, dalle
ali stanche…..”, ma per ora non sono riuscita ad andare avanti.
Comunque siamo veramente bianche colombe dalle ali stanche,
specialmente, a fine stagione, quando il lavoro grosso è scemato. Ci
ritroviamo sfinite e nello stesso tempo contente di ciò che abbiamo
fatto.
Tratto da - Fiore di Cappero
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