martedì 8 maggio 2012

Stranger in Paradise

Una casa come questa mi sembra normale che si tinga di giallo!.......Almeno un pò.
Questo raccontino l'ho scritto qualche mese fa




Com’era bello stare a crogiolarsi al sole alle cinque pomeridiane di quella splendida giornata di giugno! Sdraiata in una comoda poltrona ricoperta di un telo di spugna sgargiante, con le gambe rialzate, già abbronzata nel mio castigato bikini nero, assaporavo il calore del sole, mitigato di tanto in tanto dalla leggera brezza che smuoveva anche le frange di paglia dell’ombrellone arancione, sotto il quale su un microscopico tavolino, una granita alla menta si scioglieva lentamente.
Nel dormiveglia in cui ero piombata riuscivo comunque a pregustare il felice momento in cui le mie labbra riarse si sarebbero bagnate di quella frescura e tanto bastava per farmi rimandare il momento del risveglio, quasi che il solo pensiero del ghiaccio servisse a far calare la temperatura del mio corpo che si stava surriscaldando.
Ma non volevo lasciare il rumore della risacca del mare che sentivo in lontananza e mi cullava, né il profumo di gelsomino che arrivava di tanto in tanto a portare una nota di incantesimo orientale nell’aria, né quella musica che da poco più di un minuto si era insinuata nel vento e con lui aveva volteggiato intorno a me per pochi attimi….già perché con la stessa sveltezza con cui era arrivata, se ne era già andata, lasciandomi però le indimenticabili note di “Stranger in Paradise” di Borodin.

Fu in quel momento che un raccapricciante “Aaaaaaaaahhhhhhhhh!” mi fece uscire dal mio sogno e con un attimo di sbigottimento mi ritrovai nella realtà della mia terrazza, sprofondata nella sedia a sdraio che aveva visto tempi migliori. Il mio sguardo trasognato corse a cercare l’allettante granita della quale mi resi conto subito, non c’era nemmeno l’ombra. Tutto questo in un secondo perché immediatamente il mio sguardo fu catturato dalla signorina Adelaide che si spenzolava dalla terrazza adiacente la mia e con quanto fiato aveva in gola si esibiva in un altro “Aaaaaaaahhhhh!!” seguito immediatamente da uno stridulo “Aiuto! Aiuto!”
Mi svegliai immediatamente, anche se mi accorsi che continuavo a sentire il rumore del mare, cosa impossibile perché da casa mia il mare è lontano almeno centocinquanta chilometri.
“Altro che mare” mi dissi rendendomi conto che il rumore dell’acqua veniva dall’appartamento vicino e che avevo come al solito fatto solo un bel sogno….
Mi affacciai subito dall’unico pertugio della grata piena di gelsomino che divideva la mia terrazza da quella della mia vicina, una tranquilla e simpatica ragazza con la quale avevo scambiato più che altro notizie sul tempo e sui fiori. Rosa, così si chiamava la bella ragazza alta e bionda, era una appassionata amante delle sue omonime e il suo terrazzo era pieno di colore e di profumo, perché le sue rose non solo erano bellissime, ma profumavano anche in maniera meravigliosa ed era un piacere godersele, anche se solo dal buco che c’era nella grata di divisione
“Signorina Adelaide! Signorina Adelaide!” chiamai con voce preoccupata. Che poteva essere successo? E che ci faceva la signorina Adelaide nella terrazza di Rosa?
La signorina Adelaide, un’anziana e candida insegnante di altri tempi era una persona tranquilla e riservata e sentirla gridare in quel modo, mi fece subito capire che doveva essere accaduto qualcosa di grosso.
“Oh Marilù! Meno male che sei in casa. Corri per piacere, vieni subito…vieni ma prima chiama i Carabinieri” mi disse stavolta piangendo come una fontana, mentre i suoi piedi si muovevano cautamente sul pavimento della terrazza tutto pieno d’acqua che sentivo, cominciava a colare sulla strada.
“I Carabinieri? Ma che c’entrano i Carabinieri con un po’ d’acqua in terrazza?” domandai allibita
“Ma che acqua e acqua! Chiamali ti dico! Qualcuno ha assassinato Rosa!”
Immediatamente tutto il caldo che avevo fino a tre secondi prima si dissolse magicamente e senza quasi rendermi conto mi trovai in casa di Rosa, in un mare d’acqua che aveva invaso tutto l’appartamento, ed essendo uscito anche dalla porta di ingresso scendeva in tranquille cascate per la rampa delle scale.
La signorina Adelaide mi venne incontro piangendo e additando la porta del bagno, dal quale mi resi conto, veniva quel mare che si riversava dappertutto.
Quasi in trance mi avviai verso la porta di quella che mi sembrò in quel momento l’antro dell’inferno.
Rosa era all’interno della vasca da bagno, in testa una civettuola fascia che le tratteneva i capelli e vistosi segni violacei intorno al collo, a dimostrazione che la poverina era stata decisamente strangolata. L’acqua continuava a scendere indifferente dal rubinetto e a cadere dal bordo della vasca facendo quel leggero sciabordio che io nel mio dormiveglia avevo scambiato per il rumore del mare. Quasi senza rendermene conto mi avvicinai al telefono e feci il numero dei Carabinieri.

