venerdì 22 giugno 2012

Capannettì


Capannettì è un nome senza signficato apparente, ma esiste, è anche dentro la casa di Fuf e vi assicuro che invece vuol dire tantissime cose......................




Io per esempio la mia capannettì ce l'ho in salotto, in un angolino, che diventa quasi uno stanzino tutto mio, quando riesco ad aprire la porta e a farla diventare così una specie di parete. In quel piccolo spazio c'è rinchiuso un tavolino, che non è un tavolino qualsiasi, ma è quello dove lavorava mio padre, ma è meglio dire il mio babbo, e quindi a me molto caro.
Sul tavolino c'è appoggiato uno schermo e una tastiera, un computer per tutti, ma per me una finestra aperta, una via di fuga dalla quotidianità e dalla banalità di tutti i giorni, cose indispensabili non lo metto in dubbio, ma dalle quali quando posso cerco di evadere. Accanto a questa finestra immaginaria, da un pò di tempo a questa parte c'è un orsetta di peluche, abbastanza malconcia devo dire, perché è sopravvissuta a un incendio, ma quando stavo per buttarla un piccolo suono si è materializato improvvisamente e .....oh meaviglia! Mi sono accorta che aveva un carillon con una musichina neanche bella, ma dolce come tutte quelle dei carillon.......insomma era un'orsetta che in definitiva mi somigliava un pò, anche se il fumo e il fuoco degi incendi che hanno devastato momenti della mia vita apparentemente non mi hanno lasciato traccia, come invece è capitato a lei. Forse io il nerofumo ce l'ho dentro, ma anche in me nonostante tutto, la musichina è rimasta......e così è rimasta anche l'orsetta che mi guarda con i suoi occhi fissi e così la guardo anch'io, scrollo il capo e dico "ma guarda che imbecille!!!" non so mai se riferito a me o a lei o a entrambe, e mi metto a scrivere.
Mi capita facilmente di divagare quando scrivo e così non di rado capita che comincio a parlare di una cosa e finisco per dire tutt'altro, ma cosa importa? Il pensiero si sveglia, vola, spande intorno a sé il profumo della libertà,  che è un profumo raro, costosissimo, che nessuno riuscirebbe mai a rinchiudere dentro una boccetta, neanche in una di quelle delle più prestigiose firme, e di questo profumo sono piene tutte le capannettì della nostra esistenza.
La capannettì non è un'invenzione mia, nossignori, la devo tutta ai miei figli, che l'hanno creata, ampliata, modificata, e io l'ho fatta anche mia, perché mi ci sono trovata bene, e mentre scrivo mi viene lentamente un sorriso, visto che loro potrebbero chiedermi i diritti d'autore.
Ciascuno dovrebbe avere in dotazione una capannettì nella quale ritirasi al bisogno, per trovare quello sconfinato senso di libertà del quale ogni uomo ha necessità.
Non occorre molto per farsi una capannettì quando siamo bambini. Può bastare un pò di cartone, o una coperta appoggiata sui braccioli di un divano e di una poltrona, o una seggiola, o qualsiasi altra cosa suggerisce la fantasia......quando siamo adulti diventiamo più sofisticati, un cartone non ci basta più ma.......importante è cominciare, perché più tardi si comincia e più si perde. Io ho cominciato quando decisi di entrare dentro una capannettì fatta dai miei figli con uno scatolone veramente grande, al quale avevano fatto una porta e una finestra......ci si stava stretti è vero in quattro persone, ma provai una sensazione così bella, così strana e così mia che da allora capannettì ha fatto parte della mia vita.
La sua realizzazione è ancora più economica delle ricette di cucina  propinate da Federica in TV.  Per i suoi manicaretti basta solo "un pò de denaro", per capannettì invece non occorre neanche quello e tra l'altro............ non paga neanche l'IMU!

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