domenica 20 aprile 2014

Un giorno....a Pasqua


 Quando scrissi questo racconto, mi immedesimai talmente in esso, che anche oggi rileggendolo, mi sembra di calpestare  quella terra, testimone dei fatti che vi si svolsero, e guardando lontano, se alzo un pò lo sguardo posso ancora scorgere una croce, muta testimone del nostro andare, e più su, un cielo che brilla oltre le nuvole della quotidianità.

Buona Pasqua a tutti.






Un giorno…a Pasqua

Seduto sul muretto fatto di ciottoli riarsi dal sole, perdo il mio sguardo sulla valle appena poco più in basso di me. Sono qui da un po’ di tempo, scontento di me e degli altri, scontento dei posti i cui sono nato e ho sempre vissuto. Da un po’ di tempo qualcosa si agita dentro di me, senza che io riesca a darle un nome, ma non se ne vuole andare. E’ come se cercassi qualcosa, qualcosa che mi dia una spinta maggiore a vivere la mia vita. Possibile infatti che la vita di un uomo sia solo fatta di sole che nasce, di lavoro per un pugno di cibo, di sole che muore? Non ci voglio ancora credere, anche se qui tutto sembra confermarlo.
Non è facile per un uomo dei nostri giorni vivere a Gerusalemme. La vita è dura e le prospettive per il domani sono scarse, specialmente se hai moglie e figli da sfamare. La nostra non è una terra facile. Arida per il grano, ma in compenso ricca di oliveti,…ma gli oliveti non sono per tutti! Ci vogliono un bel po’ di denari per avere un oliveto e io non ce li ho davvero. Anche la pastorizia da i suoi buoni frutti e il nostro è sempre stato un popolo di pastori, ma anche i bei tempi in cui la vita scorreva più serena tra le varie tribù della mia gente è finito. Ma non è tanto questo che mi amareggia, quanto la mancanza di libertà. Io mi sento un uomo libero, dentro di me so di avere diritto alla mia libertà, alla mia terra, ai miei orizzonti, ai miei progetti, all’armonia del vivere nel rispetto degli altri, ma ormai ciò non è più possibile da tanto tempo. Soggiogati da un popolo straniero, governati tirannicamente da un governatore della nostra gente che si è asservito all’invasore, il mio popolo langue in un letargo nel quale si spengono tutti gli ideali, tutte le attese ed anche la libertà è diventata un miraggio lontano, quasi privo di significato. Ci siamo abituati all’inedia della sudditanza e le nostre mente brillanti, di cui siamo sempre andati tanto fieri, pare che siano state coperte dalla sabbia del deserto. Ma io sono giovane e il mio sguardo punta lontano,verso un mondo migliore, verso una nuova prospettiva di vita, verso una società in cui tutti siamo uguali e ciascuno di noi abbia il diritto di dire il suo pensiero senza la paura di subire punizioni fisiche e morali. Questo è un periodo importante per noi. Tre giorni fa abbiamo festeggiato la Pasqua, e quale giorno migliore per ricordare queste cose? E’ il giorno in cui il mio popolo è stato liberato dalla schiavitù dell’Egitto, il giorno del riscatto, il giorno in cui la terra promessa non è stata più soltanto un sogno,ma è diventato un progetto. E questa terra che cos’è ora? Di chi è ora? E noi chi siamo? ……ma cos’è questo rumore?....Chi è che grida?.......Dove sta andando tutta quella gente?

