Quando scrissi questo racconto, mi immedesimai talmente in esso, che anche oggi rileggendolo, mi sembra di calpestare quella terra, testimone dei fatti che vi si svolsero, e guardando lontano, se alzo un pò lo sguardo posso ancora scorgere una croce, muta testimone del nostro andare, e più su, un cielo che brilla oltre le nuvole della quotidianità.
Buona Pasqua a tutti.
Un giorno…a Pasqua
Seduto sul muretto
fatto di ciottoli riarsi dal sole, perdo il mio sguardo sulla valle
appena poco più in basso di me. Sono qui da un po’ di tempo,
scontento di me e degli altri, scontento dei posti i cui sono nato e
ho sempre vissuto. Da un po’ di tempo qualcosa si agita dentro di
me, senza che io riesca a darle un nome, ma non se ne vuole andare.
E’ come se cercassi qualcosa, qualcosa che mi dia una spinta
maggiore a vivere la mia vita. Possibile infatti che la vita di un
uomo sia solo fatta di sole che nasce, di lavoro per un pugno di
cibo, di sole che muore? Non ci voglio ancora credere, anche se qui
tutto sembra confermarlo.
Non è facile per un
uomo dei nostri giorni vivere a Gerusalemme. La vita è dura e le
prospettive per il domani sono scarse, specialmente se hai moglie e
figli da sfamare. La nostra non è una terra facile. Arida per il
grano, ma in compenso ricca di oliveti,…ma gli oliveti non sono per
tutti! Ci vogliono un bel po’ di denari per avere un oliveto e io
non ce li ho davvero. Anche la pastorizia da i suoi buoni frutti e il
nostro è sempre stato un popolo di pastori, ma anche i bei tempi in
cui la vita scorreva più serena tra le varie tribù della mia gente
è finito. Ma non è tanto questo che mi amareggia, quanto la
mancanza di libertà. Io mi sento un uomo libero, dentro di me so di
avere diritto alla mia libertà, alla mia terra, ai miei orizzonti,
ai miei progetti, all’armonia del vivere nel rispetto degli altri,
ma ormai ciò non è più possibile da tanto tempo. Soggiogati da un
popolo straniero, governati tirannicamente da un governatore della
nostra gente che si è asservito all’invasore, il mio popolo langue
in un letargo nel quale si spengono tutti gli ideali, tutte le attese
ed anche la libertà è diventata un miraggio lontano, quasi privo di
significato. Ci siamo abituati all’inedia della sudditanza e le
nostre mente brillanti, di cui siamo sempre andati tanto fieri, pare
che siano state coperte dalla sabbia del deserto. Ma io sono giovane
e il mio sguardo punta lontano,verso un mondo migliore, verso una
nuova prospettiva di vita, verso una società in cui tutti siamo
uguali e ciascuno di noi abbia il diritto di
dire il suo pensiero senza la paura di subire punizioni fisiche e
morali. Questo è un periodo importante per noi. Tre giorni fa
abbiamo festeggiato la Pasqua, e quale giorno migliore per ricordare
queste cose? E’ il giorno in cui il mio popolo è stato liberato
dalla schiavitù dell’Egitto, il giorno del riscatto, il giorno in
cui la terra promessa non è stata più soltanto un sogno,ma è
diventato un progetto. E questa terra che cos’è ora? Di chi è
ora? E noi chi siamo? ……ma cos’è questo rumore?....Chi è che
grida?.......Dove sta andando tutta quella gente?
Mi passa vicino un
uomo. Anche lui sta correndo verso non so che cosa. Lo prendo per un
braccio:
“Che succede?” gli
chiedo allarmato. Forse si sta preparando una sommossa? In questi
giorni ogni tanto scoppia un tafferuglio!
“Come…non lo sai?”
risponde quello sbigottito
“Che cosa?” domando
altrettanto sbigottito
“L’uomo di Nazareth
è resuscitato” mi dice lui quasi tremando
“Che vuol dire
questo?” sono sempre più allibito
“Stamani alcune donne
sono andate alla sua tomba,….ma dico non hai mai sentito parlare
del Nazareno?”
“Sì, qualcosa ho
sentito, parlavano di miracoli, e ho saputo anche che lo avevano
arrestato, ma poi non so che cosa sia successo”.
“E’ successo che
l’hanno condannato e l’hanno crocifisso, lassù, sul calvario,
dove crocifiggono tutti i malfattori. Poi è stato sepolto e davanti
alla sua tomba hanno messo una pietra che neanche una coppia di buoi
sarebbe riuscita a spostare di un millimetro….e per essere ancora
più sicuri che nessuno avrebbe provato a trafugare il suo corpo, lo
hanno piantonato i soldati…….bada bene, non i nostri soldati, ma
quelli dell’esercito di Roma, che non si sono più spostati da lì”
“Ebbene?.....”
“Ebbene stamani
alcune donne che andavano a pregare sulla sua tomba si sono trovate
davanti alla tomba…vuota. Ti puoi immaginare l’emozione, ma
questo ancora non è niente. Mentre scappavano di corsa per andare ad
avvertire i suoi discepoli, presumo, il Nazareno si è manifestato
ad una di quelle donne,… mi pare che si chiami, aspetta…..Maria,
sì Maria di Magdala e le ha detto che era risorto………per cui
tutta la gente va a vedere che cosa è successo, per rendersi
conto…….e tu che fai non vieni?”
“Non so…non subito
comunque, non mi piacciono queste manifestazioni di massa. Mi sbaglio
o le stesse persone hanno chiesto a gran voce la sua condanna poco
più di tre giorni fa?”
