Stamani mi sono svegliata così!!!
Quando dentro di te ci sono scale che scendono, scale che salgono, scale trasversali, scale a rovescio, ma tutte con una prospettiva giusta...e tu non sai quale prendere, l'unica cosa che puoi fare è andare a fare una passeggiata. Poi tutto va a posto.
(Da Piccoli Pensieri di Kind Butterfly)
Menomale che la Casa di Fuf è a piano terra!!!!
sabato 30 giugno 2012
venerdì 29 giugno 2012
Buongiorno Italia
Prandelli ierisera nella sua intervista ha detto due o tre parole che mi hanno colpito: Attenzione a non sottovalutare l'Italia. E non si riferiva solo al calcio.
Ovvia! Fatemelo dire! Ce l'ho sulla punta della lingua da tanto tempo, ma oggi mi si offre l'occasione giusta............VIVA L'ITALIA!!!
E non certo solo perché ierisera è stata superlativa nella partita contro la Germania e ci ha entusiasmato, ma proprio perché ITALIA. Chi mi conosce bene, ma anche solo un pò, conosce il legame affettivo che mi unisce da sempre al mio bel Paese!
Sono fiera di essere Italiana per il suo grande passato? Almeno noi un grande passato ce l'abbiamo.
Sono fiera di essere Italiana per la nostra genialità? E chi ne ha avuti più di noi di Geni?
Sono fiera di essere Italiana per la nostra fantasia? In quello non ci batte nessuno.
Insomma io sono un'Italiana docg. nel bene e nel male e mai rinnegherò la mia appartenenza.
Abbiamo anche tanti lati negativi, questo è vero.......ma perché gli altri non ce li hanno forse???
In attesa di sentirmi più Europea di quanto mi senta oggi, mi avvio al lavoro insieme a tanti altri che in questo momento lasciano le loro case per andare a lavorare nell'incertezza del domani e comunque con la convinzione che "il lavoro è un diritto", non prima però di aver detto "Buongiorno Italia!"
mercoledì 27 giugno 2012
Ma poi guardo......
Tre quattro persone mi hanno consigliato di cambiare lo sfondo di questo blog, perché è un pò buio, la scrittura risalta poco e anche i colori dei quadri non vengono esaltati.
Do senz'altro ragione a queste persone, perché sono cose che ho notato anch'io, ma poi guardo quei quadretti appesi, il telefono al muro, le pareti vecchie, la televisione che mi ricorda tanto la prima che comprò il mio babbo, quei colori smorzati e mi dico che sarebbe come rinnegare me stessa, perché io amo le case vecchie, i vecchi telefoni, i quadri appesi, che posso immaginare siano fatti da me, io amo la penombra, dove tutto si addolcisce e perde l'aggressività della luce. Insomma io in quello sfondo mi sono sentita proprio a casa e ci sto portando tutto: il mio cane, i miei gatti, le mie cose, i miei ricordi, la mia famiglia che ho tenuto per ultima perché è la più importante e della quale non parlo se non per fare brevi accenni, perché la mia famiglia sta in uno scrigno dentro la casa di Fuf e questo scrigno lo apro solo con i miei cari.
Penombra |
Allora mi sono limitata a ingrandire la scrittura e a marcarla di più, per far capire che apprezzo i consigli di chi me li ha dati. Grazie, grazie davvero.
martedì 26 giugno 2012
I bomboloni di SuperCiccio
Vi è mai capitato che un ricordo vi arrivi così, imprvvisamente, senza un perché e un percome?
A me stasera sono tornati in mente i bomboloni di Ciccio o meglio di 'Superciccio'.
E' stato un attimo ....e dietro quei bomboloni si è materializzata una giornata speciale, quasi surreale, vissuta da me e dai miei figli a Sabaudia.
Protagonisti: un treno, un taxi, quattro personaggi in cerca d'autore, un pullman surriscaldato, naturalmente i bomboloni di Ciccio, un caldo infernale e...........tanta vita.
Trama: un appuntamento al quale non avremmo voluto mancare in nessun modo, nonostante il ritardo mostruoso del treno, lo sciopero,la cifra iperbolica richiesta dal tassista per fare gli ultmi venti chilometri e permetterci di arrivare puntuale a un appuntamento con la vita, non importa quale, perché ciò che in quel momento più che altro era importante per noi, era essere insieme .
Finale: tanta stanchezza e tanta soddisfazione per la giornata in sé.
Morale: chi si contenta gode. Evviva il caldo infernale, il sudore, il puzzo del treno, il viaggio in piedi, il sonno sempre in agguato, il tassista che ha trovato il pollo da spennare, il portafoglio quasi vuoto......e tutto il resto!
In tutto questo i bomboloni di Ciccio, sono la parte dolce della giornata, quella alla quale qualche volta, come stasera, ritorno con tenerezza e una punta di nostalgia.
A me stasera sono tornati in mente i bomboloni di Ciccio o meglio di 'Superciccio'.
Slurp!! |
Protagonisti: un treno, un taxi, quattro personaggi in cerca d'autore, un pullman surriscaldato, naturalmente i bomboloni di Ciccio, un caldo infernale e...........tanta vita.
Trama: un appuntamento al quale non avremmo voluto mancare in nessun modo, nonostante il ritardo mostruoso del treno, lo sciopero,la cifra iperbolica richiesta dal tassista per fare gli ultmi venti chilometri e permetterci di arrivare puntuale a un appuntamento con la vita, non importa quale, perché ciò che in quel momento più che altro era importante per noi, era essere insieme .
Finale: tanta stanchezza e tanta soddisfazione per la giornata in sé.
Morale: chi si contenta gode. Evviva il caldo infernale, il sudore, il puzzo del treno, il viaggio in piedi, il sonno sempre in agguato, il tassista che ha trovato il pollo da spennare, il portafoglio quasi vuoto......e tutto il resto!
In tutto questo i bomboloni di Ciccio, sono la parte dolce della giornata, quella alla quale qualche volta, come stasera, ritorno con tenerezza e una punta di nostalgia.
lunedì 25 giugno 2012
Sai cos'è?
Da una settimana abbiamo un ospite nella casa di Fuf. Un ospite molto impegnativo.
E' un cucciolo di rondine. E ora i gatti che faranno? ci siamo dette io e mia figlia immaginando già salvataggi in extremis dalle fauci dei nostri amic pelosi.........macché! Ci siamo dovute subito ricredere perché per i nostri micioni niente può sostituire il sapore dei croccantini. Ieri Ugo (che poi è il titolare della casa di Fuf) ha dormito tutto il pomeriggio sdraiato accanto alla scatolina di Ronni-pu (contrazione di rondine pulcino).
Dare da mangiare a Ronni-pu è un'impresa che dura dalla mattina alle sei e mezzo fino alla sera alle undici e fino ad ora non siamo riuscite a trovare un mangime che sia adatto per una rondine, per cui il nostro cucciolo sta crescendo con un pastone fatto di omogeneizzato al manzo e macinato di bistecca....chianina. Niente male vero? Ogni tanto cerchiamo di acchiapparle anche qualche zanzara, ma non sembra gradirla molto.....anche Ronni è come i gatti! Chissà! Forse anche la nostra piccola rondine preferirebbe i croccantini?
Del resto è vero o non è vero che il mondo cambia?
Ce la farà Ronni-pu? Non lo sappiamo assolutamente, ma cerchiamo di fare di tutto perché quelle sue bellissime ali un giorno si possano aprire e trovare quella forza che la faccia volare verso la libertà.......
Chissà se la nostra piccola rondine è d'accordo con queste parole?
Sai cos'è
quella linfa vitale
che ti obbliga ad andare
a correre, a volare?
Ti scorre nelle vene
come fuoco d'amore,
ti incalza, ti sostiene
in tutte le tue prove.
Ti dice. "Non voltarti,
supera le tue pene,
vai avanti sempre sai
più su oltre le cime
dei monti azzuri
che vedi là lontano,
degli orizzonti al mare,
dove vola il gabbiano,
oltre ogni mèta ambita,
oltre la stessa vita".
Sai cos'è?