“Come ha fatto ad accorgersi che la signorina Rosa era morta?” domandò il Maresciallo alla signorina Adelaide, che ora si era un po’ calmata, anche se continuava a tirare su rumorosamente col naso.
“Stavo rientrando a casa dopo la mia solita passeggiata e quando ho cominciato a salire le scale mi sono accorta che erano bagnate. Arrivata nel pianerottolo ho visto che la porta d’ingresso dell’appartamento di Rosa era aperta e che l’acqua veniva da lì. Ho provato a chiamarla, ma non avendo avuto risposta, sono entrata…e….l’ho vista…..poi ho chiamato Marilù che era nella sua terrazza a prendere il sole!” e la signorina Adelaide cominciò nuovamente a piangere.
“E lei signorina ha visto qualcuno o sentito qualcosa?”
“No – risposi – io stavo dormendo al sole e non mi sono accorta di niente”
“Sapete chi frequentava la signorina Rosa?” domandò il Maresciallo rivolgendosi a entrambe”
“Era molto riservata e riceveva poche visite. Però so che era fidanzata. Me l’aveva detto circa un mese fa ed era molto contenta”
“E questo fidanzato lo conoscete? Sapete dirmi come si chiama?”
“Io non l’ho mai visto, ma un giorno parlando con Rosa mi disse che il suo fidanzato si chiamava Rocco Spada e che era un disegnatore nella fabbrica di “Ceramica Inn”, quella che è in fondo alla strada che porta all’aeroporto”
Mezz’ora dopo Rocco Spada era a casa di Rosa, affranto e incredulo. Aveva risposto a tutto ciò che i Carabinieri gli avevano domandato con voce rotta dall’emozione e dal dolore.
“No in casa non manca niente…no Rosa non aveva un cellulare, perché odiava i cellulari, sì Rosa era una ragazza solare che non aveva nemici…no lui non la vedeva dalla sera precedente, quando l’aveva riaccompagnata a casa. No..non aveva la minima idea di chi potesse aver fatto una cosa simile né tanto meno del perché!”
Fu in quel momento che il suo cellulare squillò. Dapprima quasi in sordina, poi sempre più forte finché le note di ‘Stranger in Paradise’ si riversarono nella stanza.
Ma sì! Quella era la musica del mio sogno, quella che mi aveva accompagnato in uno splendido pomeriggio al mare, quella che mi aveva rilassato e fatto desiderare di continuare a sognare. Ora capivo, capivo tutto!
Alzai lo sguardo su Rocco Spada e lo vidi impallidire. Si era accorto che io sapevo.
“Maresciallo – dissi con voce più chiara e più forte di quella che sentivo dentro di me – io so chi ha ucciso Rosa!”
Tutti si voltarono verso di me.
“Oggi io ho sentito questa musica proprio mentre prendevo il sole in terrazza. Una musica che è durata pochi secondi, ma che si è impressa indelebilmente nella mia mente. Era la musica che è venuta ora dal cellulare del signor Rocco Spada”.
Mentre Rocco Spada veniva portato via in manette dai Carabinieri, ai quali avrebbe dovuto spiegare i tanti perché che gli sarebbero stati chiesti, guardai la signorina Adelaide che non riusciva a smettere di tremare. Provai tenerezza per quella persona eterea e gentile avvolta dalla sua chioma argentea a guisa di aureola. Sembrava un povero angelo ferito, come Rosa era stata un angelo amante dei fiori, ed io stessa un piccolo angelo sognatore.
Lo straniero che era venuto tra questi angeli non era come quello di Borodin, ma ogni storia ha una fine diversa dall’altra.

2 commenti:

  1. complimenti per il blog, padrona di Fuf. I dipinti sono davvero belli.

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  2. questo racconto è veramente fantastico. non mi sarei mai aspettata una fine così avvincente. parola di chi è stato svezzato a 'Colombo' e 'Signora in giallo'!!!
    complimenti. continua a scrivere che sei molto brava

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