giovedì 22 dicembre 2022

Asor Rosa

 Alcuni anni fa ho avuto il piacere di conoscere il Prof. Asor Rosa, una conoscenza che si è protratta per diversi anni, visto che il prof. veniva a fare le cure nel centro termale dove io lavoravo. Una conoscenza, che si approfondì nella durata del tempo, fino a rendermi audace tanto da portargli un manoscritto da leggere per chiedere il suo giudizio.

Mi batteva forte il cuore, mentre glielo consegnavo e lui l'accettava di buon grado, o almeno così mi sembrò, e quando mi disse "le farò sapere", feci un grosso sospiro di sollievo.

Ma i mesi passarono, e di una risposta neanche l'ombra. Pensai che se ne fosse dimenticato, che l'avesse gettato da una parte e invece un giorno si presentò con una cartellina sotto il braccio e mi disse "parliamone".

Non solo l'aveva letto, ma l'aveva letto proprio bene, perché quando ne discutemmo insieme con dovizia di particolari, mi resi conto che non aveva per niente sorvolato sulla lettura.

Il suo giudizio andò oltre le mie aspettative. Sapevo di essere una modesta scrittrice, ma essermi sentita apprezzata mi fece un immenso piacere. "Non è facile esere normali", mi disse quando ci salutammo. Allora non capii che cosa volesse dire, oggi sì. Solo molto dopo ho scoperto che questa frase è diventata uno dei suoi aforismi.

Quel suo benevolo giudizio e il suo incoraggiamento a continuare a scrivere, fece si  che tanti anni dopo,il  Prof. diventasse uno dei personaggi di un mio racconto giallo, che purtroppo non ho ancora


terminato.



"Da un occhiata rapida al mio tabulato vedo che tra mezz’ora verrà il Prof . Non so perché, ma all’improvviso mi sento agitata. Voglio la stima di questa persona, che è di poche parole, ma di sguardi molto eloquenti, nel senso che non ha bisogno di parlare molto per farsi capire.

E’ una persona molto educata e riservata e sinceramente non riesco a dargli un’età, proprio per quegli incredibili occhi vivi, che forse lo fanno sembrare più giovane di quello che è, o meglio ancora, lo elevano al di sopra di ogni possibile datazione. Non è più giovane ma non è ancora del giurassico. Mi pare che somigli un po’ ad Albert Einstein, con quei capelli bianchi di media lunghezza, che gli incorniciano il viso in maniera bizzarra, mettendo in rilievo il naso importante ma bello, che i grossi baffi esaltano in maniera quasi raffinata. Ha ancora un fisico di tutto rispetto, che forse molti giovani gli invidierebbero, ma come ho già detto, non è quello che colpisce in lui, ma lo sguardo intelligente e ironico, che, me ne sono resa conto fin dalla prima volta che l’ho visto, trapassa da una parte all’altra....".

 

 

Anche oggi, che il Prof Asor Rosa, ha raggiunto altri lidi, la sua immagine resta indelebilmente impressa nella mia mente, nella maniera in cui l'ho descritta


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