E' una cosa che sa di immensità.
Il suo nome?
Si chiama libertà
E' un cucciolo di rondine. E ora i gatti che faranno? ci siamo dette io e mia figlia immaginando già salvataggi in extremis dalle fauci dei nostri amic pelosi.........macché! Ci siamo dovute subito ricredere perché per i nostri micioni niente può sostituire il sapore dei croccantini. Ieri Ugo (che poi è il titolare della casa di Fuf) ha dormito tutto il pomeriggio sdraiato accanto alla scatolina di Ronni-pu (contrazione di rondine pulcino).
Dare da mangiare a Ronni-pu è un'impresa che dura dalla mattina alle sei e mezzo fino alla sera alle undici e fino ad ora non siamo riuscite a trovare un mangime che sia adatto per una rondine, per cui il nostro cucciolo sta crescendo con un pastone fatto di omogeneizzato al manzo e macinato di bistecca....chianina. Niente male vero? Ogni tanto cerchiamo di acchiapparle anche qualche zanzara, ma non sembra gradirla molto.....anche Ronni è come i gatti! Chissà! Forse anche la nostra piccola rondine preferirebbe i croccantini?
Del resto è vero o non è vero che il mondo cambia?
Ce la farà Ronni-pu? Non lo sappiamo assolutamente, ma cerchiamo di fare di tutto perché quelle sue bellissime ali un giorno si possano aprire e trovare quella forza che la faccia volare verso la libertà.......
Chissà se la nostra piccola rondine è d'accordo con queste parole?
Sai cos'è
quella linfa vitale
che ti obbliga ad andare
a correre, a volare?
Ti scorre nelle vene
come fuoco d'amore,
Forza Ronni-pu!!! |
in tutte le tue prove.
Ti dice. "Non voltarti,
supera le tue pene,
vai avanti sempre sai
più su oltre le cime
dei monti azzuri
che vedi là lontano,
degli orizzonti al mare,
dove vola il gabbiano,
oltre ogni mèta ambita,
oltre la stessa vita".
Sai cos'è?
E' una cosa che sa di immensità.
Il suo nome?
Si chiama libertà
domenica 24 giugno 2012
Scout a modo mio
Sono scout da quando avevo tredici anni......e fiera di esserlo, come del resto sono sempre stata fiera di essere figlia della "Benemerita".
Non è facile per nessun giovane essere scout, figuratevi per una che oltre a esere scout è anche figlia di un maresciallo dei carabinieri, non è facile dicevo, perché il luogo comune ci insegue sempre con le sue barzellette a volte bonarie, molto più spesso taglienti e cattive!!
Ma io, ripeto, sono sempre stata orgogliosa della mia provenienza e della scelta più o meno incoscente che feci a tredci anni e che mentre crescevo è maturata dentro di me e mi ha accompagnato fino ad ora restando sempre dentro il mio cuore.
E proprio seguendo il cuore devo aggiungere che sono scout senz'altro, però 'a modo mio'.
Essere scout 'a modo mio' non vuol dire essere migliori o peggiori di altri, ma semplicemente seguire una traccia che nasce proprio da uno stato emozionale che ti dice di fare in un modo piuttosto che in un altro. Sono un'istintiva che ha sempre trovato le sue dritte nelle semplici parole della nostra Promessa.
Non è facile per nessun giovane essere scout, figuratevi per una che oltre a esere scout è anche figlia di un maresciallo dei carabinieri, non è facile dicevo, perché il luogo comune ci insegue sempre con le sue barzellette a volte bonarie, molto più spesso taglienti e cattive!!
Ma io, ripeto, sono sempre stata orgogliosa della mia provenienza e della scelta più o meno incoscente che feci a tredci anni e che mentre crescevo è maturata dentro di me e mi ha accompagnato fino ad ora restando sempre dentro il mio cuore.
E proprio seguendo il cuore devo aggiungere che sono scout senz'altro, però 'a modo mio'.
Essere scout 'a modo mio' non vuol dire essere migliori o peggiori di altri, ma semplicemente seguire una traccia che nasce proprio da uno stato emozionale che ti dice di fare in un modo piuttosto che in un altro. Sono un'istintiva che ha sempre trovato le sue dritte nelle semplici parole della nostra Promessa.
Con L'aiuto di Dio
prometto sul mio onore
di fare del mio meglio
per compiere il mio dovere verso Dio
e verso il mio Pese,
per aiutare gli alri in ogni circostanza,
per osservare la Legge Scout.
Non amo quindi molto tutto il castello di burocrazia e di codicilli che lentamente si è aggiunto alla snellezza dell'idea del fondatore dello scoutismo . Penso che almeno in parte sia tutto tempo sprecato e tolto ai ragazzi con i quali abbiamo la fortuna di fare questo cammino. Questo naturalmente è il mio pensiero e può essere del tutto sbagliato, perché in un mondo che cambia ci vogliono anche regole nuove e nuove impostazioni mentali, ma .......mettiamola così......io sono scout più per istinto che per ragionamento. Che volete? Non si può essere perfetti!
Canto di ragazzo
Negli occhi di un ragazzo
ci sono grandi sogni, ci sono infinite speranze.
ci sono campi di grano, ci sono campi di gioco.
Negli occhi di un ragazzo
ci sono ore di gioia, ci sono ore di tristezza.
Negli occhi di un ragazzo
c'è un canto alla vita, sì....c'è un canto alla vita!
Canta ragazzo il tuo inno che parla di stupore,
che parla di gioia e di dolore,
canta ragazzo, non ti stancare,
anche quando il nostro mondo adulto
sa darti solo il male.
Sei tu la sentinella che veglia sul futuro,
negli occhi tuoi c'è un cielo di nuvole e di sole,
di pioggia e di sereno e poi di arcobaleno.
E' un cielo grande, non ancora inquinato.
Nessuno ancora te l'ha sciupato!
Lasciamo il canto ai ragazzi,
perché è attraverso loro
che forse il nostro mondo
avrà ancora un futuro.
sabato 23 giugno 2012
Scettico blu
Io......ecco! Quando mi vengono fuori pensieri così seri, comincio veramente a preoccuparmi.......
In tuo figlio c’è la
proiezione di te stesso solo se passa attraverso la sua libertà.
(da Piccoli Pensieri di Kind Butterfly)
........e allora ho subito bisogno di alleggerire la parola 'libertà', che è una cosa bellissima, ma molte volte anche terribilmente ingombrante, altre volte così difficile da trattenere.......Mi auguro che questo mazzo di fiori che ho dipinto abbia anche un bel profumo.......quel famoso profumo, che nessuno riesce a rinchiudere dentro una boccetta. Sennò che libertà sarebbe?
........e allora ho subito bisogno di alleggerire la parola 'libertà', che è una cosa bellissima, ma molte volte anche terribilmente ingombrante, altre volte così difficile da trattenere.......Mi auguro che questo mazzo di fiori che ho dipinto abbia anche un bel profumo.......quel famoso profumo, che nessuno riesce a rinchiudere dentro una boccetta. Sennò che libertà sarebbe?
venerdì 22 giugno 2012
Capannettì
Capannettì è un nome senza signficato
apparente, ma esiste, è anche dentro la casa di Fuf e vi assicuro
che invece vuol dire tantissime cose......................
Io per esempio la mia capannettì ce
l'ho in salotto, in un angolino, che diventa quasi uno stanzino tutto
mio, quando riesco ad aprire la porta e a farla diventare così una specie di parete. In quel piccolo spazio c'è rinchiuso un tavolino, che non
è un tavolino qualsiasi, ma è quello dove lavorava mio padre, ma è
meglio dire il mio babbo, e quindi a me molto caro.
