mercoledì 26 febbraio 2014

Poesiola

Tu non sai  caro babbo quanta strada faremo insieme io e te...non lo immagini neppure
Da tanti anni preparo dei piccoli gadget per le feste del babbo e della mamma, ma mentre per le mamme riesco a sbizzarrirmi in tanti modi e con l'aiuto della fantasia , a preparare piccoli oggetti carini e di poco costo, quando si tatta di pensare ai 'papà', che è il nome usato per la loro festa, anche se io da brava toscana prediligo 'babbo' (ma vuoi mettere papà con babbo? Basta pensare a Pinocchio quando quando si rivolgeva a Geppetto docendogli "O babbo!" qualche volta invece che con la doppia 'b' anche con la tripla! Concedetemelo che è tutta un'altra cosa che se gli avesse detto "O papà"....... a parte che non ci avrebbe messo la 'o' rafforzativa davanti, avrebbe avuto una forza diversa e la storia di Pinocchio sicuramente si sarebbe svolta in un'altra maniera) chiudo parentesi e continuo dicendo ...che cosa? Ah! Sì! Quando si tratta di pensare ai babbi, le idee si fossilizzano sempre su una bottiglia di vino, da personalizzare in una maniera o in un'altra, cercando di non essere ripetitiva di anno in anno. Qualche volta ho dipinto le etichette e sono venuti fuori dei lavorini veramente simpatici, ma quest'anno avevo poco tempo, per cui ho pensato bene di decorare ogni bottiglia con una cravattina di carta, mettendo nel nodo un paio di occhi e una bocca sorridente e aggiungendo nella parte larga una poesiola che doveva per forza di spazio essere necessariamente breve, sintetica. E' venuta fuori questa, grazie allo spirito essenzialistico di un poeta ermetico minimalista amico mio, che quando vuole riesce anche ad essere più breve di Ungaretti:

Quando a un bambino
gli nasce un papà
non c'è più grande
felicità!

 Io non ci sarei mai riuscita. Sono logorroica per costituzione!
Ma ci credete che questo insieme di parole messe su per necessità, alla fine mi sono proprio piaciute e mi hanno indotto a pensare e riflettere su questa storia che a un bambino nasce un babbo? Ma ve la immaginate la responsabilità di questo bambino? E ci credo che appena nascono i bambini si mettono a piangere! Lo farei anch'io! Allevare un babbo mica è uno scherzo? Perché gli va insegnato tutto, per prima cosa gli va sillabto il suo nome, perché un babbo, finché il suo piccolo frignone non viene al mondo, mica lo sa il significato di questa parola....non è come per la mamma, che istintivamente è mamma da quando nasce.....il babbo deve fare un duro lavoro su di sé,  studiare molto per imparare a essere babbo, e il bambino ha il compito di prenderlo per mano e portarlo sulla difficile strada maestra del genitore mentre gli dice: "Tu non sai caro babbo quanta strada faremo insieme io e te...non lo immagini neppure!".
Per cui, mi sto convincendo sempre di più che non è stata scritta una bischerata come pensavo all'inizio, ma che anzi, questa poesia criptica, che ha bisogno di essere pensata, interpretata, e vissuta giorno dopo giorno, per tutta la vita trova proprio il suo compimento anche nell'ultima parola 'felicità', che lì per lì mi sembrava ci fosse solo per fare rima. Ma non è mica così. In effetti che felicità più grande ci può essere nella vita , di sapere che si nasce già con una missione da compiere? E che è quella di far diventare un uomo........ un padre?


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