Le favole non dicono ai bambini che i draghi esistono, perché questo i bambini lo sanno già. Le favole dicono che i draghi possono essere sconfitti
Gilbert Keith Chesterton
Questa storia
comincia in una bella baia, uno di quei posti prediletti dalla
natura, dove il mare è dell’azzurro più incredibile, gli alberi
del verde più acceso, il cielo costantemente sereno, i fiori
smaglianti e profumatissimi, insomma quasi il giardino dell’Eden.
Nessuno sa dove sia questa baia, si sa solamente il suo nome e anche
quello è bellissimo; infatti si chiama ‘Profumo di vento’.
Questo però non è sempre stato il suo appellativo, perché un tempo
molto lontano qualcuno l’aveva nominata ’Approdo sicuro’, poi
per le strane vicissitudini della vita a un certo punto invece
diventò ’l’Antro del drago’ e questo la dice lunga.
Il drago in
questione aveva un nome e un cognome. Si chiamava Ego Stormy. Non si
sapeva da dove venisse, ma alla fine da una voce che tira l’altra,
venne fuori che era ricchissimo, che aveva comprato quella baia, ci
si era costruito una casa fiabesca…..e non voleva essere disturbato
da nessuno. Il malcapitato che ignaro dei divieti di accesso a quel
luogo osava avventurarsi perdeva la voglia di ripetere l’esperimento,
perché veniva sempre scacciato in maniera poco ortodossa dalle
guardie del corpo di mr. Stormy, grosse bestie pelose, un po’
animali un po’ uomini, che somigliavano molto a certi personaggi
che di tanto in tanto si vedono in televisione e fanno il bello e il
brutto tempo finché arriva un’onda che li spazza via e li
rimpiazza con nuove leve più aggiornate sull’uso del ladrocinio,
del doppio gioco, della strafottenza e del malcostume.
Queste erano le
uniche persone che stavano vicine a Ego Stormy, del quale avevano un
timore riverenziale e verso il quale erano animati non da sentimenti
di affetto e neanche di stima ma solo di losca sudditanza e di odio
profondo. Potete quindi immaginare che se guardie del corpo di tale
calibro erano tenute in pugno da quest’uomo misterioso, quale
abisso insondabile e tortuoso dovesse essere la sua anima, la sua
personalità e la sua intelligenza.
Nessuno conosceva il
suo aspetto, solo qualcuno, da lontano aveva intravisto qualcosa e
l’aveva descritto, aggiungendo del suo alla paura deformandone
lentamente l’immagine,,,,,,,e così Mr. Stormy era diventato prima
alto, poi altissimo, poi di colore verdognolo, infine allungato su se
stesso che strisciava sulla sabbia bianca della spiaggia tirandosi
dietro una lunga coda, e infine l’avevano visto sputare fiamme e
fuoco dalla bocca, verso il mare, che sotto quella cascata ribolliva
come l’acqua che aspetta gli spaghetti. Così un po’ alla volta
la gente del posto perse l’abitudine di chiamarlo col suo vero nome
e gliene diede un altro, ancora più temibile: il Drago.
Quella mattina, Roy
chiese alla mamma di andare al mare. Fu proprio lui a domandarglielo,
ed era la prima volta da quando erano giunti in quel posto due mesi
prima. La mamma lo guardò stupita, piacevolmente stupita. Possibile
che finalmente in suo figlio si destasse l’interesse per il mare?
Fino a quel momento, da che erano arrivati, spinti dalla necessità
di aria salmastra, che il medico aveva detto sarebbe stata salutare
per Roy, per fortificarlo e prepararlo al meglio per il difficile
intervento chirurgico che avrebbe dovuto subire agli occhi per
permettergli di recuperare la vista, il bambino aveva dimostrato una
tranquilla indifferenza verso quei luoghi e verso quel mare che in
genere piace a tutti i bimbi del mondo.
Si affrettò dunque
ad esaudire il suo desiderio e si incamminarono verso la solita
spiaggetta dove andavano abitualmente. Ma Roy a un certo punto si
fermò e disse
“Non voglio andare
lì, voglio andare da quell’altra parte!”
“Perché? –gli
domandò la mamma un po’ perplessa – questa spiaggia ormai la
conosci come le tue tasche. Non ci sono più pericoli per te!”
