domenica 27 maggio 2012

Finestra aperta



Stamani mi sono svegliata pestissimo, per colpa di Fuf, il nostro gattone rosso, che voleva uscire a tutti i costi. Ho provato a tornare a letto.............ma.......niente da fare.
Anche a me stamani la Casa di Fuf, sta un pò stretta, avrei voglia non so neanche io di che cosa, forse di qualcosa che spezzasse per un attimo la monotonia delle giornate tutte uguali, o forse semplicemente il mio gatto stamani è riuscito nel suo intento di farmi alzare col piede sinisto, quello sbagliato!!
Ma io sono mancina, mi sono detta ridacchiando, e il buonumore è tornato


Poi mi sono ricordata che avrei potuto uscire dalla finestra, come ho scritto un pò di tempo fa......e come ho dipinto nella tela sottostante.

La finestra è davvero un magico buco di evasione!!








Mentre cercavo di raccogliere le idee per scrivere l’articolo per il  numero del giornalino che seguo ormai da tanti anni, lo sguardo mi è caduto sul titolo dello spazio messo a disposizione per coloro che non parlano di attualità, né di cultura, né di spiritualità. Mi sono ritrovata a pensare che “Finestra aperta” è la rubrica dei sognatori, di coloro che non possono essere limitati da quattro muri, ma hanno bisogno di uscire nel mondo, magari proprio dalla finestra, e far perdere lo sguardo e il pensiero in orizzonti invisibili, ma non per questo meno veri.
E’ lo spazio questo, dedicato agli idealisti, che per inseguire i loro sogni, in genere perdono le occasioni della vita pratica e non si accorgono che qualche volta il treno per andare a una mèta prestabilita, è passato senza che loro se ne accorgessero, intenti come sono a seguire le evoluzioni della loro fantasia.
Una finestra aperta, prevede un cielo e chi è fortunato, lo vede subito davanti a sé, chi invece abita in una via angusta, deve sporgersi per riuscire a trovarlo, ma alla fine lo vede, anche se può essere un cielo piccolo. Un cielo piccolo in estensione forse, ma in profondità, anche quel cielo, chi lo può limitare dentro rigidi confini?
Sempre per chi è fortunato sotto il cielo c’è un poggio, ma per chi abita in una via angusta ci può essere solo un muro; ma a pensarci bene questo non è un problema, perché sia il muro che il poggio fermano lo sguardo e a questo punto ti accorgi che gli occhi non bastano più, la tua fisicità non è più sufficiente a far vedere cosa c’è dietro quel poggio o quel muro. E allora ecco l’aiuto potente della fantasia, che fa valicare le montagne e attraversare le muraglie più spesse e fa arrivare in luoghi dove la vita si guarda da un’altra prospettiva, diversa da quella che viviamo abitualmente, ma non per questo meno vera, e sicuramente più giusta! E quando la fantasia galoppa sul purosangue dell’idealismo, chi mai potrà fermare quella corsa?
Quando il pensiero esce dalla finestra e vola verso lidi lontani, lo fa per inseguire degli ideali di vita, che sappiamo essere possibili, ma che sono tanto difficili da raggiungere. Ci portiamo dietro chilometri di vissuto sbagliato che ci si è spalmato addosso in maniera così appiccicosa che non riusciamo a stare più senza, a rischio di sentirci nudi se cerchiamo di levarne anche solo un po’-
Vorremmo essere trasparenti e invece siamo ipocriti, vorremmo essere buoni e invece siamo perversi. E se queste sembrano solo parole buttate là, sarà meglio ricredersi subito, perché se così non è, come mai la nostra società fa così schifo? Come mai viene premiato il ladrocinio, la baronìa, l’arrivismo, a discapito dell’onestà, del merito, del lavoro?
