martedì 12 giugno 2012

La Legge dei Momenti


Forse sarà perché oggi il tempo è grigio, forse sarà perché stanotte non ho dormito bene, fatto sta che stamani  nella Casa di Fuf, anche il mio micione rosso si è svegliato con un'aria meditativa e guardandomi sornione mi conferma che anche per lui il Tempo è "la malinconia del logos".......



Credo che non mi stancherò mai di legger e Qohelet. Forse perché nelle sue parole ci trovo tutta la stanchezza dell'uomo, la sua rassegnazione, la sua consapevolezza che veramente sotto il sole non c'è mai niente di nuovo e tutto ciò che accade serve a piegarlo, a spezzarlo e alla fine a redimerlo.
O meglio, a fargli risollevare la testa per guardare un punto fermo che non può essere nient'altro che Dio, fuori da se stesso, dai propri limiti che tornano e ritornano senza soluzione di continuità, nonostante le sue conquiste, la sua intelligenza, la sua capacità di essere comunque sempre un mutante per adattarsi a qualsiasi situazione.. Non basta! Tutto ciò non basta a soddisfare la sete che l'uomo ha dentro di sé perché questa sete non può estinguersi in lui,ma ha bisogno di un'acqua diversa da quella del suo egoismo.
Non riusciamo a capirlo o forse più che altro ad accettarlo...ma diciamocelo una volta per tutte. Siamo egoisti, pieni di noi, e tutto ciò che accade di brutto nel mondo si deve solo a questo. Questo egoismo del 'tutto e subito', si deve al nostro non sapere cosa significa la parola Tempo e all'interpretazione limitata che diamo al suo concetto.
Lo scorrere del tempo, il tempo che ci scivola addosso, la mancanza di tempo, rendono questa parola molto importante nella vita e nel nostro modo di viverla. Noi non sappiamo che cos'è il tempo, ma siamo impastati del tempo,crediamo di imprigionare il tempo con i tanti strumenti che siamo riusciti a inventare, ma limitamo il tempo alla nostra fisicità mentre l'attenzione dovrebbe essere portata ben oltre il nostro corpo e diventare metafisica.
I filosofi lo hanno sempre studiato e così gli scenziati e con Einstein finalmente il tempo è diventato una dimensione, ma ciò non ci aiuta a capirlo di più. Qualcuno, non ricordo il suo nome, ha definito il tempo 'la malinconia del logos'.
Ma su di noi l'effetto egoistico è devastante.
Eppure l'egoismo non viene considerato un male eccessivo, camuffiamo sempre il suo vero significato, anzi, addirittura qualche volta arriviamo persino a parlare di sano egoismo, specialmente legato al mondo dell'infanzia e della primissima giovinezza. Facciamo paragoni con i cuccioli delle altre specie, che tendono a soddisfare le proprie esigenze, senza tenere in considerazione due cose fondamentali: la prima è che ogni specie obbedisce a leggi sue proprie, dalle quali, gli etologi lo sanno bene, nessun animale va in deroga, neanche i più piccoli, anzi specialmente i più piccoli, pena l'espulsione dal branco e quindi la sopravvivenza; la seconda ben più importante è che noi ci diciamo diversi da e superiori a qualsiasi altra specie, poiché in noi c'è quel soffio che qualcuno chiama divino, qualcun altro naturale, ma comunque sempre quel soffio che si chiama intelligenza.
E' la nostra intelligenza allora che ci fa parlare di sano egoismo? Non credo proprio, non fosse altro perché il sano egoismo dell'infanzia rischia di diventare l'egoismo distruttivo della maturità e molte volte lo abbiamo già sperimentato. La storia insegna! E allora questa nostra intelligenza che non ci ha fatto fare un solo passo in avanti dai tempi in cui scriveva Qohelet, che intelligenza è? Questo mostro sacro, di cui ci vantiamo così spesso, tanto da faci continuamente mettere in dubbio l'esistenza di un Dio qualsiasi in favore della nostra deità, è qualcosa che ancora non abbiamo imparato ad usare, o è un'arma terribile rivolta verso noi stessi? Non c'è niente di nuovo sotto il sole e i tempi di Qohelet sono ancora i nostri tempi che si ripetono continuamente con una ciclicità stantia e prevedibile, secolo dopo secolo, millennio dopo milennio. E' possibile che questa 'legge dei momenti' come è enunciata nelle sacre scritture, sia veramente una legge naturale o divina, ciascuno la pensi come vuole, alla quale l'uomo non può sottrarsi? Questa legge, scritta da un uomo come noi, forse poeta, ma sempre uomo, in maniera così categorica e allo stesso tempo così caotica nella sua logica, è ciò che noi continueremo a tramandare alle generazioni future? E' questo l'uomo? L'uomo di oggi , voglio dire! L'uomo del dopo Cristo? Povero Cristo! Chiunque tu sia stato, passerai alla storia come un illuso, se ti va bene!

Per tutto c'è il suo momento, un tempo per ogni cosa sotto il cielo: tempo di nascere, tempo di morire; tempo di piantare, tempo di sradicare; tempo di uccidere, tempo di curare; tempo di demolire, tempo di costruire; tempo di piangere, tempo di ridere; tempo di lutto, tempo di allegria; tempo di gettare, tempo di raccogliere; tempo di abbracciare, tempo di allontanarsi; tempo di guadagnare, tempo di perdere; tempo di conservare, tempo di gettare; tempo di stracciare, tempo di cucire; tempo di tacere, tempo di parlare; tempo di amare, tempo di odiare; tempo di guerra, tempo di pace.

E il tempo di sperare che qualcosa cambi in questo meccanismo, quando sarà?

Nessun commento:

Posta un commento