martedì 19 marzo 2013

La scelta

Nonostante la mia età non più verde, mi riesce ancora difficile accettare le cose brutte della vita e trattarle solo come casistica. E non parlo di cose che possono riguardare me, per cui sarebbe naturale un coinvolgimento
emotivo, ma mi riferisco ai  fatti che accadono quotidianamente nella nostra società, che comunque non è avulsa da noi, come molte volte vogliamo credere, per nostro comodo. Nei giorni passati ci è stato ricordato più volte che la Chiesa siamo noi, e se questo è vero è altrettanto vero che lo Stato Sociale siamo noi, la scelta di vivere secondo determinati canoni siamo noi, la solitudine morale nella quale ci siamo confinati siamo noi....tutti noi. Per cui quando accadono cose che ci fanno rabbrividire anche solo involontariamente, non possiamo liquidare il tutto dicendo che non ci riguardano, perché queste cose che accadono nella Società in cui viviamo e che ci siamo costruiti a misura, ci riguardano eccome e denunciano dei disagi morali e psicologici che sono segnali molto chiari. Mi spiego. Nel giro di pochi giorni, nel nostro paese tranquillo e sonnolento, due persone hanno pensato di togliersi la vita, hanno deciso che non valeva più la pena vivere...o non vivere forse? La prima cosa che viene in mente in questi casi è la solitudine. Gran brutta compagnia la solitudine, quando ci si ritrova soli in mezzo a tanta gente, quando dentro di noi c'è bisogno di vicinanza, di una parola amica, magari solo di una pacca sulla spalla.....e non si trova. Una volta ci si stupiva tanto quando nei reportage che arrivavano dall'America ci veniva detto che se una persona moriva per la strada, la gente le passava  accanto senza neanche degnarla di uno sguardo. Per noi, abituati in altro modo, con un'umanità ancora coinvolgente, tutto ciò era inammissibile, ma oggi è così anche da noi e lo vediamo chiaramente tutti i giorni. Oggi sono tempi difficili e purtroppo da molto tempo si sente parlare di gente che si toglie la vita per motivi economici, per disperazione..........e quando lo senti dire alla televisione, lo schermo che ti divide dalla realtà che è lontana da te, ti salva, ma quando le stesse cose accadono vicino a te e le persone che hanno fatto questo gesto estremo, sono persone che conosci, con le quali ti sei relazionato, allora è più difficile rimanere indifferenti e considerarle solo casistica, come fu fatto a suo tempo da qualcuno che disse che statisticamente i suicidi da noi erano ancora molto più bassi che in un'altra nazione. Come dire che non c'èra da preoccuparsi. Ma un uomo può essere considerato solo una statistica? E io che posso fare? Da sola, credo poco e niente, se non combattere la mia lotta personale contro i mulini a vento, ma tutti insieme, con una sensibilità sociale diversa, penso che si potrebbe fare tanto, se non altro far sentire che c'è una mano tesa pronta a stringere quella che ancora sta annaspando nel vuoto in cerca di aiuto, prima di fare la scelta estrema.

Scusate! Ma qualche volta bisogna anche essere tristi.

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