lunedì 20 gennaio 2014

La strada

La strada! La strada è quella cosa che noi percorriamo continuamente, indossando una maschera, senza mai renderci veramente conto di ciò che vediamo. La strada di cui parlo io oggi è una metafora della vita, che ho bisogno di visualizzare, di rendere reale una volta tanto, e non quella cosa immaginaria, idilliaca che uno vede davanti a sé quando pensa alla strada della propria vita, dove ci sono sì, alcuni bivi, ma sono dei bivi tranquilli, nei quali puoi scegliere senza tema di sbagliare, sia che tu imbocchi uno che un altro. La strada che invece si percorre in un viaggio ti presenta dei bivi e delle uscite, che non devi perdere di vista, devi vederli da lontano con attenzione, valutarli,  specialmente se sei  un tipo distratto e ti perdi nella contemplazione del paesaggio.
Come esempio della mia vita, prenderò la strada che porta da Montepulciano a Marradi.
E' una bella strada, se si guarda con gli occhi della natura, ma è una strada difficile, tortuosa. E già qui la similitudine non solo è azzeccata, ma calzante a pennello.
E' una strada che parte in discesa, in un bel panorama, dove si snoda in curve morbide, per niente pericolose e ti invita verso l'orizzonte che vedi stagliarsi ampio............e anche la mia vita è partita così, senza problemi, in un percorso fatto di scoperte e di gioie continue, pervasa di serenità.
Poi si ariva all'autostrada e lì devi prendere il biglietto se vuoi entrare sapendo che comunque all'uscita dovreai pagare il pedaggio del percoso che hai fatto, altrimenti puoi continuare  su altre strade, ci metti di più, non hai garanzie sul fondo stradale, sulla manutenzione, sugli accidenti che possono bloccare queste strade, mentre invece in autostrada, per male che vada, le interruzioni vengono sempre segnalate e si può decidere di uscire prima.
Ma cosa scegli? Entri naturalmente in autostrada, come naturalmente entri nella vita, quella che ti porta più veloce alla mèta dei tuoi sogni, quella nella quale puoi provare l'ebbrezza della velocità e macinare chilometri e chilometri senza avvertire stanchezza. 
E tutto va bene fino a che si arriva a Firenze......poi cominciano i rallentamenti, le deviazioni, le lunghe colonne, le ore di attesa qualche volta, la scelta di chi viaggia con te di uscire a un casello e di proseguire per conto suo. Chissà perché anche questo tratto di strada mi sembra tanto la mia vita.
La marcia riparte, dapprima lentamente, uno dietro l'altro, e tu ti senti diverso, l'autostrada non è più un'amica, ma un carceriere che ti costringe a fare ciò che vuole lui, che detta legge e in questa legge c'è anche l'imposizione di non fermarti, di continuare ad andare , a passo di formica, ma di restare sotto il sole se la giornata è torrida, nella neve, se c'è il gelo..
Quando finalmente appare il casello dove c'è scritta la tua uscita, lo vedi quasi come un miraggio e inaspettatamente ritrovi il buon umore. Così per me.
Finalmente sei fuori dalla grande arteria. Sei su una strada normale  e mentre procedi verso la tua mèta ti rendi conto  che lentamente la pianura scompare e comincia la salita, sempre più forte, sempre più piena di curve, alcune delle quali veramente pericolose. Ma questo già lo sapevi. Sapevi che per arrivare a Marradi devi prima arrivare a valicare un monte e la strada è impervia. Proprio come io sapevo che per arrivare alla montagna che volevo io, avrei avuto tutta una strada in salita.....e che salita! 
Non c'è scelta, la strada e quella e la devi fare se vuoi arrivare a Marradi. Ma ti senti bene, finalmente fuori dalla bolgia in cui ti eri infilato, ti senti libero e pieno di energia e....vvvvvaiiiiii!  Si riparte e dopo una serie infinite di curve arrivi al valico. Lì ti fermi e sai che chi è con te prenderà l'altra strada, quella che porta verso altre salite e altre mète, alle quali tu non sei chiamato. Ma prima fai una sosta, guardi  la corolla dei monti che sono intorno a te....respiri profondamente quell'aria buona che hai la fortuna di respiarare, con la tranquilla serenità di chi sa di aver fatto tutto quello che poteva per arrivare a quel bivio, dove le strade si separano.
Così per la mia vita. Sembra impossibile anche a me che sto scrivendo..... ma è così.
Ora ti manca un tratto di strada per arrivare alla tua mèta e stranamente è tutta in discesa, proprio come quando hai cominciato il tuo viaggio. Non puoi parlare di quella strada se non da un punto di vista di strada , perché quel pezzo di vita lo devi ancora vivere e non sai se sarà aderente a quelle curve che vedi in lontanaza , a quel torrente che canta scendendo a valle, a quei prati che troverai, dove pascolano tranquille e silenti mucche. Non lo sai, ma lo speri.

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