martedì 19 gennaio 2016

Felici e contenti


Meglio essere senza fortuna ma saggi che fortunati e stolti.
Epicuro 

Belle parole vero? E ciascuno direbbe che sono proprio quelle giuste, quelle che ciascuno avrebbe voluto saper dire per primo, quelle che danno il 'la' della vita.
Ma è proprio vero?
Io personalmente,  ho trascorso fino a questo momento la mia vita cercando di diventare saggia, cospargendomi il capo di cenere per punire gli sbagli imputabili alla mia dose di stoltezza, perché sono cresciuta nella cultura del peccato, dove era giusto mettersi a bagno nel pentimento, proprio come si fa con le mele quando si caramellano! Senza mai raggiungere la loro brillantezza! Non so la loro bontà, perché non ne ho mai assaggiato una, ma gli occhi me li sono sempre riempiti con la loro sfacciata bellezza.
Ma evidentemente la saggezza non fa parte di me, proprio allo stesso modo in cui non ne fa parte la fortuna. E allora?  Per la proprietà transitiva non  mi rimarrebbe altro che diventare stolta, per vedere se almeno in questo modo un pò di fortuna viene a bussare alla mia porta. Ma non è mica facile! Abituata ormai a un'impostazione mentale che sicuramente cerco di scrollarmi da dosso, almeno quel tanto che mi permetta di guardare con occhi nuovi, le aperture che oggi vengono ad arricchire la nostra società e il nostro essere uomini,  non riesco a godere la vita che qualche volta per essere veramente tale ha bisogno anche di qualche trasgressione che venga a dare una nuova sferzata di energiae di divertimento. Ma che è sto peccato del cavolo? Se non uno di quei mostri sul tipo dell'uomo nero, della marroca, del babau, che una volta venivano tanto in aiuto ai genitori per farsi obbedire dai figlioletti? Che è questo peccato, quando vediamo che il più delle volte rimane impunito e anzi, viene ammirato ed emulato?Magari proprio da chi lo condanna? Rimango sull'esempio della mela. Se ne rubo una con la saggezza di chi ha fame posso andare anche a finire in galera, ma se rubo un miliardo, in galera non ci vado sicuramente, perché prima scappo in un paradiso fiscale dove vivo da stolto tranquillo e felice ....e pure pieno di fortuna. 
Dopo ciò non rimane altro che Paperino, che oltre che a essere stolto è anche sfortunato...e non è detto che questo ameno modo di essere sia limitato solo a lui. Già mentre lo scrivo mi scorre un brivido lungo la schiena. Ah! Pensate che mi riferisca a me stessa? Eh no! No davvero. Magari anch'io sono una Paperina, ma in questo caso il mio pensiero esulava dalla mia nobile capoccia, perché ne ha viste davanti a sé almeno una dozzina molto più papabili di lei.
E allora caro Epicuro, non sarebbe stato meglio se tu avessi scritto che è mooolto meglio 'vivere saggi e fortunati'?  Perché la fortuna, che ha in sé un pizzico di follia avrebbe compensato molto bene la saggezza e la sua noia e saremmo stati tutti più felici e contenti

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