Mi passa vicino un uomo. Anche lui sta correndo verso non so che cosa. Lo prendo per un braccio:
“Che succede?” gli chiedo allarmato. Forse si sta preparando una sommossa? In questi giorni ogni tanto scoppia un tafferuglio!
“Come…non lo sai?” risponde quello sbigottito
“Che cosa?” domando altrettanto sbigottito
“L’uomo di Nazareth è resuscitato” mi dice lui quasi tremando
“Che vuol dire questo?” sono sempre più allibito
“Stamani alcune donne sono andate alla sua tomba,….ma dico non hai mai sentito parlare del Nazareno?”
“Sì, qualcosa ho sentito, parlavano di miracoli, e ho saputo anche che lo avevano arrestato, ma poi non so che cosa sia successo”.
“E’ successo che l’hanno condannato e l’hanno crocifisso, lassù, sul calvario, dove crocifiggono tutti i malfattori. Poi è stato sepolto e davanti alla sua tomba hanno messo una pietra che neanche una coppia di buoi sarebbe riuscita a spostare di un millimetro….e per essere ancora più sicuri che nessuno avrebbe provato a trafugare il suo corpo, lo hanno piantonato i soldati…….bada bene, non i nostri soldati, ma quelli dell’esercito di Roma, che non si sono più spostati da lì”
“Ebbene?.....”
“Ebbene stamani alcune donne che andavano a pregare sulla sua tomba si sono trovate davanti alla tomba…vuota. Ti puoi immaginare l’emozione, ma questo ancora non è niente. Mentre scappavano di corsa per andare ad avvertire i suoi discepoli, presumo, il Nazareno si è manifestato ad una di quelle donne,… mi pare che si chiami, aspetta…..Maria, sì Maria di Magdala e le ha detto che era risorto………per cui tutta la gente va a vedere che cosa è successo, per rendersi conto…….e tu che fai non vieni?”
“Non so…non subito comunque, non mi piacciono queste manifestazioni di massa. Mi sbaglio o le stesse persone hanno chiesto a gran voce la sua condanna poco più di tre giorni fa?”
“Sì è vero, ma che vuol dire, tutto è stato fatto in buona fede. Insomma fai come ti pare, io vado”.
Lo guardo allontanarsi. Sono frastornato, poi un pensiero improvviso mi spinge a richiamarlo a gran voce:
“Ehi, ehiiiii! Fermati un attimo”
Si volta e mi guarda spazientito.”Che vuoi ancora ?” mi chiede sgarbatamente
“Il nome. Come si chiama l’uomo di Nazareth?” domando stupito io stesso di una simile domanda
“Gesù, si chiama Gesù!!!” e scappa via
Rimango trasognato a guardare davanti a me la splendida giornata di aprile che trionfa in tutto il suo profumo primaverile. Il sole è caldo e la natura intorno rinasce a nuova vita. Come l’uomo di Nazareth. Chissà perché, ma non sono stupito. Non so spiegarmi come mai,ma questa notizia mi ha scaldato il cuore e ha allentato la tensione che si è accumulata dentro di me in tanti mesi di insoddisfatte domande senza risposte. Sento che dentro di me sta nascendo qualcosa di nuovo,che non ha nome, o per lo meno che ancora no lo ha. E’ solo una sensazione di nuovo, ma non la scaccio, anzi, la stringo forte dentro di me. Chissà forse dovrei andare anch’io a vedere cosa è successo, per capirci qualcosa di più! In quel momento un rumore delicato di passi mi fa voltare. E’ una donna e avanza verso di me lentamente, nel suo viso un’emozione intensa, ma dolce e pacata. Il suo viso non mi è nuovo, ma non so dove l’ho vista e comunque mi ritrovo contro ogni mia abitudine a rivolgerle subito la parola:
“Anche tu vai a vedere la tomba vuota?”
“No- mi sorride lei – ci sono già stata!”
“Ma tu sai perché questo Gesù è stato condannato a una infamia così orribile come la crocifissione?” domando incuriosito “Cosa poteva aver fatto di tanto tremendo? Aveva forse ucciso qualcuno, ma qualcuno potente, intendo?!”
“No davvero, aveva solo parlato, aveva espresso le sue idee, ci aveva parlato di un mondo migliore, di amicizia, di amore, di giustizia”. Risponde lei come inseguendo un suo pensiero
“Ma per simili cose, non si crocifigge una persona” le dico scettico
“Questo lo pensi tu! A volte le parole sono più forti delle spade”. Continua lei tranquillamente
“E scusa, si può sapere cosa mai ha detto?”
“Certo! Strano che tu non lo sappia, perché quel giorno ad ascoltarlo c’era una moltitudine di persone, ma non importa, te lo dico io”
“Ti ascolto”
“ Bene! Quel giorno sulla montagna, mi pare ora in questo momento,da quanto sono vive in me le sue parole,ci disse questo: Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli. Beati quelli che piangono, perché saranno consolati, Beati i miti, perché erediteranno la terra, Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati, Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia, Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio, Beati i perseguitati a causa della giustizia perché di essi è il Regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male a causa mia; rallegratevi ed esultate perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così, del resto, perseguitarono i profeti che furono prima di voi. …..ecco queste furono le parole che disse e queste parole sono state la sua condanna, ma saranno la nostra salvezza”. La voce si è un po’ incrinata
“Perché saranno la nostra salvezza?”
“Perché sono parole di libertà, sono parole fatte per l’uomo di tutti i tempi, e quindi dei nostri tempi. Ma saranno le parole anche per i tempi futuri. Sono la libertà di essere Uomo………e la sua croce, la vedi lassù? È ancora ben visibile, non sarà più un segno di sconfitta, ma un segno per ogni uomo che veda in un altro uomo una persona diversa da sé, ma uguale a sé nel diritto di vivere, di scegliere, di pensare, di amare”.
“Ma tu chi sei?” le domando rapito dalla sua voce e dal suo parlare
“Nessuno. Sono solo una donna…..ma altri ti diranno le stesse cose che ti ho detto io. Oggi Gesù di Nazareth è risorto e da oggi il mondo non sarà più lo stesso”
La donna ha proseguito il suo cammino, lasciandomi lì, pensieroso, mentre le strane parole che ha appena pronunciato cominciano a prendere forma entro di me, si allargano dentro di me, diventano una strada dentro di me. Percorrerò quella strada con i miei figli, e i figli dei miei figli, e i figli dei figli dei miei figli. Sarà difficile, lo so, ma finalmente ho ritrovato la forza di vivere………………………………....................................................

20 Aprile 2014. Seduto sul muretto fatto di ciottoli riarsi dal sole, guardo la terra dei miei padri. Oggi è Pasqua in questa mia terra martoriata e così difficile da vivere. Gesù di Nazareth è risorto e le sue parole sono dentro di me, si allargano dentro di me, diventano una strada dentro di me. Percorrerò quella strada con i miei figli, e i figli dei miei figli, e i figli dei figli dei miei figli. Sarà difficile, lo so, ma finalmente ho ritrovato la forza di vivere.

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