sabato 22 febbraio 2014

Il garage della nonna

Ieri, dopo aver tentennato tanto e rimandato la decisione di settimana in settimana, ho deciso di ridare una parvenza di ordine al nostro garage e solo dopo essere stata letteralmente sommersa da scatoloni e scatole che non ricordavo neanche più di avere, ho scoperto quanto avevo fatto bene a prendere quella decisione. E' stata proprio una delle mie rare pillole di saggezza!

Perché un garage, non è mai semplicemente un garage. E il nostro lo è anche di meno, perché di auto dentro non ne ha mai vista neanche una, ma in compenso è pieno di scaffali, di anfratti, di buchi profondi, pieni fino all'inverosimile.E non poteva essere diversamente perché il nostro è il garage della nonna Marilchetti Marilcucci, come i miei figli hanno sempre chiamato affettuosamente la loro nonna.

Insomma il nostro garage è una scatola magica, una di quelle scatole dalla quale ne vengono fuori tantissime altre, che a loro volta aprendosi, fanno uscire il loro contenuto, il più delle volte assolutamente inutile a qualsiasi cosa pratica, ma  talmente denso di ricordi fino a sembrare un miele fluido e ambrato che mi scivola sopra e mi invischia anche se non vuoglio, nel passato della mia vita e di quella dei miei cari. 
Vengono fuori fotografie già sbiadite e anche un pò sbertucciate, vecchi libri sui quali si è sudato, quaderni mangiucchiati, una culla di vimini,già importante per aver raccolto i primi sonni dei miei figli e dei miei nipotini, ricordini della prima comunione, partecipazioni avanzate del mio matrimonio, insieme a telegrammi e biglietti di auguri che augurano una bella vita a due, prosperità ecc. ecc. ......che anche se è tutto naufragato è comunque ancora un bel ricordo.
Mi ritrovo in mano una gavetta ancora macchiata di fumo passato e sento arrivare dentro di me la nostalgia di un campo vissuto sotto le stelle, dove veramente l'essenziale è tutto ciò che occorre (perché ce lo dimentichiamo subito dopo?), sono attratta dal luccichio di un lamè e mi ritrovo tra le mani il mio primo abito da sera, nel quale non entrerei più neanche se mi ci infilano a forza, e non perché sono ingrassata, ma perché sono proprio cambiata, attirata inesorabilmente verso il basso,.....faccio un sospiro e lo metto da una parte tanto so che non lo butteò mai. E scarpe, borse, giocattoli vecchi, peluche che mi guardano con i loro grandi occhi sbarrati, ma mi riportano il sorriso dei miei bambini e anche le loro lacrime, biciclette immobili da anni, chitarre e violini, che mi ritrovo ad ascoltare anche nella loro apparente staticità e rivedo i miei ragazzi che imparano e fanno scempio di note e di corde. E il cappello della 'grande uniforme' di mio padre è lì a ricordarmi che anche dopo tanti anni che lui non è più fisicamente con noi, è comunque qui, e poi i guinzagli dei miei cani, che per un attimo sono tutti intorno a me, festosi ed abbaianti, Bali primo tra tutti...............insomma tanto ma tanto davvero.
E mi accorgo con stupore che questo garage non è solo una stanza sempre in disordine, ma è il deposito della mia vita, di tutta la mia vita ed è nello stesso disordine che anch'io ho dentro di me, anche se alcune volte cerco di riassettarmi, proprio come sto facendo ora con lui. Butto via o non butto via il mio passato? Anche stavolta decido di sistemarlo meglio, in modo che ingombri di  meno, e di lasciarlo dove è sempre stato.

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