giovedì 14 agosto 2014

Ricomincio da Antares




Mi è sempre piaciuto guardare il cielo stellato e soffermarmi su alcune stelle in particolare, immaginando la loro nascita e la loro vita, che a noi giunge silenziosa e serena e che invece sappiamo essere un'aspra lotta nucleare, che ci sfugge completamente.
 Da anni e anni il mio punto di riferimento astrale è sempre stata la Stella Polare, al di là di qualsiasi riferimento religioso che porta in sé, e dal quale vorrei prescindere, perché per me la stella Polare è sempre stata solo ed esclusivamente una stella. Dio è tutt'altra cosa fortunatamente, e non ha la caducità delle stelle, perché sennò la nostra speranza sarebbe vana. E' comunque la stella sicura, quella che indica il nord, dunque un punto di riferimento, quella alla fine, veso la quale mi sono sempre diretta per cercare con Peter Pan la famosa isola che non c'è, che purtroppo non sono mai riuscita a raggiungre, nonostante tutti i miei sforzi e tutta la mia immaginazione, che davvero non è poca.
Nella vita di ciascuno di noi capita prima o poi di fare dei bilanci, delle verifiche, per sapere a che punto siamo con noi stessi e con il nostro vissuto, per capire se i nostri ideali erano autentici ideali, o simulacri di qualcosa di indefinibile natura! Capita anche di domandarci dopo anni e anni, se le cose che abbiamo fatto sono quelle giuste, oppure abbiamo tirato innanzi per la stessa strada, caparbiamente, senza voler vedere gli inevitabili errori che abbiamo commesso. Capita anche di accorgersi che molto di quello che abbiamo fatto è stato giusto, ma che insistere, a un certo punto diventa controproducente e dannoso e allora capita anche di decidere di tirarsi indietro per fare andare avanti gli altri e qualche volta capita anche di capire che ciò va bene, per cui tutto alla fine va nel migliore dei modi! Ecco! L'uso del verbo capitare, non è casuale, ma scelto per associarlo a quella che invece molte volte è la casualità della vita. Capita e basta, senza aver deciso di andare a cercare. Però anche se molto di ciò che ci succede è casualità, sentiamo l'urgenza e il bisogno di verifiche e le verifiche portano sempre a cambiamenti e anche a rinnovamenti. Questo per ciò che riguarda la vita di tutti i giorni, le scelte a cui dedicarsi, gli impegni più o meno importanti che ciascuno di noi si ritrova a gestire, proprio per dare un senso a ciò in cui crede. E qui cominciano le dolenti note!Specialmente quando, nella maturità, la nostra parte spirituale (e anche qui la spiritualità non ha riferimento religioso) è quella più sensibile, quella più esposta, quella che alla fine, anche a dispetto di se stessa, continua ad andare alla ricerca dell'isola che non c'è, per potersi dire che tutta la voglia di credere che esista qualcosa di bello,di veramente bello, che appaga l'anima, gli occhi, il cuore, inquesto mondo c'è perdindirindina, c'è, ci deve essere, perché sennò come farei io a sentirlo così prepotentemente dentro di me?
Dopo tutto quello che vedo, che sento, che vivo, in questo nostro mondo, come potrei credere ancora all'armonia del creato, se dentro di me non ci fosse ben salda la convinzione che c'è la bellezza in me e in ciò che mi circonda? Devo solo riuscire a trovarla. Questa è la piccola sferea dei sentimenti che ciascuno di noi porta chiusa in sé. Una sfera o una stella, a seconda dei casi, perché molte volte il pudore dei nostri sentimenti, la necessità di celarli al mondo, ci impedisce di splendere, per paura che qualcuno venga a distruggere le nostre piccole certezze.. Qualche volta però siamo così bravi, e non lo dico con ironia, che le nostre certezze ce le distruggiamo da soli, perché abbiamo bisogno di crescere, di rinnovarci, di capire che possiamo e dobbiamo andare oltre.
Da qui nasce la verifica onesta, quella dalla quale ogni volta usciamo cambiati, con tanta zavorra i meno e qualche consapevolezza in più. E' una verifica che ci fa soffrire e anche molto, perché chiudere porte che devono essere chiuse per poterne aprire altre, fa male, perché racchiudono parte della nostra vita.
Qualcuno non ci riesce, altri sì e nella sublimazione di se stessi infine trovano nuovi orizzonti che altrimenti non avrebbero mai visto.
Per questo motivo stasera mi sono messa davanti al cielo stellato e con il naso rivolto in su ho guardato per un attimo la Stella polare e l'ho salutata con un pò di malinconia. Pr tutto c'è il suo momento, un tempo per ogni cosa sotto il cielo......Mi sono detta che forse questo erail tempo di cominciare a cambiare traiettoria e aspettare di vedere cosa siccederà....e dopo questa considerazione a un tratto mi sono sentita molto più giovane dei miei anni e piena di nuova attesa. Allora il mio sguado è andato oltre, ha cercato e si è fermato su una stella che mi affascina da tanto tempo. Si chiama Antares, e già il suo nome parla di forza, di lotta di difficile resa, ed è da lei che ricomincerò a cercare l'isola che non c'è; da una nuova direzione, per arrivare alla mèta sempre sognata e mai raggiunta, per dare un senso compiuto alla mia vita. Naturalmente provare non vuol dire riuscire, ma già aver fatto questo grande passo di rimettermi in discussione, mi ha restituito una nuova vitalità, che, ne sono sicura, da qualche parte troverà il modo di esprimersi.





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