Sul tavolino c'è
appoggiato uno schermo e una tastiera, un computer per tutti, ma per
me una finestra aperta, una via di fuga dalla quotidianità e dalla
banalità di tutti i giorni, cose indispensabili non lo metto in
dubbio, ma dalle quali quando posso cerco di evadere. Accanto a
questa finestra immaginaria, da un pò di tempo a questa parte c'è
un orsetta di peluche, abbastanza malconcia devo dire, perché è
sopravvissuta a un incendio, ma quando stavo per buttarla un piccolo
suono si è materializato improvvisamente e .....oh meaviglia! Mi
sono accorta che aveva un carillon con una musichina neanche bella,
ma dolce come tutte quelle dei carillon.......insomma era un'orsetta
che in definitiva mi somigliava un pò, anche se il fumo e il fuoco
degi incendi che hanno devastato momenti della mia vita
apparentemente non mi hanno lasciato traccia, come invece è capitato
a lei. Forse io il nerofumo ce l'ho dentro, ma anche in me nonostante
tutto, la musichina è rimasta......e così è rimasta anche l'orsetta
che mi guarda con i suoi occhi fissi e così la guardo anch'io,
scrollo il capo e dico "ma guarda che imbecille!!!" non so
mai se riferito a me o a lei o a entrambe, e mi metto a scrivere.
Mi capita facilmente di divagare quando
scrivo e così non di rado capita che comincio a parlare di una cosa
e finisco per dire tutt'altro, ma cosa importa? Il pensiero si
sveglia, vola, spande intorno a sé il profumo della libertà, che è un profumo raro, costosissimo, che
nessuno riuscirebbe mai a rinchiudere dentro una boccetta, neanche in
una di quelle delle più prestigiose firme, e di questo profumo sono piene tutte
le capannettì della nostra esistenza.
La capannettì non è un'invenzione
mia, nossignori, la devo tutta ai miei figli, che l'hanno creata,
ampliata, modificata, e io l'ho fatta anche mia, perché mi ci sono
trovata bene, e mentre scrivo mi viene lentamente un sorriso, visto
che loro potrebbero chiedermi i diritti d'autore.
Ciascuno dovrebbe avere in dotazione
una capannettì nella quale ritirasi al bisogno, per trovare quello
sconfinato senso di libertà del quale ogni uomo ha necessità.
Non occorre molto per farsi una
capannettì quando siamo bambini. Può bastare un pò di cartone, o
una coperta appoggiata sui braccioli di un divano e di una poltrona,
o una seggiola, o qualsiasi altra cosa suggerisce la
fantasia......quando siamo adulti diventiamo più sofisticati, un cartone non ci basta più ma.......importante è cominciare, perché più tardi si
comincia e più si perde. Io ho cominciato quando decisi di entrare
dentro una capannettì fatta dai miei figli con uno scatolone
veramente grande, al quale avevano fatto una porta e una
finestra......ci si stava stretti è vero in quattro persone, ma
provai una sensazione così bella, così strana e così mia che da
allora capannettì ha fatto parte della mia vita.
La sua realizzazione è ancora più economica delle ricette di cucina propinate da Federica in TV. Per i suoi manicaretti basta solo "un pò de denaro", per capannettì invece non occorre neanche quello e tra l'altro............ non paga neanche l'IMU!
La sua realizzazione è ancora più economica delle ricette di cucina propinate da Federica in TV. Per i suoi manicaretti basta solo "un pò de denaro", per capannettì invece non occorre neanche quello e tra l'altro............ non paga neanche l'IMU!
giovedì 21 giugno 2012
Estate
E' arrivata l'estate finalmente, preceduta da un carro infuocato che ha seminato afa e calura. Bella l'estate! Con la sua violenta ansia di vivere e di bruciare che si esalta nella lussuria dei fiori, nel profumo notturno del gelsomino che è davanti alla finestra del salotto della casa di Fuf.........
Amo le giornate calde dell'estate e le
ombre lunghe della sera che si stendono sui campi proiettando le
sagome dei cipressi e dei covoni del grano. Amo perdermi con lo
sguardo in questi paesaggi che nessun monumento può euguagliare in
bellezza e dolcezza. Mi ripeto una volta di più queste cose qui, in
sosta davanti a uno dei tanti murelli del mio paese, terrazze
stupende che sovrastano la valle, sul quale mi sono appoggiata, le
braccia conserte, lo sguardo perso lontano.
E proprio oggi, mentre mi soffermavo,
vuota di pensieri, sulle morbide curve delle nostre colline, mi è
tornato improvvisamente alla mente un ricordo di quando ero
ragazzina, in quell'età in cui non siamo più bambine e ancora non
siamo donne. Un ricordo fatto di nente e di tante cose, per allora.
Le tante cose erano una camicetta
bianca con un colletto larghissimo e una gonna rossa abbottonata
davanti, arricciata in vita, con due tasconi fermati da due
bellissimi bottoni colorati, un paio di sandaletti rossi, con appena
l'abbozzo di quello pomposamente chiamavo tacco,che però faceva la
differenza tra la bambina e la ragazza. Le tante cose erano le parole
che mi aveva detto un ragazzino, definendomi bella; le tante cose era
anche il mio cuore che aveva accelerato i battiti fino
all'inverosimile. Il niente era il fatto che non c'era proprio niente
di diverso dagli altri giorni, se non quei vestiti e il ricordo di
quelle parole, in un tranquillo pomeriggio di giugno, mentre me ne
andavo a studiare a casa di un'amica per prepararci insieme all'esame
di terza media.
La mia amica abitava in campagna e
qualche metro prima della sua casa dovevo costeggiare un campo di
grano, in quel periodo già alto e quasi maturo e più che altro
incredibilmente pieno di papaveri rossi. Una meraviglia mozzafiato!
Che quel giorno, sentendomi un pò papavero anch'io, mi attirò in
maniera per me inusuale e inconsueta....ma decisamente irresistibile.
Ricordo come se fosse oggi, sentendomi
ancora alitare sul viso il caldo vento estivo, di essermi inoltrata
tra quel grano e quei fiori, e di essermi sdraiata tra quelle spighe
calde, lo sguardo rivolto all'azzurro che mi sovrastava e nel quale
decine di rondini volteggiavano senza posa. Intorno a me le api e i
calabroni danzavano accompagnate dal loro monotono bisbiglio che in
altri momenti mi avrebbe dato fastidio e le formiche si arrampicavano
sulle mie mani e sui miei piedi, facendomi un leggero solletico, che
in quel momento, chissà perché, non mi disturbava.
Mi sentivo felice! Di una felicità che
non sapevo spiegare e che non aveva neanche bisogno di spiegazione.
L'accettavo e basta, naturalmente, sentendomi tutt'uno con Dio e con
ciò che mi circondava., ringraziando quel sole caldo che mi
avvolgeva. Era estate, l'inizio dell'estate della mia vita, anche se
io non lo sapevo. Io sapevo solo di essere contenta, che la vita era
bella, che l'attimo che stavo vivendo era altrettanto piacevole di
quello in cui facevo merenda con pane e nutella, che il mondo era
qui, ora, in quel campo di grano che mi aveva regalato il suo
profumo, il suo tepore, il suo vento, il suo mondo nascosto, ma così
pieno di vita. Un attimo che è rimasto impresso in un angolo del mio
cuore.
Tornai pochi minuti dopo, in quel
campo, con la mia amica alla quale avevo raccontato entusiasta la mia
esperienza di simbiosi con la natura, ma non fu la stessa cosa e da
allora capii che certe esperienze devono essere fatte da soli, quando
nessuno può condizionare lo stato d'animo con le quali si
affrontano.
Oggi, pagherei non so che cosa per
poter riprovare le emozioni semplici e intense di allora, oggi che
non ci si stupisce più di niente, dove tutto è dato pe scontato e
dove, quando si parla di estate, si blatera solo di vacanze al mare o
ai monti! Mari e monti nei quali la natura entra sempre di meno,
cedendo il passo a programmi nei quali fa la sua comparsa solo come
effimera cornice.
Il mio sguardo si perde ancora nella
campagna e guardo la valle e il grano che si muove dolcemente, come
allora smosso dal vento caldo che siinsinua tra spiga e spiga e per
un attimo, un attimo solo, torno la ragazzina di quel giorno, che
andava sorridendo fiduciosa incontro all'estate della sua vita.
mercoledì 20 giugno 2012
Ti voglio raccontare
Ti voglio raccontare una favola, ma
una favola vera, una di quelle che si scrivono a nostra insaputa in
un giorno qualsiasi della nostra vita, magari mentre si va
frettolosamente a comprare qualcosa in un negozio....su in paese....
