sabato 30 agosto 2014

Il Bel Paese



Dieci anni fa, quando scrivevo un pò della nostra storia scout, per ricordare i 'venti anni' della nostra presenza continuativa sul territorio, credo di aver riportato in coscienza, o per lo meno come l'ho vissuta io sulla pelle, la nostra eperienza


 


Oggi anche noi abbiamo imparato lo 'scautese' e i termini astrusi che una volta ci intimidivano e ci relegavanoin second'ordine, non sono più un mistero neanche per l'ultimo arrivato dei lupetti, ma all'inizio non è stato così. All'inizio.......meglio on anticipare i tempi........( Tratto da Nessun dorma)

Il nostro non è un paese come tutti gli altri, Il nostro è un bel paese, ma proprio bello, uno di quei posti che migliora col passare del tempo, uno di quei posti che alla fine ha trovato il modo di ridarsi una lucidatina e di valorizzare le opere d’arte che ha sempre avuto, ma che forse non si era mai accorto di possedere.
 Il nostro è un paese in cui c’è anche gusto a essere scout, perché non è fatto solo di bei monumenti, ma anche di paesaggi incantevoli e superbi, che si avvale di albe e tramonti incomparabili, e in un contesto del genere la tenda scout trova la sua naturale collocazione e dall’alzabandiera sventolano con più soddisfazione i gagliardetti. C’è gusto a essere scout dal punto di vista naturale e paesaggistico, ma da un punto di vista umano, …..senz’altro si può ancora migliorare.
Il nostro paese è Montepulciano e noi gli vogliamo un gran bene, glie ne vogliamo così tanto che ci è sembrato giusto scrivere qualcosa di noi, così, ….giusto per dire che anche noi ci siamo e facciamo parte del suo contesto, come tante altre realtà, piccolo fiore all’occhiello e niente di più
Vent’anni fa, quando ci siamo messi in testa di ricominciare un qualcosa che ci mancava, sicuramente l’aria che si respirava a Montepulciano era molto diversa da quella attuale, ma non era niente in confronto a quella che c’era quando cominciò lo scoutismo per la prima volta.
Tagliata fuori dalle grandi vie di comunicazione Montepulciano era rimasto il paese sonnolento, in cui era difficile portare nuove iniziative, senza pagarne lo scotto, mentre quelle vecchie, ( fortunatamente oggi tutte recuperate, grazie alla sensibilità di persone che ci si sono dedicate anima e corpo), stavano languendo.
Lo scautismo a Montepulciano era cominciato negli anni sessanta e a più riprese si era dovuto arrendere davanti all’indifferenza locale, che alla fine aveva fatto passare la voglia di continuare anche a chi ci credeva.
Essere scout quarant’anni fa, se non era semplice per i ragazzi, per le ragazze era quasi una cosa impossibile. Se i maschi venivano considerati per lo meno strani, le femmine erano sicuramente fraschelle, e per chi ha  avuto la bella idea di diventare una 'guida' in quel periodo, come la sottoscritta, non sono stati tempi bellissimi,
Anche se, il tutto si svolgeva con il beneplacito della Chiesa, anzi! Di più! ……..Direttamente sotto la sua egida.
Infatti le sedi erano in Piazza Grande e al Gesù; la prima, quella dei ragazzi, nell’ex teatrino, oggi diventato generi alimentari, la seconda , quella delle ragazze, nel portone accanto a quello della cripta. L’assistente di allora era Don Agostino Mangiavacchi, che faceva paura a tutti i ragazzi, ma che poi si è rivelato come un persona lungimirante e di vedute molto più larghe di quello che inizialmente pensavamo.
Gli scout venivamo presi in giro regolarmente da tutta la gioventù locale che non aveva voluto intraprendere quest’avventura e li guardava compassionevolmente, quando in divisa, andavano alla messa o a fare qualche rara uscita.
(Tratto da Nessun dorma)


Oggi, dieci anni dopo, non posso fare altro che confermare le stesse sensazioni, aggiungendo questo:
ieri ho letto l'anteprima di una comunicazione che verrà inviata dalla nostra Co.Ca alla scuola elementare di Montepulciano. Vi si legge tra l'altro, quale è il metodo educativo di Baden Powell....ed è un gran bel metodo. Mi chiedo se il nostro fondatore, quando ha istituito questa cosa meravigliosa che è lo scoutismo, fosse consapevole di quello che andava a creare, e del metodo educativo che sarebbe diventato uno dei più importanti, oppure se ha fatto il tutto spinto da un entusiasmo che sentiva dentro di sé, da una voglia di condividere esperienze con chi gli stava intorno, e dal desiderio di avventura, quel desiderio che ci costringe a essere giovani anche quando ormai è passata l'età. Io  personalmente ho bisogno di pensare a quest'ultima ipotesi, perché è solo quella che mi si spennella bene addosso e continua a vestirmi dell'uniforme scout.
La comunicazione in questione trasuda la competenza che durante tutti questi anni, il nostro gruppo ha saputo acquisire sia nei contenuti che nella forma. A pieno diritto oggi gli scout di Montepulciano possono far parte della 'grande famiglia' non sentendosi da meno di nessun altro. E' senz'altro una conquista che, anno dopo anno, esperienza dopo esperienza ha cambiato il nostro gruppo da un manipolo di sognatori nosalgici, in un team competente e in divenire. Tanto di cappello a tutti i miei ragazzi , ieri lupetti in cerca di avventure, oggi Capi indiscussi  della grande avventura che è lo scoutismo.

