martedì 26 marzo 2013

E’ di nuovo Pasqua






 Non è facile parlare di Pasqua col clima rovente nel quale ci troviamo ormai da svariato tempo. Eppure nel momento in cui si compì il grande prodigio della Resurrezione, il clima non doveva essere molto diverso da questo.
Allora il  malcontento aleggiava dappertutto, la situazione politica era catastrofica, la libertà sembrava definitivamente persa, sovrastata dalla potenza del grande esercito romano, di quello stesso esercito che tempo fa Roberto Benigni ha così esaltato nella sua presentazione dell’Inno di Mameli.
Un popolo conquistato e sottomesso a un regime e a usanze diverse dalle proprie, ma anche un popolo che si dibatteva da sempre in lotte intestine tra le varie tribù e le diverse tendenze. Né meno facili erano le questioni religiose che avevano i loro estremi nei Farisei e negli Zeloti. In mezzo a loro un gruppo di uomini più moderati e più che altro più spirituali: gli Esseni. Non amati senz’altro da nessuna delle due frange estreme, perché in opposizione alla pedessequità dei primi e alla facinorosità dei secondi.
In questo clima si muoveva Gesù, speranza degli umili, degli oppressi, dei giusti. Le sue parole erano lame di fuoco e non conosceva la paura di annunciare la sua Verità, quella che rende liberi gli uomini, quella che li trasforma da popolo succubo, in popolo libero in nome dell’amore.
Ma l’uomo non vuole la libertà, neanche la sua, perché ne ha paura, perché sa che poi dovrà gestirla, dovrà combattere per mantenerla e qualche volta anche morire per lei. E allora è più facile riunirsi in branco per sentirsi erroneamente forti e in nome di quella libertà che reclama ma che non vuole, condannare i giusti e rimettere in libertà i peccatori.
Chi volete che vi liberi? Gesù o Barabba?” chiede Pilato e la risposta non si fa attendere “Barabba, Barabba” grida la folla inferocita, sobillata, intimorita, minacciata da chi ha l’arma del potere in mano.
Ma Gesù non ha fatto niente!” incalza Pilato.
Crocifiggilo! Crocifiggilo”. L’esortazione del popolo è forte, è un boato, è il grido di coloro che non vogliono soffrire per la giustizia e neanche per quella libertà e quelle beatitudini, che qualche giorno prima sono andati ad ascoltare sulla montagna.
E neanche Pilato, che pure può dare la libertà, perché è il governatore, e dunque potente,si sente di mettersi contro alla Ragion di Stato. In fin dei conti non sono affari suoi. Un ebreo per lui vale un altro ebreo.
E poi la Resurrezione!
Il proclama dell’invincibilità dell’Amore, la vita dopo la morte del corpo offerto in sacrificio perché la Verità trionfi. Una luce abbacinante, che fa vacillare, che stordisce, che fa capire per un attimo che ha la durata di un lampo, che l’uomo può essere qualcosa di più, di diverso, di divino e di eterno. Un attimo! E poi tutto è come prima, soffocato dalla paura, dalla contingenza dell’oggi che deve essere affrontato, dalla cupidigia dell’oro che ha anche lui una luce, dalla bramosia del potere che fa sentire invincibili.

La nostra situazione si muove su piani diversi, ma ciò non toglie che siamo rimaste le stesse persone di duemila anni fa.
E’ di nuovo Pasqua nei nostri calendari e nei giorni di festa che continuano a esistere e sono un richiamo alla memoria di qualcosa di grandioso che ha comunque forgiato il nostro destino di uomini moderni. Ma è di nuovo Pasqua anche nei nostri cuori? Tutti usufruiamo di questi giorni che dedichiamo a fare ciò che più ci aggrada, disattendendo in tanti casi all’importanza della celebrazione e del ricordo, in questo clima di tempesta che non accettiamo di vedere,che vogliamo esorcizzare, pensando che non ci riguardi.
Ciascuno chiuso nella sua bolla di solitudine che lo isola dagli altri, e sovrastato dall’incapacità di risvegliarsi da un sonno nel quale vogliamo deliberatamente rimanere, continuiamo a crederci uomini liberi senza accorgerci che invece siamo uomini soli. Perché anche oggi, e anzi, oggi più di sempre, in una società che ha fatto del sopruso, del ladrocinio, dell’egoismo, la sua egida, la Verità che dice che ogni uomo ha lo stesso valore di un altro uomo si paga cara.
Amare il prossimo come se stessi è faticoso e la Resurrezione può attendere.
La Verità non è più o forse non è ancora la nostra Verità, quella che solo l’uomo libero può capire.




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