Correvo quella mattina d'inverno di
dodici anni fa, correvo per andare a comprare una cosa che mi era
assolutamente necessaria, e mentre andavo su per la salita col
fiatone, mi dicevo che dovevo fare in fretta, perché a quell'ora
avrei dovuto essere al lavoro, e terminare una serie di opuscoli che
dovevo inserire nel giornalino. Ti dico questo solo per farti capire
che quel giorno il mio tempo era molto limitato.
Alla fine sono arrivata e mi sono
catapultata dentro il negozio sperando di non trovare la fila. Sono
stata fortunata. Davanti a me c'era solo una persona e già veniva
servita.
"Buongiorno – ho detto con la
poca voce che mi era rimasta, rivolgendomi più che altro a Daisy (è
un nome fittizio) che mi guardava dall'altra parte del bancone.
Conoscevo abbastanza Daisy, perché sono stata catechista dei suoi
figli più grandi per un anno, ma non sono mai stata molto in
confidenza con lei, anche se di tanto in tanto abbiamo parlato del
più e del meno.
"Buongiorno!" mi avevano
salutato entrambe le persone e già dal tono di voce diversa con cui
mi era stato risposto avevo capito che Daisy aveva qualcosa che non
andava.
La danza della vita la immagino così |
E gli occhi di Daisy in quel momento
erano specchi di dolore, di rabbia, di sofferenza che aveva necessità
di urlare, di venire fuori, di esplodere e che invece restava lì,
dentro di loro, mente il viso si costringeva a sorridere al mondo.
Anch'io le sorrisi in risposta con la
testa da tutt'altra parte. Era arrivato il mio turno e chiesi
automaticamente ciò che mi occorreva, mentre continuavo a guardarla
sentendo crescere il disagio dentro di me.
"E' freddo oggi vero?" le
dissi tanto per dire qualcosa e rompere un silenzio che stava per
diventare imbarazzante
"Davvero è proprio freddo!"
rispose lei lentamente ma non aggiunse altro
Presi il mio pacchettino, presi il
resto, lo misi in borsa lentamente, come se cercassi di prendere
tempo, non non sapevo neanche io perché, poi :
"Ciao, ci vediamo" e mi avviai alla porta.
"Ciao, ci vediamo" e mi avviai alla porta.
"Ciao " rispose e io uscii.
Ero sulla strada, mi fermai un attimo
come se qualcosa mi trattenesse, poi mi avviai per ritornare al
lavoro, un passo dietro l'altro, sempre con quella consapevolezza che
dovevo fare in fretta perché di lì a poco sarebbero arrivate le
persone che dovevano ritirare il giornalino per portarlo a spedire, e
camminando cercai di alleggerire un pò la tensione della quale non
conoscevo il motivo, ma che non voleva sapere di lasciarmi, anche se
in mezzo ad altra gente cercavo di riappropriarmi della mia
quotidianità o almeno così mi sembrò per un attimo perché invece
pochi minuti dopo, un'agitazione non voluta, ma latente per tutto
quel tempo dentro di me, venne fuori in tutta la sua urgenza e mi
costrinse a fermarmi. Ero davanti al negozio del ciabattino, quando
avvertii dentro di me quell'impulso che non riuscii a reprimere, un
impulso che mi diceva di voltarmi e tornare sui miei passi. Fu il
sesto senso? Quel famoso sesto senso che certe volte io credo di
avere, ma del quale ho sempre parlato così, per gioco? Non lo so.
Campassi cent'anni non riuscirò mai a dare una spiegazione logica a
quel momento, anche se da allora in poi il suo ricordo è diventato
per me uno dei momenti più dolci della mia vita.
La ragione mi diceva di continuare la
mia strada, di non intromettermi, di lasciar perdere, ma il cuore mi
suggeriva tutt'altro e anche allora fu l'istinto che mi disse quale
voce dovevo ascoltare e senza pensarci due volte, senza sapere
perché, senza sapere cosa avrei fatto, mi girai e tornai sui miei
passi.
Questa volta affrontai la salita più
lentamente, non perché fossi stanca ma perché avevo bisogno di
riordinare le idee, di cercare di capire perché stavo tornando
indietro, di trovare una scusa plausibile per rientrare in quel
negozio e capire se la sensazione di sofferenza che avevo avvertito
così intensamente era stata solo frutto della mia fantasia o se
invece quel senso di allarme che continuavo a sentire dentro di me
era qualcosa di reale.
E se anche avessi visto che sì, c'era
veramente una sofferenza che aveva bisogno di aiuto, sarei stata
accettata? Che avrei detto per poter arrivare a ciò che avevo visto
dietro quegli occhi?
Non riuscivo a trovare una risposta.
"Ora entro – mi dicevo – e provo a dire che non era questo
il prodotto che volevo....no non funziona! E se c'è gente che
faccio? E se mi risponde male? E se....e se...?!"
Con tutti questi se irrisolti che
giravano per la mia testa alla fine mi ritrovai nuovamente davanti
alla porta del negozio.
Per un attimo, confesso, ebbi la voglia
di tornare immediatamente indietro. "Non sono affari miei!"
mi dissi....ma fu davvero solo un attimo perché la mia mano era già
sulla maniglia della porta e la stava abbassando per entrare.
Ho sempre ricordato quella maniglia e
la sensazione che mi dette ma che non so descrivere neanche oggi, se
non confusamente. Posso solo dire che fu la parte tangibile di
qualcosa che in una maniera o in un'altra avrebbe cambiato i miei
rapporti con la persona che stava dietro quella porta.
Entrai.
Fui fortunata. Non c'era nessuno,
neanche Daisy e quell'attimo sospeso mi permise di recuperare un pò
di calma. Poi dal retrobottega venne la sua voce: "Vengo
subito!" e infatti fu immediatamente lì, pallida in viso,
senza quel sorriso che aveva avuto prima e che ora non aveva fatto in
tempo a stampare in fretta sul suo viso.
Non parve stupita di vedermi nuovamente
lì e mi resi conto che forse non si ricordava neanche di aver
parlato con me pochi minuti prima.
E infatti mi disse "Buongiorno!
....dimmi....."
Io mi avvicinai di più al bancone e
dissi:
"Sono tornata indietro....Posso
fare qualcosa per te?" tutti i discorsi che avevo preparato
erano naufragati miseramente e mi erano venute fuori solo quelle
poche scarne parole. Ma furono sufficienti.
I suoi occhi si riempirono di lacrime
in maniera repentina, come se si fosse improvvisamente rotta la
barriera che le tratteneva e il torrente che c'era dietro venne fuori
con la forza dell'acqua che scende quando è nutrita da un temporale.
In quelle lacrime sentii tutta la disperata solitudine che mille
parole non avrebbero saputo dirmi.
Eravamo ancora sole e io rimasi in
silenzio per darle tempo di allentare la tensione che fortunatamente
con quel pianto cominciava ad alleggerirsi.
Fu lei la prima a parlare.
"Andiamo di là!" mi disse e
si avviò nel retrobottega. La seguii col cuore in gola sapendo che
avrei dovuto ascoltare qualcosa che senz'altro mi avrebbe coinvolto
nella sua situazione e per la quale magari non sarei stata
all'altezza di dare consigli, ma ero stata io a scegliere di tornare
indietro e facendo un grosso respiro, mi detti coraggio e mi
tranquillizzai un pò.
Non ci volle più di un minuto per
sapere quale era il problema di Daisy. Dopo il pianto liberatorio le
parole vennero fuori nitide, distaccate, implacabili.
"Sto per separarmi da mio marito e
aspetto un bambino. Ho deciso che questo bambino non lo posso
tenere,...non saprei come fare con il lavoro e tutto il resto. Ho già
preso appuntamento con l'ospedale per praticare l'aborto....e
dopodomani vado...." terminò con quella che mi sembrò una
lievissima esitazione.
Mi sentii gelare, più che per le
parole, per lo sguardo deciso, quasi cattivo....o forse solo molto
sofferente?