“Ti prego mamma –
e Roy la guardò con i suoi bellissimi occhi azzurri che non vedevano
– voglio andare là!” E con il dito indicò un posto proprio
nella direzione opposta
“Ma perché?”
domandò ancora sua madre
“Perché da là
arriva il profumo del vento”.
La mamma lo guardò,
poi sospirò. Era abituata ormai da lungo tempo a considerare le
stranezze di suo figlio come qualcosa che lei non riusciva a capire,
ma che nascevano da una sensibilità maggiore che lui aveva a causa
della sua menomazione.
“Senti il profumo
di fiori?” gli chiese per potersi orientare e seguire una direzione
un po’ precisa
“No mamma. Il
vento non profuma di fiori…il vento profuma di vento” e Roy
sorrise
“Allora dovrai
guidarmi tu. Dimmi dove dobbiamo andare”
“Va bene
mamma…seguimi!”
Finalmente
arrivarono e davanti a loro si spalancò l’incredibile bellezza di
un paesaggio non contaminato.
“Ma è bellissimo
Roy” disse la mamma stupefatta
“Vero mamma? –
Roy era felice si vedeva – e lo senti che profumo di vento?”
La mamma non sentiva
niente, ma si fidava di suo figlio per cui con gli occhi lucidi
rispose dolcemente
“Sì Roy, lo
sento!”
“Andiamo dai
mamma! Voglio fare il bagno e giocare sulla riva….vieni?”
“Agli ordini” e
ridendo andarono a tuffarsi nelle onde appena increspate
Dopo due ore
pensarono che era il momento di fare una bella colazione e la mamma
si affrettò a tirare fuori dalla sua grande borsa tutto ciò che
poteva servire per sfamare il suo cucciolo finalmente ridente. Ma
dopo che ebbe apparecchiato per bene, rimettendo la mano dentro la
borsa per prendere per ultimo la bottiglia dell’acqua, si accorse
che non c’era più il portafoglio.
“Che c’è
mamma?” chiese Roy volgendo i suoi occhioni verso sua madre.
Riusciva sempre a intuire gli stati d’animo di sua madre e capiva
che c’era qualcosa che l’agitava.
“Non trovo più il
portafoglio! Forse mi è caduto quando abbiamo lasciato la strada per
entrare in spiaggia. Ricordi che ho tirato fuori dalla borsa il tuo
cappellino? Ecco penso che sia stato in quel momento…….”
“Vallo subito a
cercare mamma…..non ti preoccupare, io non mi muovo da qui, ci
vogliono solo pochi minuti!”le disse Roy con convinzione
“Me lo prometti?”
“Certo…e stai
tranquilla….lo sai che di me ti puoi sempre fidare!”
“Lo so amore
mio…allora vado e tu intanto fai la tua colazione!”
“OK!” e Roy
addentò con appetito il suo primo panino
La mamma si era
allontanata solo da due o tre minuti e Roy si stava gustando il suo
panino con le prelibatezze che ciascuno di voi vorrebbe avere nel
panino, in una bella mattinata d’estate in riva al mare, quando una
voce aspra lo apostrofò.
“E tu che ci fai
qui?”
Roy si girò verso
quella voce e rispose tranquillamente
“Aspetto che torni
la mia mamma che è andata a cercare il suo portafoglio?”
“Non è questa la
domanda che ti ho fatto… Perché sei qui? Non ti ci voglio….qui
non deve entrare nessuno, questa è la mia spiaggia”
“Mi scusi signore,
ma io non lo sapevo…..oggi ho convinto io la mamma a portarmi qui
perché volevo sentire da vicino il profumo del vento?” gli disse
sorridendo
“Il profumo del
vento?” tuono la voce
“Sì, proprio il
profumo del vento…lo sente anche lei signore?”
“Io non sento
proprio nessun profumo. Ma da quando il vento ha un profumo? Vorrai
dire profumo di fiori, o di altra roba portata dal vento,……. ma
chi vuoi prendere in giro giovanotto?”
“Non voglio
prendere in giro nessuno signore. Io sento il profumo del vento e
sento che viene da questa parte del mare, proprio da quella parte
là!” e col dito indicò una bellissima villa sopra un promontorio,
una villa che lui non vedeva , ma che il Drago perché era proprio
lui, vedeva benissimo, perché era casa sua
“Profumo di vento
– disse tra sé e sé l’uomo con cipiglio accentuato – profumo
di vento! ….Ora basta con queste sciocchezze. Vattene ragazzo e non
ti azzardare a tornare mai più qui!”
