Vi ricodate mago Merlino e maga Magò quando per far vedere chi di loro avesse più potere magico, si trasformarono in animali che combatterono tra di loro? E alla fine il grande drago in cui si era trasformata Magò viene debellato da qualcosa di molto piccolo che la mandò completamente in tilt? Quel qualcosa si chiamava virus ed è lo stesso che da tre giorni a questa parte, ha fatto di me un'ameba.
Me lo sono beccato dopo che per giorni e giorni avevo vagato nel lazzaretto che era diventata la casa di mio figlio, dove vedevo tutti stare male, ma molto male, con febbre da delirio e tosse da tenore o da soprano a seconda dei casi. E poi alla fine anche io sono stata stesa e la disfatta è stata totale.
Eppure anche mentre stavo così male e avevo il cervello in pappa, non potevo fare a meno di pensare a quel piccolo virus che aveva avuto la meglio su di me e su tre quarti dell'Italia, e mi dicevo con un briciolo di pietà verso me stessa (ma era la febbre che mi faceva pensare così. Quando starò meglio sarò la stessa di prima) che non serve niente affannarsi, progettare, mettere opzioni sul futuro, quando basta un invisibile virus a farti fuori.
In effetti in questi giorni non mi è importato più di niente, né delle cose da fare, né di quelle lasciate in sospeso...........insomma mi sono limitata a entrare nel mio nirvana, scuotendomi solo per reggermi la testa che mi faceva male, ogni volta che la tosse stizzosa non mi dava pace. Tutto il resto per me poteva andare al diavolo.
In tutto questo anche il lato piacevole della cosa è stato sentirsi per una volta un pò coccolata da una voce che ogni tanto si affacciava alla soglia per dirmi "Va un pò meglio?" o da un succo di frutta che furtivamente si materializzava nel tavolino vicino al mio letto. Piccole cose per non farmi sentire sola, o perlomeno non con la sola compagnia del virus, col quale cominciavo ad avere un dialogo e che prendeva proporzioni sempre più gigantesche per farmi capire che era lui che comandava. Ricordo che a un certo punto, quando la febbre era veramente molto alta, rivolgendomi a lui gli ho detto: "Ehi! Non mi piace parlare con chi non ha neanche un nome!" e lui mi ha fatto una risata in faccia e mi ha fatto tossire. Allora siccome non so qual'è il nome di questo virus, gliel'ho dato da me. "Ti chiamerò Brutus!" gli ho detto e sembra che il nome gli sia piaciuto perché poi per un pò di tempo mi ha lasciato in pace.
Stamani sto un pò meglio. Brutus pare che dorma ancora.......
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