Mi attaccai a quella esitazione e senza
sapere neanche quello che sarei andata a dire cominciai a parlare,
con calma e tranquillità. Ricordo che non feci esclamazioni di
stupore, o di orrore, quando mi disse la decisione che aveva preso.
Non fui brava io, fu solo l'istinto che mi disse di comportarmi così
e da subito mi accorsi che era stato l'atteggiamento giusto, forse
perché da me era preparata ad avere un altro tipo di reazione, e
accorgersi che invece non mi ero turbata più di tanto per quello
che mi aveva detto (il mio cuore galoppava invece!), l'aveva
spiazzata e stupita, ma le aveva anche fatto abbassare la guardia.
"Ci possiamo mettere a sedere?"
le chiesi più per me che per lei. Sentivo di avere le gambe di
pappamolla!
Vagamente intuivo in che ginepraio mi
ero messa. In quel preciso istante mi ero fatta carico di una
responsabilità che dieci minuti prima neanche sognavo....ma la cosa
lì per lì mi sfiorò e poi non mi interessò più di tanto. In
quel momento avevo ben altro da pensare!
Per quanto tempo parlai? Per molto
credo e la cosa strana, che non mi colpì al momento, ma dopo, quando
ci ripensai, fu che in tutto quel tempo nessuno entrò nel negozio.
Eppure in genere era molto frequentato.
Delle cose che ci dicemmo trascrivo
solo l'inizio:
"Tu hai due problemi e sono grossi
entrambi, ma sono due problemi separati, che vanno affrontati uno per
uno. Prima pensa al bambino che porti in grembo e poi solo dopo,
affronta quello che riguarda tuo marito......" giusto,
sbagliato? Non lo so, ma in quel momento mi sembrò che il problema
più urgente fosse quello che riguardava la vita.
Cercavo dentro di me le parole più
giuste da dire a una donna che in quel momento era disperata, ma mi
sentivo la testa vuota, sopraffatta come ero da quel problema che mi
trovavo ad affrontare senza nessuna preparazione. Sudavo freddo!
Fortunatamente le parole venivano da sé, frutto di convinzioni in me
radicate da sempre....
Ma la cosa che mi colpiva di più in
quel momento era come ci si intendeva bene senza bisogno di grandi
discorsi, senza usare parole difficili. Erano gli occhi che
parlavano, i suoi e i miei, me ne rendevo conto e se ne rese subito
conto anche Daisy. Dietro i suoi occhi c'erano libri di parole non
scritte e io li stavo leggendo in tutta la loro drammaticità.
Lei mi caricò di tutte le sue paure,
anche sapendo che io non avrei potuto fare niente di più che darle
la mia solidarietà e starle vicino qualunque fosse stata la sua
scelta e io le regalai i miei dinieghi alla sua disperata decisione,
le mie osservazioni, le mie esperienze di donna e di madre.
Alla fine entrambe sentimmo che non
c'era più niente da aggiungere. Qualsiasi parola in più sarebbe
stata qualcosa di posticcio che quel momento non richiedeva.
Mi alzai, sentendomi stranamente calma
e vuota. Anche lei si alzò pallida in viso, stanca, come una che ha
combattuto una battaglia difficile e ha...perso!
Ma che cosa aveva perso? L'ultimo
fragile appiglio alla speranza di trattenere una vita che si stava
formando? O la sicurezza dei suoi propositi che fino a quel momento
l'avevano portata a prendere una decisione estrema? Non riuscii a
capirlo, neanche a intuirlo.
"Ti farò sapere qualcosa...però
non ti prometto niente!" e con queste parole ci lasciammo.
Il resto della mia mattinata, puoi
immaginare da te come passò. Tornata al lavoro,tutti si accorsero
subito che qualcosa non andava e non mi domandarono nemmeno il
perché del mio ritardo; si limitarono a guardarmi di sottecchi,
mentre cercavamo di portare a termine il lavoro lasciato indietro e
che fortunatamente loro, vista la mia assenza ingiustificata, si
erano affrettati a cominciare, rimandando a più tardi le
spiegazioni.
La mattinata si concluse così,
lavorando, mentre lentamente mi riappropriavo di me stessa e della
quotidianità impellente, che non ci permette mai assenze di lunga
durata.
Alle due tornai a casa come tutti i
giorni e le cose di ordinaria amministrazione mi ripresero nel loro
giro. Preparai, pensando sempre a Daisy, qualcosa da mangiare,
senz'altro poco impegnativo, questo anche a distanza di tanti anni,
te lo posso dire con sicurezza, perché in quel lungo periodo, le
mie entrate erano talmente scarse che si lesinava anche
sull'indispensabile. Ti dico questo solo per farti capire che neanche
per me quello era stato un periodo bello e forse la cosa mi aveva
reso particolarmente sensibile e intuitiva. La vita qualche anno
prima, mi aveva messo davanti a una dura prova, o meglio, senza
incolpare la vita, io stessa mi ero messa davanti a questa prova,
facendo un salto nel vuoto del quale ancora non stavo vedendo la
fine, ma il rispetto per la sacralità della vita in me era rimasto
intatto come ai bei tempi passati e anche se per un lungo periodo non
ho saputo più chi ero e dove stavo andando, istintivamente sentivo
che era valsa la pena aver cercato di combattere per quella nuova
esistenza.
Verso le quattro suonò il telefono.
Neanche per un attimo pensai che potesse essere Daisy. Non conosceva
il mio numero che nell'elenco non era intestato neanche a me. Però i
suo figli conoscevano i miei. A questo non avevo pensato.
Era lei invece e la sua voce venne
fuori sottile, ma diversa da come l'avevo sentita la mattina. Una
voce fragile, ma allo stesso tempo più serena e più sicura. Io non
riuscivo a parlare
"Ciao....ti volevo solo dire che
ho deciso di seguire il tuo consiglio..........Ho già telefonato per
annullare l'appuntamento. Lo so che sarà dura, ma stamani tu mi hai
ridato la forza di continuare. Il resto lo vedrò dopo.....ora voglio
pensare solo ai miei figli, a quelli che ci sono e a quello che
verrà!.......Grazie, grazie davvero!"
Io avevo un nodo in gola che non andava
né su né giù, e trovai a malapena la forza di dirle:
"Sono contenta, molto contenta!". Non sono mai stata di molte parole nei momenti di commozione, ma forse a onor di giustizia dovrei dire che sono proprio rude....un'istrice..ecco!
"Sono contenta, molto contenta!". Non sono mai stata di molte parole nei momenti di commozione, ma forse a onor di giustizia dovrei dire che sono proprio rude....un'istrice..ecco!
"Ti verrò a trovare......posso?"
aggiunse Daisy
"Ti aspetto".
Pochi giorni fa è passato davanti a me
un ragazzino . L' ho guardato sorridendo e anche lui mi ha guardato,
così come si guardano le cose che capitano sulla nostra strada in
quell'attimo per poi perdersi nel niente, ed è filato via come il
vento. Non mi conosce, non sa chi sono, ma in me, ogni volta che lo
vedo, nasce un senso di soddisfazione, perché lui è qui e gioca e
salta e corre e cresce e poi avrà come tutti noi i problemi della
vita e poi costruirà la sua vita e un giorno la sua mano adulta
stringerà una manina mentre lui ascolterà la voce di suo figlio che
gli dice: "Dai babbo...andiamo a giocare!".
E con questa fantasia dentro gli occhi
oggi mi sono seduta davanti al computer e invece di trattenere
questo attimo solo dentro di me, ho cominciato a scriverti.
Dimmi te se questa non è una favola! E
quante ce ne sono di favole come questa... e sai, sono proprio queste
favole vere che ci fanno dire che nonostante tutto la vita è bella!
martedì 19 giugno 2012
I dolci del ricordo
Mi piacciono i dolci, sono golosissima, ma solo dei dolci fatti in casa (a parte bomboloni e beignets alla nocciola) e più che altro di quelli che mi sono pervenuti per tradizione dalle ricette delle mie nonne.
Questo è uno di quelli..