“Sì è vero, ma che
vuol dire, tutto è stato fatto in buona fede. Insomma fai come ti
pare, io vado”.
Lo guardo allontanarsi.
Sono frastornato, poi un pensiero improvviso mi spinge a richiamarlo
a gran voce:
“Ehi, ehiiiii!
Fermati un attimo”
Si volta e mi guarda
spazientito.”Che vuoi ancora ?” mi chiede sgarbatamente
“Il nome. Come si
chiama l’uomo di Nazareth?” domando stupito io stesso di una
simile domanda
“Gesù, si chiama
Gesù!!!” e scappa via
Rimango trasognato a
guardare davanti a me la splendida giornata di aprile che trionfa in
tutto il suo profumo primaverile. Il sole è caldo e la natura
intorno rinasce a nuova vita. Come l’uomo di Nazareth. Chissà
perché, ma non sono stupito. Non so spiegarmi come mai,ma questa
notizia mi ha scaldato il cuore e ha allentato la tensione che si è
accumulata dentro di me in tanti mesi di insoddisfatte domande senza
risposte. Sento che dentro di me sta nascendo qualcosa di nuovo,che
non ha nome, o per lo meno che ancora no lo ha. E’ solo una
sensazione di nuovo, ma non la scaccio, anzi, la stringo forte dentro
di me. Chissà forse dovrei andare anch’io a vedere cosa è
successo, per capirci qualcosa di più! In quel momento un rumore
delicato di passi mi fa voltare. E’ una donna e avanza verso di me
lentamente, nel suo viso un’emozione intensa, ma dolce e pacata. Il
suo viso non mi è nuovo, ma non so dove l’ho vista e comunque mi
ritrovo contro ogni mia abitudine a rivolgerle subito la parola:
“Anche tu vai a
vedere la tomba vuota?”
“No- mi sorride lei –
ci sono già stata!”
“Ma tu sai perché
questo Gesù è stato condannato a una infamia così orribile come la
crocifissione?” domando incuriosito “Cosa poteva aver fatto di
tanto tremendo? Aveva forse ucciso qualcuno, ma qualcuno potente,
intendo?!”
“No davvero, aveva
solo parlato, aveva espresso le sue idee, ci aveva parlato di un
mondo migliore, di amicizia, di amore, di giustizia”. Risponde lei
come inseguendo un suo pensiero
“Ma per simili cose,
non si crocifigge una persona” le dico scettico
“Questo lo pensi tu!
A volte le parole sono più forti delle spade”. Continua lei
tranquillamente
“E scusa, si può
sapere cosa mai ha detto?”
“Certo! Strano che tu
non lo sappia, perché quel giorno ad ascoltarlo c’era una
moltitudine di persone, ma non importa, te lo dico io”
“Ti ascolto”
“ Bene! Quel giorno
sulla montagna, mi pare ora in questo momento,da quanto sono vive in
me le sue parole,ci disse questo: Beati i poveri in spirito, perché
di essi è il Regno dei cieli. Beati quelli che piangono, perché
saranno consolati, Beati i miti, perché erediteranno la terra, Beati
quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati,
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia, Beati i puri
di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché
saranno chiamati figli di Dio, Beati i perseguitati a causa della
giustizia perché di essi è il Regno dei cieli. Beati voi quando vi
insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi
ogni sorta di male a causa mia; rallegratevi ed esultate perché
grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così, del resto,
perseguitarono i profeti che furono prima di voi. …..ecco queste
furono le parole che disse e queste parole sono state la sua
condanna, ma saranno la nostra salvezza”. La voce si è un po’
incrinata
“Perché saranno la
nostra salvezza?”
“Perché sono parole
di libertà, sono parole fatte per l’uomo di tutti i tempi, e
quindi dei nostri tempi. Ma saranno le parole anche per i tempi
futuri. Sono la libertà di essere Uomo………e la sua croce, la
vedi lassù? È ancora ben visibile, non sarà più un segno di
sconfitta, ma un segno per ogni uomo che veda in un altro uomo una
persona diversa da sé, ma uguale a sé nel diritto di vivere, di
scegliere, di pensare, di amare”.
“Ma tu chi sei?” le
domando rapito dalla sua voce e dal suo parlare
“Nessuno. Sono solo
una donna…..ma altri ti diranno le stesse cose che ti ho detto io.
Oggi Gesù di Nazareth è risorto e da oggi il mondo non sarà più
lo stesso”
La donna ha proseguito
il suo cammino, lasciandomi lì, pensieroso, mentre le strane parole
che ha appena pronunciato cominciano a prendere forma entro di me, si
allargano dentro di me, diventano una strada dentro di me. Percorrerò
quella strada con i miei figli, e i figli dei miei figli, e i figli
dei figli dei miei figli. Sarà difficile, lo so, ma finalmente ho
ritrovato la forza di
vivere………………………………....................................................
20 Aprile 2014.
Seduto sul muretto fatto di ciottoli riarsi dal sole, guardo la terra
dei miei padri. Oggi è Pasqua in questa mia terra martoriata e così
difficile da vivere. Gesù di Nazareth è risorto e le sue parole
sono dentro di me, si allargano dentro di me, diventano una strada
dentro di me. Percorrerò quella strada con i miei figli, e i figli
dei miei figli, e i figli dei figli dei miei figli. Sarà difficile,
lo so, ma finalmente ho ritrovato la forza di vivere.