La nostra vita di benessere non ci ha portato certo a quel paradiso che tutti speravamo, ma di sicuro l’inferno ha cominciato a farcelo conoscere, se oggi molti, e purtroppo tra questi molti, tanti, troppi giovani, non riescono ad avere più la speranza nel domani. Se qualcuno vuole obiettare che molte volte queste sono pretesti per non fare niente, gli rispondo che in qualche caso è senz’altro vero, ma anche in questo modo non cambia niente, perché tutto riconduce al sistema che è marcio e non se ne viene fuori Insomma, il discorso è sempre lo stesso, e mi rendo conto, che gira e rigira arrivo sempre lì, ma, sarà l’età, sarà il mio modo d’essere, ma mi accorgo che questo modo di vivere comincia ad andarmi un po’ stretto.
Ma che posso fare? Anche se mi sforzo di fare la mia parte, in modo da non parlare bene e razzolare male, mi pare che è come andare a cavallo di una pulce contro i mulini a vento, perché niente cambia se non in peggio, la corruzione dilaga negli ambienti che dovrebbero esserci di guida, il lavoro per il quale in tanti si sono preparati con grosso dispendio di tempo e di soldi è un miraggio lontano, i concorsi sono spesso e volentieri truccati, i baroni sono sempre più baroni, i posti di lavoro di qualsiasi tipo scarseggiano, il mobbing imperversa, la violenza è allo stato brado e il nostro mondo continua a girare con la nostra convinzione di essere una civiltà evoluta.
Chissà perché ma mi è passato davanti agli occhi il periodo del buonismo del Natale, dove tutti abbiamo cercato di fare qualcosa per gli altri, dove tutto è stato coperto di lustrini e di luci colorate, dove gli episodi di guerra, di teppismo, di violenza inaudita sui nostri bambini, ci hanno attraversato come fantasmi invisibili, che gridano inascoltati.
Perché nel frattempo noi siamo stati occupati a preparare la cena per i poveri, che durante tutto il resto dell’anno abbiamo bellamente snobbato, siamo stati impegnati a fare mercatini per alleviare le sofferenze di chi ci sta lontano e non ci può coinvolgere nelle sue beghe, abbiamo tirato fuori soldi per tante iniziative filantropiche.
E molto di più siamo stati impegnati a darci addosso l’uno con l’altro, ciascuno cavillando sulle proprie convinzioni, senza renderci conto che da soli non si va da nessuna parte, mentre insieme si potrebbe anche tentare di fare qualcosa di buono. E’ come se tutto il nostro impegno sia stato devoluto a qualcosa di molto lontano da noi emotivamente e fisicamente, perché non sappiamo fare niente per noi stessi e per chi ci sta vicino, per chi soffre del modo di vivere che è stato impostato in questa nostra società, in questo nostro Bel Paese che ormai non da un minimo di credibilità a nessuno.
Ma non abbiamo la forza e il coraggio di ribellarci alle tante ingiustizie che giorno dopo giorno sfilano davanti ai nostri occhi. O almeno io non ce l’ho e se qualche volta ci ho provato, ho saputo che in qualche modo l’avrei pagata cara.
Ma anche davanti all’evidenza dei fatti e alla propria personale sconfitta, il sognatore non può fare a meno di continuare ad esserlo e allora meno male che c’è ancora una finestra aperta sul mondo e più che altro sul cielo, dove chi sogna possa continuare a rifugiarsi e a pensare che l’uomo può essere migliore e il mondo più giusto.
Ci sono prati verdi oltre le finestre aperte che abbiamo dinanzi a noi, e cieli puliti e c’è l’uomo che vive la sua vita prima ancora che in pace con gli altri, in pace con se stesso.
Quanto costa trovare questa pace e quante cose deve imparare a gettare via il sognatore e può darsi che mentre impara questa difficile operazione, un treno stia proprio passandogli vicino, ma lui non se ne accorgerà e avrà perso l’ennesima occasione della sua vita. Ma se l’occasione è qualcosa di stridente con i suoi ideali, è bene per lui che non sia salito in quel treno.



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