La nonna me lo peparava quando d'estate andavamo in ferie al paese natio dei miei genitori. Solo che lei non lo metteva in frigorifero per farlo freddare, ma a bagnomaria in una ciotola nella quale aggiungeva acqua che prendeva da una fonte che era proprio davanti al portone di casa sua. Era un'acqua freschissima, che scorreva sempre e aveva un sapore meraviglioso, che ricordo ancora. La brocca di vetro via via che si riempiva, si appannava per il contrasto con il clima rovente di quelle giornate in cui la cicala cantava a perdifiato e il profumo dei tigli si spandeva intorno..........................
Semifreddo di ricotta
Ingredienti:
ricotta, savoiardi, cioccolato fondente a scaglie, canditi di vario gusto, mandorle dolci e una mandorla amara (se non la trovate potete sostituirla con l'interno del nocciolo dell'albicocca) zucchero, albume di un uovo, alchermes.
Preparazione:
Unire lo zucchero, il cioccolato a scagliette i canditi, le mandorle tritate finemente e la ricotta. Amalgamare il tutto e poi unire l'albume dell'uovo montato a neve. Bagnare i savoiardi con l'alkermes diluito con un pò d'acqua per renderlo meno forte e fare uno strato di questi sopra un vassoio. Versare uno strato del composto di ricotta e proseguire fino a esaurimento alternando biscotti e ricotta.
Tenere in frigorifero per almeno quatto o cinque ore perché il dolce va gustato ben freddo.
Questo è uno di quelli..
La nonna me lo peparava quando d'estate andavamo in ferie al paese natio dei miei genitori. Solo che lei non lo metteva in frigorifero per farlo freddare, ma a bagnomaria in una ciotola nella quale aggiungeva acqua che prendeva da una fonte che era proprio davanti al portone di casa sua. Era un'acqua freschissima, che scorreva sempre e aveva un sapore meraviglioso, che ricordo ancora. La brocca di vetro via via che si riempiva, si appannava per il contrasto con il clima rovente di quelle giornate in cui la cicala cantava a perdifiato e il profumo dei tigli si spandeva intorno..........................
Semifreddo di ricotta
Ingredienti:
ricotta, savoiardi, cioccolato fondente a scaglie, canditi di vario gusto, mandorle dolci e una mandorla amara (se non la trovate potete sostituirla con l'interno del nocciolo dell'albicocca) zucchero, albume di un uovo, alchermes.
Preparazione:
Unire lo zucchero, il cioccolato a scagliette i canditi, le mandorle tritate finemente e la ricotta. Amalgamare il tutto e poi unire l'albume dell'uovo montato a neve. Bagnare i savoiardi con l'alkermes diluito con un pò d'acqua per renderlo meno forte e fare uno strato di questi sopra un vassoio. Versare uno strato del composto di ricotta e proseguire fino a esaurimento alternando biscotti e ricotta.
Tenere in frigorifero per almeno quatto o cinque ore perché il dolce va gustato ben freddo.
lunedì 18 giugno 2012
Il dubbio
Oioi!!! La settimana non poteva cominciare peggio!
Fuori c'è il sole, proprio quello che dalle prime ore del mattino ti fa venire voglia di ombra, ombrellone a righe verdi e bianche, bibita..... e magari anche di una pozzanghera di mare con conchiglia!
Tutto non si può avere. Cancello subito la pozzanghera, poi l'ombrellone.....e già che ci sono anche l'ombra. Rimane la bibita. Apro il frigorifero e mi verso un bicchiere di Ace superfresco.
Respiro profondamente e come ha consigliato la Susanna Tamaro, mi siedo, aspettando che il cuore mi parli e mi dica non che strada devo prendere (quello lo so già....devo andare al lavorare) ma cosa devo fare per allontanare da me una domanda che ogni tanto torna ad affaciarsi prepotente al mio cervellino:
"Ma io.....chi sono?"
Il cuore ancora non mi ha risposto ma io sì........... e neanche una volta sola..... ma non ne vengo a capo!
A voi capita mai di farvi simili domande?
Ma io dico! Proprio di lunedì mattina mi devo fare queste paturnie esistenziali?
Non so se è giusto
doversi sempre cercare.
Solo ieri credevo di sapere
tutto di me e della vita
e già oggi mi accorgo
di dover ricominciare
Ma la strada dov'è?
Quella da cui sono partita
tanti anni fa
sembra dissolta
in un nulla infinito.
Eppure io ci sono
e sto cercando la mia parte migliore
quella che credevo di aver raggiunto.
Che stupida presunzione!
Non aver capito
che dopo una tappa
c'è sempre una nuova salita.
Il dubbio ci apre sempre
nuovi, inesplorati orizzonti.
E' giusto non aver certezze?
Non lo so e non importa.
Ciò che so è che devo cercare
quella parte di me
che ancora mi è ignota, sconosciuta,
ma già cara!
Questa è la vita.
Fuori c'è il sole, proprio quello che dalle prime ore del mattino ti fa venire voglia di ombra, ombrellone a righe verdi e bianche, bibita..... e magari anche di una pozzanghera di mare con conchiglia!
Tutto non si può avere. Cancello subito la pozzanghera, poi l'ombrellone.....e già che ci sono anche l'ombra. Rimane la bibita. Apro il frigorifero e mi verso un bicchiere di Ace superfresco.
Respiro profondamente e come ha consigliato la Susanna Tamaro, mi siedo, aspettando che il cuore mi parli e mi dica non che strada devo prendere (quello lo so già....devo andare al lavorare) ma cosa devo fare per allontanare da me una domanda che ogni tanto torna ad affaciarsi prepotente al mio cervellino:
"Ma io.....chi sono?"
Il cuore ancora non mi ha risposto ma io sì........... e neanche una volta sola..... ma non ne vengo a capo!
A voi capita mai di farvi simili domande?
Ma io dico! Proprio di lunedì mattina mi devo fare queste paturnie esistenziali?
Non so se è giusto
doversi sempre cercare.
Solo ieri credevo di sapere
tutto di me e della vita
e già oggi mi accorgo
di dover ricominciare
Ma la strada dov'è?
Quella da cui sono partita
tanti anni fa
sembra dissolta
in un nulla infinito.
Eppure io ci sono
e sto cercando la mia parte migliore
quella che credevo di aver raggiunto.
Che stupida presunzione!
Non aver capito
che dopo una tappa
c'è sempre una nuova salita.
Il dubbio ci apre sempre
nuovi, inesplorati orizzonti.
E' giusto non aver certezze?
Non lo so e non importa.
Ciò che so è che devo cercare
quella parte di me
che ancora mi è ignota, sconosciuta,
ma già cara!
Questa è la vita.
sabato 16 giugno 2012
A proposito d binari
Stamani il piccolo pensiero mi è venuto così...............
"Il compleanno è sempre un
punto di arrivo e un punto di ri-partenza. E' la stazione alla quale
ci fermiamo volentieri ogni anno per un giorno intero. Lì viviamo un
momento sospeso nel nulla, dove ci rifocilliamo, acquisiamo nuove
energie, diamo una fuggevole occhiata nostalgica ai vecchi binari che
non vedremo più e una piena di speranza tutta nuova, a quelli che
dovremo percorrere e infine partiamo per una nuova avventura......e
non ci accorgiamo che la stazione del prossimo compleanno sarà
sempre quella, non ci accorgiamo che i binari nel quale corre il
treno della nostra vita, gira sempre in tondo e ci riporta sempre
alla stessa stazione che a noi sembra nuova, solo perché noi siamo
diversi."
(Da piccoli Pensieri di Kind Butterfly)
venerdì 15 giugno 2012
Dalla Foresta di Sherwood
Stamani nella casa di Fuf si è svegliata una persona molto razionale. La poesia si è presa un momento di pausa ( non sto dicendo che ciò che scrivo siano poesie, me ne guardo bene, non credo di saper rendere poeticamente ciò che invece vive dentro di me con assoluta chiarezza, e che è poesia. Lo so dall'approccio che ho con la vita ecco.....)anche i miei colori si sono presi una vacanza e ogni tanto li guardo aspettando che dentro di me scatti l'idea che in genere mi fa smettere qualsiasi cosa stia facendo, per andare a fissarla sulla tela.