“Non posso!”
rispose piano Roy improvvisamente triste
“Ti ho detto
vattene subito…..non costringermi a chiamare le mie guardie!!!”
“Ho detto che non
posso!” disse ancora Roy con voce più sottile
“E di
grazia…perché non potresti? Parla su….non farmi arrabbiare di
più di quello che sono già!” disse il Drago con voce severa
“Ecco signore io
non posso, non posso proprio, primo perché ho promesso alla mamma
che non mi sarei mosso da qui………e poi- e qui i suoi occhi
divennero lucenti – poi……….”
“Allora?!
Poi?.....ti vuoi decidere?” tuonò la voce del Drago
“….poi perché
sono cieco!”
La corazza che un
uomo si è costruita intorno a sé in tutta la sua vita, può
crollare nel giro di un secondo? La risposta è sì, perché quella
del Drago, fatta di ghiaccio, si dissolse come la neve al sole
davanti agli occhi di un bambino, e il povero drago si ritrovò in un
attimo spoglio dai suoi aculei, dalla sua potente coda, dalla sua
bocca sputa fuoco, per essere solo e semplicemente un uomo che aveva
avuto paura di amare.
“Non piangere -
disse bruscamente a Roy mentre guardava le perle trasparenti che
scendevano silenziosamente dagli occhi del bambino – non piangere!
Perché non fai sentire anche a me il profumo del vento? – e cosa
inammissibile per lui, gli tese la sua grande mano, senza ricordarsi
che Roy non poteva vederla.
“Andiamo – gli
disse – camminiamo insieme sulla battigia…forse lì anch’io
sentirò quel profumo!”
“Non posso…ho
promesso alla mamma che non mi sarei mosso finché lei non fosse
tornata!” rispose Roy nuovamente tranquillo
“La mamma è qui
tesoro – disse la dolce e inconfondibile voce di sua madre,che
aveva assistito in silenzio e in disparte al miracolo che si stava
compiendo e del quale lei era inconsapevole.
“Signora – disse
– Mi chiamo Ego Stormy e vorrei chiederle il permesso di fare una
passeggiata con suo figlio”
“Ho sentito
parlare molto di lei mr. Stormy – rispose la giovane donna
guardandolo intensamente -………..permesso accordato, purché dopo
si fermi a fare colazione con noi!”
Anche l’uomo la
guardo con la stessa intensità. Poteva essere la figlia tanto amata
che non c’era più da troppo tempo ormai.
“Va bene!”
Nient’altro fu
detto e mentre Roy si allontanava con la sua manina nella mano di
quel grande uomo, la giovane madre seppe in cuor suo che
quell’incontro non sarebbe rimasto fino a se stesso.
E infatti così è
stato. Roy si è operato e oltre al viso dolce della sua mamma ha
potuto vedere anche quello di un uomo che ora chiama nonno, che un
giorno di qualche tempo non si sa quando ritrovò se stesso negli
occhi di un bambino, e alla fine arrivò anche per lui il momento di
sentire il profumo del vento.
Da quel momento
l’isola si chiamò ‘Profumo di vento’.
Perché ho
scritto una favola?
Proverò a
rispondere con sincerità
1 – Perché a
me le favole piacciono tanto anche ora, che il tempo delle favole per
me è passato da un pezzo.
2 - Perché mi
piace allentare la briglia alla mia fantasia. Ciascuno di noi ha
ricevuto i suoi doni dalla vita. A me è stato fatto questo.
3 - Perché
appena ho letto l’aforisma di Chesterton mi sono subito gasata e ho
capito che era lo spunto per farmi dire che è sempre bene uscire
fuori dai luoghi comuni e dalla manìa di etichettare le persone,
perché spesso proprio le stesse persone delle quali si dice tutto il
male del mondo sono invece le migliori.
4 - Perché i
draghi esistono veramente e i bambini lo sanno e siamo noi che
dobbiamo dare ai bambini la possibilità di sconfiggerli e più che
altro di far loro riconoscere quelli veri da quelli che invece la
vita ha provato con la sofferenza. Il problema è tutto nostro perché
quasi sempre siamo proni davanti ai draghi del potere e aiutiamo a
uccidere quelli che invece portano solo una maschera di difesa.
Facciamo uscire i nostri bambini da questa confusione. Come? Con
l’onestà.
5 -
perché…..forse anche io sono un drago?