martedì 26 agosto 2014

Le Grandi Idee

Hai provato a volare
nella tua vita
ma senza ali 
puoi solo cadere
e farti molto male
anche se parti dall'alto
di grandi idee
Hai provato a strisciare
nella tua vita
ma i sassi acuminati
hanno ferito
in modo permanente
l'orgoglio
delle  grandi idee
Allora cammina
semplicemente cammina
dentro di te, nella tua vita
se non vuoi contentarti
di piccoli sassi
perchè vuoi le rocce dei monti
dove sono le grandi idee
Verrà un giorno
in cui ci arriverai









































lunedì 25 agosto 2014

Asor-Rosa

La prima cosa che mi colpì di lui fui il suo cognome. Una mattina lo trovai stampato nell'elenco del mio orario di lavoro, quando ero alle Terme. Per dodici giorni, mi dissero le mie colleghe, avrei avuto l'onore di assistere il professor Asor-Rosa, che tornava, dopo una lunga interruzione, a fare i bagni termali.
Avevo sentito parlare spesso di lui, come professore, come critico letterario, come scrittore, come uomo politico, ma non sapevo sinceramente che aspetto avesse. E quando lo vidi quella fu la seconda cosa che mi colpì. Una criniera di capelli bianchi,un bel paio di baffi e l'aria distratta, di chi vive una cosa pensando a tutt'altro. Mi sembrò Einstein e proprio in grazia di questa somiglianza con quello che è uno dei miei miti, mi fu subito simpatico. Andando avanti nei giorni, la terza cosa che mi colpì fu la sua intelligenza: bella, limpida, arguta. Quando, vinta la primitiva timidezza, cominciai a parlare più liberamente con lui, e a fagli qualche domanda, mi piacque immediatamente il modo che aveva di dare le risposte, con quel suo fare tranquillo, che dosava bene le parole, scegliendole in maniera tale che i concetti che andavano ad esprimere, fossero chiari anche a una persona come me. Dopo tre anni, mi parve di averlo inquadrato bene e capii che solo a lui avrei potuto chiedere di leggere 'Fiore di cappero',che poi non era nient'altro che il racconto della mia vita, esposto in maniera semplice ed emozionale, e così mi feci coraggio e un giorno gli portai il manoscritto, che lui accettò garbatamente, col suo solito sorriso e il suo solito sguardo, dopo di che non ne seppi più niente per più di un anno. Quando tornò l'anno successivo, non osai chiedergli niente, pensando che non gli avesse dato neanche un'occhiata e invece con mia grande meraviglia, dopo qualche giorno, fu proprio lui a entrare in merito all'argomento e mi disse che aveva letto, e che aveva trovato nelle mie parole tanta freschezza. "E' un raconto fresco, che si legge bene, è una vita intensa raccontata tranquillamente, senza traccia di sentimenti negativi........Certo, ci sarebbe da rivederlo, ma cambiando i nomi e i luoghi, io se fossi in lei proverei a pubblicarlo" .Io mi sentivo emozionata, di quell'emozione che prende quando qualcuno ha fatto un elogio per qualcosa di tuo, nel quale hai messo il cuore. Mi bastava quello e improvvisamente seppi che non avrei mai pubblicato il mio racconto. Mi era bastato il consenso di quell'uomo così autorevole e schivo e discreto.
 Per anni non l'ho rivisto.
Qualche giorno fa sono entrata in farmacia per comprare le iniezioni da farmi per attenuare il dolore che mi è causato da Zosty (Herpes zoster). Ero abbastanza dolorante anche perché avevo dovuto camminare per raggiungere la farmacia di turno che è in centro,dove non si può entrare con le auto, quindi ero molto concentrata su me stessa.  Davanti a me c'era un uomo e mi dava le spalle Il mio sguardo si è posato distrattamente sulla sua chioma argentata e se ne è distolto subito. Dopo cinque minuti lui ha pagato e si è girato per uscire. E' a quel punto che l'ho riconosciuto....e cosa più strabiliante, lui ha riconosciuto me e con il suo solito sorriso mi è venuto incontro e ci siamo messi a parlare come due vecchi amici, mentre il farmacista ci guardava stupito. Cinque minuti di conversazione e poi forse non ci rivedremo se non dopo molti anni, se le nostre strade si incroceranno ancora. Così va la vita.......ma in quel momento è stato come se ci fossimo sempre visti e non fossimo stati lontani da almeno sei anni, ciascuno immerso nella sua vita, nei suoi problemi..........cinque minuti,ma mi sono resa conto che sono cinque minuti che contano, che aprono la mente, che fanno guardare la persona che ho di fronte, con lo stesso rispetto e la stessa stima di sempre della sua bella intelligenza. Poche parole, ma parole che non tutti sanno dire, parole che contano e fanno chiaramente capire quando ti trovi davanti a qualcuno che ha un'intelligenza superiore e non la fa pesare. Ma chi ha la fortuna di incappare in simili intelligenze si ricarica per molto tempo.