Stamani forse potrei scrivere una poesia intitolata IMU. Chissà se dietro questa parolina c'è qualcosa di poetico! La poesia può esere anche tragedia e basta guardare la nostra vita attuale per rendercene conto. L'Imu è la punta di diamante di ciò che effettivamente rappresenta: imposta mascalzona usuraia. Mi sembra un personaggio negativo che insieme a Equitalia esce dalle pagine del Signore degli Anelli per andare a seminare disagio, quando va bene, perché quando non va bene sta portando uomini anche vicini a noi a gesti estremi.
E chi paga sono sempre le solite persone, quelle che hanno poco e che avranno sempre meno, quelle alle quali viene portato via persino il conforto di sognare almeno per i propri figli.
Un proverbio dice: chi sbaglia paga! Ma mica è tanto vero. Qui chi ha sbagliato sono quelli che ci hanno condotto da trent'anni a questa parte verso questo baratro, ma non mi sembra che nessuno di loro stia pagando
E allora via.....è proprio vero che non c'è mai niente di nuovo sotto il sole. Le parole sottostanti sono tratte da un articolo che scrissi diversi anni fa, in tempi non sospetti come questi, quando però io personalmente cominciavo ad averne le tasche piene........
Stamani forse potrei scrivere una poesia intitolata IMU. Chissà se dietro questa parolina c'è qualcosa di poetico! La poesia può esere anche tragedia e basta guardare la nostra vita attuale per rendercene conto. L'Imu è la punta di diamante di ciò che effettivamente rappresenta: imposta mascalzona usuraia. Mi sembra un personaggio negativo che insieme a Equitalia esce dalle pagine del Signore degli Anelli per andare a seminare disagio, quando va bene, perché quando non va bene sta portando uomini anche vicini a noi a gesti estremi.
E chi paga sono sempre le solite persone, quelle che hanno poco e che avranno sempre meno, quelle alle quali viene portato via persino il conforto di sognare almeno per i propri figli.
Un proverbio dice: chi sbaglia paga! Ma mica è tanto vero. Qui chi ha sbagliato sono quelli che ci hanno condotto da trent'anni a questa parte verso questo baratro, ma non mi sembra che nessuno di loro stia pagando
E allora via.....è proprio vero che non c'è mai niente di nuovo sotto il sole. Le parole sottostanti sono tratte da un articolo che scrissi diversi anni fa, in tempi non sospetti come questi, quando però io personalmente cominciavo ad averne le tasche piene........
Ed eccomi qua! Ed ora
ascoltate il mio menestrello…Cantagallo, che declamerà per
l’intera Contea quanto io Robin Hood, ho mandato a dire dalla
foresta di Sherwood:
Udite Udite!!
Italiani !!!!.....che
una volta eravate un popolo fiero e ricco di iniziative intelligenti
e interessanti, voi che una volta eravate il simbolo dell’arte e
della scienza…voi, ma che dico voi? Noi che eravamo fieri dei
nostri ideali, della nostra Terra….noi ,ma dove siamo andati a
finire? Abbiamo una Scuola derisa da tutta l’Europa, una Sanità
che fa acqua da tutte le parti, un pacchetto di Tasse malefiche che
cresce ogni giorno di più e va a rimpinguare le tasche dei nostri Capoccioni, che anche in un momento di così grave situazione
finanziaria, non trovano il tempo di ridursi gli stipendi, lasciando
noi, non dico in brache di tela, perché sarebbe troppo gentile, ma
proprio a culo mollo…..e si potrebbe proseguire per ore,…..fate,
facciamo qualcosa per piacere.
Tonto…Crucco, smettete di bisbigliare e state attenti
a quello che dico…. Possibile che tra la nostra gente impecorita e
che bela in maniera pietosa, non si riesca a trovare un ariete dalle
corna possenti che vada a conficcarle nel posteriore dei nostri
Rappresentanti e gli faccia fare un volo di diverse centinaia di
chilometri?
Rossi, neri, verdi,
bianchi, viola, a strisce, con gli alberi, fioriti, con la frutta
avvoltoliamoli insieme e facciamo una palla gigantesca da spedire
senza ritorno insieme a tutta l’immondizia di Napoli, a
destinazione sconosciuta. ……… Ma a parte gli scherzi, possibile
davvero che non siamo più capaci di far sentire la nostra voce,
(magari facciamo un coro, se non c’è nessuno che vuol cantare da
solo) o che tra la nostra gente non ci sia più nessuno che, ricco
dei suoi ideali, sappia imprimere una svolta positiva al nostro paese
che sta affondando inesorabilmente?
E ricominciamo, prima di tutto a
riappropriarci di noi stessi e della nostra dignità, della nostra
intelligenza, della nostra superiorità intellettuale e artistica,
del nostro essere uomini veri e liberi, dove libero vuol dire non
comprare e non farsi comprare,dove libero vuol dire che non è vero
che ogni cosa ha il suo prezzo.
E’ l’unaaaaa di
nootteeee…..e tutto va beneeee!!!!!!!!!!!!!
E’ vero Tonto. Siamo
davvero nel buio profondo. Speriamo che faccia presto giorno.
giovedì 14 giugno 2012
Libro di autore
Correndo dietro alla Poesia, senza accorgermene, mi sono ritrovata in mezzo a un deserto. Ma quanto è bello!!
Sento che è qui che si è nascosta la vagabonda compagna della mia vita. Sarò paziente, mi siederò sopra una duna e aspetterò che termini il suo eremitaggio. Poi, quando ciò sarà, la prenderò per mano e insieme torneremo a casa.....nella casa di Fuf
So di non dire niente di nuovo,
paragonando la nostra vita a un libro che viene scritto da noi,
nell’arco della nostra permanenza in questo mondo.
Ma improvvisamente,
oggi, me lo sono visto davanti questo grande libro, del quale molte
pagine sono già state scritte. E mi è sembrato che un soffio di
vento, scivolando sui suoi fogli, li voltasse, e mi sono resa conto
di guardare pagine illustrate, dove si sono rincorse immagini
arricchite dal verde dei campi di grano a primavera,delle onde del
mare, dei cieli tempestosi e cieli sereni, di bianche e silenziose
nevicate, di note musicali e di canti, di risate e di pianto, di
nebbie impenetrabili, di notti stellate e di albe cupe e dense di
vento, di improvvisi arcobaleni. La mia vita! Più o meno la vita di
ciascuno di noi, fatta di certezze e di dubbi, di bene e di male,
eterno conflitto nella nostra esistenza terrena. Un bel libro tutto
sommato, che se avessi visto in libreria avrei voluto possedere,
anche in virtù di certe pagine diverse, inconfondibili perché
monocromatiche ed estremamente attraenti per il loro soggetto. Il
deserto!
Meraviglioso richiamo, che prima o poi viene udito da tutti
e da tutti sperimentato, inseguendo un sogno di libertà.
Ho sempre
subito il fascino del deserto, sia nella mia vita sensoriale, che in
quella più intima e spirituale, e nell’arco dei miei anni ho
visitato deserti veri e immaginari, che mi hanno arricchito e di
volta in volta mi hanno resa diversa dalla persona che ero prima di
entrarvi. Più matura e al tempo stesso più essenziale. In ogni
deserto della mia esistenza mi sono liberata di qualcosa di me e ogni
volta i miei occhi si sono aperti un po’ di più, facendomi capire
che ciò che conta nella vita, quasi mai è ciò che desideriamo
noi.. Ogni deserto mi ha fatto camminare sull’incudine rovente
della rinuncia e mi ha forgiato in un nuovo modello di vita che quasi
sempre è stato per me incomprensibile e doloroso. E anche contestato
e combattuto.
Ma dai deserti del libro della nostra vita se ne esce
o sconfitti o migliorati, e da queste pagine dipendono i colori che
illustreranno le altre. Se guardo a ritroso i miei deserti, li vedo
aridi, sassosi, pieni di sabbia, che scivolando spinta dal vento,
modifica sempre se stessa formando quelle incredibili dune dietro le
quali il sole a volte tramonta in rabbiosi tramonti, per placarsi in
incredibili notti stellate e risorgere nella luminosità abbacinante
del mattino.
