domenica 18 dicembre 2022

Aspettando Natale

Anche quest'anno, come ogni anno, il 13 Dicembre ho preparato l'albero e il presepio. E mentre attaccavo ai rami del mio abete datato, altrettante palline vetuste, e sistemavo  nel presepio le statuine che, al contrario di me, sono rimaste tali e quali a tanti tanti anni fa, mi chiedevo che Natale sarebbe stato questo che deve arivare tra pochi giorni. Non c'era tanta allegria nell'aria intorno a me, neanche in quella proprio vicino a me, che in genere mi ha sempre catturato in una dimensione di beata aspettativa, quando anno dopo anno mi accingevo a fare queste cose

Io ci provo a tornare bambina toccando i piccoli oggetti che mi hanno accompagnato per una vita, facendomi provare piccole gioie ogni volta che uno nuovo si aggiungeva agli altri.....ci provo, ma con sempre maggior fatica. Ogni anno che li ritiro fuori dalle scatole dormienti.....mi ci provo, perché le sensazioni di allora erano belle, ma che dico belle, meravigliose e vorrei  ritrovarle dentro di me nel momento stesso in cui apro quelle scatole magiche....ma la magia funziona sempre di meno, il senso di aspettativa anche, proprio come  il mantra che mi sono costruita da sola,e che dice che la parte più bella della mia vita deve ancora arrivare.

Mi concedo un pensiero veloce al passato, ai tanti alberi di Natale allestiti in casa e fuori, fino a giungere ai presepi viventi e alle mostre di presepi fatti con i materiali più strani da mani abili o semplicemente volenterose, che tenevano insieme tanta gente...aspettando Natale. 

Torno subito coi piedi per terra! Questi sono tempi diversi. Peggiori? Migliori? Non lo so. E così una volta terminato di appendere l'ultima pallina luccicante, ho alzato le spalle e ho deciso di adeguarmi ai tempi.

Questa decisione è durata per due giorni, perché il 15, verso l'ora di pranzo suona il campanello e quando vado ad aprire , il postino mi mette in mano una busta bianca con l'indirizzo scritto a mano, due piccoli cuori a suggellarne la chiusura e più in basso un'immagine della Natività. Mi è piaciuta subito quella busta, perché così agghindata non poteva contenere altro che cose belle.

Mi aspettavo un biglietto di auguri, ma quando l'ho aperta per tirarne fuori il contenuto e ho visto uscire  il margine del foglio che c'era dentro,vergato da una calligrafia , che ho immediatamente riconosciuto, mi sono dovuta mettere seduta, e aspettare che passassero due minuti, il tempo che mi ci è voluto per riprendermi da una sorpresa inaspettata. Perche quella calligrafia inconfondibile, almeno per me, era quella di mio padre e mio padre è morto da quarantasei anni.

Passato quell'attimo, ho tirato fuori il foglio e ho cominciato a leggere, e l'emozione è stata tanta.

Il mio babbo, appena tornato, dal campo di concentramento in Germania,  al suo paese distrutto, dove l'unica casa rimasta miracolosamente illesa era la sua , il 12 luglio 1945, scriveva a suo fratello, per dare e ricevere notizie, di ciò che era rimasto della loro storia passata e per dire di voler 


dimenticare il prima possibile ciò che aveva vissuto, per trovare dentro di sé la forza di rifarsi una nuova vita. Non dirò altro di ciò che c'era scritto, perché sono cose personali.

Dirò invece quello che ho provato io, perché mentre leggevo, vedevo mio padre con occhi diversi. Davanti a me si proiettava l'immagine di un giovane, provato dalla vita, ma che aveva tutta l'intenzione di non arrendersi. Del resto nel momento in cui scriveva quella lettera non aveva ancora ventinove anni, la mia mamma ed io eravamo ancora nel mondo dei suoi sogni....e lui voleva nuovamente nascere.

Io credo che niente accade per caso, e in questo specifico caso, mio e solo mio, leggere le parole di mio padre, ritrovarlo così vicino, di quella vicinanza che solo una lettera manoscritta sa dare, mi ha regalato qualcosa alla quale non riesco a dare un nome, ma che è bellissima e che di punto in bianco mi ha fatto guardare il mio presepio e l'albero che avevo fatto con così scarso entusiasmo, con occhi diversi.

Ho ritrovato il mio Natale, quello che pensavo di non trovare più dentro di me.

Non finirò mai di ringraziare mia cugina, al cui padre era indirizzata la lettera, per avermi procurato questa grande gioia......e da quel momento, aspettando Natale, ho ritrovato la voglia dell'attesa, delle piccole cose, dei preparativi per festeggiare il momento di una nascita, che si ripete ogni anno, per chi crede nella vita.

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