Erano anni e anni che non vedevo più un arcobaleno come quello che ho visto ieri. Una cosa incredibile! Tra l'altro me ne sono accorta solo quando ci sono andata a sbattere contro, si fa per dire naturalmente, ma ero talmente assorta nei miei pensieri, che non avevo alzato gli occhi al cielo fino a quel momento e quando l'ho fatto sono rimasta letteralmente senza parole e senza fiato, come mi capita sempre quando vedo qualcosa di infinitamente bello, sia esso un fenomeno naturale o una creazione fatta dalle mani dell'uomo.
Eppure quando ero uscita il cielo era tutto sereno e solo fuggevolmente avevo dato un'occhiata all'ombrello, ma avevo scartato subito l'idea di prenderlo! E invece! Dietro di me il cielo era sempre azzurro, ma davanti a me grosse nuvole tempestose stavano avanzando minacciose.... e lì.... in mezzo, quell'arcobaleno, così nitido, così ampio, così imponente. Una meraviglia! "Vale la pena di vivere, non fosse altro che per vedere uno spettacolo del genere!" mi sono detta in silenzio, mentre le prime gocce d'acqua mi cadevano sul viso.
Un rapido sguardo al cielo e la repentina decisione di tornare immediatamente indietro, non mi hanno aiutato ad evitare la pioggia che è cominciata a scendere sempre più fitta e mentre correvo, stupita di me stessa e dell'agilità che improvvisamente mi ritrovavo nelle gambe, giù per la discesa del cimitero vecchio, che è molto di più di una discesa, facevo i miei progetti per evitare un'inzuppata totale e all'istante mi è venuta in mente proprio una cappella nel vecchio cimitero, che ha due archetti laerali,dentro i quali due angeli in mosaico, mostrano quant'è bello l'al di là. Non ci ho pensato neanche un attimo e mi ci sono infilata dentro, andando ad arricchire l'iconografia angiolesca. Io, in quella perfezione ieratica, rappresentavo l'angelo caduto in volo, quello che crede nell'al di là, ma pecca volentieri nel di qua. Per un quarto d'ora abbiamo fatto uno strano connubio senza un minimo di conversazione, mentre i miei occhi si posavano sulle lapidi che avevo davanti, ricche di fiori in questi giorni di novembre. Solo quando me ne sono andata ho capito che se anche non avevamo parlato col linguaggio degli uomini vivi, avevamo però avuto una conversazione muta sulla pace, perché lì tutto parlava di pace e me ne sono resa conto solo un pò più in giù, quando, ritornata sulla strada, improvvisamente tutto è stato rumore come sempre.
Bah! Quest'angelo caduto in volo, per un attimo è riuscita a capire lo sguado di altri angeli che fino ad allora aveva considerato solo elementi decorativi.
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