Così per l’anima! E non di rado capita che proprio
nel deserto della tua vita, quando meno te lo aspetti possa nascere
un fiore e sbocciare in tutto il suo splendore, regalandoti il suo
colore e il suo profumo. E’ un fiore che vale più di cento
giardini. E’ il fiore che nasce dalle lacrime della nostra vita !
E’ il fiore che ci regala il deserto, il punto focale nelle pagine
della nostra esistenza, quello che fa di un libro normale, un libro
d’autore.
mercoledì 13 giugno 2012
Dov'è andata la Poesia
Nella casa di Fuf, qualche volta la Poesia riesce a nascondersi molto bene e allora per me tutto si ricopre di una leggera nebbia che smorza i colori e i suoni. Anche stamani ho provato a cercarla.......ma non la trovo. Chissà dove è andata a nascondersi! Ho guardato sotto i cuscni del divano, dentro la vecchia vetrina della nonna, tra i miei libri che mi sono tanto cari, dietro i quadri appesi alle pareti........niente da fare! Si è nascosta proprio bene. Mica sarà uscita dalla finestra, per andare in cerca di se stessa?
Se è così proverò ad andarle dietro con il pensiero e con il colore e cercherò di riportarla a casa.
La poesia se n’è
andata
Delusa
dall’indifferenza dei nostri giorni
Chissa.... forse si è
nascosta nelle fronde
Di un antico albero
e da lì guarda il cielo
Che corre corre
verso nuovi domani
Forse è nei fiumi
che vanno rapidi
Verso altri destini
O magari si lascia
cullare dalla spuma del mare
Che arriva da
esperienze lontane
Non so dove è la
poesia ma la cerco
E non mi stanco di
farlo neanche
Quando la vita
sembra non avere più niente da offrire
Non so dov’è la
poesia forse semplicemente
Gelosamente
rinchiusa nei nostri cuori
Per difendere una
scintilla che non ci appartiene
E’ del mondo la
poesia è di tutti la poesia
E' anche mia.....
almeno un pò
Come la follia che è
di ogni uomo anche del più saggio
O forse è la stessa
cosa e noi non lo sappiamo
martedì 12 giugno 2012
La Legge dei Momenti
Forse sarà perché oggi il tempo è grigio, forse sarà perché stanotte non ho dormito bene, fatto sta che stamani nella Casa di Fuf, anche il mio micione rosso si è svegliato con un'aria meditativa e guardandomi sornione mi conferma che anche per lui il Tempo è "la malinconia del logos".......
Credo che non mi stancherò mai di legger e Qohelet. Forse perché nelle sue parole ci trovo tutta la stanchezza dell'uomo, la sua rassegnazione, la sua consapevolezza che veramente sotto il sole non c'è mai niente di nuovo e tutto ciò che accade serve a piegarlo, a spezzarlo e alla fine a redimerlo.
O meglio, a fargli risollevare la testa
per guardare un punto fermo che non può essere nient'altro che Dio,
fuori da se stesso, dai propri limiti che tornano e ritornano senza
soluzione di continuità, nonostante le sue conquiste, la sua
intelligenza, la sua capacità di essere comunque sempre un mutante
per adattarsi a qualsiasi situazione.. Non basta! Tutto ciò non
basta a soddisfare la sete che l'uomo ha dentro di sé perché questa
sete non può estinguersi in lui,ma ha bisogno di un'acqua diversa da
quella del suo egoismo.
Non riusciamo a capirlo o forse più
che altro ad accettarlo...ma diciamocelo una volta per tutte. Siamo
egoisti, pieni di noi, e tutto ciò che accade di brutto nel mondo
si deve solo a questo. Questo egoismo del 'tutto e subito', si deve
al nostro non sapere cosa significa la parola Tempo e
all'interpretazione limitata che diamo al suo concetto.
Lo scorrere del tempo, il tempo che ci
scivola addosso, la mancanza di tempo, rendono questa parola molto
importante nella vita e nel nostro modo di viverla. Noi non sappiamo
che cos'è il tempo, ma siamo impastati del tempo,crediamo di
imprigionare il tempo con i tanti strumenti che siamo riusciti a
inventare, ma limitamo il tempo alla nostra fisicità mentre
l'attenzione dovrebbe essere portata ben oltre il nostro corpo e
diventare metafisica.
I filosofi lo hanno sempre studiato e
così gli scenziati e con Einstein finalmente il tempo è diventato
una dimensione, ma ciò non ci aiuta a capirlo di più. Qualcuno, non
ricordo il suo nome, ha definito il tempo 'la malinconia del logos'.
Ma su di noi l'effetto egoistico è
devastante.
Eppure l'egoismo non viene considerato
un male eccessivo, camuffiamo sempre il suo vero significato, anzi,
addirittura qualche volta arriviamo persino a parlare di sano
egoismo, specialmente legato al mondo dell'infanzia e della
primissima giovinezza. Facciamo paragoni con i cuccioli delle altre
specie, che tendono a soddisfare le proprie esigenze, senza tenere in
considerazione due cose fondamentali: la prima è che ogni specie
obbedisce a leggi sue proprie, dalle quali, gli etologi lo sanno
bene, nessun animale va in deroga, neanche i più piccoli, anzi
specialmente i più piccoli, pena l'espulsione dal branco e quindi la
sopravvivenza; la seconda ben più importante è che noi ci diciamo
diversi da e superiori a qualsiasi altra specie, poiché in noi c'è
quel soffio che qualcuno chiama divino, qualcun altro naturale, ma
comunque sempre quel soffio che si chiama intelligenza.
E' la nostra intelligenza allora che ci
fa parlare di sano egoismo? Non credo proprio, non fosse altro perché
il sano egoismo dell'infanzia rischia di diventare l'egoismo
distruttivo della maturità e molte volte lo abbiamo già
sperimentato. La storia insegna! E allora questa nostra intelligenza
che non ci ha fatto fare un solo passo in avanti dai tempi in cui
scriveva Qohelet, che intelligenza è? Questo mostro sacro, di cui ci
vantiamo così spesso, tanto da faci continuamente mettere in dubbio
l'esistenza di un Dio qualsiasi in favore della nostra deità, è
qualcosa che ancora non abbiamo imparato ad usare, o è un'arma
terribile rivolta verso noi stessi? Non c'è niente di nuovo sotto il
sole e i tempi di Qohelet sono ancora i nostri tempi che si ripetono
continuamente con una ciclicità stantia e prevedibile, secolo dopo
secolo, millennio dopo milennio. E' possibile che questa 'legge dei
momenti' come è enunciata nelle sacre scritture, sia veramente una
legge naturale o divina, ciascuno la pensi come vuole, alla quale
l'uomo non può sottrarsi? Questa legge, scritta da un uomo come noi,
forse poeta, ma sempre uomo, in maniera così categorica e allo
stesso tempo così caotica nella sua logica, è ciò che noi
continueremo a tramandare alle generazioni future? E' questo l'uomo?
L'uomo di oggi , voglio dire! L'uomo del dopo Cristo? Povero Cristo!
Chiunque tu sia stato, passerai alla storia come un illuso, se ti va
bene!
Per tutto c'è il suo momento, un
tempo per ogni cosa sotto il cielo: tempo di nascere, tempo di
morire; tempo di piantare, tempo di sradicare; tempo di uccidere,
tempo di curare; tempo di demolire, tempo di costruire; tempo di
piangere, tempo di ridere; tempo di lutto, tempo di allegria; tempo
di gettare, tempo di raccogliere; tempo di abbracciare, tempo di
allontanarsi; tempo di guadagnare, tempo di perdere; tempo di
conservare, tempo di gettare; tempo di stracciare, tempo di cucire;
tempo di tacere, tempo di parlare; tempo di amare, tempo di odiare;
tempo di guerra, tempo di pace.
E il tempo di sperare che qualcosa
cambi in questo meccanismo, quando sarà?
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