Ed ecco la riflessione, frutto delle mie fatiche in questa route fantastica che al momento mi vede in Patagonia con il mio Staff.
Il mio ponte (prima tappa)
Eeehhh
sì ragazzi!! Baloo ci aveva indovinato proprio quando ha detto che Bagheera stava sopra il ponte. Chissà perché ma a me piace di più stare
sopra il ponte che sotto! Il ponte logicamente è una delle tante
metafore della vita e io quando ho cominciato a pensare alla mia vita
come a un ponte da attraversare, mi sono subito sdata e ho detto: "Il mi
sarà il ponte sul fiume Kwai" e anch'io ho cominciato a starci sopra
con il '68 e la contestazione, ....che mica ci credevo tanto, però la
facevo e che poi mi è scoppiata tra le mani, facendomi fare un bel volo.
L'unica cosa di cui non sono riuscita a liberarmi di quel periodo, sono
i camicioni largli, e gli infradito. Tuttora li porto e non posso fare
a meno di loro e con quelli mi sono riarrampicata sul ponte cercando di
ricostruirlo in maniera più borghese, ma neanche più di tanto, perchè
poi mi sono imbattuta negli scout, nelle tende, nei fuochi di campo,
nelle salsicce arrosto e ho cercato di trascinare con me quanta più
gente possibile,il buon Dio compreso, perchè era l'unica maniera in cui
stavo bene insieme a lui e lui insieme a me. Devo dire che questo lungo
periodo mi ha permesso di consolidare parecchio il mio traballante
ponticello recuperato dalla contestazione in pantofole, per cui quando
mi è improvvisamente crollato mandadomi a finire col culo a mollo, e
sconvolgendo totalmente la mia vita, per un attimo sono rimasta a farmi
il bidet, ma è stato solo un attimo, perché già mentre mi dicevo: "E
ora che faccio?" cominciavo ad arrampicarmi sulle rovine della mia
vita per tornare in alto. E ci sono tornata perbacco! malconcia, ma ci
sono tornata e dai che ti do, pietra su pietra ho cominciato a
ricostruire il mio ponte, che non è bello, non è solido, ma è mio e che
mi permette di prendere il vento in faccia e di starci sopra con le
braccia spalancate,come Di Caprio nel Titanc. Eh sì! perché io amo la
vita, la amo in tutte le sue improvvise mutevoli metamorfosi, perché se è
vero che da ogni mia caduta ne sono uscita decurtata di una parte di
me, è anche vero che ciò che mi è stato tolto mi è stato sostituito con
altre cose, diverse senz'altro, ma che hanno acuito la mia sensibilità e
ampliato i miei orizzonti. E questi orizzonti li voglio guardare
dall'alto, mentre vedo scorrere sotto il ponte, la mia vita che va.
Voglio alzare gli occhi al cielo e riempirmeli di stelle, voglio parlare
nuovamente con Dio, ma a modo mio, senza stucchevolezze, voglio vederlo
senza tutti i fronzoli che gli sono stati appiccicati addosso nel
corso di tanti millenni, voglio togliergli la parrucca dai grossi
boccoli, lo scettro dalla mano, voglio parlare semplicemente con lui
proprio come essenza di tutto ciò che mi circonda e voglio con lui
sentire la pioggia che mi bagna il viso e mentre piove ritrovarmi a
ballare una danza frenetica come mi successe tanti anni fa mentre il
cielo sopra di me scaricava tuoni e fulmini. Voglio contentarmi di
quello che ho, perché anche se il mio guararoba è fatto di stracci e i
miei capelli non conoscono il parrucchiere,e il mio domani è
un'incognita gigantesca, non sono mai stata più ricca di ora, su questo
ponte, in questo momento, tra i ghiacci della Patagonia che di preciso
non so neanche dove è......con voi amici miei che condividete con me
questo momento magico..........
E in queste parole ci sono veramente io, in questo momento donna senza età e senza tempo, che guarda la sua vita da un punto del mondo che non conosce fisicamente, ma che sensorialmente ormai non è più uno sconosciuto e che resterà dentro di me per sempre. Io sono veramente andata nella Terra del Fuoco.
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