venerdì 25 luglio 2014

Il mio ponte


Ed ecco la riflessione, frutto delle mie fatiche  in questa route fantastica che al momento mi vede in Patagonia con il mio Staff.
Il mio ponte (prima tappa)
Eeehhh  sì ragazzi!! Baloo ci aveva indovinato proprio quando ha detto che Bagheera stava sopra il ponte. Chissà perché ma a me piace di più stare sopra il ponte che sotto! Il ponte logicamente è una delle tante metafore della vita e io quando ho cominciato a pensare alla mia vita come a un ponte da attraversare, mi sono subito sdata e ho detto: "Il mi sarà il ponte sul fiume Kwai" e anch'io ho cominciato a starci sopra con il '68 e la contestazione, ....che mica ci credevo tanto, però la facevo e che poi mi è scoppiata tra le mani, facendomi fare un bel volo. L'unica cosa di cui non sono riuscita a liberarmi di quel periodo, sono i camicioni largli, e  gli infradito. Tuttora li porto e non posso fare a meno di loro e con quelli mi sono riarrampicata sul ponte cercando di ricostruirlo in maniera più borghese, ma neanche più di tanto, perchè poi mi sono imbattuta negli scout, nelle tende, nei fuochi di campo, nelle salsicce arrosto e ho cercato di trascinare con me quanta più gente possibile,il buon Dio compreso, perchè era l'unica maniera in cui stavo bene insieme a lui e lui insieme a me. Devo dire che questo lungo periodo mi ha permesso di consolidare  parecchio il mio traballante ponticello recuperato dalla contestazione in pantofole, per cui quando mi è improvvisamente crollato mandadomi a finire col culo a mollo, e sconvolgendo totalmente la mia vita,  per un attimo sono rimasta a farmi il bidet, ma è stato solo un attimo, perché già mentre mi dicevo: "E ora che faccio?" cominciavo  ad arrampicarmi sulle rovine della mia vita per tornare in alto. E ci sono tornata perbacco! malconcia, ma ci sono tornata e dai che ti do, pietra su pietra ho cominciato a ricostruire il mio ponte, che non è bello, non è solido, ma è mio e che mi permette di prendere il vento in faccia e di starci sopra con le braccia spalancate,come Di Caprio nel Titanc. Eh sì! perché io amo la vita, la amo in tutte le sue improvvise mutevoli metamorfosi, perché se è vero che da ogni mia caduta ne sono uscita decurtata di una parte di me, è anche vero che ciò che mi è stato tolto mi è stato sostituito con altre cose, diverse senz'altro, ma che hanno acuito la mia sensibilità e ampliato i miei orizzonti. E questi orizzonti li voglio guardare dall'alto, mentre vedo scorrere sotto il ponte, la mia vita che va. Voglio alzare gli occhi al cielo e riempirmeli di stelle, voglio parlare nuovamente con Dio, ma a modo mio, senza stucchevolezze, voglio vederlo senza tutti i fronzoli che gli sono stati appiccicati addosso  nel corso di tanti millenni, voglio togliergli la parrucca dai grossi boccoli, lo scettro dalla mano, voglio parlare semplicemente con lui proprio come essenza di tutto ciò che mi circonda e  voglio con lui sentire la pioggia che mi bagna il viso e mentre piove ritrovarmi a ballare una danza frenetica come mi successe tanti anni fa mentre il cielo sopra di me scaricava tuoni e fulmini. Voglio contentarmi di quello che ho, perché anche se il mio guararoba è fatto di stracci e i miei capelli non conoscono il parrucchiere,e il mio domani è un'incognita gigantesca, non sono mai stata più ricca di ora, su questo ponte, in questo momento, tra i ghiacci della Patagonia che di preciso non so neanche dove è......con voi amici miei che condividete con me questo momento magico..........


E in queste parole ci sono veramente io, in questo momento donna senza età e senza tempo, che guarda la sua vita da un punto del mondo che non conosce fisicamente, ma che sensorialmente ormai non è più uno sconosciuto e che resterà dentro di me per sempre. Io sono veramente andata nella Terra del Fuoco.

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