domenica 24 agosto 2014

Noi, molecole

"E poi ti accorgi di essere solo"
da Piccoli Pensieri di Kind Butterfly



Eh sì! E non si scappa a questa legge della natura, che non viene mai enunciata.

Puoi avere tutto l'amore del mondo, puoi essere circondato dall'affetto di decine di persone, puoi pensare di essere una cosa sola con la persona amata, ma un bel giorno ti accorgi in un modo o in un altro che ciascuno di noi è solo sulla faccia di questa terra, solo con l'infinito che si spalanca davanti a lui.
Momento terribile ed esaltante, quello in cui ti rendi conto di aver attraversato una porta e anche se torni subito indietro per riattaccarti alle tue certezze comunitarie, il tuo pensiero ormai si è nutrito di quell'idea e guarda se stesso con occhi nuovi, scevri dai sentimenti ai quali è abituato, e diventa molecola impalpabile e finalmente anche lui particella di dio.


noi molecole
perse dove, chissà?
Fonte vivissima
dell'eternità.
Bruno Lauzi

sabato 23 agosto 2014

Zosty

Uauhhhh! Alla fine sono riuscita a conoscere il nome del mio amico di notte, quello che non mi fa dormire, e mi induce nel silenzio delle tenebre a fare riflessioni sulla vita, a volte addirittura metafisiche e a ingannare il tempo che scorre lento riempiendolo  di antichi solitari con le carte, mentre i miei gatti mi guardano dalle fessure dei loro occhi assonati e ascoltano impassibili i miei mugolii di dolore, soffocati ....per non svegliare chi si sta godendo il meritato riposo. L' amico di notte e anche di giorno se è per questo, ma la notte ancora più amico quando mi avvolge nelsuo abbraccio stritolante, nel suo fuoco che brucia.............Che vada al diavolo!!!!
Ebbene questo singolare personaggio che mi sono ritrovata appiccicato addosso è un virus, un piccolo cosino, proprio quello della varicella, che richiama l'infanzia e il talco mentolato e le coccole della mamma,  simile a quello col quale mago Merlino mise KO Maga Magò. Si chiama Herpes Zoster, ma siccome io con gli amici voglio starci in confidenza l'ho chiamato subito Zosty.
Zosty, che nelle nostre contrade fin dall'antichità si è sempre conosciuto col nome di Fuoco di sant'Antonio è un tipetto tutto pepe, o forse oserei dire peperoncinoso e per rendere chiaro il suo carattere dirò che somigli al pepe di cayenna quando scende giù per la gola mentre ti danno un cazzotto nello stomaco. Persona molto amabile e affettuosa, non si stacca un attimo da me e mi accompagna volentieri in tutti i momenti della giornata. Poi arriverà il momento che deciderà di andarsene, sicuro, come del resto sono sicura io, che sentirò la sua mancanza.
Insomma , ieri, dopo dieci o dodici giorni di dolore bestiale e non descrivibile neanche al medico che mi aveva visitato al pronto soccorso, mi sono improvvisamente ritrovata tre strisce rosse sulla cute,proprio corrispondenti al punto in cui sento il massimo dolore. Le ho guardate inorridita e senza neanche starci a pensare due volte, sono tornata al pronto soccorso, immaginado tutto, ma proprio tutto salvo quello che invece poi è risultato. Dopo il primo momento di estatica meraviglia, cominciato quando l'infermiere mi ha detto trionfalmente e con vero senso di partecipazione, e un grande soddisfatto sorriso,dopo aver visto il mio fianco denudato , "Questo è Fuoco di sant'Antonio. L'ho avuto anch'io!"e mi ha affidato a un medico, sottratto per un attimo a uno dei tanti codici rossi, che ieri hanno reso il pronto soccorso simile a un bordello, che ha confermato il tutto e poi è corso verso cose più importanti, lasciandomi in un attonita felicità. Ma che avevo da essere felice? Beh! prima di tutto di non essere un codice rosso, poi di non aver niente di tutto ciò che mi era frullato per la testa, poi..........non lo so! Ma , in preda a questo sollievo, che poi sapevo sarebbe finito, ma che al momento c'era, sono uscita dall'ospedale pimpante come non lo ero più da tanti giorni. Ora lo sono già molto di meno.